Dott.ssa Alice Mazzara

Dott.ssa Alice Mazzara Psicologa clinica, Psicoterapeuta in formazione in Psicoanalisi della Relazione (Sipre Milano).

Dopo un lungo percorso, ecco raggiunto un nuovo traguardo, da oggi...psicoterapeuta!
21/01/2023

Dopo un lungo percorso, ecco raggiunto un nuovo traguardo, da oggi...psicoterapeuta!

Oggi una mia paziente è entrata in studio regalandomi questo bigliettino.Credo non ci sia gioia più bella in questo mest...
12/02/2022

Oggi una mia paziente è entrata in studio regalandomi questo bigliettino.
Credo non ci sia gioia più bella in questo mestiere meraviglioso che ho la fortuna di fare, di poter assistere e contribuire al realizzarsi di un graduale processo di trasformazione delle paure in desideri e nuovi scenari tutti ancora da poter vivere, in un ottica di maggiore consapevolezza di sé.

“Ho bisogno che tutto passi dalle mie mani, devo avere il controllo al 100%, non mi fido di come fanno le cose gli altri...
15/01/2022

“Ho bisogno che tutto passi dalle mie mani, devo avere il controllo al 100%, non mi fido di come fanno le cose gli altri, se le cose non vanno come vorrei mi sento ansioso e tendo a pensarci per tutto il giorno”.
La tendenza al controllo è qualcosa facile da riscontrare un po' in ognuno di noi. Può
essere utile se presente in certi limiti; il problema nasce quando questa modalità di funzionamento diventa fonte di sofferenza per il soggetto che si trova a vivere in uno stato di ansia costante.
Il soggetto non accetta la possibilità che si possano verificare degli imprevisti e quindi tenta, attraverso il controllo, di prevenirli, mettendo in atto una serie di comportamenti che richiedono un ingente consumo di energie, soprattutto mentali, per evitare che l’inatteso possa verificarsi.
I contesti in cui il soggetto tende a esercitare il controllo sono vari: relazioni sentimentali, vita quotidiana, contesti lavorativi, etc...
Solitamente questo tipo di persone hanno una bassa autostima, una costante paura di sbagliare, non si sentono in grado di affrontare le situazioni, tendono al perfezionismo e ad avere difficoltà ad entrare in contatto e a gestire le proprie emozioni.
Inoltre il ricordo di una situazione in cui si è perso il controllo, può portare il soggetto ad evitare situazioni simili alimentando il circuito dell’ansia.
Ma dietro a quanto descritto, c’è un quadro emotivo estremamente profondo e celato, che va invece indagato e approfondito. Questo è il modo che il soggetto ha creato per stare in piedi, un modo che però lo logora, portandolo in alcuni casi a chiedere aiuto.
Se anche tu ti riconosci con quanto descritto, sappi che un percorso psicologico può aiutare a comprendere il motivo per cui è presente l’esigenza di controllare tutto e scoprirele cause, favorendo così l’apertura a un mondo emotivo tutto da scoprire.

Se per qualcuno settembre rappresenta ancora l’inizio delle vacanze, per altri invece è il ritornoalla vita quotidiana.S...
08/09/2021

Se per qualcuno settembre rappresenta ancora l’inizio delle vacanze, per altri invece è il ritorno
alla vita quotidiana.
Sicuramente settembre paga lo sconto di essere subito dopo il grande agosto, amato da tutti
perché periodo di relax fisico e mentale.
Con l’inizio di settembre invece ritorna anche la nostra vita quotidiana, il nostro lavoro, la
scuola, quei progetti che abbiamo rimandato pronunciando la fatidica frase “ormai lo faccio a
settembre”. Quel momento è arrivato e se per alcuni può essere un nuovo inizio, il germogliare
di nuovi obiettivi, progetti e buoni propositi, per altri può rappresentare invece un momento
davvero duro.
Le aspettative che possono nascere in questo mese possono essere talmente cariche da
rischiare di buttarci a terra o addirittura minare l’immagine che abbiamo di noi, in caso di
fallimento.
Essere consapevoli di sè o semplicemente il provare a diventarlo, può aiutare a ridimensionare
la portata di queste aspettative, creando, là dove necessario, nuove credenze e nuove
rappresentazioni di noi.
La possibilità di guardarci dentro, di lavorare su noi stessi è il miglior buon proposito che puoi
regalarti per settembre e per tutti i mesi dell’anno.

Il mio articolo per Unobravo ⬇️https://www.unobravo.com/post/morire-per-paura-di-vivere
19/06/2021

Il mio articolo per Unobravo ⬇️

https://www.unobravo.com/post/morire-per-paura-di-vivere

Chi di noi, almeno una volta nella vita non si è confrontato con il pensiero, e quindi la paura, di dover morire? La paura della morte può perseguitarci causando angoscia. Oppure può manifestarsi in maniera indiretta. È lì sotto alla superficie, una presenza oscura ma destabilizzante, che in ca...

La scelta dell’altro, come soggetto con il quale intraprendere un percorso più o meno breve che sia, tira in ballo diver...
10/06/2021

La scelta dell’altro, come soggetto con il quale intraprendere un percorso più o meno breve che sia, tira in ballo diversi fattori, non solo puramente estetici. Quando l’altro ci fa sentire accettati, prendendo sul serio desideri solo nostri, ci sentiamo felici e pieni, sentiamo di esistere.
Ma la strada dell’amore non è solo una strada dritta e pianeggiante, ma può essere anche in salita e piena di curve, ecco allora che si ha la sensazione di non conoscere più l‘altro; delusione e sconforto si
sostituiscono all’entusiasmo iniziale.
“Eppure all’inizio lui/lei era diverso, così premuroso, attento...” così si pensa che senza l’amore dell’altro
non si è più nessuno, non si esiste. Ecco che allora l’amore non diventa più desiderio ma bisogno, un nostro bisogno che diamo per scontato che l’altro debba comprendere.
Perché si litiga? Nella fase di crisi si litiga per avere l’approvazione dell’altro del proprio punto di vista, un disperato tentativo di sentirsi riconosciuto là dove ovviamente ognuno delle due parti ritiene di avere
ragione “se mi ami non puoi non accorgerti che io ho ragione, devi riconoscerlo!”.
Ma autorizzarsi a essere sé stessi non può essere qualcosa che dipenda dall’altro; se non ci si assume tale responsabilità si rischia di cadere nella passività e nella continua delega, per quanto quest’ultima possa in maniera illusoria farci sentire più sicuri e tenere a bada momentaneamente sentimenti di vuoto.
Forse allora è proprio questo delegare all’altro che crea la crisi, ma nello stesso tempo è la crisi che fa
crescere la coppia. La crisi dunque non è qualcosa che si pone contro il perdurare della coppia ma
sicuramente la mette alla prova.
Senti anche tu di stare attraversando un momento di crisi legato al tuo rapporto ma da solo fai fatica ad uscirne? Puoi scegliere di confrontarti con un professionista sia attraverso un percorso individuale che di coppia.

“Dottoressa quando devo affrontare contesti nuovi entro in panico, ho paura che la gente si accorga che tremo, ho paura ...
03/05/2021

“Dottoressa quando devo affrontare contesti nuovi entro in panico, ho paura che la gente si accorga che tremo, ho paura di essere giudicata, vorrei essere più forte”.
Frasi come queste al giorno d’oggi purtroppo sono sempre più frequenti. Ciò che ho notato negli ultimi
anni, è come il tema dell’autostima, del senso di inefficacia, del timore del giudizio dell’altro e quindi
dell’immagine che ho di me, sia un tema che gran parte dei miei pazienti portano come fonte di sofferenza.
Purtroppo questo tipo di persone, per paura di sbagliare e di non essere all’altezza degli altri (visti invece come dei modelli a cui ispirarsi) evitano tutte quelle situazioni, per lo più nuove, dove il cimentarsi potrebbe condurli a commettere degli errori che in questo caso confermerebbero l’immagine fallimentare che hanno di loro stessi.
L’evitamento della situazione, toglie nello stesso tempo la possibilità di poter “fare”, un fare che potrebbe condurli invece al raggiungimento degli obbiettivi preposti, quindi a un consolidarsi di un’immagine di sé come competente e capace.
Queste persone solitamente:
- tendono a sopravvalutare gli atri, vedendo in loro solo qualità positive di cui il soggetto ovviamente
non si sente dotato. È dal giudizio dell’altro che dipende il loro sentirsi di valore.
- Non accettano di poter sbagliare; non riescono a considerare l’errore come una fonte di esperienza
che potrà aiutarli nelle progressive acquisizioni.
- Sono dei perfezionisti con una forte tendenza al controllo delle situazioni e di sé stessi.
Queste persone non sono di certo nate così, hanno solo appreso a esserlo, un apprendimento dato
principalmente da fattori quali la famiglia, le esperienze, le relazioni che hanno contribuito a far si che il soggetto si creasse questa immagine di sé. Il rischio è che tendano a rintanarsi in sé stessi, ad isolarsi, ad andare in contro a stati depressivi, o a crearsi al contrario un immagine di sé volta a mascherare tutto ciò, a volersi presentare all’altro opposto di come si è, ovvero una persona sicura e spavalda.
Attraverso un percorso psicologico, sarà possibile scavare per mettere in luce le cause e i fattori che hanno determinato questa immagine fallimentare, sentire di non valere e insieme provare a ristabilire un contattopiù autentico con sé stessi, con i propri bisogni, desideri e attitudini.

Spesso, quando sentiamo parlare di dipendenza, tendiamo a ricondurla esclusivamente alla dipendenza da sostanze, ma igno...
18/04/2021

Spesso, quando sentiamo parlare di dipendenza, tendiamo a ricondurla esclusivamente alla dipendenza da sostanze, ma ignoriamo che si può parlare anche di un'altra forma di dipendenza, quella affettiva.
Innamoramento e tossicodipendenza hanno parecchie cose in comune; in particolare sia gli innamorati che i tossicodipendenti ricercano intensamente la vicinanza con il partner che, al pari di una droga la cui assunzione progressivamente
diventa sempre più necessaria, li fa sentire vivi ed euforici.
Gli effetti della fine di una relazione possono assomigliare molto a quelli dell’astinenza dei tossicodipendenti: ansia, depressione, irritabilità, perdita appetito, e in molti casi, come per i tossici, portano a delle ricadute. Spesso il dipendente
affettivo una volta finita una relazione, spinto dal bisogno, ricercherà nuovamente il partner o sentirà la necessità di imbattersi in una nuova.
Per quanto una verità assoluta sul perché una persona dipendente sia giunta a sviluppare quella dipendenza non si possa avere, l’esperienza clinica mi ha fatto spesso confrontare con pazienti che hanno sperimentato relazioni infantili con delle
figure genitoriali che per circostanze variegate (malattia del genitore, problematiche interne alla famiglia ecc.) non si sono accorti di loro, dei loro bisogni, scarsamente responsive, presenti a intermittenza nell’esplicare tale funzioni. O magari le poche volte in cui erano disponibili, erano così imprevedibili, che portavano a un’attesa perenne di questi momenti.
Ma quei bisogni scarsamente riconosciuti e convalidati, non hanno smesso di farsi sentire anche una volta diventati adulti, si è solo trovato un altro modo, ovvero altre persone a cui chiedere ciò di cui si ha bisogno, senza mai desistere nel rivendicarlo.
Tutto ciò condiziona fortemente le relazioni del bambino diventato adulto, che ha fatto esperienza, che dell’amore e della vicinanza dell’altro non si può avere certezza e che spesso bisognerà meritarselo.
Ecco allora che questi adulti ormai cresciuti con un enorme vuoto interno, cercheranno di colmarlo attraverso la ricerca di un'altra persona, un partner che verrà investito del ruolo di salvatore, strutturando un rapporto a cui alla base ci sarà
il bisogno e non il desiderio. Cercheranno di garantirsi la sua vicinanza perché nonpossono permettersi di vivere senza.
Se ti riconosci in questa descrizione sappi, che la terapia psicologica può aiutarti, permettendoti di esplorare tali vissuti, bisogni, emozioni, desideri rimasti inespressi, utilizzandoli per aiutarli a promuovere le tue capacità di autonomia.

Quali sono i motivi che spingono una persona a chiedere aiuto e a decidere di intraprendere un percorso psicologico?Soli...
30/03/2021

Quali sono i motivi che spingono una persona a chiedere aiuto e a decidere di intraprendere un percorso psicologico?
Solitamente si decide di ricorrere al parere di un esperto perché soffriamo per un sintomo evidente come ansia, depressione ecc…
Dietro tali sintomi spesso si nasconde l’attraversamento di un momento di crisi. Questa, al contrario di quello che possiamo pensare, non è soltanto un brutto periodo da superare prima possibile. Spesso dietro tale crisi si nasconde del potenziale evolutivo per noi; sono dei momenti di passaggi da una fase a un’altra della nostra vita.
La sofferenza psicologica che si cela dietro questa crisi, per quanto indubbiamente fonte di turbamento, rappresenta anche la possibilità per poterci protendere verso un equilibrio nuovo o comunque decidere noi cosa voler fare della nostra vita, scegliendo attivamente.
Chi decide di intraprendere una terapia psicologica quindi decide di dare voce ai propri bisogni, ai propri desideri, uscire dalla propria zona di confort per riscoprire le proprie risorse, impara a conoscersi e saper riconoscere i propri schemi relazionali che si sono dati per scontati per molto tempo ma in grado di condizionare la propria vita.
La terapia psicologica può cambiare la qualità della tua vita, donati questa possibilità!

Oggi si celebra la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, ovvero una giornata di sensibilizzazione verso i disturbi de...
15/03/2021

Oggi si celebra la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, ovvero una giornata di sensibilizzazione verso i disturbi dell’alimentazione.
Solitamente tali disturbi colpiscono le ragazze e hanno esordio principalmente nell’adolescenza, momento evolutivo particolare dove il corpo cambia, ma non solo. E’ in questa peculiare fase di vita che avvengono,inoltre, movimenti di “separazione-individuazione” emotiva, con relativi possibili momenti di crisi e conincapacità a sostenere il vuoto che la ricerca di individualità spesso può comportare.
Si tratta di disturbi che hanno come oggetto l’attacco al proprio corpo, ma nonostante ciò la causa del problema è psicologica.
Tra i principali disturbi dell’alimentazione, l’anoressia e la bulimia hanno purtroppo una diffusione
maggiore.
Chi soffre di questi disturbi, soprattutto per l’anoressia, difficilmente riconosce il problema e quindi è in grado di chiedere aiuto. Il raggiungimento di uno stato di magrezza, per loro obbiettivo da raggiungere, non viene percepito come una fonte di sofferenza. Spesso è la famiglia ad accorgersene e a richiedere un aiuto professionale.
Una parola chiave per chi soffre di anoressia è “PERFEZIONE e CONTROLLO”. Spesso si tratta di persone con degli standard di vita molto elevati, che non si autorizzano la possibilità di sbagliare, da qui la necessità di controllare.
La bulimia è caratterizzata da abbuffate di grandi quantità di cibo in un tempo breve fino a star male e può essere seguito da misure restrittive, come il vomito autoindotto, per evitare gli effetti sull’aumento di peso.
Al contrario dell’anoressia, è più difficile accorgersi della situazione, perché non è così evidente l’eccessiva magrezza ed inoltre le condotte bulimiche sono spesso tenute segrete.
Quello che è importante comprendere è che in entrambi i disturbi, si tratta di vere e proprie malattie delle relazioni, non dell’appetito.
Guarire da questo tipo di disturbi è possibile, anche se ci possono essere successive ricadute nel corso
dell’età.
Aiutare le persone con un disturbo alimentare a chiedere aiuto e a farsi seguire da figure
professionali (medici, nutrizionisti, psicologi etc..), il cui lavoro integrato è importante nella
riuscita del processo di guarigione, è il modo migliore per sostenere chi soffre di questa fame
d’amore.

08/03/2021
A tutti noi sarà capitato, nelle relazioni amorose passate o presenti, di essere incappati in alcuni momenti poco felici...
06/03/2021

A tutti noi sarà capitato, nelle relazioni amorose passate o presenti, di essere
incappati in alcuni momenti poco felici della coppia, in grado di recarci sofferenza.
Questo è normale, l’incontro tra due entità singole e diverse è un qualcosa di
affascinante e passionale ma nello stesso tempo complesso.
Nel momento in cui però sentiamo che stare con l’altro ci fa stare solo male,
rappresentando una minaccia alla nostra libertà personale, alla nostra salute
psicologica, vuol dire che siamo invischiati in una relazione tossica.
I segnali di un amore malato posso essere molteplici tra cui:
- l’impossibilità di esprimere i tuoi stati d’animo, senza discutere ogni volta. Ti fa
sentire eccessivamente emotiva e quindi di conseguenza sbagliata e stupida;
- non è contemplata l’ipotesi che tu possa fare qualcosa di tua iniziativa senza il suo
controllo e se questo succede ne patisci le conseguenze con forme di violenza
psicologica.
- attua strategie di manipolazione, facendoti pressioni per farti fare quello che vuole
lui, facendo leva sul tuo senso di colpa, sul tuo sentirti insicura e spesso dipendente
da lui.
- questo suo modo di comportarsi non migliora nemmeno vedendoti soffrire.
Spesso l’incapacità di lasciare il partner, nonostante lo stare male, è dovuto a una
forte dipendenza, ovvero incapacità di restarne senza, facendo di tutto per
mantenere questo legame malato, trascurando di conseguenza tutti gli altri ambiti
della propria vita: amici, famiglia, passioni.
Perché questa situazione, a lungo andare, non può reggere?
Semplicemente perché una coppia è costituita da due individui singoli, con le loro
specificità, che devono sentire di essere rispettati in quanto tali.
La relazione con l’altro deve essere qualcosa che ci dà un valore aggiunto, non un
ve**re meno di rispetto, stima e amore per sé stessi.
E se tutto questo accade, se sentiamo che nonostante l’amore non vogliamo più
sentirci così male, dobbiamo prendere coscienza del fatto che quel tipo di relazione
non va bene per noi, lasciare andare, accettare, lavorare sul dolore che questo
implicherà e prenderla come un’occasione per conoscerci meglio, meditare su cosa
ci ha spinto, e ci spinge, a incappare in questo tipo di rapporti.
Solitamente infatti, chi si trova coinvolto in relazione tossiche, sono persone con
poca autostima, con sensazione di non essere mai state amate e quindi non
meritevoli di tale amore o non in grado di riconoscere un amore sano.
Se vi ritrovate con quanto descritto fino a ora, non abbiate paura a chiedere aiuto,
facendovi seguire da uno specialista.

06/03/2021
L’ansia è la risposta ad una percezione di un pericolo imminente, poco importa se questo pericolo è reale o meno. Il nos...
01/03/2021

L’ansia è la risposta ad una percezione di un pericolo imminente, poco importa se questo pericolo
è reale o meno. Il nostro corpo e la nostra mente si preparano a reagire esattamente come se
fosse presente.
La nostra mente, in queste circostanze, ci spinge al rimurginio continuo, insonnia, alterazione della
memoria e della concentrazione, preoccupazione e forte apprensione.
A livello fisico spesso può portare tachicardia, tensione muscolare, sudorazione eccessiva,
difficoltà respiratorie, sensazione di oppressione al petto.
Il corpo diventa solo un canale attraverso cui si manifesta la sintomatologia.
Spesso la persona che soffre d’ansia, tende a evitare tutte le situazioni che lo vedono esposto.
La strategia dell’evitamento, se sul momento ci permette di percepire un po' meno l’ansia, a lungo
termine ne porta un aumento, soprattutto se si tratta di situazione che inevitabilmente dovremo
affrontare.
Inoltre l’evitamento ci allontana da un vivere pienamente e autenticamente la nostra vita,
generando così frustrazione e un malessere che si vanno a sommare allo stato di ansia.
Stare vicino a una persona ansiosa non è semplice come può sembrare, spesso non si riesce a
capire fino in fondo cosa sta succedendo a chi ne sta soffrendo, forse perché non ci si è passati e
non ci sono familiari quegli stati d’animo, quel malessere. Si banalizza spesso con frasi del tipo
“stai sereno, non hai niente, è solo nella tu testa, adesso rilassati”.
Anche se non si può realmente sapere cosa stia succedendo, nel nostro piccolo possiamo cercare
di aiutarlo provando, ad esempio, a respirare insieme, ricordagli di ispirare attraverso il naso e
espirare lentamente attraverso la bocca, chiedere cosa sta provando con un tono di voce calmo,
non giudicante, facendolo sentire al sicuro, non mettendo pressione nel cercare di farlo riprendere
ma concedendogli i suoi tempi necessari.
Se sul momento l’aiuto di chi ci ama e ci circonda, può essere un valido supporto, questo non sarà
sufficiente a risolvere il problema. Se senti che i sintomi dell’ansia compromettono la qualità della
tua vita personale, sociale, lavorativa, è giusto non far finta che tutto vada bene, pensare che
magari passerà da solo. L’evitamento nutrirà la tua ansia, la tua vergogna e andrà a minare la tua
autostima.
Non sentirti schiacciato dal problema, non pensare che non ci sia una via di uscita, rivolgiti a un
esperto che potrà mettere luce su tali dinamiche, magari scoprendone le cause originarie e così
iniziare un cammino insieme. Non sei solo!

San Valentino, spesso questa giornata può essere vissuta da molti con degli stati d’animo non sempre positivi. Una giorn...
14/02/2021

San Valentino, spesso questa giornata può essere vissuta da molti con degli stati d’animo non sempre positivi. Una giornata dove molto frequentemente siamo portati a fare dei bilanci, a sentirci delusi magari perché non siamo in coppia, perché abbiamo perso qualcuno il cui ricordo è ancora vivo o semplicemente perché, nonostante non ne sentiamo la necessità, la società non manca di ricordarci soprattutto in questo giorno che dovremmo esserlo. Va bene se San Valentino è un giorno difficile per te, così come può andare bene anche se non ti va di festeggiare questa ricorrenza.
Siamo onesti, siamo invasi da immagini sui social di rose, biglietti, regali e cioccolati.
Tutto ciò però, per quanto possa non piacerci o disturbarci per una serie di motivi, non lasciamo che rovini il nostro valore. Forse può essere importante riconoscerlo, magari progettando qualcosa che ti faccia stare bene. Restare a casa, guardare film, chiamare un’amica, uscire, o semplicemente trascorrendo la giornata seguendo la tua solita routine. Indipendentemente da ciò che decidi di fare, sii gentile con te stesso e concediti un po' d’amore, compassione e accettazione di te. Soprattutto, prova a abbandonare le aspettative che spesso fanno parte di noi ma che ci portiamo da piccoli, frutto di una società che ci vuole solo in coppia per essere felici.
Ma perché per essere felici dobbiamo avere una relazione, secondo dei momenti prestabiliti da un esterno che magari non segue chi siamo e quali sono i nostri reali bisogni?
Forse allora questa sorta di disagio, questa pesantezza e intolleranza verso San Valentino, ma più in generale verso questa visione assai diffusa, può essere moderata solo se diamo spazio al nostro esistere, svincolato da un dover essere, dettato da canoni altrui.

Non aspettare di star male per prenderti cura di te stesso, parliamone insieme. Se vuoi iniziare un percorso, consulta i...
06/02/2021

Non aspettare di star male per prenderti cura di te stesso, parliamone insieme. Se vuoi iniziare un percorso, consulta il mio sito.

05/02/2021

Indirizzo

Via Fratelli Cairoli, 45
Lissone
20851

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott.ssa Alice Mazzara pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Dott.ssa Alice Mazzara:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare