Dr.ssa Cardi Laura - Interno Psicologia

Dr.ssa Cardi Laura - Interno Psicologia Psicoterapia, Psicoanalisi, Psiconcologia a Legnano e online. Questo è il posto per trasformare un’esperienza dolorosa in una forza e non in un limite Come?

QUELLO CHE PUOI ASPETTARTI
Sono qui per accompagnarti e ascoltarti, per camminare insieme e trovare le tracce mancanti da cui nasce il dolore che senti. Con me puoi essere onesto su come stai, senza vergogna di mostrarti vulnerabile o per come sei. La stanza della terapia è un luogo in cui tu puoi ascoltare finalmente te stesso, ed imparare ad accoglierti o a ritrovarti. Non è un posto per "matti, malati di mente, anormali o esclusi", la Psicoterapia è per tutti i sani. E' un modo per non restare fermo, a tormentarti su una tappa conclusa, per non allungare le distanze tra immagine di te e la tua vera identità. Affronti separazioni inevitabili e indelebili tutti i giorni. Ti trovi avanti distanze troppo grandi che non si possono colmare, rinunci a chi ami ma anche alle tue stesse aspettative illusioni e desideri. Il dolore può essere inimmaginabile. Distacchi, separazioni e perdite sono necessari. Bisogna perdere per ritrovare qualcos'altro. Perdere per vivere. La psicoterapia non si riduce al racconto biografico per scavare nel passato perché la tua storia sia già scritta, determinata, già successa. Torniamo indietro perché LA MEMORIA CURA. E ciò di cui mi prendo cura è la costruzione che tu fai della tua storia. Cioè come puoi, nel presente, dare alla tua vita una nuova forma. Nel raccontarti, inizi a vedere ciò che ora fatichi a cogliere. Con sentimento, empatia, curiosità e coraggio, ti aiuto a riconoscere l'oscurità e la bellezza che c'è in te. A scoprire e riportare nel tuo mondo interiore le parti più reali, autentiche e profonde di te. Questo è il posto per trasformare un'esperienza dolorosa passata in una forza; in cui sei protetto, non giudicato, riconosci il tuo valore e impari a trattarti con gentilezza, grazia e rispetto. Perché tu sei importante. Qui nascono nuove e verdissime piante, il clima che si respira è spesso tranquillo e rilassante, possiamo ridere insieme, usare l'autoironia, puoi liberarti. Non c'è solo pianto, ansia, paure come molti, erroneamente, immaginano di una seduta con uno Psicologo. Questo è uno spazio tuo, in cui puoi prenderti il tempo che serve. Perché la sofferenza che provi è una cosa che hai, non una cosa che sei. Apri gli occhi, che tu sia sano o malato, apri gli occhi, la testa, il cuore perché questa è una storia che ti riguarda. La storia di una crisi - che come tutte le crisi - può trasformarsi in un pericolo o in una occasione per unire testa e cuore, una possibilità di crescita, costruzione. L'inizio della vita e la scoperta stessa di quella vita che hai bisogno di vivere. Per restare in piedi, per rimanere vivo con tutte le forze e l'unicità delle tue emozioni. Lo stai facendo per te.

Dentro te cosa c’è? Perché vorremmo gli occhi bendati per non vedere? La terapia è IL luogo in cui si maneggia la paura ...
02/09/2024

Dentro te cosa c’è? Perché vorremmo gli occhi bendati per non vedere?
La terapia è IL luogo in cui si maneggia la paura dell’andare dentro. Dove già solo a nominare il dentro vediamo aprirsi la terra, un pozzo, un buco nero, l’abisso di cui non c‘è il fondo.
Chissà che scoprirò e quanto mi farà male. Chissà cosa tirerà fuori e quanto ci farà male.

“La mia più grande qualità, quella a cui faccio appello nei momenti di sconforto, quando tutto mi sembra andare in mille pezzi, proviene da quello che ho vissuto” scrive Neige Sinno.
La terapia presta i fianchi e si fa argine alla paura delle ombre. Come?
Dandogliene importanza.

Nella vita interiore c’è il luogo da cui provieni, le persone che ti hanno atteso, le mani fatte rifugio, gli occhi che t’hanno tradito. Le canzoni che ti hanno cantato, la morte che ti ha sfiorato. Traccia di vergogne, tristezze, rabbie, menzogne, speranze, gioie, segreti, solitudini, dolcezze. L’animalità oscena. L’innocenza strappata.

Con la terapia, andrai a passeggio nel mondo ancora tra fiori e ortiche, sciogliendo nodi e ricordi con occhi gonfi e lacrime. Ma la storia di te avrà parole che testimonino l’incontro con l’impensabile che una mattina o una notte ti ha cambiata.
Una storia ora nota che non sia ridotta a niente, affinché almeno tu veda il visibile ma anche l’invisibile.

Laura Cardi
Psicologa Psicoterapeuta, Psiconcologa

Luglio lo odio, non so te ma io lo odio. Più cerco di scordarlo, più non voglio accorgermi, più lui mi insegue e si most...
22/07/2024

Luglio lo odio, non so te ma io lo odio. Più cerco di scordarlo, più non voglio accorgermi, più lui mi insegue e si mostra bene. Come l’ansia, il sintomo che non ha parola, come il vuoto. Nuoterei in mare ogni mese dell’anno, a luglio nuoto solo nella stanchezza.

Nell’estate che si inoltra, il mondo sembra accettarci con tutto fuori: corpi, denti, chiasso, gin tonic, organi ma con protezione solare al profumo di cocco. Per alcuni di noi invece il bisogno potrebbe sentirsi vicino più al nascondersi che stare sotto una strobo, preferire il minimo, il silenzio, il cicalio lontano o il fruscio degli alberi, un libro fedele che parla per noi. Fermarsi, come la pancia rivolta in sù dei gatti.
Luglio col sole asfissiante indossa una superficie irascibile ed ha dentro un sottofondo costante d’ombra.

È Il tempo a segnarci i volti perciò intuisco che è luglio non dal calendario ma dall’analisi.
Analizzarsi è capire cosa ci sta accadendo, cosa è in movimento dentro, assecondando il richiamo ad andar sotto, a ciò che è più vivo della realtà. Analizzarsi è rendere la storia dei propri sentimenti meno mozza e meno cieca attraverso la cultura della parola, è conoscere in quale anfratto è schiacciata la malinconia o su quale corda del cuore incrinato la depressione sta suonando la sua ultima melodia.

“Con il mutare delle stagioni è come se le persone fossero giardini che fioriscono e poi si spogliano di nuovo contro la loro volontà. Fortunatamente esistono dei modi per affrontare freddo e siccità.”
Imparare a sentire chi siamo è uno.
Sapere quando ci sono necessari giorni in cui ritrarci o i giorni di legami, conoscere chi e cosa ci sostiene, comprendere che alcuni pensieri sono i nostri sintomi e non il nostro valore, avere chiaro e rispettare i limiti, sapere come fare nostro il tempo anche con i conflitti che ci scoppiano dentro.

Per questo abbiamo bisogno di noi, nel senso di prestare attenzione a noi, maneggiarci pianino pianino, chiederci pazienza. Abituarci all’esistenza.
Per alzarci domattina dal letto e guardalo ancora in faccia questo mondo, a volte palude a volte miracolo, in cui siamo sfiorati da normalità e follia.

Laura Cardi Dr.ssa Cardi Laura - Interno Psicologia

Io le capisco le persone che perdono chi amano e hanno paura di dimenticarle. Quelli che costruiscono altari attorno ai ...
01/06/2024

Io le capisco le persone che perdono chi amano e hanno paura di dimenticarle. Quelli che costruiscono altari attorno ai loro morti, musei nei luoghi in cui hanno abitato, armadi intoccabili, fotografie inavvicinabili, case vecchie invendibili. Per chi resta, tutto deve rimanere fermo così com’è. Nessuno tocca e nessuno entra.

Io la ricordo la prima volta in cui solo alla sera mi sono accorta che era 19 marzo. Per 21 ore, avevo dimenticato il compleanno di mio padre. Ricordo quella prima volta perché il nulla, fu simile al dolore di ventitré anni prima.

Perché poi succede, cambi le strade, le città senza di lui/lei, ti laurei, spegni candeline e desideri, sorridi, conosci persone che non lo conosceranno mai. Hai una tua casa, torni nel mare passato e vai per mari nuovi, cresci e ti chiedi se ti avrebbe amato anche ora che sei diventata un’altra. Ti attraversano vite, amori, gatti, figli, altri dolori. Ti attraversa tutto e più della metà della vita senza.

Vorrei dirti di sì, ma non è vera per sempre la promessa “non ci sarà un giorno in cui non ti penserò”, all’improvviso accade che ti dimentichi, che sei presa da altro, che sei assente dalla tua tristezza, distratta dalla pentola sui fornelli o magari, dalla leggerezza.

Io lo capisco quando impediamo ai morti di morire, quando vogliamo tenerci legati a ogni minimo segno di dolore perché è quello a tenerli in vita.

Ma all’improvviso accade che non sia più così visibile o infinito e di quel dolore tutto serve, anche la felicità, a ricomporre il cuore. A tenere in vita te.

Laura Cardi
Dr.ssa Cardi Laura - Interno Psicologia
Psicologa Psicoterapeuta, Psiconcologa

Strappi, spaccature, fratture, crolli. Parole in cui troviamo traccia delle nostre esperienze. Quelle che vedo comparire...
20/05/2024

Strappi, spaccature, fratture, crolli. Parole in cui troviamo traccia delle nostre esperienze. Quelle che vedo comparire in seduta in chi mi porta una malattia come il tumore o in chi si confronta con la morte di una persona che amava. Un inciampo dalla scogliera in cui c’è un prima e un dopo. Prima e dopo di lui. Prima e dopo il tumore. Prima e dopo di me.

Come a dire, un preciso momento in cui ho sentito che mi spezzavo e dopo allora, diventavo altro da me. Quasi, una non me, per quel non riconoscermi più, né allo specchio né in nuove vesti.
Qualcosa che assomiglia, come dice Winnicott, a un’interruzione nella continuità dell’esistere. Nella continuità dell’essere.

Un punto in cui viviamo sulla nostra pelle impensabili angosce (fidatevi che anche sulla mia pelle vi sento in terapia), come fossimo in un burrone in cui cadremo per sempre.
Invece sappiate che proprio la fragilità d’essere sul confine può portarci verso insenature di sviluppo sano. Una possibilità di evoluzione se ascoltata e di regressione se negata.

Sull’orlo del precipizio, fatevi madri e padri sufficientemente buoni dediti a trovare un luogo psichico in cui diventi possibile pensare quell’impensabile che vi sta accadendo. Che sia una stanza con due poltrone, la natura o una mano amica, donatevi una protezione dall’urto che vi contenga, trovi parole e sostenga.

Un posto che sia la vostra possibilità di rammentarlo. Ovvero di ricordarlo, metterlo in un cassetto della memoria così che non si ripeta né nel futuro, né nei pensieri, né quando spegnete la luce di notte prima di addormentarvi.

Laura Cardi
Psicologa Psicoterapeuta, Psiconcologa

Cosa si vede nella foto: l’amore che m’attende e io. Felicemente Io. Cosa non si vede: l’amore che si è saputo mantenere...
27/04/2024

Cosa si vede nella foto: l’amore che m’attende e io. Felicemente Io.
Cosa non si vede: l’amore che si è saputo mantenere e io, quando sono stata dolorosamente io.

Questa storia mi somiglia. È normale, reale, come tante. Una storia dal passo lento, costruita con presenza, mancanza e desiderio, condivisa nei confini, nell’orizzonte, in mani vicine, fatta di spigoli, incomprensibilità, vuoti e cose quotidiane piccolissime ma infinite. Spero eterne. Poi la vita chissà come scombinerà i capelli.

Nell’amore che si radica nel “Voglio che tu sia ciò che sei”, ho tenuto fuori le voci non mie, così che questo giorno raccontasse me, noi.
È arrivato online un vestito da NewYork mai provato ma di cui mi sono innamorata di nascosto. Un rito organizzato il giorno prima in una manciata di minuti con una créola e un’indiana. Un diluvio chiude l’isola, il matrimonio è spostato. Chi se ne frega se sulle fedi è inciso altro, come dice una persona cara, ogni anno avremmo 2 giorni per festeggiarci.

Prove trucco zero, capelli zero, bomboniere zero, il tempo di senso era il viaggio. 30 minuti di matrimonio per legalizzare 3174 giorni in cui già eravamo capanna.
Le persone significative hanno scelto di esserci, ognuna come voleva.
22 Aprile 2024, anzi 23, la fine d’estate più bella della mia vita non poteva che essere al mare, anzi nell’Oceano Indiano, calmo in riva, protetto dal mondo nascosto della barriera corallina e indomabile poco più in là.

Nella vita bella ho imparato a somigliarmi.Nella vita storta ho imparato a somigliarmi.L’analisi mi ha portata a somigliarmi.
L’anima di chi è in terapia soffre e resta muta per questo. Chi s’è perduto o chi non ha fatto esperienza del contatto con Sè, scompare nella sua stessa casa per incarnare luoghi, abitudini, emozioni, aspettative d’altri.

È facile somigliarsi? Mai. Mi piace? A giorni. Come si fa? Pessima domanda per una terapeuta.
Che sia d’augurio per te. Donati la possibilità di ripensare alla vita, sii cercatrice coraggiosa delle tue risposte, impara a credere nelle tue domande che ti fanno paura e lascia che la faccia bella che hai rassomigli a te.
Forse lì si nascondono, se t’accorgi, minuscole felicità.

🛟 piccolo diario di bordo 🛟 Una persona non viene in Psicoterapia. Una persona avviene in Psicoterapia. Avviene in un ac...
08/03/2024

🛟 piccolo diario di bordo 🛟 Una persona non viene in Psicoterapia. Una persona avviene in Psicoterapia.

Avviene in un accanto tra la parola su cui cala il dolore e la parola che tiene in vita la speranza di ritrovarsi.
Avviene nell’infanzia segreta ed in sogno tra i giardini irraggiungibili dell’anima, avviene nel suo limite e nell’ignoto “che muove verso il diventare noto”.

Avviene raccontando la sua storia, una storia che cura dice Hillman lì dove trova, stavolta, qualcuno che ascolta e tiene insieme i dolori che non si vedevano.
Una persona avviene, in una nuova nascita, in Psicoterapia.

I libri sono lucciole nelle notti d’estate per pezzi di noi. Tra questi, io ho i Libri-Salsedine. Quelli come ‘Dove non ...
03/03/2024

I libri sono lucciole nelle notti d’estate per pezzi di noi. Tra questi, io ho i Libri-Salsedine. Quelli come ‘Dove non mi hai portata’ che dopo tempo lontana dal mare, mi schizzano prima e mi spingono dentro poi, mi lasciano sola a ba***re il record di minuti con la testa sott’acqua mentre il respiro si spinge oltre e il resto del mondo diventa solo eco di voci lontane.
I libri così mi gonfiano di salsedine che voglio appiccicata addosso, al sicuro, sulla mia pelle e nel mio spazio interiore per mesi, settimane, giorni, ore in cui mi mancano le parole (non lo stupore) e mi abita il silenzio.

Accade pure in terapia che la stanza delle parole diventi stanza del silenzio, se sento che la parola sporca, toglie, distrae, è sconcia e non onora il paziente che sta rinascendo con tutte le sue parole possibili per la ferita che affiora.
Mi faccio orecchio, ascolto il rumore subacqueo delle onde, n**e e degne. “È un lasciarsi andare all’acqua, a un elemento simile alla vita prima della vita, simile al destino.”

Alcune mie storie, le più brutali, avevano questo passo. Dopo esserci ricostruiti dalle profondità, dopo che ogni cosa di noi è stata vista, possiamo galleggiare più lievi a pelo d’acqua, a stella. Ci restituiamo amati.

🌬️ Con silenzio, lascio intatte all’autrice le sue parole. Grazie “Dove non mi hai portata”, edito
🐈 Con la partecipazione, stavolta gentile e sempre straordinaria di Friariella

Ti manco? Mi penserai? Cosa resta di me in te dopo che t’ho amato? Che traccia lascio negli altri, nelle amicizie incont...
01/03/2024

Ti manco? Mi penserai? Cosa resta di me in te dopo che t’ho amato? Che traccia lascio negli altri, nelle amicizie incontrate, nelle città abitate? Sarà solo silenzio?

Avanti al perdere, al lasciare, al separarsi l’anima naufraga s’avvolge di angoscia che tutto si cancellerà ed arde di domande sulla vita altrove.
Per sentire più lieve lo strappo del non tornare mai più indietro o del non poter più andare avanti, come umani sentiamo il bisogno di seminare eredità, lasciti, trasmettere ricordi, luci interiori e luoghi, il passaggio della nostra presenza perché in assenza, resta il vuoto incolmato e l’abisso del non senso pare ancora più buio.

A volte le lacerazioni distruggono di dolore e basta. Certe altre, con il loro tempo, chiedono di generare, moltiplicare, sentire di più e dire meglio, volgere lo sguardo insieme.
Curioso come avanti a questo non sapere e a tutto questo non vedere chiediamo al passato, presente e futuro di restare saldi e incisi in un anello. Te lo prometto, me lo prometti di accogliere questa strana vita, una “danza per non vedenti”.

Laura Cardi
Psicologa Psicoterapeuta, Psiconcologa

Le relazioni, se vivono, sono pezzi mancanti. La vita, se vive, crolla e non resta intera al cospetto della sua ferita.H...
12/02/2024

Le relazioni, se vivono, sono pezzi mancanti.
La vita, se vive, crolla e non resta intera al cospetto della sua ferita.
Ha un pezzo mancante la parola che entra nel mondo dell’altro, il filo dei pensieri, un punto di vista, la gioia che fugge più del sogno, la disponibilità di un padre, la sintonizzazione affettiva di una madre, le maschere crepate che indossiamo, i ricordi quando cercano qualcosa che non trovano.

Ha un pezzo mancante lo specchio del tempo, il numero tre, una conchiglia, il verbo imperfetto, la luna tranne un giorno al mese, la relazione terapeutica che volge allo stare insieme nella dismisura, nel mai pieno.
Anzi, mai colmabile.

Che sia custodito nel mancare, il desiderio che scandaglia e risveglia l’anima.
Che sia nascosto dietro l’amato e il vivere ciò che non siamo stati in grado di vivere, quel desiderio che per essere chiamato tale, tocca inevitabile il nostro lutto. Il pezzo mancante che capiremo dopo, alla fine, come molte cose della vita.

Laura Cardi
Psicologa Psicoterapeuta, Psiconcologa

L’Io chi sono si riconosce solo quando ha contezza della sua notte. L’Io chi sono che non vuole strapparsi, non fa bacca...
04/02/2024

L’Io chi sono si riconosce solo quando ha contezza della sua notte. L’Io chi sono che non vuole strapparsi, non fa baccano e non ha fretta di guarire le ferite ardenti. Per questo, il perimetro della rivoluzione interiore si schiude inosservato in piccoli, Ora, Qui. Passi lenti e silenziosi che ci raccolgono dal luogo angusto in cui siamo.

A Febbraio, la domenica da piccola mi piaceva se profumava di mare, giostre o ragù.
La domenica mi faceva ve**re il mal di pancia se pensavo al lunedì.
La domenica era la mia indimenticata nonna Rachele e il tavolo di marmo per i suoi otto figli.
La domenica da adolescente era l’amore esagerato e il non amore esagerato da raccontare alla Smemoranda.
La domenica a 30 anni era cercatrice che camminava per chilometri sulla luce unica di Roma.

Ha mille sapori la domenica, oggi le chiedo di poggiarsi piano su di me. Adagio con la poesia del tempo su carta, con la clemenza dei fiori dai colori pastello.
Con i Libri da Parati per lasciare andare.

E tu? Cosa chiedi alla tua domenica?

🌷Albo meraviglia “Ora, qui” di e , edito
⚡️ Amore a prima vista incontrato da
🐈 Scoprirete nelle stories se è piaciuto a Friariella

“Stavo imparando che cosa succede a uno che va via: che gli altri continuano a vivere senza di lui.”  Il dolore di chi r...
30/01/2024

“Stavo imparando che cosa succede a uno che va via: che gli altri continuano a vivere senza di lui.”
Il dolore di chi resta è un luogo vivo ed affollato, traboccante di emozioni. Nell’esperienza del morire - e in generale della separazione e perdita - il dolore prima di svelarsi n**o e fidarsi che lo accoglieremo così com’è e non come un figlio da cambiare, pare che preferisca parlare la lingua sfuggente del tumulto e della superficie.
La Rabbia. Preziosa rabbia.
Una lingua cieca che sporca ogni centimetro di sofferenza. Che si moltiplica per farsi ombra sull’inimmaginabile a cui non siamo pronti.
La rabbia è la voce ribelle, una promessa resistente, una supplica, la parola possibile quando la vita di chi amiamo - e quindi la nostra - ci scivola dalle mani.

Perché ti sei ammalata?
Perché mi stai lasciando?
Guardami, divento questa senza di te.
È la protesta che si apre quando la punta dei nostri piedi tocca la vastità dell’impotenza. La rabbia, il medicamento che prova a farci sentire potenti nella fine. Nei giorni in cui ti vedo non essere più te.

La rabbia diventa stampella ai comportamenti ultimi di cura, al non mi lascio andare. Io non ti lascio andare. C’è ancora una vita che ci aspetta.
La rabbia è la corteccia protettiva del dolore profondo che ci tiene accanto, presenti-assenti, a scorticarla piano piano. Perché, per nutrire la relazione con l’indigeribile, al dolore gli è necessario essere incompleto o almeno completo un morso alla volta.

Gli enormi dolori viaggiano in compagnia di enormi rabbie.
Se recuperassimo il sentire insieme, troveremmo un senso a noi. Immaginando un tempo in là in cui affrancare l’anima e dire “mi perdono”.

Laura Cardi
Psicologa Psicoterapeuta, Psiconcologa

Indirizzo

Via Giuseppe Di Vittorio 1/
Legnano
20025

Orario di apertura

Lunedì 11:00 - 20:00
Martedì 11:00 - 20:00
Mercoledì 11:00 - 20:00
Giovedì 11:00 - 20:00
Venerdì 11:00 - 20:00

Telefono

+393474915235

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