06/10/2022
Stefano Vicari: «Nella pratica clinica capita molto spesso che arrivino dei genitori con figli ormai adolescenti che non hanno ancora ricevuto una diagnosi. Questo avviene, in particolar modo, per quei ragazzi affetti da una forma di autismo definita «ad alto funzionamento», in cui è presente un eloquio fluente e un livello intellettivo nella norma o, in alcuni casi, addirittura al di sopra della media. Questi bambini, in genere, ottengono prestazioni brillanti a scuola, ma nonostante ciò fanno fatica a capire le regole sociali e a interagire con gli altri a causa della loro difficoltà nell’interpretare pensieri ed emozioni altrui. Vengono, così, spesso isolati dal contesto sociale e possono essere confusi, dagli insegnanti o dagli adulti più prossimi, per dei bambini timidi, introversi o addirittura scontrosi. Le difficoltà specifiche di alcuni bambini possono non essere riconosciute per anni e i loro comportamenti problema essere scambiati come segno di iperattività, disattenzione o anche depressione e oppositività. In questi casi, capita spesso che la diagnosi arrivi solo con il passare del tempo, magari quando il bambino è adolescente e i genitori hanno già consultato moltissimi specialisti. Preparare e far accettare ai genitori una diagnosi inaspettata è sempre molto difficile anche per il clinico più esperto e lo è ancora di più quando tale diagnosi giunge tardivamente. In questi casi, tuttavia, la pratica clinica insegna che spesso i genitori possono manifestare addirittura sollievo e gratitudine, poiché molti comportamenti che ai loro occhi apparivano incomprensibili possono finalmente essere ricondotti a un chiaro motivo. Pertanto la diagnosi, anche se giunge in ritardo, risulta essere un processo necessario per dare un senso a eventuali comportamenti non funzionali e definire il miglior piano di cura. Spesso è anche utile per ristabilire un equilibrio all’interno della famiglia: dopo molto tempo i genitori possono finalmente inquadrare le difficoltà del loro figlio all’interno di una disfunzione con un nome preciso e cause più o meno definite».
(Libro Nostro figlio è autistico, Guida pratica per genitori dopo la diagnosi, di Stefano Vicari)