
20/08/2025
La trappola della produttività: perché ci sentiamo in colpa quando non facciamo niente
Hai mai avuto una giornata in cui non hai fatto nulla di “utile”… e ti sei sentita/o in colpa?
Nessun traguardo spuntato, nessuna mail inviata, nessuna lista completata. Solo tempo trascorso. Magari sul divano, o con lo sguardo perso fuori dalla finestra.
Eppure, invece di provare riposo, leggerezza o piacere, arriva quel senso di disagio. Un fastidio sottile che ci sussurra: “Hai sprecato tempo.”
È la voce di una delle trappole psicologiche più diffuse oggi: la trappola della produttività.
Viviamo in una cultura che celebra chi è sempre impegnato, chi “non ha mai tempo”, chi riesce a fare mille cose. Il fare è diventato misura del nostro valore. Più produci, più vali. Più sei efficiente, più sei “giusto”.
Ma questa idea è profondamente distorta. E logorante.
Il paradosso è questo: riposarsi fa sentire in colpa. Ma è proprio l’assenza di riposo che ci svuota.
Dal punto di vista psicologico, il nostro cervello non è progettato per stare sempre in modalità “on”. Ha bisogno di pause, di noia, di vuoti. È in quei momenti che nascono le intuizioni, si ricaricano le energie emotive, si riorganizza l’esperienza.
L’inattività non è pigrizia. È una funzione fondamentale dell’equilibrio mentale.
Un piccolo esperimento
Ti propongo una sfida (tranquilla, non produttiva):
Scegli un momento nei prossimi giorni in cui non farai nulla di utile.
Né lavatrici, né mail, né corsi online.
Solo tu, il tempo, e magari un libro, una passeggiata, il cielo.
Quando ti verrà da pensare “sto perdendo tempo”, prova a rispondere così: “No, mi sto prendendo cura di me.”
Vedrai che il mondo non crollerà.
E forse, a sorpresa, inizierai a respirare più a fondo.
Dott.ssa Giada Vanini, Psicologa In Salus