30/06/2025
Nuove ricerche mostrano che i nostri occhi possono fare molto più che vedere: forniscono indizi su quanto bene ricordiamo le cose. Gli scienziati hanno scoperto che, quando le persone richiamavano alla mente parole già viste, le loro pupille si dilatavano leggermente e, più precisamente ricordavano la posizione della parola sullo schermo, più ampiamente le pupille si dilatavano.
Questa scoperta proviene da esperimenti in cui i partecipanti studiavano brevemente delle parole mostrate su uno schermo, per poi identificarle e ricordarne l’esatta collocazione. Una telecamera a infrarossi tracciava le dimensioni delle pupille, rivelando un forte legame tra la loro dilatazione e la nitidezza del ricordo.
Il fenomeno si basa su ricerche già condotte negli anni ’60 e ’70, che avevano collegato la dimensione della pupilla alla concentrazione e al riconoscimento. Tuttavia, ora i ricercatori hanno dimostrato che gli occhi riflettono anche la qualità della memoria, non solo la familiarità.
Misurare la dilatazione pupillare è semplice e non invasivo, e potrebbe un giorno diventare uno strumento utile nelle scuole, nelle valutazioni cliniche o persino nelle aule di tribunale, per valutare quanto bene una persona ricorda determinate informazioni.
Gli scienziati ritengono che questo effetto sia legato all’attività di una piccola regione cerebrale chiamata locus coeruleus, che regola l’attenzione e l’eccitazione, e che attiva la dilatazione della pupilla nei momenti che richiedono concentrazione o un intenso richiamo mnemonico.
Ancora più affascinante, studi paralleli condotti sui topi hanno dimostrato che i cambiamenti della pupilla durante il sonno sono legati all’elaborazione della memoria: le pupille si restringevano quando venivano riprodotti ricordi recenti, e si dilatavano durante il richiamo di quelli più antichi.
Ciò suggerisce che i nostri occhi potrebbero rivelare quali ricordi il cervello sta elaborando, sia durante la veglia che durante il sonno.
In sintesi, queste scoperte indicano che i nostri occhi sono davvero una finestra sulla mente, rivelando in silenzio la forza e la precisione dei nostri ricordi.