Dott.ssa Lisa Bolognesi Psicologa

Dott.ssa Lisa Bolognesi Psicologa • Percorsi Psicologici
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Nessuna parola in più.Solo un “che bello”.
12/11/2025

Nessuna parola in più.
Solo un “che bello”.

Eccomi a riaffrontare il tema Film e Psicologia, dato che, complice un weekend casalingo, ho rivisto Il cigno nero (lovi...
09/11/2025

Eccomi a riaffrontare il tema Film e Psicologia, dato che, complice un weekend casalingo, ho rivisto Il cigno nero (loving Aronofsky) ..
Fermo restando che non sono di quelle che vede film per analizzarli, ci perderei tutto il gusto (e a dirla tutta rientrerei nel clichè della psicologa che analizza tutto ciò che si trova davanti), ma questo film ci sta proprio!
Il film è costruito sul tema del doppio, che rispecchia il conflitto tra il Cigno Bianco [purezza, innocenza, disciplina, controllo] e il
Cigno Nero [sensualità, istinto, aggressività, desiderio]. E Nina no, non riesce proprio a integrare queste due parti della sua psiche.
Nina incarna il perfezionismo patologico. La sua identità è interamente fondata sull’essere “perfetta”: è rigida, controllata, fragile, vive per il giudizio altrui.
Interessante e a suo modo spaventoso il rapporto con la madre (una ex ballerina fallita) che vive per procura attraverso la figlia.
Questo crea una dinamica di dipendenza simbiotica e controllo tossico: la madre annulla i confini personali di Nina che quindi non sviluppa una propria identità autonoma.
La trasformazione di Nina è la metafora di ciò che accade quando la ricerca della perfezione diventa ossessione.
Il desiderio di essere “abbastanza” si trasforma in un labirinto mentale dove realtà e allucinazione si fondono, in una crisi psicotica, fino a farle perdere sè stessa.
Alla fine, Nina “raggiunge la perfezione”… ma al prezzo della propria identità.

Un messaggio potente: la nostra luce e il nostro buio. Solo integrando entrambe le parti possiamo danzare davvero liberi.

🖤 “I felt it. Perfect. It was perfect.”

In questi giorni mi sono rivista un po’ di Avatar, filmone del 2009 (non uno dei miei preferiti, ma Disney+ me lo propon...
27/10/2025

In questi giorni mi sono rivista un po’ di Avatar, filmone del 2009 (non uno dei miei preferiti, ma Disney+ me lo proponeva. In attesa di capire se merita vedermi American Horror Story.. chi sa, parli.. 😉)
Ok.. Tornando ad Avatar, c’é questo pianeta - Pandora, e questa popolazione - i Na’vi. Ecco, nel mondo dei Na’vi, c’é un detto: “Oel ngati kameie” : io ti vedo.
Che non significa semplicemente ti guardo.
Significa ti riconosco.
Vedo chi sei davvero, oltre la forma, oltre i ruoli, oltre le maschere.

La psicoanalista Jessica Benjamin questo lo chiama riconoscimento:
quel momento in cui io ti vedo come soggetto — e tu vedi me.
Non come oggetti da interpretare, ma come esseri umani che esistono attraverso lo sguardo reciproco.
È lì che nasce la vera relazione.

E anche la neuroscienza ci parla di questo:
i nostri cervelli contengono i neuroni specchio (scoperti da Gallese e Rizzolatti), che si attivano quando osserviamo le emozioni o le azioni di un’altra persona.
È il linguaggio invisibile dell’empatia, la prova che siamo fatti per risuonare, per sentirci l’un l’altro.

Nello studio dello Psicologo, il “ti vedo” si traduce ad esempio nella validazione dell’esperienza, nel far sentire la persona accettata e compresa senza minimizzare o giudicare.
L’“io ti vedo” significa anche: qui puoi esprimerti liberamente senza paura di critiche.
Non si definisce la persona solo dai problemi che porta, ma la si considera intera, con risorse e potenzialità.

In Avatar, Jake smette di essere invisibile solo quando Neytiri lo vede per ciò che è, non per ciò che appare.
È in quello sguardo che diventa reale.

Forse anche noi abbiamo bisogno, ogni giorno, di qualcuno che ci dica, con la presenza, con il cuore, con la mente aperta:
✨ Io ti vedo.
E, ancora di più, di imparare a dirlo a noi stessi.

Sono sempre rimasta affascinata da quello che in gergo é chiamato “Double Bind”: il paradosso del “qualsiasi cosa faccia...
08/10/2025

Sono sempre rimasta affascinata da quello che in gergo é chiamato “Double Bind”: il paradosso del “qualsiasi cosa faccia, sbaglio”.

Forse a volte hai sentito quella sensazione sottile di essere intrappolato in un doppio messaggio…
Un “fai come vuoi” che in realtà significa “se non fai come dico io, mi deludi”.

Questo è il Double Bind – o doppio legame – una dinamica comunicativa in cui una persona riceve due messaggi contraddittori da una figura importante (genitore, partner, capo…), e qualsiasi scelta faccia, sembra “sbagliata”.

Ti dicono:
• “Sii spontaneo!” …ma ti giudicano se lo sei davvero. (E che poi, se ci pensi bene, come fai ad esser spontaneo se ti dicono di esserlo?)
• “Puoi sempre contare su di me” …ma quando lo fai, ti rimproverano di essere troppo dipendente.

A volte il giudizio o il rimprovero possono arrivare da un canale anche molto sottile come la comunicazione non verbale…

Nel tempo, il doppio legame può generare confusione, ansia e moooolto senso di colpa, minando anche la fiducia nelle proprie percezioni.

Uscirne significa imparare a riconoscere il paradosso e a mettere limiti chiari tra ciò che ci viene detto e ciò che sentiamo sia autentico per noi.
Non sempre si può “risolvere” un double bind, ma si può scegliere di non restarne intrappolati.

🪑✨ “Arredare i concetti” 🖼️ A volte certe parole ci spaventano. Sì, succede.Prendiamo la parola “Responsabilità”: per qu...
25/09/2025

🪑✨ “Arredare i concetti” 🖼️

A volte certe parole ci spaventano. Sì, succede.

Prendiamo la parola “Responsabilità”: per qualcuno suona come peso, obbligo, dovere, pressione..

Ma… e se la arredassimo a modo nostro?
Se invece di immaginare una stanza grigia con atmosfera pesante, scegliessimo noi i colori, i mobili, le luci?

Responsabilità potrebbe diventare:
Prendersi cura (di sé o degli altri)
Avere la possibilità di scegliere
Fiducia che ci viene data
Uno spazio per crescere

Oppure ancora prendiamo la parola “Vulnerabilità”: per molti é sinonimo di debolezza, fragilità, pericolo!

Ma potremmo a modo nostro vederla anche come autenticità, connessione, coraggio...

I concetti non sono muri fissi: possiamo dipingerli, trasformarli, renderli nostri.
Non si tratta di cambiare la parola, ma di scegliere come abitarla.

Molte persone si trovano a descrivere le relazioni serene come “piatte” o “noiose”. E si chiedono come mai arrivano a ri...
09/09/2025

Molte persone si trovano a descrivere le relazioni serene come “piatte” o “noiose”. E si chiedono come mai arrivano a rifiutare o evitare qualcosa che forse una parte di loro ricercherebbe, ovvero un partner stabile e amorevole.

Ovviamente può succedere perché semplicemente l’altra persona non è giusta per noi, ma in alcuni casi ciò succede perchè…

💡 Perché succede?
Il nostro cervello si abitua a ciò che sperimenta più spesso.
Se nelle relazioni passate sono stati presenti conflitti, instabilità o mancanza di sicurezza, il corpo può essersi “tarato” su un alto livello di adrenalina e cortisolo (ormoni dello stress).

Può accadere che il modello familiare vissuto influenzi la percezione: quando ad esempio siamo abituati a distanza o freddezza, la serenità di oggi può essere confusa con mancanza d’amore. O comunque non ci torna, ci stona, anche perché semplicemente a volte abbiamo bisogno di dare un senso (e quindi giustificare) la dinamica in cui siamo cresciuti.

La chimica conta:
• Dopamina + adrenalina = intensità del conflitto
• Ossitocina + serotonina = calma, fiducia, stabilità

Chi ha conosciuto soprattutto la prima combinazione può scambiare la seconda per “assenza di emozioni”.

Quando poi ci si trova in una relazione sana, con bassi livelli di stress, il cervello può interpretare questa calma come mancanza di stimolo, generando frustrazione o insoddisfazione.

🔄 Non è noia, è riadattamento!
Il sistema nervoso sta imparando a funzionare senza iperattivazione.
Serve tempo, consapevolezza e, a volte, supporto psicologico.

Immagino e capisco che prima di iniziare un percorso psicologico, o anche semplicemente mentre pensi di poterlo fare, un...
23/07/2025

Immagino e capisco che prima di iniziare un percorso psicologico, o anche semplicemente mentre pensi di poterlo fare, una delle domande che può arrivare è:

• Ma che cavolo succederà in quella stanza?? [o in quello schermo (se online)]

Ho cercato nelle slide di descrivere e rassicurare su quello che di solito avviene nei nostri percorsi.

Ben cosciente che Tutto (con la T maiuscola) ciò che prende vita in questi percorsi, non è assolutamente riassumibile in 5 slide.

🌀🧿

Indirizzo

Lucca
55100

Orario di apertura

Lunedì 08:30 - 20:00
Martedì 08:30 - 20:00
Mercoledì 08:30 - 20:00
Giovedì 08:30 - 20:00
Venerdì 08:30 - 20:00
Sabato 08:30 - 16:00

Telefono

+393478254567

Sito Web

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