Duccio Bartoli Fisioterapista e Osteopata D.O. PGCert

Duccio Bartoli Fisioterapista e Osteopata D.O. PGCert Riabilitazione post traumatica, post chirurgica, neurologica, cardiorespiratoria. Terapia manuale. Operatore Kinesiotaping. Controlli posturali osteopatici.

Dottore in Fisioterapia (Università di Pisa)
Dottore in Osteopatia (Istituto Superiore di Osteopatia Milano)
Postgraduate Certificate Diploma in Osteopathic Medicine presso Bucks University, United Kingdom Tecniche osteopatiche per cervicalgie, lombalgie, sciatalgie, artrosi, discopatie, cefalee, dolori articolari e muscolari da traumi, alterazioni dell’equilibrio, disturbi ginecologici e digest

ivi, nevralgie, otiti, sinusiti, disturbi temporo-mandibolari, stanchezza cronica. Visite domiciliari e in studio: per informazioni e appuntamenti chiamare al 3282578168. Grazie a una doppia formazione in Fisioterapia e in Osteopatia, applico un approccio multispecialistico integrato che utilizza sia la terapia manuale osteopatica sia l’esercizio terapeutico fisioterapico, modulando metodi di valutazione e trattamenti e intervenendo nel modo più adeguato su ogni singolo caso che mi trovo ad affrontare. Tale approccio multispecialistico integrato non solo rafforza l’efficacia delle terapie ma accelera i tempi di recupero del paziente. Corsi di specializzazione frequentati: Pnei e osteopatia: le basi teoriche per una clinica efficace, L'applicazione pratica della neurodinamica all'esercizio terapeutico, La riflessologia plantare nella riabilitazione, Il drenaggio linfatico manuale nel trattamento del circolo linfatico, Il drenaggio linfatico manuale nel trattamento del circolo linfatico dell'arto inferiore, Il massaggio terapeutico nella riabilitazione, Corso di Radiologia e Diagnostica per Immagini (I, II e III livello), Corso di Patologia e Neurologia (I, II e III livello), Corso di taping drenante e propriocettivo.

Buona Pasqua a tutti!
17/04/2025

Buona Pasqua a tutti!

La postura è la posizione del nostro corpo nello spazio, posizione condizionata dai vizi posturali quotidiani e da event...
10/03/2025

La postura è la posizione del nostro corpo nello spazio, posizione condizionata dai vizi posturali quotidiani e da eventuali fatti traumatici.

Il sistema posturale è un insieme molto complesso, che vede coinvolte strutture del sistema nervoso centrale e periferico, soprattutto l’occhio, l’orecchio interno, il piede, il sistema cutaneo, i muscoli, le articolazioni e anche l’apparato stomatognatico (cioè il complesso costituito da organi e tessuti i che svolgono funzioni digestive, respiratorie e di relazione).

Il sistema nervoso centrale utilizza le informazioni ricevute da occhio, pianta dei piedi e cute per avere la consapevolezza della posizione del corpo e per vivere al meglio e con il minor dispendio energetico possibile.

Quando le capacità compensatorie del corpo vengono meno compaiono le patologie:
CEFALEE
DIFETTI DI MASTICAZIONE E DELL’OCCLUSIONE DENTALE
CERVICALGIE
DORSALGIE
LOMBALGIE
LOMBOSCIATALGIE
DOLORI ARTICOLARI

L’osteopatia tratta il paziente sui vari livelli per correggere le compensazioni sbagliate e riportare il corpo in equilibrio.
I trattamenti osteopatici infatti, tramite la manipolazione dei tessuti, sono in grado di condizionare e ripristinare la postura corretta, permettendo quindi al paziente di rispondere meglio alle richieste adattative quotidiane.

L’esercizio fisico inteso non solo come sport a livello agonistico, ma anche come attività fisica ludica o fitness ha un...
25/02/2025

L’esercizio fisico inteso non solo come sport a livello agonistico, ma anche come attività fisica ludica o fitness ha un ruolo importante nell’approccio osteopatico alla salute e alla malattia.

Esistono molti lavori scientifici e molte ricerche che confermano come una regolare e volontaria attività del sistema muscolo-scheletrico, in forma di esercizio dinamico, sia di grande aiuto alla salute per ognuno di noi, anche a livello psico-fisico. In particolare grazie ai suoi effetti positivi, l’attività fisica è in grado di rafforzare il sistema muscoloscheletrico, cardiovascolare e respiratorio mantenendo un alto livello di salute, nonché segue uno dei più importanti principi osteopatici: il corpo è capace di autoguarigione.

Tuttavia è opportuno non sottovalutare tutte le sollecitazioni a cui il nostro corpo è sottoposto nello svolgimento di uno sport, sia che esso venga praticato a livello amatoriale che agonistico.
Occorre pensare che anche gli atleti professionisti durante la loro preparazione replicano sempre lo stesso movimento ed un'esecuzione errata può creare uno squilibrio fisico diventando col tempo disfunzione che si può tramutare in possibile deterioramento dell’apparato muscolo-scheletrico con rischio di infortunio.

In generale lo sportivo si rivolge alla cure osteopatiche per richiede solitamente:
• come prevenire incidenti e lesioni muscolari ed articolari;
• come migliorare le prestazioni fisiche;
• come preparazione alle gare;
• come abbreviare i tempi di recupero post-infortunio.

L’osteopata in quest’ottica si propone l’obiettivo e la priorità di mantenere e ricercare la salute dell’atleta professionista o del semplice fruitore dei servizi di fitness durate l’attività quotidiana di ogni giorno o dopo un infortunio.

Il cancro al seno è la forma più diffusa di tumore tra le donne. Nel corso degli anni la medicina ha sviluppato sempre m...
10/02/2025

Il cancro al seno è la forma più diffusa di tumore tra le donne. Nel corso degli anni la medicina ha sviluppato sempre maggiori strategie terapeutiche nella lotta al tumore della mammella. La chirurgia è sempre più attenta, oltre che all’aspetto oncologico, anche a quello estetico e funzionale, con interventi meno invasivi e integrati con le altre terapie oncologiche. Ci sono tuttavia delle complicanze croniche dovute all’intervento chirurgico e alle cure adiuvanti, che richiedono l’intervento di un fisioterapista osteopata, come la spalla dolorosa, le aderenze cicatriziali e il linfedema.

Il dolore post chirurgico, la formazione della cicatrice chirurgica, l’uso di posture di protezione, la radioterapia post operatoria possono portare all’accorciamento dei tessuti nella parte anteriore del torace, soprattutto per quanto riguarda il muscolo grande e piccolo pettorale e il sistema fasciale. La tensione dei tessuti del comparto anteriore, può indurre un disallineamento delle strutture dell’arto superiore. Questi cambiamenti possono alterare il normale movimento della spalla e aumentare lo stress dei tessuti portando a dolore e alla disfunzione dell’arto superiore.

Inoltre, può presentarsi l“Axillary Web Syndrome”, legata all’aderenza cicatriziale: si caratterizza per la presenza di sottili “corde” sottocutanee che si estendono dal cavo ascellare coinvolto lungo il braccio. Questa sindrome può limitare l’articolarità della spalla.

E infine abbiamo il linfedema, condizione che presenta un accumulo di linfa dovuto a un’alterazione del sistema linfatico. E’ spesso causato dalla rimozione o dal danneggiamento dei linfonodi in corso di trattamento oncologico, ed è una delle complicanze più frequenti e più temute della linfoadenectomia (LAD) ascellare.

Per risolvere felicemente queste problematiche, come fisioterapista applico tecniche di linfodrenaggio manuale, realizzo esercizi di recupero dell’articolarità di spalla, tecniche di stretching per controllare l’accorciamento muscolare dovuto alla fibrosi, ed esercizi di rieducazione posturale per evitare disallineamenti.

Come osteopata, lavoro sul sistema miofasciale – l’insieme delle strutture connettivali e muscolari – delle strutture che sono state coinvolte nell’intervento e nelle terapie adiuvanti: fascia pettorale, piccolo e grande pettorale, che se in tensione provocano dei misallineamenti di spalla con successive patologie a tale livello. Lavoro inoltre sulle aderenze cicatriziali in modo da avere una cicatrice più flessibile e tratterà la paziente con tecniche di drenaggio osteopatiche.

La “cervicalgia” è uno dei problemi posturali più diffusi: è causa di numerosi sintomi, che a volte possono limitare ser...
28/01/2025

La “cervicalgia” è uno dei problemi posturali più diffusi: è causa di numerosi sintomi, che a volte possono limitare seriamente la qualità della vita.
Il dolore cervicale affligge fino al 50% della popolazione ogni anno. L’incidenza massima si riscontra dopo i 40 anni e le donne risultano più inclini a sviluppare tale patologia.1
Tra i fattori di rischio vi sono le posture viziate al lavoro, associate ad una flessione del rachide cervicale mantenuta a lungo, un alto stress psicologico, il fumo, passare molto tempo davanti a device elettronici e un precedente trauma in regione cervicale che abbia comportato dei danni tissutali o delle alterazioni funzionali1.
Nella maggior parte dei casi, all’origine del dolore c’è un’alterazione non grave che interessa le strutture muscolo-scheletriche situate nella regione cervicale: muscoli, legamenti e dischi intervertebrali, che garantiscono sia il movimento (dato che il collo ha una notevole mobilità per consentire allo sguardo di orientarsi in tutte le direzioni) sia il sostegno. Uno stress meccanico esagerato e non corretto rispetto a quello che queste strutture possono sopportare, provoca dolore.2
L’eziopatogenesi è però varia, può essere dovuta da problemi discali, artrosici, stomatognatici, vestibolari, visivi e molti altri; tutti con una caratteristica comune: la forte tensione della muscolatura cervicale.3
Uno dei disturbi più frequenti e fastidiosi associati al dolore cervicale è la cefalea, comunemente chiamata “mal di testa”. 4
Il mal di testa può compromettere in molti modi la qualità della vita sociale e professionale, soprattutto quando diventa malattia. Le terapie farmacologiche spesso usate in fase acuta hanno poca influenza sulla prevenzione e guarigione totale dagli attacchi.5
Le cefalee vengono divise in due grandi categorie: le cefalee primarie, in genere benigne e senza conseguenze e quelle secondarie, legate a condizioni patologiche anche molto gravi.6
Le cefalee primarie, che interessano la figura dell’osteopata, sono:
1) Cefalea mio-tensiva: caratterizzata da episodi di cefalea di durata variabile da minuti a giorni. Il dolore è tipicamente compressivo-costrittivo. Viene descritto dai pazienti “come una fascia che stringe la testa”;7
2) Emicrania: il dolore è unilaterale e alcuni episodi sono preceduti o accompagnati da segni o sintomi sensoriali premonitori (la cosiddetta emicrania “con aura”), come flash di luce, visione di punti neri o formicolio alle gambe o alle braccia. Insieme all’emicrania, spesso si presentano nausea, vomito ed estrema sensibilità alla luce e ai rumori;7
3) Cefalea “a grappolo”: caratterizzata da attacchi intensi di dolore in sede temporale e peri-orbitaria. La particolarità è che gli attacchi si ripetono ciclicamente seguendo sempre lo stesso schema; tali fase attive vengono definiti “grappoli” (in inglese”cluster”). L’intenso dolore è causato dall’eccessiva dilatazione dei vasi cranici che generano pressione sulle terminazioni sensitive del nervo trigemino. I “grappoli” solitamente hanno una durata che può variare da alcune settimane ad alcuni mesi ed in genere sono seguiti da periodi in cui gli attacchi cessano completamente.7
Cefalea mio-tensiva ed emicrania sono tra le prime tre patologie più frequenti a livello mondiale.8 In Europa il 38-42% della popolazione soffre di cefalea mio-tensiva, mentre il 10% sono soggetti con emicrania e il 3% quelli che lamentano cefalea cronica.9
L’OMS ha valutato che l’emicrania colpisce almeno una volta nella vita il 90% della popolazione mondiale ed è stata inserita, nel 2002, tra le 20 patologie più disabilitanti in tutte le fasce d’età.8
Numerosi sono i fattori che possono condizionare la comparsa della cefalea: psicogeni, osteoarticolari, muscolari, masticatori etc. I fattori più scatenanti sono la tensione nervosa, lo stress, l’affaticamento mentale, lo sforzo attentivo o di concentrazione protratto e il mantenimento prolungato di posture scorrette. Ne risulta pertanto che gli individui maggiormente colpiti sono coloro costretti al mantenimento di particolari posizioni corporee con simultaneo impegno mentale (ad esempio studenti, insegnanti, sarti etc).7
Nel corso degli anni, l’uso di tablet, telefoni cellulari e dispositivi informatici interattivi è aumentato; basta guardarsi attorno in un bar, sull’autobus o nella sala d’attesa: quante sono le persone piegate e “curvate” sullo schermo di uno smartphone? Molte persone usano i loro telefoni per ore durante il giorno con l’uso crescente dei social media e, inoltre, l’uso di tablet e PC è aumentato notevolmente negli ultimi 10-15 anni.10
Per utilizzare questi dispositivi, soprattutto i cellulari, è necessario mantenere per un determinato periodo di tempo la flessione della regione cervicale, che però ha degli effetti negativi sulla curva lordotica di questo tratto. A causa della prolungata tendenza alla flessione, l’effetto peso creato dal carico della testa e dalla tensione dei muscoli del collo provocherà un adattamento strutturale della componente osteo-articolare che con il tempo può portare a una degenerazione delle vertebre cervicali e dei dischi intervertebrali ,e ad una perdita della fisiologica lordosi cervicale con un aumento della flessione del tratto cervico-dorsale.11
Di conseguenza, si possono verificare degenerazioni discali, stenosi cervicale e sintomi radicolari.11
Secondo uno studio diretto dal professor Kenneth Hansraj nel 201411, stare sempre chinati a guardare il proprio cellulare o il tablet, così come lavorare al pc tutto il giorno, può essere equivalente per la schiena a portare in braccio un bambino di 7-8 anni. La testa di un adulto pesa in media tra i 4,5 e i 5 chili, ma quando la incliniamo in avanti di 60 gradi, come succede leggendo al cellulare, il collo deve sopportare un peso pari a 27 chilogrammi.11
Il peso sulla colonna, scrivono i ricercatori, aumenta in modo drammatico quando si piega il collo. La perdita della curvatura naturale della cervicale porta a un aumento della tensione sul collo e sulle spalle e questo peso nel tempo si traduce in dolore, rigidità e mal di schiena.11
Da questi studi si evince la forte correlazione tra emicrania e muscoli cervicali, basti pensare che il muscolo trapezio, uno dei muscoli più contratti e rigidi in caso di problema cervicale, termina fondendosi con l’inserzione del muscolo occipito frontale. Risulta evidente come una forte tensione del muscolo trapezio possa poi tradursi in un’irritazione del muscolo occipito-frontale, che porta ad episodi di emicrania12.
Un altro importante collegamento, spesso sottovalutato, tra mal di testa e cervicalgia “passa” dalla bocca attraverso collegamenti miofasciali e neurologici. Tra i collegamenti miofasciali svolge un ruolo rilevante la catena linguale, tra quelli neurologici il trigemino che innerva i muscoli masticatori e l’articolazione temporo-mandibolare.13
L’Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM) è coinvolta in molteplici azioni tra cui deglutizione, masticazione, fonazione e respirazione. La maggior parte dei disturbi dell’ATM sono causati da squilibri e/o lesioni causate da movimenti ripetitivi che causano stress e affaticamento dei muscoli adibiti alla masticazione, deglutizione e a tutta la muscolatura cranio-vertebrale-cervicale, dorsale superiore e dello stretto toracico superiore. Questa condizione può predisporre e favorire l’insorgenza di artrosi cervicale, soprattutto se non trattata e protratta nel tempo.13
Un’altra connessione tra emicrania e dolori cervicali può essere trovata nel nervo vago: uno stato di forte contrattura della muscolatura cervicale può creare disfunzioni del nervo vago. Il X nervo cranico parte da una struttura chiamata tronco dell’encefalo e diffonde verso molti organi, specialmente quelli digestivi4.
Nervo vago e tronco dell’encefalo ricevono influenze significative dalle prime due vertebre cervicali e dai loro muscoli: ecco come problemi cronici alle componenti cervicali possono creare contemporaneamente disturbi digestivi e mal di testa.
Sarà importante, nel trattamento di una cefalea, un approccio multidisciplinare viste le diverse possibili cause che possono portare alla manifestazione di tale patologia.
Alla luce dei collegamenti descritti, l’osteopata avrà un ruolo molto importante nella risoluzione di tale problematica; in una prima fase, attraverso un attento esame posturale, andrà a valutare la corretta funzionalità del tratto cervicale, l’eventuale presenza di disfunzioni articolari e se vi sono delle disfunzioni di origine stomatognatica o visiva tali da richiedere l’intervento di uno gnatologo o di un optometrista.
In caso di disfunzioni articolari, l’osteopata potrà normalizzarle attraverso diverse tecniche, come le manipolazioni in thrust, quelle fasciali e articolatorie, oltre all’inibizione dei muscoli occlusali, agendo così anche per via neurologica, sui collegamenti trigemino cervicali. Naturalmente il ruolo dell’osteopata non si limiterà solo al trattamento della zone cervicale, ma anche di quelle disfunzioni a distanza che possono essere una con-causa nello sviluppo del sintomo, cercando anche di migliorare lo schema posturale.
BIBLIOGRAFIA
1 Pubmed: The epidemiology of neck pain. Hoy DG, Protani M, De R, Buchbinder R. Best Pract Res Clin Rheumatol. 2010 Dec; 24 (6):783-92.
2 , Marco Testa et Andrea Zimoli
3 Pubmed: Epidemiology, diagnosis and treatment of neck pain. Cohen SP. Mayo Clin Proc. 2015 Feb; 90(2):284-99
4 Pubmed: Headache. Kunkel RS. The Cleaveland Clinic Department Of Neurology Reviewed Jan 25, 2005
5 Pubmed: Medication-overuse headache: epidemiology, diagnosis and treatment. Espen Saxhaug Kristoffersen and Cristofer Lundqvist. The Adv Drug Saf. 2014 Apr.
6 Pubmed: The international Classification of Headache Disorders, 2nd edn. Torelli P et al. Cephalalgia 2004
7 , Mauro Pini.
8 Pubmed: Epidemiology of headache. Manzoni GC, Stovner LJ. Handb Clin Neurol. 2010;97:3-22.
9 Pubmed: Prevalence of headache in Europe. Stovner LJ, Andree C. J Headache Pain. 2010 Aug; 11(4): 289–299.
10 Pubmed: The Effect of Technological Devices on Cervical Lordosis. Ahmet Öğrenci,1,* Orkun Koban,1 Onur Yaman,2 Sedat Dalbayrak,1 and Mesut Yılmaz1Open Access Maced J Med Sci. 2018 Mar 15; 6(3): 467–471.
11 Pubmed: Assessment of stresses in the cervical spine caused by posture and position of the head. Hansraj KK1. Surg Technol Int. 2014 Nov;25:277-9.
12 Pubmed: Pressure pain sensitivity mapping of the temporalis muscle revealed bilateral pressure hyperalgesia in patients with strictly unilateral migraine. Fernández-de-las-Peñas C1, Madeleine P, Cuadrado ML, Ge HY, Arendt-Nielsen L, Pareja JA. Cephalalgia. 2009 Jun;29(6):670-6
13 Pubmed: Cervical Referral of Head Pain in Migraineurs: Effects on the Nociceptive Blink Reflex. Dean H. Watson MAppSc Peter D. Drummond PhD. First published: 25 March 2014)

Buone feste!
22/12/2024

Buone feste!

La fibrolisi diacutanea, o miofibrolisi diacutanea, è un approccio fisioterapico utilizzato nella gestione di alcuni dis...
16/12/2024

La fibrolisi diacutanea, o miofibrolisi diacutanea, è un approccio fisioterapico utilizzato nella gestione di alcuni disturbi muscoloscheletrici moderati. Si basa sull’utilizzo di ganci metallici calibrati per mobilizzare i tessuti connettivi in modo più preciso La tecnica si basa sul presupposto che alcuni disturbi muscoloscheletrici siano legati alle aderenze.
L’utilizzo del gancio favorisce lo scorrimento tra le diverse strutture anatomiche grazie al suo effetto di “fibrolisi“. Consente inoltre di raggiungere aree difficili da penetrare per le dita dell’operatore in strutture patologiche e di ottenere ciò con un grande risparmio energetico.
Questa tecnica è indicata in molte condizioni di eziologia meccanica (compresa la nevralgia periferica) e vascolare.
Gli effetti della tecnica producono cambiamenti a livello meccanico, circolatorio, riflesso e metabolico.
Gli uncini hanno curvature diverse che consentono di raggiungere diverse strutture anatomiche o di adattarsi a diverse morfologie del soggetto. Ogni gancio termina con una piccola spatola piatta che riduce la forza per unità di superficie per evitare irritazioni cutanee.
Quando la tecnica è applicata correttamente non risulta assolutamente dolorosa, anche se può provocare arrossamento della cute e piccoli ematomi.

La Tecnica della Fibrolisi Diacutanea è molto efficace nel trattamento delle seguenti patologie:
• diverse malattie del sistema muscolo-scheletrico, come ad esempio la fibromialgia.
• Nevralgia dei nervi periferici, come sciatica, cruralgia.
• Varie nevralgie: occipitalgia di Arnold, altre cefalee neurogeniche.
• Trattamento dei trigger point.
• Sindromi da restrizione della mobilità tissutale, post-chirurgiche, post-traumatiche o sportive.
• Dolore infiammatorio, epicondilite o gomito del tennista, epitrocleite o gomito del golfista, tendinite della spalla, tendinite di Achille, pubalgia degli adduttori, altre tendiniti.
• Sindromi trofiche, malattia di Dupuytren, tunnel carpale e altre sindromi canalari, algo-neuro-distrofia.

Se per le feste volete regalare benessere e salute a una persona cara - o a voi stessi - ecco la GIFT CARD valida per un...
29/11/2024

Se per le feste volete regalare benessere e salute a una persona cara - o a voi stessi - ecco la GIFT CARD valida per un trattamento fisioterapico e osteopatico con valutazione posturale.

Telefonare al 328 257 8168. Pagamento (35 euro) con bonifico o direttamente in studio: Via Rosi 17, Lucca.

Spesso l’arma vincente per ottenere un successo terapeutico veloce e duraturo davanti a tutte le problematiche del pazie...
27/11/2024

Spesso l’arma vincente per ottenere un successo terapeutico veloce e duraturo davanti a tutte le problematiche del paziente è combinare le tecniche del fisioterapista con quelle dell'osteopata, per questo ho completato entrambi i percorsi, prima una laurea in Fisioterapia all'Università di Pisa e poi una laurea in Osteopatia all'Istituto Superiore di Osteopatia di Milano.

Il fisioterapista lavorando sulla funzione ha la capacità di portare alla luce qualsiasi deficit presente nel movimento, mobilità articolare, sincronia e armonia delle catene muscolari e delle loro attivazioni, così come le eventuali dispercezioni ed anomalie nel controllo-sensibilità corporea a livello centrale. Per cui, a seconda del livello dove rileva la lesione ed alla priorità terapeutica, sceglie fra una vasta gamma di metodiche, che vanno dal massaggio all’esercizio terapeutico conoscitivo, passando per la riatletizzazione tissutale, quasi tutti approcci eseguiti con la partecipazione attiva del paziente, limitando il lavoro passivo a lettino, a favore della comprensione, interiorizzazione e messa in pratica gesto o sequenza di movimenti da recuperare.

L’osteopata agisce su tutto il corpo analizzando condizioni fisiche e ambientali, prestando attenzione anche all’alimentazione e allo stile di vita del paziente. I campi d’azione dell’osteopatia sono vasti: sistema muscolo-scheletrico, sistema digestivo, odontoiatria. Agisce anche nei casi di disintossicazioni alimentare e non solo. Interviene durante la gravidanza e post parto sul neonato, interviene sul mal di testa (uno dei motivi più frequenti per cui ci si rivolge all’osteopata), dolori articolari e muscolari, otiti, problemi causati da posture scorrette, acidità e reflusso, irregolarità del ciclo mestruale e problemi post traumi sportivi. L’osteopatia cura con successo anche disfunzioni e problematiche dei bambini sin dai primi mesi di età per esempio: le colichette nei neonati, la plagiocefalia posizionale posteriore, difficoltà d’evacuazione e molto altro.

Ogni seduta osteopatica è strutturata in 4 fasi:
- Anamnesi patologica prossima, dove lo specialista si informa sullo stato attuale dell’eventuale sintomo, le sue caratteristiche e modalità di presentazione nel periodo più recente.
- Esame obiettivo, momento in cui si ricercano le disfunzioni articolari e tissutali, asimmetrie corporee, squilibri nei movimenti e nella postura, valutando tramite test specifici tutti i sistemi corporei che possono essere funzionalmente connessi al dolore o alla asimmetria corporea presente.
- Trattamento, momento in cui il professionista, secondo il processo di integrazione osteopatica conseguente all’esame obiettivo, approccia con svariate metodiche le strutture che ad oggi stanno influendo maggiormente sulla condizione, migliorandole o anche correggendole del tutto.
- Rivalutazione finale, l’osteopata verifica che il trattamento appena eseguito abbia avuto i risultati attesi sia in ambito posturale, che funzionale.

La colica infantile è una sindrome comune (40 % dei neonati) che si verifica durante i primi quattro mesi di vita a part...
24/11/2024

La colica infantile è una sindrome comune (40 % dei neonati) che si verifica durante i primi quattro mesi di vita a partire dalla seconda settimana dopo la nascita.
La colica nel neonato è una sindrome dolorosa acuta di notevole intensità, che a causa della contrazione spastica della parte muscolare nella zona addominale provoca un forte dolore improvviso. Ecco perché le coliche sono spesso accompagnate dal pianto disperato del neonato, soprattutto nelle ore serali, e migliorano con il transito intestinale e l’evacuazione.
Il dolore viene provocato dalla repentina distensione delle pareti delle anse intestinali dovuta al transito di bolle d’aria. Questo determina nel neonato stati di agitazione, chiusura delle mani a pugno, arrossamento del viso, inarcamento e irrigidimento della schiena e degli arti, oltre al sollevamento delle gambe verso l’addome.
Una serie di studi hanno dimostrato che il trattamento osteopatico reca grande beneficio agli infanti affetti da coliche, è infatti emersa una significativa riduzione delle ore di pianto (dal 58% al 16%) nelle 24 ore e un aumento delle ore di sonno. L'osteopata tratta dolcemente il bambino per riequilibrale gli squilibri e le tensioni che si sono create. L’osteopata si propone, inoltre, di coinvolgere i genitori in questo processo, insegnando loro come gestire il bambino durante le crisi.

LA CERVICALGIALa cervicalgia - meglio conosciuta come cervicale - è una patologia che si manifesta con un forte dolore n...
23/11/2024

LA CERVICALGIA
La cervicalgia - meglio conosciuta come cervicale - è una patologia che si manifesta con un forte dolore nella parte posteriore del collo. Può essere più o meno invalidante e può protrarsi anche per lunghi periodi.
Questa patologia è spesso associata ad altri sintomi come pesantezza muscolare, scrosci articolari, limitazioni dei movimenti o altri sintomi neurovegetativi.

Le cause della cervicalgia
Le cause della cervicale sono da ricercarsi negli stili di vita sedentari e nelle posture scorrette, diffondendosi in pazienti di ogni età, già a partire dai 20 anni. La cattiva abitudine a stare troppo seduti, infatti, influisce negativamente sulla capacità della colonna vertebrale di svolgere il suo principale compito: erigerci contro la gravità.
Le posture scorrette spingono il tratto cervicale ad attuare numerosi compensi per assolvere a questo compito e per conservare l’orizzontalità dello sguardo, provocando stress meccanico e quindi dolore.
Per questo la maggior parte delle cervicalgie sono soprattutto di origine muscolotensiva (ovvero, da cattiva postura). Una minor percentuale è di origine post/traumatica (ad esempio, i tanto temuti colpi di frusta) o di origini viscerali (come riniti allergiche, temporo/mandibolari, oculo/visive, uditive).
A queste macro-cause si associano diversi altri fattori, come stress psicosomatici o colpi di freddo/caldo.

Sintomi della cervicalgia
I sintomi della cervicalgia possono avere un ampio ventaglio di manifestazioni, a seconda della zona sotto stress, del tessuto implicato e del tipo di compenso che il nostro organismo mette atto.
Si può parlare di:
- Cervicalgie muscolotensive della zona sotto-occipitale, che in fase acuta sfocia in emicrania a casco, su tutta la calotta cranica fino alla fronte, anche con pesantezza dei bulbi oculari. Può essere mono o bilaterale.
- Cervicalgie della parte bassa del collo, con pesantezza sui trapezi fino alla parte interna o esterna delle scapole. Spesso rappresenta una cervicalgia cronica, meno acuta ma protratta nel tempo, che si accentua soprattutto a fine giornata.
- Cervicalgie della parte anteriore del collo fino alla spalla, con dolori persistenti sui tendini della cuffia dei rotatori o a livello del capolungo del bicipite.
- Cervicalgie con blocchi articolari acuti, accompagnati da spasmi muscolari e da impossibilità al movimento (ovvero, il classico torcicollo acuto). Dolore solitamente forte, improvviso e invalidante, accompagnato da posizioni antalgiche che strutturano ulteriormente il dolore e lo spasmo muscolare. In questi casi si può avere anche un interessamento della radice nervosa, e quindi una cervicobrachialgia acuta che porta sintomi irradiati su tutto il braccio.

Come curare la cervicalgia con l'osteopatia
Come anticipato, il dolore cervicale può avere innumerevoli caratteristiche: il compito dell’osteopata è quello di capire innanzitutto quale sia il tessuto in sofferenza per poi approdare alla causa che l’ha generato. Dunque, una stessa cervicalgia può essere trattata diversamente, a seconda della localizzazione e della tipologia del dolore.

I principali trattamenti sono:
- Nella cervicalgia muscolo-tensiva, viene liberata la tensione sotto-occipitale dei muscoli del tronco e del diaframma. Ridotte queste tensioni, si insegna al paziente a “percepire” il proprio tratto dorsale (zona che solitamente lavora male in queste patologie) e ad usarlo in maniera corretta, per togliere alla cervicale il sovraccarico meccanico di cui era vittima.
- In una cervicalgia cronica, che dalla base del collo procede posteriormente verso le spalle, si lavora per togliere tensione alle scapole e ai muscoli trapezi, perlopiù col paziente in decubito laterale. Tolta la tensione muscolare e legamentosa, si tende a rimodellare il dorso restituendo alla colonna le giuste informazioni propriocettive (a seconda se si parla di dorso curvo o piatto).
- Per la cervicalgia del tratto anteriore di collo, che interessa anteriormente petto e spalle, il lavoro non interessa solo il tronco e la cervicale, ma anche gli arti superiori. Infatti è necessario controllare ed allungare anche le retrazioni fasciali delle braccia per riarmonizzare il sistema fascio-scheletrico. Anche in questo caso dopo una fase di liberazione tissutale, si procede con il lavoro posturale.
- Nel caso di un blocco cervicale acuto, o di una cervicobrachialgia, è indispensabile sbloccare le articolazioni vertebrali. A seconda poi che si tratti di un episodio singolo o di una recidiva, si può decidere se intervenire anche con la rieducazione posturale.

Caratteristiche del trattamento osteopatico

– Durata del trattamento: media
– Riduzione del dolore: dolore ridotto subito dopo le prime sedute
– Uso di farmaci: non necessario
– Possibilità di recidive: molto ridotta (dopo la conclusione del trattamento)

BRUXISMOIl bruxismo è definito come un’attività motoria caratterizzata da serramento e digrignamento dei denti durante l...
06/11/2024

BRUXISMO

Il bruxismo è definito come un’attività motoria caratterizzata da serramento e digrignamento dei denti durante la notte, abitualmente associata a micro-risvegli e accompagnata generalmente da rumori dovuti allo sfregamento dei denti.

Il bruxismo notturno è un’abitudine frequente. Ma sebbene circa il 60% della popolazione presenti un’attività dei muscoli masticatori durante il sonno, soltanto nell’8% della popolazione mondiale si può parlare di bruxismo.

La prevalenza del bruxismo nella popolazione presenta valori molto variabili e sembra essere correlata all’età: la presenza di bruxismo nei bambini va dal 14% al 20%, nei giovani (18- 29 anni) copre il 13%, negli adulti il 9% e nelle persone over 65 il 3%. Il bruxismo dei bambini in genere termina alla perdita di tutti i denti da latte e non va trattato.

Il bruxismo può essere classificato in base a diversi criteri:

A seconda dell’insorgenza:
1. durante la veglia,
2. durante il sonno,
3. combinato ovvero sia nella veglia che nel sonno.
Rispetto alle cause che provocano il bruxismo:
1. primario o idiopatico: senza cause apparenti,
2. secondario: associato a malattie e a farmaci o altre sostanze (antidepressivi, farmaci antipsicotici, anfetamine e sostanze simili).

A seconda del tipo di attività motoria:
1. Tonica: contrazione muscolare per più di due secondi,
2. Fasica: breve e ripetitiva contrazione della muscolatura masticatoria con tre o più impulsi di attività elettromiografia che dora tra gli 0,25 e due secondi ciascuno,
3. Combinata: fasi alternate di episodi tonici e fasici.
Circa il 90% degli episodi sono fasici o combinati, tranne il bruxismo da svegli, in cui gli episodi sono prevalentemente tonici.

Bruxismo: cause

Gli attuali studi supportano un’ipotesi multifattoriale della genesi e patogenesi, esistono sempre maggiori conferme che il bruxismo faccia parte di una risposta neurologica, espressione di disturbi del sistema centrale dopaminergico. A questo si aggiungono altri fattori come l’ansia e lo stress, fattori psicologici, assunzione di sostanze come l’extasy , l’alcol, la caffeina e il tabacco. Inoltre, malattie sistemiche e l’assunzione di farmaci (come ad esempio la serotonina, le benzodiazepine e le sostanze dopaminergiche) possono favorire l’insorgere di questo disagio.

Dunque possiamo considerare il bruxismo come un disturbo del sonno legato sia ad uno stato emotivo sia a diverse patologie, caratterizzato da un disturbo del movimento della mandibola che va a compromettere la qualità del sonno stesso e l’apparato masticatorio.

Clinicamente lo smalto dentale è il primo segno indicatore di bruxismo, ma va verificato che la sua usura non dipenda da altri fattori, quali ad esempio l’età, il tipo di occlusione, l’usura dello smalto, la dieta, l’ingestione di acidi e bevande gassate, il tipo di saliva, la presenza di disordini digestivi, come d’esempio il reflusso gastroesofageo.
Altri sintomi che si possono osservare in chi bruxa sono il dolore alla masticazione e ai muscoli cervicali, mal di testa, denti ipersensibili, attiva mobilità dei denti, stanchezza dovuta alla scarsa qualità del sonno.
Di solito vengono consigliati paradenti notturni (Bite) con funzione ammortizzatrice e riparatrice. Gli strumenti odontoiatrici servono tuttavia a prevenire il danno dentale e a ridurre il disagio per i familiari conviventi, ma non hanno un effetto terapeutico sul bruxismo stesso.

Bruxismo e trattamento manipolativo osteopatico

Attraverso il trattamento osteopatico è possibile andare ad agire sui meccanismi neurofisiologici che provocano il bruxismo. In particolare l’osteopata andrà a manipolare:
1. tutta la muscolatura masticatoria, andando a ridurne l’ipertono;
2. agirà sulle suture del cranio, per ottenere effetti regolatori sul Sistema Nervoso Autonomo;
3. tratterà la regione cervicale per aumentare la risposta parasimpatica;
4. tratterà i tessuti molli suboccipitali per attenuare il tono simpatico.
5. Attraverso tecniche di “rib raising” andrà a diminuire l’attività simpatica.

Queste tecniche permettono di agire su fattori quali l’ansia e lo stress, diminuendo così lo stato di ansia cronica nel paziente. Tutto ciò permetterà di migliorare il sonno, ovvero di aumentare le fasi di sonno profondo diminuendo i risvegli, poiché il bruxismo si verifica principalmente nelle fasi di sonno leggero. Questo porterà ad un ripristino dell’equilibrio allostatico del paziente.

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