11/05/2024
IL MANIPOLATORE NARCISISTA
Solitamente, scrivo di condizioni che riguardano la terza età, ma questo post non ha età. Potrebbe riguardare ventenni, così come quarantenni o sessantenni, o età intermedie. Diciamo però che, più un manipolatore narcisista, che a breve descriverò, è avanti con l'età, più diviene abile nel mietere vittime perché, per logiche ragioni puramente temporali, nel corso della propria vita, ha goduto di maggior tempo e, purtroppo, vittime per affinare le proprie tecniche.
È molto difficile da comprendere, ma esistono persone che non hanno un'anima. Proprio così. Non esistono molti altri termini per definire quello che è il manipolatore narcisista. È una persona senza cuore, totalmente incapace di provare alcuna forma di empatia verso il prossimo. È un soggetto capace di una crudeltà inaudita che una qualsiasi persona "normale" non è capace nemmeno di concepire. Sottolineo il termine "normale", perché il soggetto narcisista non lo è. È una persona profondamente disturbata e deviata, di cui diventa difficile comprenderne i pensieri e i comportamenti, perché filtrano attraverso una mente distorta, lontana dalla realtà che vive la maggior parte delle persone.
Il soggetto affetto da un disturbo narcisistico della personalità, considerato a tutti gli effetti un disturbo psichiatrico, è un "normoide", come definito dallo psicanalista Cristopher Bollas, ovvero una persona che, all'apparenza, sembra umano ma, di fatto, non lo è. Non lo è perché non possiede quelle caratteristiche propriamente umane come la sensibilità e l'empatia e, non essendo in grado di provare sensi di colpa, è capace di una ferocia e di una crudeltà di cui non prova alcun rimorso. L'empatia si sviluppa molto precocemente ed è possibile vedere già in tenera età bambini che, di fronte alla sofferenza di coetanei, intervengono per lenirla. Persino gli animali nutrono sentimenti di compassione verso i propri simili. Ma i cosiddetti normoidi con un disturbo narcisistico di personalità non sono in grado di provare la benché minima forma di considerazione e di rispetto per il dolore altrui; anzi, piuttosto, godono e traggono piacere proprio dalla sofferenza dell'altro, si nutrono della disfatta e della distruzione della persona di cui pensano di detenere il potere, perché hanno un Io e un'autostima talmente fragile da pensare di valere qualcosa soltanto quando riescono a distruggere qualcun altro che, nella loro segreta intimità, vale più di loro, anche se non lo ammetteranno mai a loro stessi. Quello che, infatti, provano è un'ambivalenza verso l'oggetto che decidono di depauperare. Perché, parliamoci chiaro, le persone con questo disturbo non vedono altro che oggetti di fronte a loro, non persone, ma unicamente strumenti per raggiungere i loro loschi obiettivi. La loro ambivalenza è dettata, da un lato, da una profonda invidia verso la persona che vogliono controllare che, per questo stesso motivo, decidono di voler distruggere e, dal lato opposto, da un'immagine idealizzata che hanno di loro stessi, che li porta a sentirsi superiori a chiunque altro, ma unicamente nella loro fantasia, per sostenere un Io talmente fragile che, se vedesse la reale pochezza di cui è portatore, sarebbe pervaso dalla vergogna, emozione cardine profondamente temuta dal manipolatore.
La maggior parte dei femminicidi viene commessa da narcisisti manipolatori che, anche di fronte all'evidenza e alla sussistenza dei fatti, nega. Questi esseri arrivano a negare persino a loro stessi perché, a causa dell'immagine idealizzata e non veritiera di sé, non potrebbero mai assumersi la responsabilità di ciò che hanno fatto, perché proverebbero quell'emozione tanto paventata: la vergogna. Sono talmente piccoli, talmente deboli, meschini e vili, che non si assumono alcuna responsabilità. Nemmeno per ciò che fanno.
Ecco ciò che sono: persone profondamente immature, che scappano di fronte alle responsabilità, dalle più piccole alle più grandi. Per questo motivo, sono spesso anche dei bugiardi patologici.
Se solo le persone che incappano in questi esseri li vedessero immediatamente per quello che realmente sono, scapperebbero a gambe levate. Il problema è che questi normoidi si presentano sfoderando le loro finte migliori qualità, plasmate sulle fragilità e i bisogni della vittima, che quando poi cade nella rete viene raggirata attraverso alcune forme subdole di manipolazione da loro ampiamente utilizzate come, ad esempio, il gaslighting, che la porta a dubitare delle sue stesse capacità.
E non solo. Creano, nelle vittime, delle vere e proprie forme di dipendenza simili a quelle indotte da sostanze stupefacenti poiché, con il loro esserci "a intermittenza", liberano nel cervello del malcapitato sostanze del benessere quali dopamina, ossitocina, serotonina, ecc., da cui diventa difficile disintossicarsi per l'effetto da astinenza che provocano. Creano, infatti, una vera e propria dipendenza affettiva, che è una forma di dipendenza comportamentale, al pari di quella da gioco d'azzardo.
Per questo, diventa molto difficile uscire dalla ragnatela di un manipolatore narcisista. Quello che fanno questi normoidi è attirare nella loro tela le vittime, che sono sempre numerose, perché il narcisista ha bisogno di molte persone che sostengano il suo fragile ego. Non ne basta una. Hanno bisogno di nutrirsi della distruzione di più persone, per poter sostenere un'autostima fasulla che non troverà mai appagamento nella realizzazione di loro stessi. Loro si realizzano unicamente godendo delle pene che infliggono agli altri.
Per quanto ci si possa illudere, questi esseri sono totalmente incapaci di amare e non riescono a mantenere un rapporto che preveda una qualsiasi forma di reciprocità. Tutti i sentimenti che possono mostrare di disperazione, dolore e sofferenza nei confronti di un altro essere umano sono fasulli. Non sono in grado di provare emozioni genuine e autentiche per qualcuno che non sia loro. Narciso è innamorato unicamente di sé stesso. Tutte le emozioni che ostentano, rabbia compresa, sono unicamente finalizzate a manipolare l'altro. La maggior parte di ciò che raccontano è frutto della loro immaginazione e viene abilmente utilizzata per raggiungere lo scopo della loro miserabile vita: l'annientamento altrui. Sono in grado solo di controllare l'altro, e per farlo, soprattutto all'inizio, arrivano a indossare qualsiasi maschera, anche quella dell'empatico, del sensibile, dell'amorevole e di qualsiasi altra caratteristica che potrebbe far breccia nel cuore del malcapitato a cui, il narcisista, decide di voler togliere tutto. Ma sono solo maschere. Dietro la maschera, c'è un mostro piccolo, egoista e meschino e non una persona degna di questo termine.
La preda del narcisista manipolatore è, spesso, una persona empatica, con determinate caratteristiche di personalità e, non di rado, ha subito degli abusi o avuto importanti traumi nel passato che hanno contribuito a renderla così sensibile. In questo modo, il manipolatore riesce a insinuarsi più facilmente nella sua vita, agganciandosi alle sue fragilità. Avete presente la serie "Baby Reindeer" su Netflix di cui si parla tanto in questi giorni? Quella che poi si rivelerà una stalker con tratti narcisistici aggancia il protagonista, che a sua volta è già stato abusato da un altro narcisista, a partire dalla gentilezza mostrata da quest'ultimo. Purtroppo, parte tutto da un atto di gentilezza che è stato abilmente sfruttato da un normoide, ovvero da un essere profondamente disturbato che vive come un parassita emotivo. Questo sono i manipolatori narcisisti: parassiti emotivi. Si nutrono della distruzione degli altri e godono finché non vedono la loro preda morire emotivamente. Quando questo non é sufficiente, vogliono arrivare a vederla morta anche fisicamente.
É un disturbo che non risparmia alcun ceto sociale, dal più basso al più alto. Non riguarda solo il tipico soggetto violento fisicamente, che si può trovare in determinati contesti sociali, perlopiù degradati. No. Certi normoidi sono insospettabili e, all'apparenza, sembrano normalissimi, alcuni fin troppo.
È davvero facile cadere nella ragnatela di un manipolatore, perché ciascuno di noi ha talloni d'Achille e questi esseri sono abilissimi nello scovarli e nello sfruttarli. Traggono un piacere perverso nell'assaporare il dolore che sgorga da quelle ferite che, con fatica, erano state rimarginate e che loro, con una crudeltà disarmante, riaprono.
Una volta che ci finisci dentro, è difficilissimo uscirne, sia per la dipendenza che creano, sia per tutti i meccanismi perversi che instillano nella mente del manipolato.
Ma è possibile venirne fuori. E anche molto più forti di prima, a dispetto di questi vampiri emotivi che, precedentemente, si nutrivano della devastazione che avevano creato in voi.
Se avete il sospetto di avere a che fare con un narcisista manipolatore, dovete liberarvene. Come dice la psicologa criminologa Roberta Bruzzone, non esiste cura per i narcisisti. Il manipolatore narcisista non cambia. Morirà così. Nella sua pochezza. E, se rimanete in una relazione con lui, sarete voi a morire prima, almeno emotivamente, e questo è certo. É una battaglia persa in partenza. Per questo, bisogna ritirarsi.
Se queste parole risuonano in voi qualcosa, documentatevi innanzitutto guardando i video della dott.ssa Bruzzone su Youtube, che si occupa da anni di narcisisti maligni. Anche il suo libro, che si intitola: "Io non ci sto più: consigli pratici per riconoscere un manipolatore affettivo e liberarsene" contiene numerosi spunti che possono aiutare a comprendere se si ha a che fare con questi normoidi ed eventualmente come uscire dalla loro trappola.
Albert Camus diceva: "Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non saper amare".
Penso davvero che non esista tragedia peggiore del non saper amare. Se sei stata una vittima, puoi ricostruirti e continuare a vivere di nobili valori, ma quando sei un manipolatore narcisista, sei condannato all'infelicitá, un'infelicitá ancora più miserabile di quella che viene arrecata alle vittime. E i narcisisti, nella loro profondità oscura, lo sanno bene, che moriranno colmi di invidia, di rancore e di altri ignobili sentimenti, nella loro solitudine esistenziale.