Osteopatia Dallera

Osteopatia Dallera Osteopatia- Posturologia

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29/05/2025

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🎶🎵''Vecchio scarpone quanto tempo è passato..” cantava la canzone, ad oggi, qualsiasi calzatura alla quale rivolgereste ...
05/02/2025

🎶🎵''Vecchio scarpone quanto tempo è passato..” cantava la canzone, ad oggi, qualsiasi calzatura alla quale rivolgereste la stessa strofa, vi risponderebbe che tutto sommato non abbastanza.
Mi ricollego a questo siparietto metaforico per rispondere a dubbi e domande che mi vengono spesso, giustamente, posti riguardo al consumo della scarpa.

🧐Spesso vedo, o mi viene riportato, di colleghi o altre figure che, nella loro clinica quotidiana, prendono in mano le scarpe dell’assistito, le appaiano con un occhio aperto e uno chiuso, le scrutano compiaciuti e sentenziano verdetti spesso indecifrabili per chi non è del mestiere, so bene cosa stanno facendo ma, tutto questo spesso crea un po’ di confusione.

🌤Facciamo chiarezza.

👉Partiamo col dire che in natura le scarpe non esisterebbero alias non siamo progettati per camminare con le scarpe, comode per ca**tà, ma proprio non ci appartengono, il piede è già una scarpa perfetta, anzi, molto più perfetta di quella mai progettata, con i suoi termocettori, barocettori e nocicettori; con le sue 26 ossa (o più) più di qualsiasi altro apparato; con la sua suola anatomica rappresentata dalla fascia plantare e il finissimo sistema propriocettivo, non avrebbe concorrenza neanche con la Nasa!

🙄Quindi dovremmo andare in giro a piedi nudi? Si, ma le convenzioni di costume in questo lato del mondo, ce lo impediscono, quello che si dovrebbe fare è adottare una calzatura che permetta al piede di comportarsi per quello che è stato progettato (come e in che senso lo trovate ben argomentato sul libro “Almanacco Posturale” del amico e collega Bryan Ballarin (link a fondo pagina), spoiler, non è la marca o la qualità (rifinitura) della scarpa a farne queste caratteristiche, tutte quelle che ho trovato per il mio uso personale non superavano le 20€ di spesa.

🕯 Ma torniamo all’usura, il ciclo del passo prevede in sequenza: l’appoggio esterno del tallone, l’appoggio esterno di tutto il piede, l’appoggio totale del piede, l’appoggio con leggero pivot sull’avampiede interno, spinta con quest’ultimo punto mentre si alzano tutti gli altri punti elencati, quindi appoggio dell’altro piede secondo schema elencato per interrompere la fase di volo. Appoggio, spinta e pivot sono sinonimi di usura a carico della suola, lo sarebbero un po’ meno per il piede che è progettato a questo e, che a differenza della scarpa, si riformerebbe rafforzando le parti sollecitate ad insulto meccanico attraverso trofismo cutaneo o callosità funzionali. Come avrete immaginato, salvo virtuosismi estetici o perculate pubblicitarie (vi ricordate le scarpe basculanti!?), la suola della scarpa, rispetto alla suola anatomica, è piatta, provvista di tacco (più o meno accentuato) e internamente la scarpa è sagomata (generalmente supporto arco plantare), ora immaginate il vostro piede libero che camminando incontra uno spigolo, poi una piccola fossa e per finire un sasso sotto la scarpa, non è contento, lo sarebbe se fossero stimoli reali e sempre diversi ma qui entriamo in un altro capitolo.

👞 Quindi cosa fa? Ovvio, consuma la suola per cercare di rendere più fisiologico possibile il passo e ridurre lo stesso stress che, diluito lo stanno accusando anche le vostre articolazioni.
Quindi è un bene! È doveroso! Che la scarpa si usuri… le mie ultime di allenamento le ho cestinate quando sono arrivato a toccare letteralmente il pavimento col piede e quest’ultimo usciva completamente dalla scarpa laterale (eh si, la scarpa si deve “sfiancare” altrimenti se comprime altro che metatarsalgie e neuromi di Morton!)

🔦Ok direte, ma la destra (o viceversa) mi si consuma di più o diversamente dalla sinistra, avrò sicuramente una scoliosi, un altlante ruotato, venere in saturno… no, state sereni! abbiamo dominanze di mano, occhio, orecchio, piede diversi, anche tutti gli apparati pari (occhi, mani, co****ni) non sono uguali, non siamo assolutamente simmetrici, neanche l’uomo vitruviano lo era, nel nostro lavoro una perfetta simmetria è indice di disfunzione. Quindi, il piede che, per gravità, raccoglie tutte queste differenze, adatterà appoggio e spinte per renderle più funzionali possibili, e meno avrà vincoli più lo farà, e più ne avrà più cercherà di toglierli, ecco l’usura!
Però, non vorrei far passare il messaggio che la valutazione dell’usura della scarpa sia inutile, ci sono degli eccessi indicativi, noi che ci occupiamo di postura la valutiamo, come valutiamo il piede attraverso podografi, podoscopi, pedane baropodometriche e altre strumentazioni, ma questo quando e se nel piede abbiamo individuato una causa di interesse clinico locale o ascendente, ma queste sono lugubrazioni a carico nostro, per tutti voi…. Usatele e (soprattutto) consumatele!

💥Se non vi aggrada girare a piedi nudi, consumare scarpe o incentivare il mercato delle cinesate, vi linko qui sotto un paio di marche da esempio che rispondono ai requisiti di una scarpa funzionale:
Saguaro: https://it.saguaro.com
Vibram: https://www.vibram.com
Almanacco posturale: https://www.amazon.it/Almanacco-posturale-Consigli-pratici-armonica/dp/8831327356

QUANTO CE L'HAI LUNGO? 📏⏬⏬⏬Mi riferisco al Telomero... 😉👉L’invecchiamento è un processo fisiologicodovuta a diversi fatt...
06/01/2025

QUANTO CE L'HAI LUNGO? 📏







Mi riferisco al Telomero... 😉

👉L’invecchiamento è un processo fisiologico
dovuta a diversi fattori sia interni che esterni.
L’ambiente contribuisce in maniera significativa
a tutti i processi di invecchiamento cellulare,
lo stile di vita, l’alimentazione, lo stress a
cui sottoponiamo quotidianamente le cellule
dell’organismo si traducono in produzione di
radicali liberi, molecole in grado di danneggiare
i tessuti. Tra i fattori interni in grado di
stabilire il nostro “orologio biologico” troviamo
i telomeri, sequenze ripetute di DNA che
con il passare degli anni si accorciano sensibilmente.

✂L’accorciamento telomerico è un
processo biologico fisiologico: ad ogni replicazione
cellulare, con il passare degli anni, la
lunghezza dei telomeri diventa via via sempre
più corta. Quando questo fenomeno avviene
in maniera naturale si assiste ad un invecchiamento
armonico e fisiologico, l’età
biologica delle cellule corrisponde in questo
caso alla età anagrafica della persona.
La lunghezza dei telomeri, per contro, può
ridursi a causa di fattori esterni che accelerano
il processo ecco che l’invecchiamento
dei tessuti sarà più rapido del nostro “orologio
biologico”, diversi studi hanno infatti
dimostrato che un'elevata percentuale di
telomeri più corti della media corrisponde
ad un precoce invecchiamento di cellule e
tessuti. Per mantenere la corretta lunghezza
telomerica interviene l’enzima telomerasi,
quando questo è carente o silente
l’accorciamento telomerico diventa più rapido
del dovuto: agendo a questo livello,
attraverso un adeguato stile di vita, è possibile
mantenere efficiente l’azione della
telomerasi riportando le cellule in equilibrio
tra età anagrafica ed età biologica.

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10/11/2024
Senza voce ma soddisfatto, concluso un weekend pieno di contenuti 🤓
27/10/2024

Senza voce ma soddisfatto, concluso un weekend pieno di contenuti 🤓

Il nervo pudendo viaggia tra il legamento sacrotuberoso e il legamento sacrospinoso.Per essere un clinico esperto devi d...
17/09/2024

Il nervo pudendo viaggia tra il legamento sacrotuberoso e il legamento sacrospinoso.

Per essere un clinico esperto devi diventare esperto in anatomia clinica, sforzandoti di svelare i misteri dell'anatomia, la funzione umana ottimale e le fonti di disfunzione. Nel corso degli anni ho imparato che ci sono alcuni incroci anatomici che si prestano a modelli di disfunzione e lesione. Certamente la maggior parte di noi ha familiarità con alcune di queste giunzioni anatomiche in cui le disfunzioni sono comuni: il tunnel carpale, il piriforme, lo stretto toracico, la fascia ileotibiale, il legamento inguinale, l'articolazione sacroiliaca, la fascia plantare e, naturalmente, la colonna vertebrale. Qui presenterò un'altra giunzione anatomica clinicamente significativa, il legamento sacrotuberoso, il nervo pudendo e il legamento sacrospinoso.

Sono stato introdotto per la prima volta al significato clinico del legamento sacrotuberoso e del legamento sacrospinoso dal mio istruttore Patrick Montgomery alla Palmer-West. Il dott. Montgomery era un istruttore preferito dalla maggior parte degli studenti della Palmer. Ciò era dovuto alla sua conoscenza clinica molto pratica della tecnica chiropratica. Ha insegnato la tecnica di base di Logan alla Palmer-West.

Hugh Logan ha sottolineato molto il trattamento di questo legamento per i pazienti con problemi alla colonna vertebrale, non semplicemente per il dolore lombare. Credeva che un contatto molto leggero e precisamente vettorizzato sul legamento sacrotuberoso avrebbe normalizzato la posizione sacrale e, attraverso ciò, avrebbe influenzato l'intera colonna vertebrale; in effetti, credeva che altre sublussazioni della colonna vertebrale si autocorreggessero se solo la sublussazione sacrale primaria fosse stata corretta. Mentre riconosco l'intento della tecnica del dott. Logan per correggere le sublussazioni, questo articolo si concentrerà sull'uso della sua tecnica per trattare la nevralgia del pudendo.

Il significato anatomico del legamento sacrotuberoso

Il legamento sacrotuberoso nasce dal sacro posteriore e dal coccige superiore, con le sue fibre che si fondono nella complessa rete dei legamenti posteriori del sacro che collegano questo legamento alla spina iliaca posteriore superiore. Si estende fino alla tuberosità ischiatica. Il legamento sacrotuberoso contribuisce alla forza del bacino, inibisce la nutazione e fornisce un punto di attacco per i muscoli (grande gluteo e capo lungo del bicipite femorale). Alcune fibre del capo lungo del bicipite femorale si attaccano al legamento sacrotuberoso (a volte assenti nelle varianti anatomiche), e anche le fibre inferiori del grande gluteo si attaccano ad esso. Alcuni autori hanno attribuito al bicipite femorale il merito di aver fornito una componente attiva alla stabilizzazione sacroiliaca. Sebbene siano lontani dal fornire prove conclusive, alcuni studi clinici hanno collegato la normale funzionalità dei muscoli posteriori della coscia al miglioramento della stabilità sacroiliaca. Inoltre, la disfunzione sacroiliaca è stata associata alla debolezza del grande gluteo. Il legamento sacrotuberoso è chiaramente una componente significativa nell'unione dei processi miofasciali degli arti inferiori alla parte superiore del corpo.

Un altro legamento in questa regione, il legamento sacrospinoso, è profondo al legamento sacrotuberoso. Nasce dal sacro laterale e dal coccige e si attacca alla spina dell'ischio (figura 1). Di rilevanza clinica è che il nervo pudendo viaggia tra questi due legamenti e può rimanere intrappolato.

bicipite femorale e legamento sacrotuberoso

Figura 2. Il capo lungo del bicipite femorale si fonde con le fibre del legamento sacrotuberoso. Ciò fornisce una componente attiva alla meccanica della stabilità e del movimento pelvico. La flessione del femore o l'aumento del tono del bicipite femorale possono mettere in tensione l'articolazione sacroiliaca.

Intrappolamento del nervo pudendo

L'intrappolamento del nervo pudendo tra i legamenti sacrotuberoso e sacrospinoso può causare nevralgia del nervo pudendo. L'intrappolamento del nervo pudendo può causare dolore ricorrente o intorpidimento dei genitali, dolore rettale, ridotta consapevolezza di un imminente movimento intestinale, disturbo della minzione normale (inclusa vescica iperattiva), alterazione della sensazione durante l'eiaculazione e incontinenza urinaria o intestinale.

L'intrappolamento del nervo pudendo può cambiare profondamente la vita, ma a causa della natura intima della sintomatologia, molte persone soffrono in silenzio. Il trattamento medico per la nevralgia del pudendo include iniezioni antidolorifiche, decompressione chirurgica e farmaci. Le opzioni chiropratiche includono aggiustamenti, trattamento miofasciale del pavimento pelvico, modalità (come i laser freddi) e il mio metodo preferito, la tecnica di base di Logan.

Tecnica di base di Logan

Figura 3. Contattando la porzione anteriore del legamento sacrotuberoso e applicando una pressione anteriore a posteriore e obliquamente superiore, il legamento può essere sollevato dal nervo pudendo.

Trattamento manuale del legamento sacrotuberoso

Sebbene non possa descrivere adeguatamente tutti i dettagli, i principi e le tecniche che compongono la tecnica di base di Logan in questo articolo, condividerò il concetto di base del contatto e il mio adattamento di questa tecnica . Per istruzioni più dettagliate, consiglio un corso di tecnica sull'argomento.

Il paziente è posizionato in posizione prona, leggermente flesso in vita e alle ginocchia, con qualsiasi indumento esterno restrittivo rimosso. Il medico è controlaterale al lato da trattare. Il medico palpa per localizzare il coccige e poi palpa lateralmente dal coccige per trovare una struttura a ragnatela che sarà simile alla ragnatela tra le dita. Questa ragnatela è il legamento sacrotuberoso. Il medico aggancerà quindi la punta del pollice sotto la porzione anteriore del legamento e distrarrà posteriormente, leggermente obliquamente e superiormente. La pressione è leggera ma costante. La direzione della pressione può essere modificata gradualmente e leggermente. Mentre si mantiene il contatto, la tecnica di base prevede di palpare i muscoli paraspinali per un feedback per determinare quando cambiare il contatto o interromperlo. Di solito eseguo il contatto per 45-60 secondi.

Sebbene sarei il primo ad ammettere che il successo di questa tecnica si basa quasi esclusivamente sui risultati clinici e che dovrebbero esserci più ricerche per convalidarne l'efficacia nel trattamento della nevralgia pudenda, sarei anche il primo a decantare il numero di segnalazioni da parte di operatori sanitari del nostro ospedale per il trattamento di questa malattia con questa tecnica.

William E. Morgan, DC

Riferimenti

1 Vleeming, A., R. Stoeckart, et al. (1989). "Il legamento sacrotuberoso: un approccio concettuale al suo ruolo dinamico nella stabilizzazione dell'articolazione sacroiliaca". Clinical Biomechanics 4(4): 200-203.

2 Cibulka MT, Rose SJ, Delitto A, Sinacore DR. Stiramento del muscolo ischiocrurale trattato mediante mobilizzazione dell'articolazione sacroiliaca. Phys Ther 1986;66:1220–3.

3 van Wingerden JP, Vleeming A, Buyruk HM, Raissadat K. Stabilizzazione dell'articolazione sacroiliaca in vivo: verifica del contributo muscolare alla chiusura forzata del bacino. Eur Spine J 2004;13:199–205.

4 van Wingerden JP, Vleeming A, Kleinrensink GJ, Stoeckart R. Il ruolo dei muscoli posteriori della coscia nella funzione pelvica e spinale. Vleeming A, Mooney V, Snijders CJ, Dorman TA, Stoeckart R, editori. editori. Movimento, stabilità e lombalgia: il ruolo essenziale del bacino 1997. New York: Churchill Livingstone; 207–10.

5 Marios Loukas, Robert G Louis Jr, Barry Hallner, Ankmalika A Gupta e Dorothy White. (2006) "Considerazioni anatomiche e chirurgiche del legamento sacrotuberoso e la sua rilevanza nella sindrome da intrappolamento del nervo pudendo" Surg Radiol Anat 28(2): 163-169.

6 Cooperstein R, Lisi A, Burd A. Gestione chiropratica della disfunzione di taglio della sinfisi pubica in un paziente con vescica iperattiva. J Chiropr Med. 2014 giugno; 13(2): 81–89.

Ne combino di tutti i colori! 😅
17/07/2024

Ne combino di tutti i colori! 😅

Alla prossima DIRETTA meglio andarci DIRITTA 😅
05/07/2024

Alla prossima DIRETTA meglio andarci DIRITTA 😅




Sei interessato a scoprire come la tua genetica possa influenzare la tua dieta e il tuo benessere? ti invito a partecipa...
04/07/2024

Sei interessato a scoprire come la tua genetica possa influenzare la tua dieta e il tuo benessere? ti invito a partecipare a una consulenza individuale gratuita di nutrigenetica!

Durante questa sessione informativa associata a test bioimpedenziometrico, esploreremo insieme come i tuoi geni possono influenzare la risposta ai diversi alimenti e nutrienti. Impareremo come adattare le tue abitudini alimentari in base al profilo genetico unico, ottimizzando così salute e vitalità.

La nutrigenetica offre un'opportunità unica per personalizzare l’approccio all'alimentazione in modo scientifico e mirato.

Dettagli dell'evento: Data: 27/7 Ora: dalle 9:00 alle 18:00 con orario da concordare durata: 30 minuti circa

I posti sono limitati, quindi ti prego di confermare la tua partecipazione. 349/1615664

https://www.facebook.com/share/p/Er9utAUAFJ2J1Xec/
25/06/2024

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Le disfunzioni d’anca (coxofemorale) sono spesso sottovalutate, nella clinica di tutti i giorni e in alcuni percorsi formativi, spesso ci si sofferma solo a sintomo presente quando il ruolo dell’osteopata diventa tanto di ausilio quanto marginale, tanti invece sono i metodi di valutazione che arrivano da diverse metodiche o correnti di pensiero, certo è che, salvo variazioni anatomiche individuali, l’anca è una e uguale per tutti. Semplificare è un imperativo che dovremmo scrivere sui muri all’interno dei nostri studi ma non per questo non ragionare, già Ippocrate diceva che se conosci diverse strade per curare una persona di scegliere la più breve. Le disfunzioni possibili che troviamo, salvo differenti terminologie e nomenclature, sono, facendo riferimento alla testa femorale rispetto all’acetabolo: superiore e inferiore, anteriore e posteriore, intra rotazione ed extra rotazione, laterale (adduzione) e mediale (abduzione). Sappiamo che ogni elemento di queste coppie si accompagna agli altri creando sempre una disfunzione caratterizzata da quattro elementi quindi, una condizione di superiorità la troveremo accompagnata ad una anteriorità, extra rotazione e adduzione, in caso di inferiorità invece con parametri inversi. Naturalmente di questi quattro potrà esserci una predominanza, in genere quella riscontrata per prima, ma vanno considerate, anche solo come “prova del nove”, anche le altre. Ad esempio, sarà impossibile trovare una extra rotazione inferiore (salvo traumatismo con dinamica particolare), altrimenti o l’osso è di gomma o non si spiega (non si piega). Ridotta all’osso, è il caso di dirlo, la questione disfunzione d’anca potrebbe sembrare semplice, ma allargando il ragionamento clinico ci sono dei campanelli d’allarme che dovrebbero indicarci che non è sufficiente fermarsi lì, ad esempio, una inferiorità la individuiamo dall’arto più lungo, vi dice niente? Certo! Una possibile rotazione anteriore dell’iliaco, ecco, una prima diagnosi differenziale potrebbe essere questa, se l’iliaco ruota anteriormente si allunga si l’arto ma il rapporto femore acetabolo risulterebbe posteriore quindi con una intra rotazione, ma è vero anche che una disfunzione iliaca può essere un compenso di una disfunzione d’anca, per esempio, con un’anca posteriore l’iliaco può ruotare posteriormente per ricentrarla, uff, che rompicapo, ma non stavamo semplificando? Beh in realtà quando le cose diventano complicate le risposte semplici ci corrono in aiuto, come posso capire se la disfunzione primaria è da riscontrarsi nell’anca? Ad esempio testando l’iliaco, se i test sono negativi non ho dubbi, oppure, come visto prima, se i parametri dell’anca risultano incongruenti, allora testerò l’iliaco e, necessariamente troverò una disfunzione, ma ancora molto ma molto più semplicemente, tutti i test in vostro possesso per determinare un’origine ascendente o discendente, nel primo caso mi orienterò, oltre che ad individuarne la causa primaria, a valutare tutti quei muscoli potenzialmente disfunzionali a catena cinetica chiusa, quindi con inserzioni e origini ileo-femoro-tibiali ed eventuali disfunzioni primarie ascendenti (spine irritative podaliche, caviglia, ginocchio); nel secondo quelli intrinseci del bacino e non con direzione origine inserzione cranio caudale ed eventuali disfunzioni discendenti (recettori, catene muscolari, disfunzioni altre, viscerale etc.)

P. Dallera D.O.

10/06/2024

ANALISI TISSUTALE DEL PELO HMV

COSA È L’ANALISI TISSUTALE DEL PELO HMV

È un’indagine di laboratorio che si esegue su un campione di pelo, dall’analisi del quale si possono evidenziare alcuni aspetti della condizione minerale intracellulare dell’animale.
Possiamo considerare HMV come una vera e propria biopsia del pelo che misura il livello medio di minerali nutrienti e metalli tossici contenuti nelle cellule durante un periodo di due o tre mesi.
L’HMV rileva i minerali che effettivamente hanno raggiunto i tessuti e che verranno usati dalla cellula per la produzione di energia, per le reazioni metaboliche e di rinnovamento cellulare.
Considerando il pelo come un tessuto dinamico, si può dedurre come da un lato possa essere capace di trattenere i prodotti metabolici organici – così come altre sostanze, come i metalli pesanti, a cui è esposto con continuità – e dall’altro agisca come un vero e proprio registratore del metabolismo cellulare.

Prenota per il prelievo del campione sia in studio che a domicilio al 349 161 5664

Indirizzo

Legnano

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 20:00
Mercoledì 08:00 - 20:00
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