21/05/2025
Oggi condivido con te un pezzetto di lavoro che ho fatto con un preadolescente, per mostrarti un possibile utilizzo delle carte proiettive nella terapia.
Ti presento Denise, 12 anni. È sempre stata una bambina insicura, molto legata ai genitori. Arriva in terapia perché da qualche tempo evita le situazioni che la spaventano, piange per giornate intere, sopraffatta da paure che non riesce a gestire.
In una delle prime sedute, le propongo di scegliere delle carte per rappresentare le sue paure. Lavoriamo su ciascuna di esse, esplorando insieme ciò che le evocano: emozioni, sensazioni, pensieri a volte entrando nei personaggi delle carte per dar loro voce.
Ecco, in sintesi, cosa emerge:
• Sceglie una carta con una mappa: mi dice che si sente sola e incapace di affrontare la vita. Le sue parole sono: “Il mondo è troppo grande per me.”
• La carta con la scimmia rappresenta il timore di diventare “qualcuno di sbagliato”, come una criminale o una pr******ta.
• Si percepisce incapace di raggiungere obiettivi, come il pupazzo di neve che, anche se esce dal freezer, si scioglierà comunque.
• Si sente piccola rispetto alle sue paure, come l’uccellino che esce dal cucù e si trova davanti un gufo enorme.
• Dice: “Io sono come lei, spaventata e bloccata nella goccia” guardando una ragazza intrappolata in una goccia, che rappresenta la sua sensazione di essere imprigionata nella paura.
• E tuttavia c’è uno slancio, un tentativo: “Mi affaccio dalla botola, ma è troppo buio e ho troppa paura.” Anche nella difficoltà, emerge il desiderio di uscirne.
*Le storie che ti racconto traggono ispirazione dalla mia esperienza clinica. Nomi e riferimenti sono frutto di invenzione.