17/07/2025
Da giorni vedo, come ogni anno da tanti anni in questo periodo, l'esaltazione (che certamente comprendo e ovviamente rispetto) dei maturandi usciti con il massimo dei voti dal Liceo e dagli Istituti tecnico-professionali, con tanto di foto su giornali e social.
Quello che tanti ragazzi, oggi, ci stanno comunicando è ALTRO: ma siamo così sicuri che questo bisogno di mostrare chi è stato migliore in termini numerici sia così necessario? Nel 2025 abbiamo ancora così bisogno di rimarcare differenze in termini di numeri?
Ciascuno studente sa perfettamente chi è più preparato di lui in matematica, chi è più portato di lei nello studio della storia, chi è migliore nelle attività di educazione motoria. I ragazzi lo sanno già: il tema del confronto sociale e dell'osservazione dell'altro è insito in ognuno di noi, ancor più in adolescenza.
Quando il sistema scolastico comincerà ad occuparsi del PERCORSO di ogni ragazzo, del "come ha fatto ad arrivare fino a lì", mettendo sul giornale (se proprio si deve, eh?!) le foto di chi ha occupato un ruolo fondamentale di mediazione in classe, o di facilitazione del dialogo studenti-docenti, o di supporto di natura emotiva verso i momenti delicati di un compagno, o di chi si è rialzato dopo un proprio momento di forte crisi? La maturità emotiva, affettiva, riflessiva di un diciannovenne contano? Hanno un valore? Hanno un peso nella scuola di oggi?
È molto più complesso guardare a questi aspetti e decisamente più immediato basarsi sui numeri. Ma il merito è sempre solo basato sul voto che ottengo?
Vi prego, NO.