Dott.ssa Silvia Rosafio.

Dott.ssa Silvia Rosafio. Psicoterapeuta presso il Centro Nova Mentis
Responsabile dipartimento Disturbi della personalità

"Una mia amica un giorno mi ha detto: “Vivere sulle montagne russe è fantastico, ma arriva un momento in cui decidi di a...
20/08/2024

"Una mia amica un giorno mi ha detto: “Vivere sulle montagne russe è fantastico, ma arriva un momento in cui decidi di abbandonare la giostra perché ti accorgi che pur correndo velocemente sei fermo sempre nello stesso punto”. Ecco, anche per me quel giorno è arrivato".

👉Disponibile su amazon.

Nella stanza della terapia si parla tanto del concetto di intimità e di quanto sia complesso trovare qualcuno a cui most...
20/06/2023

Nella stanza della terapia si parla tanto del concetto di intimità e di quanto sia complesso trovare qualcuno a cui mostrare le proprie vulnerabilità, nonostante i timori e le preoccupazioni.

Il passato crea aspettative "se parlo l'altro mi umilierà" oppure "se racconto questa cosa così dolorosa poi potrà utilizzarla contro di me" o ancora "non capirà mai quello che provo, parlarne è inutile".

Poi però qualcosa accade, ci si può accorgere che l'altro condivide le stesse insicurezze, nonostante la corazza diversa.




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"Sono stato bravo", espressione tanto difficile da utilizzare.In ambito clinico si dedica spazio e tempo al dialogo inte...
06/06/2023

"Sono stato bravo", espressione tanto difficile da utilizzare.

In ambito clinico si dedica spazio e tempo al dialogo interiore, al modo in cui ciascuno di noi parla a sé stesso.

E cosa si osserva di frequente? Molto spesso ci riserviamo commenti e toni poco piacevoli, sprezzanti, addirittura umilianti.

Trascorriamo una intera esistenza in compagnia di noi stessi, eppure non siamo compassionevoli, ma giudicanti.

Numerose ricerche dimostrano come l'autocritica sia un elemento di aggravamento/mantenimento della sofferenza esperita.

Un esempio? Prova a notare quello che provi se dopo un errore ti critichi aspramente, oppure provi a individuare cosa è andato storto e ti incoraggi a rimediare.

È necessario parlare a sé stessi con rispetto, se non l'abbiamo imparato negli anni questo non vuol dire che sia troppo tardi per rimediare.

Questa è un'espressione che uso spesso in terapia per strappare un sorriso ai miei pazienti ansiosi."Un'ansiosa è per se...
09/09/2022

Questa è un'espressione che uso spesso in terapia per strappare un sorriso ai miei pazienti ansiosi.
"Un'ansiosa è per sempre".
Quando siamo nel vortice del disturbo d'ansia (comprensibilmente) vediamo solo gli effetti negativi della stessa.
Ma nel momento in cui impariamo a gestirla e facciamo pace con l'ansia possiamo iniziare a vedere anche gli effetti "positivi" (non mi piace tantissimo dividere il mondo in cose positive e negative).
Sono un' ansiosa, ma questo non mi ha impedito di svolgere questo mestiere.
Sono un'ansiosa e questo non ha avuto soltanto conseguenze negative.
L'ansia ci consente di non essere incauti, spendaccioni (per esempio).
Ci fa calcolare alcuni rischi, ci permette di riflettere un attimo in più.
Mi rendo conto che sembra paradossale per chi ancora non è riuscito a familiarizzare e non ha imparato a gestirla, ma un'alternativa esiste.
Ringrazio per questo regalo ❤️

  Chimamanda Ngozi Adichie racconta in maniera magistrale il dolore provato in seguito alla morte dell'amato padre. "Que...
28/08/2022



Chimamanda Ngozi Adichie racconta in maniera magistrale il dolore provato in seguito alla morte dell'amato padre.
"Quella del dolore è una scuola crudele. Insegna quanto possa essere violento il lutto, quanta rabbia possa contenere". E ancora "di fronte all'inferno che il dolore mi consegna, mi scopro sprovveduta, immatura".
Cosa ha significato affrontare un lutto in piena pandemia?
Molti hanno ricevuto la notizia tramite chiamata, altri SMS, altri ancora zoom, whatsapp.
La maggior parte ha dovuto rinunciare all'ultimo saluto, stravolgendo completamente il processo del lutto.
Un libro forte, commovente, che fa riflettere. È una donna che torna bambina per salutare l'amato padre.
Una madre che ci ricorda di come non si finisca mai di essere figli.
"Io sono la figlia di mio padre. Un atto di resistenza e di rifiuto; il dolore ti dice che è finita mentre il cuore ti dice che non è vero; il dolore cerca di rattrappire il tuo amore al passato, mentre il cuore lo declama al presente".
Riferendosi alla figlia, scrive "veglia sulle mie lacrime con l'attenzione di un falco".

Assolutamente consigliato!


Per chi avesse voglia di iniziare a leggere poesie, non posso non consigliare  .Vi andrebbe una rubrica mensile in cui v...
16/08/2022

Per chi avesse voglia di iniziare a leggere poesie, non posso non consigliare .

Vi andrebbe una rubrica mensile in cui vi consiglio un libro?

Ho trovato questa foto in rete  (per cui mi scuso con il proprietario dell'opera se non lo cito) e ho pensato a cosa scr...
10/08/2022

Ho trovato questa foto in rete (per cui mi scuso con il proprietario dell'opera se non lo cito) e ho pensato a cosa scrivere.

Mettere al mondo un figlio implica lo stravolgimento della propria vita: spesso assistiamo ad una narrazione di gravidanza, parto e post parto molto lontana dalla realtà.

È faticoso, ciò non vuol dire che non sia bello ma è necessario riconoscere le mille sfaccettature di un'esperienza spesso raccontata in modo piatto e poco veritiero.
"È bellissimo", "solo ora la mia vita ha un senso", "come ho fatto a vivere prima di te", sono solo alcune delle didascalie in cui mi imbatto quotidianamente.

A questo si aggiungono tutti quelli che pensano di poter comunicarti tutto quello che reputano opportuno (che non vuol dire che lo sia): "coprilo, fa freddo", "no quel latte non è buono", "ha fame, non lo stai allattando bene", "sei già rientrata in ufficio", "ma come, i piselli surgelati?!", "non puoi uscire con la pioggia", Etc etc etc.
Potrei raccontare milioni di aneddoti.
Immaginiamo quanto sia facile giudicarsi come madre soltanto considerando i due aspetti che ho citato.

La verità è che viviamo in una società ancora troppo patriarcale.
La verità è che ci aspettiamo che una donna sia una brava mamma, moglie, lavoratrice, che sia sempre felice, mai arrabbiata e che non abbia bisogno di aiuto "hai scelto tu di avere un figlio" commento tipico.
La verità è che il giudizio è troppo spesso dietro l'angolo.
La verità è che essere una madre implica mille emozioni, sentimenti, pensieri, paure diverse.
La verità è che è impegnativo, e quando le emozioni sono contrastanti, non vuol dire che si è un cattivo genitore.
La verità è che spesso i genitori sono da soli in questo percorso.
La verità è che viviamo in una società che azzera le distanze, ma non abbatte i pregiudizi, gli stereotipi.

Fino a quando diremo "che bravo papà aiuta la moglie", "che bravo papà che trascorre del tempo con la figlia", saremo fin troppo indietro.

Un abbraccio forte a tutti i genitori, ma alle mamme un po' di più!

Posted  •  Questo è uno di quei temi di cui si parla in terapia.La differenza tra sentirsi soli ed essere soli, tra l'es...
03/08/2022

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Questo è uno di quei temi di cui si parla in terapia.
La differenza tra sentirsi soli ed essere soli, tra l'esserlo stati e il continuare ad esserlo.

È un argomento che ti interessa/incuriosisce?


Venerdì sera ho incontrato tanti di voi.Abbiamo parlato di molto, anche delle "bambole rotte"(ci tengo ogni volta a sott...
02/08/2022

Venerdì sera ho incontrato tanti di voi.
Abbiamo parlato di molto, anche delle "bambole rotte"
(ci tengo ogni volta a sottolineare come il femminile sia per una mia facilità nella comunicazione).

È sempre emozionante parlare delle gabbie dorate, di Sofia e del rapporto tra passato e presente.

Sofia è tutte e nessuna delle mie pazienti, Sofia è dolore, è sentirsi sbagliati, diversi, difettosi. Intrinsecamente difettosi.
Sofia è solitudine: è straziante sentire unica la propria tragedia.
Sofia è assenza di confini, è difficoltà nel trovare un equilibrio, è tentativi.

Sofia era una bambina che si sentiva rotta, è diventata una donna rotta fino a quando non ha provato a cambiare la sua storia.

Sofia ha smesso di sentirsi rotta? Assolutamente no, ma ha smesso di credere a quello che sente.

18/06/2022

*Sulle tue spalle*

Nella stanza della psicoterapia capita di utilizzare una macchina del tempo, ma non di quelle convenzionali.
È una macchina del tempo che ti fa incontrare il piccolo te.
È una macchina del tempo che può riaprire ferite: di un amore che non è stato come lo avremmo voluto, di relazioni che non hanno soddisfatto ciò di cui avevamo bisogno.
È una macchina del tempo che può generare rabbia, frustrazione, tanta tristezza.
Tante domande trovano spazio, ma non necessariamente una risposta: "perché a me?", "perché non c'erano i miei genitori?", "perché è accaduto"?.

È un momento in cui ci si incontra, in cui si dialoga con quello che siamo stati.

È il momento in cui possiamo prenderci sulle spalle, possiamo comprendere (non sempre accettare) e ricominciare.

Sembrano parole costruite, ma quello che accade in quelle quattro mura è davvero sorprendente.

Una paura che assale chi si rivolge ad un terapeuta è quella che riguarda la possibilità di dover stravolgere la proprio...
09/04/2022

Una paura che assale chi si rivolge ad un terapeuta è quella che riguarda la possibilità di dover stravolgere la proprio vita.

È comune il timore di dover rinunciare ai propri standard, ai propri obiettivi o alle proprie ambizioni.

Quello rappresentato nella vignetta è, infatti, un mito legato alla terapia.

Facciamo chiarezza👉

In primis gli obiettivi si concordano insieme: il terapeuta "non toglie", "non impone", "non decide" assolutamente nulla.
Nel caso in cui emerga un comportamento disfunzionale è obiettivo della terapia comprendere il ruolo svolto dallo stesso.

Chiedere alla persona di rinunciare a un comportamento (senza prima lavorarci adeguatamente) è come chiederle di andare in piazza completamente nuda: riuscite a immaginare il disagio?

Dunque, perché un terapeuta dovrebbe chiedere a una persona di diventare meno ambiziosa?

In seduta si comprende come si è costruito quel comportamento, quali vantaggi e costi implica.

Talvolta quando si hanno degli standard elevati si convive con un'ingombrante emozione di ansia e un timore di fallimento che incombe perché non ci si sente mai "abbastanza".

Riuscire a comprendere il modo in cui queste credenze si sono strutturate può certamente essere utile per prendersi cura di questa parte di sé e per trovare col tempo modi nuovi di essere ugualmente ambiziosi, riducendo il carico di sofferenza emotiva (a questo eventualmente connesso).

L' ambizione può diventare una scelta e non un imperativo.

Come ormai avrete capito dagli altri video, nell'ultimo periodo ho spostato tanto la mia attenzione clinica verso i dist...
05/03/2022

Come ormai avrete capito dagli altri video, nell'ultimo periodo ho spostato tanto la mia attenzione clinica verso i disturbi di personalità.

Non è un video esaustivo, ma sono solo pochissime informazioni in un mare di stigma.

Spero possa tornarvi utile.

Silvia

Chi è il narcisista covert?Alcuni autori la definiscono narcisismo a pelle sottile, altri narcisismo fragile o vulnerabile.Scopriamo insieme la Dott.ssa Silv...

Repost  Qualche giorno fa  ha parlato dei "mi manchi".Ci ho pensato tanto prima di scrivere questo post.Il Natale è una ...
25/12/2021

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Qualche giorno fa ha parlato dei "mi manchi".
Ci ho pensato tanto prima di scrivere questo post.
Il Natale è una festa particolare, per tantissime persone triggerante.
Gli ultimi due anni trascorsi hanno alterato i nostri rapporti, infilandosi prepotentemente nelle nostre abitudini.
Abbiamo perso affetti in un modo disumano, abbiamo rinunciato al contatto fisico, all'ultimo saluto, abbiamo collezionato carrellate di mi manchi.
Oggi non voglio augurarvi nulla, perché qualsiasi cosa stiate vivendo è ok.
Non dobbiamo essere felici solo perché è natale, non dobbiamo vergognarci della malinconia, del buio negli occhi.

Qualsiasi cosa voi stiate provando, passerà ma non deve passare oggi perché è festa.
Quello che spesso ho osservato negli occhi della gente è che in queste occasioni le mancanze sono zavorre.

Allora vorrei stringere forte chiunque oggi percepisca quell'enorme vuoto: che sia d'amore, di una persona in particolare, di un periodo della propria vita.

"Ognuno di noi ha un addio mai consegnato, alcuni sono ancora in tempo, per altri quel tempo è scaduto" Le bambole rotte.

P.s. ricordiamoci di non credere a tutte quelle foto all'apparenza perfette e super scintillanti pubblicate in questi giorni: le famiglie del mulino bianco non esistono.

Silvia

Quando parliamo di Disturbo borderline una delle emozioni di cui si parla più di frequente è la rabbia.Ma lo sapevi che ...
08/12/2021

Quando parliamo di Disturbo borderline una delle emozioni di cui si parla più di frequente è la rabbia.
Ma lo sapevi che anche la vergogna ha un ruolo importante?
Mario Rossi Monti ne parla in maniera precisa e dettagliata in un suo lavoro del 2009.

Spesso la vergogna viene confusa con la colpa, sia dal terapeuta che dal paziente. Ma cosa accade quando invece si prova a dare ascolto alla vergogna?

All'interno dello stesso articolo un altro passaggio che mi ha colpito è stato quello in cui viene letteralmente smontato uno stigma legato a questo disturbo, quello del carattere manipolatorio della manifestazione emotiva.
(Rabbia, ma anche vergogna in questo caso).

Un'espressione emotiva, una manifestazione percepita come manipolatoria non implica una intenzionalità manipolatoria.

Citando le sue parole copio questa riflessione:

"La necessità di urlare per trasmettere messaggi di allarme e di dolore: scuotere se stessi ma anche smuovere qualcosa nell'altro. Una assillante ricerca dell' iperbole che nasce dal timore di rimanere inascoltato?"

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Natale parte 2Ricordati di non credere a chi invalida ciò che provi. "Ma come, non sei ancora guarito?""Ma tu ti impegni...
03/12/2021

Natale parte 2

Ricordati di non credere a chi invalida ciò che provi.
"Ma come, non sei ancora guarito?"
"Ma tu ti impegni?"
"Ti piace stare al centro dell'attenzione vero?"
"Non vedi che i tuoi genitori sono preoccupati per te?"

Sei autorizzato a non rispondere, a non giustificarti, a non credere a tutto ciò che ti viene detto.

Il dolore psicologico NON si sceglie.

  2021Ieri vi ho chiesto se le feste fossero un buon momento per voi e la maggior parte di voi mi ha risposto di no.Le f...
01/12/2021

2021

Ieri vi ho chiesto se le feste fossero un buon momento per voi e la maggior parte di voi mi ha risposto di no.

Le feste rappresentano un evento triggerante per molte persone.
Chi ha un sente la pressione dello sguardo dell'altro "non mangi tutto?" "Non hai fame" "perché stai correndo in bagno" "quanto sei magr*!" oppure "sei ingrassat*".

Chi ha delle difficoltà relazionali deve affrontare situazioni triggeranti: convenevoli, aggiornamenti sulla propria vita privata, lavorativa.

Chi ha perso la persona amata sente una voragine al posto del "solito" vuoto.

Chi ha difficoltà a gestire le proprie emozioni può sperimentare una maggiore fatica.

Chi ha "socializzato" con l'ansia può sentirla un pochino più vicina in questo periodo.
Questi sono soltanto pochi spunti di riflessione.

Cosa possiamo fare?
Chiedere alle persone che ci sono accanto se c'è qualcosa che possiamo fare per loro per rendere questo periodo più sopportabile.

A volte è "sufficiente" ascoltare.



Cosa può significare avere un disturbo di personalità?Può significare difficoltà nell'avere relazioni stabili, soddisfac...
31/10/2021

Cosa può significare avere un disturbo di personalità?

Può significare difficoltà nell'avere relazioni stabili, soddisfacenti.
Difficoltà nel mantenere un posto di lavoro, delle amicizie appaganti.
Può significare incapacità di gestire le emozioni.
Può implicare un cambio continuo di scopi, di obiettivi.
Può significare non avere un senso della propria identità.

Può significare trascorrere le giornate chiusi in casa o in un letto.
E mille altre cose (ricordo sempre la sintesi dovuta all'uso dei social).
Quello che ho elencato è ciò che appare dall'esterno.

Ciò che spesso trascuriamo è il dolore sperimentato, la sofferenza, l'angoscia, il tormento.
È il sentirsi sempre scomodi, è faticoso.
È estenuante, è il mondo che cambia rapidamente, siamo noi che ci trasformiamo da un secondo all'altro.
L' uso improprio di termini quali narcisista, borderline, istrionico, isterica ha aumentato lo stigma.
Le persone spesso hanno paura di ricevere una diagnosi, provano un'enorme vergogna, "quindi dottoressa, ora sono io il mostro?".
Una diagnosi di Disturbo di personalità non è un destino, il cambiamento è possibile.

È un esempio.

Un disturbo di personalità non si sceglie.
Ciò che non comprendiamo dell'altro, non ci autorizza a giudicarlo.

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Lecce

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