Abbiamo deciso di integrare due grandi passioni, la Psicologia e lo Sport, con un progetto strutturato e calato sulle scuole calcio. Perché nello sport giovanile porre attenzione ad uno sviluppo completo, quindi anche psicologico e non prettamente fisico, assume una forte rilevanza affinché i ragazzi accrescano la propria personalità fin dall'inizio, il loro modo di stare in campo, il vivere il gruppo!
Perché imparare a trovare i canali adatti di comunicazione agevola le relazioni tra società, genitori e atleti così da vivere al meglio il contesto sportivo!
Perché può prevenire l'abbandono sportivo dando strumenti utili a gestire la propria vita calcistica di fronte a frustrazioni o delusioni. “PSICOSPORT”: Perché l’allenamento non è solo fisico”.
Cosa facciamo?
Poiché l’apprendimento passa soprattutto attraverso l’esperienza, facciamo fare delle esperienze ai ragazzi (sia sul campo che fuori) attraverso le quali loro possano toccare con mano, parole (attenzione, concentrazione, autostima e fiducia in sé) che altrimenti resterebbero sconosciute e difficilmente controllabili. Questo tipo di lavoro permette al gruppo e al singolo di star ancora più attento e partecipe perché chiamato in causa a FARE e non solo a capire/ascoltare. Allo stesso modo lavoriamo coi genitori, nella misura in cui gli chiediamo di rendersi partecipi in prima persona della crescita dei loro figli. La partecipazione e il coinvolgimento fanno si che adulti e bambini/ragazzi si sentano dentro il progetto, poiché la nostra idea di base è quella di EDUCARE, e cioè stimolare risorse interne perché possano esprimersi e per viversi meglio la relazione genitore-figlio e ragazzo-sport.
In che modo lavoriamo?
In linea con le richieste della società, il nostro lavoro si adatta a tutte le età di un settore giovanile e perché no, di una prima squadra. Ogni tappa del ciclo vitale di un atleta infatti ( giovane atleta, sviluppo delle competenze, agonismo, maturità sportiva) richiede a chi se ne prende cura di saper rispondere a bisogni, problematiche ed esigenze diverse; tant’è che ogni giovane atleta va incontro nel tempo a dei cambiamenti soggettivi di crescita e maturazione. Perciò ogni categoria richiede un lavoro diverso e creato apposta per quel gruppo. Per rispondere a questa esigenza, strutturiamo un doppio intervento: un’ora e mezzo di lavoro dedicato ai ragazzi dove lavoriamo o su ciò che loro ci riportano rispetto all’ultima gara (difficoltà di concentrazione, difficoltà a gestire uno svantaggio o un vantaggio a pochi minuti dalla fine, difficoltà nell’approccio alla gara, difficoltà del singolo in alcuni momenti dell’incontro) o proponiamo noi un lavoro specifico lavorando su: autostima e fiducia in sé, determinazione e tenacia, creatività e fantasia, attenzione e concentrazione etc…
Successivamente, mentre i bimbi sono dati al mister per l’allenamento in campo, lavoriamo un’ora/un’ora e mezza coi genitori. Partendo dal presupposto che quest’ultimi siano una risorsa fondamentale per la crescita dei ragazzi e anche per il loro star bene in campo, dobbiamo oggigiorno pensare che i genitori possano riversare sui figli delle aspettative di riuscita e di risultato difficili da sostenere, specialmente se si tratta delle prime fasce di età. Se l’aspettativa si trasforma in pressione continua e ripetuta, è molto probabile che il piccolo giocatore ne risenta durante la sua crescita. Quindi strutturiamo l’intervento su di loro, riprendendo il tema su cui abbiamo lavorato coi figli ma riportando per ragioni di privacy solo ciò che riteniamo utile al miglioramento della relazione.
Ci preme sottolineare quindi due cose:
1) Il tipo di intervento proposto può essere regolato su quelle che sono le esigenze e le richieste della società; in termini di giorni e tempi di intervento; in linea col lavoro svolto dal mister.
2) Il nostro ruolo non va in alcun modo a interferire con quello dell’allenatore/istruttore, ma quanto più di affiancamento alla squadra e al suo ruolo qualora ne sentisse il bisogno.
Chi siamo?
Simone Lenzoni. Psicologo Psicoterapeuta. Tesi di Laurea Magistrale sulla Psicologia dello Sport. N iscrizione all’albo 4899
Daniele Filippi. Psicologo Psicoterapeuta in Formazione presso il Centro Studi e Applicazioni della Psicologia Relazionale di Prato. Tesi di Laurea Magistrale sulla Psicologia dello Sport. N iscrizione all’Albo 8225