
20/07/2025
Ci sono legami che si tengono in piedi per paura, non per scelta consapevole.
Relazioni in cui si accetta troppo, si tace troppo, si rinuncia troppo. Non perché non si sappia cosa si desidera davvero, ma perché si è convinti, in profondità , di non poterlo ottenere.
Così si cede. Si sopporta. Si sopravvive in un amore che fa male.
Lo schema di resa in amore è silenzioso, ma potente. Non si presenta con frasi clamorose, ma si insinua lentamente, giorno dopo giorno.
È dire “va bene così” anche quando il cuore urla che non va bene affatto. È restare in relazioni sbilanciate e fredde, in cui si riceve poco e si dà tutto. È smettere di chiedere non perché non si ha bisogno, ma perché non ci si crede abbastanza. È pensare che sia già tanto che qualcuno “ci voglia”, anche se non ci vede, non ci sente, non ci cura.
Chi vive questa dipendenza affettiva ha spesso interiorizzato un messaggio antico e distruttivo: “Non meriti un amore pieno.” Un pensiero che nasce presto, nelle prime esperienze emotive, quando il bisogno di amore ha incontrato il rifiuto, il giudizio o l’indifferenza. Da lì nasce l’idea che l’amore, quello vero, non sia destinato a noi. Che per essere voluti bene bisogna adattarsi, smussarsi, negarsi.
E ogni volta che ci si adatta troppo, si conferma quello schema. Si rinforza l’idea che per essere accettati si debba rinunciare a sé stessi. Che i propri desideri siano troppo, le emozioni un problema, i bisogni un fastidio. Così si diventa invisibili, anche ai propri occhi. Si costruisce una vita di coppia che sembra solida, ma che poggia su una continua auto-negazione.
Ma l’amore sano, quello che nutre e sostiene, non chiede sacrificio di identità. Non pretende silenzi o obbedienza. L’amore consapevole è uno spazio di libertà, dove poter essere pienamente sé stessi, con le proprie vulnerabilità e la propria forza. Invece, chi si arrende si trasforma in ciò che l’altro vuole. E spesso l’altro nemmeno se ne accorge.
Perché quando impariamo a non disturbare, diventiamo trasparenti.
La verità è che non si guarisce restando in una relazione tossica. Si guarisce iniziando a vedere le proprie ferite.
Anche solo riconoscendo che si sta soffrendo, che ciò che si vive non è amore, ma bisogno, dipendenza, paura dell’abbandono. Da lì, piano piano, si può risalire.
Cominciare a chiedersi: “Cosa voglio davvero?” E avere il coraggio di rischiare il rifiuto, pur di restare autentici.
Perché meglio un amore che finisce ma ci ha visto per come siamo, che una relazione che continua spegnendoci ogni giorno. Meglio la forza della solitudine che la certezza di un legame che ci ferisce.
Perché chi si arrende in amore, spesso si arrende anche alla vita. Ma chi osa non farlo, anche solo una volta, apre un varco. La possibilità di essere amato non per come si adatta, ma per chi è davvero.
Studio di Psicoterapia e Neurofeedback
Patrizia Nicoletti
Ricevo a Legnano
Cell. 338-3829166
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Patrizia Nicoletti offre sedute di psicoterapia, Analisi Bioenergetica, EMDR, Neurofeedback Dinamico non Lineare per risolvere i problemi personali come tr