L’ AYURVEDA si traduce “scienza della vita”, in India da più di 5000 anni è conosciuta come “LE MADRI DI TUTTI I SISTEMI DI GUARIGIONE” per il Benessere del corpo e della mente. Racchiude in sè filosofia, disciplina e arte, l’ arte di vivere. E’ il più antico sistema di CURA NATURALE, si concentra sul riequilibrio della forza vitale all’ interno dell’ essere. L’ AYURVEDA ci insegna a conoscere la nostra vera natura , mettendoci in contatto armonico col nostro ambiente e col nostro IO interiore per raggiungere l’ equilibrio tra noi e l’ universo. Secondo l’ AYURVEDA la vita è formata da cinque elementi indivisibili: etere, aria, fuoco, acqua e terra, che sono i protagonisti nella costituzione dell’uomo,generando le tre forze o energie vitali chiamate TRI DOSHA: VATA (la forza del movimento) = aria + etere, PITTA (la forza della trasformazione) = fuoco + acqua, KAPHA (la forza della coesione) = acqua e terra.
IO SONO.....
Mi chiamo Roberta Valerio ho 49 anni e sto vivendo una terza vita in una sola, incredibile e meraviglioso. Per 40 anni ho vissuta una vita strutturata secondo gli schemi per cui sono stata cresciuta, genitori, scuole, società e tutto quello che ci gira intorno.Poi per mia fortuna una totale crisi depressiva mi ha portato a scegliere tra vivere una vita nuova e vera per me o continuare a soppravvivere fino a morire. E’ stato facile scegliere di essere FELICE, o almeno provarci, cosa avevo da perdere ?! Bè da quell’ istante che ho scelto me, ho ascoltato quella vocina che mi suggeriva cosa era bene per me... l’ ho riconosciuta subito, per anni tentava di parlarmi e io la soffocavo con quelle che chiamano “regole della vita” : scuola dell’ obbligo (già solo la parola dice tutto),poi lavoro,casa, matrimonio, figli, chiesa e le solite frasi : sei una donna questo non puoi, questo non si fà... e più mi dicevano così e più quella vocina mi supplicava,con tutti quei no, no, no. GRAZIE a te vocina mia, GRAZIE a te bambina mia,GRAZIE a te anima mia, da quel giorno io mi sono VISTA, mi sono SENTITA VIVA e VERA. La TRASFORMAZIONE quando inizia dentro di te e non la puoi più fermare, assapori le piccole cose, ogni singola parola, o persona incontrata ti da una sensazione di pienezza assoluta. Avevo tutto, non mancava nulla ma ero infelice..Ho lasciato andare tanto, forse non ancora tutto, ma quello che riconosco ora è veramente una nuova esistenza, un mondo completamente ricco di tutto e niente, ed è in quel niente che ho trovato tutto. Sono sempre una ricercatrice in ASCOLTO DELL’ ANIMA che mi accompagna in questo viaggio meraviglioso, chiamalo mondo, chiamalo vita, esperienza o avventura a me piace chiamarlo Universo.......
IO SONO una FATA; sono l’ aria, il vento, i fiori mi appartengono, sono parte di me, nei colori e nella loro essenza, sono il sole; un suo raggio che splende e riscalda, sono la luna; m’illumino nella notte, sono una stella e brillo nel cielo di notte, sono la terra; la madre che custodisce e nutre, sono il cielo e lì volo libera ......
IO SONO RADHA DASI
« Rādhā è stata venerata dai devoti di Viṣṇu non solo come
l'amata terrena di Kṛṣṇa ma anche come la sua eterna consorte,
la metà della dualità divina. [...] Rādhā, personificazione dell'ideale
dell'"amore devozionale" (prema bhakti), è divenuta essa stessa
oggetto del culto viṣṇuita, talvolta come una realtà mediatrice, ma
spesso come realtà suprema, più elevata dello stesso Kṛṣṇa. »
(Donna Marie W ulff, Rādhā, in "Enciclopedia delle religioni", vol.9;
Milano, Jaca Book, 2006, p. 299 )
Secondo alcuni racconti poetico-religiosi hindū, segnatamente bengalesi, Rādhā è la
moglie del pastore Āyāna[2]. Un altro pastore di Vṛndāvana, di nome Nanda, alleva
il piccolo Kṛṣṇa, il quale divenuto giovinetto amoreggia con molte gopī, figlie e
mogli dei pastori[3], tra cui, la principale, è Rādhā.
Nell'articolata simbologia teologica hindū, Rādhā rappresenta la totalde evozione per
Dio, Kṛṣṇa, e l'abbandono, amoroso e incondizionato, a lui (prema bhakti),
sentimento che, nella visione viṣṇuita, rappresenta il più alto principio dell'intero
universo. Tale forma di abbandono amoroso è governato dalla potenza del "piacere"
(s. m. hlāda, hlādinī) spirituale e trascendente. In questo senso, per alcune teologie
la stessa Rādhā è una manifestazione di Dio, Kṛṣṇa, ovvero della sua potenza
quando egli intende manifestare il "piacere", e tale manifestazione va intesa come
atemporale.
L'amore spirituale di Rādhā verso Kṛṣṇa, ma adultero nei confronti del proprio
marito terreno, viene reso come la metafora dell'amore più elevato, perché solo
l'amore tra gli amanti che nulla si devono l'un l'altro, a differenza di quello coniugale
mediato per mezzo di un accordo, è inteso come il più puro.
NAMASTE’