Dr. Jonni Sangiorgi

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Dr. Jonni Sangiorgi Dott. Scienze Motorie, Posturologo,
Socio e Terapista SAN GIACOMO Rehab for Life. Tecnico PANCAFIT

23/08/2025
19/08/2025

📘 La rubrica "Il Team Raggi Method®️" prosegue, presentando un docente che incarna perfettamente il legame tra clinica e didattica.

➡️ Il Dott. Francesco Spagnolo è fisioterapista, docente universitario e direttore scientifico di Raggi Method®️ Academy.

Nel corso degli anni ha maturato competenze trasversali, approfondendo conoscenze in ambito riabilitativo, sportivo, di ricerca e di medicina complementare grazie agli studi accademici e a numerose esperienze personali.

📌 È il profondo desiderio di comprendere la vita e le sue dinamiche a spingerlo costantemente a porsi domande, anziché accontentarsi di risposte immediate.

🤝 Questo approccio ha plasmato il suo metodo di lavoro, rigoroso e metodico, sempre improntato al rispetto della globalità della persona.

💬 La sua filosofia si riflette in una frase chiave: "La qualità della nostra vita, in una certa misura, dipende dalla qualità delle domande che ci poniamo’’.

Oggi, il Dott. Spagnolo coordina e supporta le attività scientifiche e formative della nostra scuola, contribuendo in modo decisivo alla crescita di Raggi Method®️, Pancafit®️ e Pancafit Vertical®️.

🗓️ Ti ricordiamo che a ottobre ripartono i corsi Raggi Method®️ Academy.

Se cerchi una formazione fondata sull’esperienza, la competenza e la ricerca, il momento giusto per iscriversi è ora.

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📝 Info e iscrizioni: corsi@posturalservice.it

18/08/2025

I nostri neuroni, deputati a vari compiti per garantire funzioni e sopravvivenza, hanno anche la funzione di ricordo. Questo vale sia per i movimenti, ma anche per i comportamenti. La nostra storia, oltre che tracciare e disegnare la nostra postura, ha in se ogni esperienza accumulata nel DNA. Tali memorie, sono li, accatastate in un continuum, senza tempo. Siamo noi a dare una valenza al ricordo, ma di fatto, il ricordo si comporta alla stessa maniera..., sia che sia registrato da ieri o da anni. Non si perde la memoria, ma spesso si offusca, si oscura. I "blocchi vibrazionali" dei neuroni (e dunque l'appannamento della memoria, il dimenticare), avvengono quando l'impatto emotivo o doloroso è stato occultato per garantire la sopravvivenza; si perde il ricordo per evitare la perenne minaccia..., giacché se il ricordo fosse sempre attivo, rappresenterebbe una costante minaccia....anche se è solo un ricordo. Dopo tutto, cosa cambia fra una cicatrice reattiva che è tale anche dopo 50 anni? È come un ricordo doloroso. Viene solo dimenticato, come la cicatrice....ma, rimane reattivo fino a che non viene "trattato".
Per garantire la nostra sopravvivenza, la nostra mente preferisce offuscare e dimenticare..., avendo così l'illusione di aver risolto il problema. Perché stupirci di questo, quando la stessa cosa la fa il corpo intero? Ogni volta che si avverte un dolore, le catene muscolari, sotto il dettame del STP, compensano... Attuano vizi posturali. È una illusione pensare che il dolore passi da solo. Questo tipo di dolore, non passa, ma viene nascosto con i compensi. Così anche la mente compensa rimuovendo.
Ma, ogni ricordo rimosso, occultato, non solo rappresenta una "menomazione neuronale" (blocco delle sue funzioni), ma il ricordo ed il dolore viene registrato anche nell'area dell'impatto sul corpo. Un trauma ad una gamba, colpisce la gamba e li si incista la memoria.
Semplicemente hanno la stessa risonanza e come tali risuonano insieme e si danneggiano insieme. Questo per dire che un dato memorizzato, non è nel passato, ma è sempre presente anche se dimenticato; agisce come una "spina irritativa silente", nel presente, sottraendo energia vitale alla persona..., oggi.
La terapia posturale, che tratta l'intero soma (inevitabilmente,dato che la postura è l'insieme del contenitore e del contenuto), non può non tenere in considerazione anche questi aspetti. Quando il corpo del paziente in terapia posturale del nostro metodo, viene posizionato in posture decompensate (in cui si riducono i compensi antalgici), è inevitabile che piano piano il paziente inizi a ricordare e sperimentare i vecchi dolori ed i vecchi traumi del passato.
Insieme a questi, deve emergere anche l'emozione contenuta ed incistata nel muscolo, nella fascia, nella catena. Allora potremo dire di aver fatto veramente riequilibrio della postura ad approccio globale. Quando il ricordo emerge..., apparentemente si ricollega al passato, ma di fatto, il ricordo, è qui, sepolto nel presente: QUI, ORA!!!Quando l'emozione emerge e "sfuma via", il paziente avverte una leggerezza sostanziale, gradevole..., che lo ripaga del sacrificio dell'essersi messo in discussione. Senza crisi, non si cambia lo status quo (D. Raggi). Prof. Daniele Raggi

18/08/2025

[ CI COMPORTIAMO IN FUNZIONE DEI CONFLITTI RICEVUTI. ]
Ogni dato, informazione o conflitto che abbiamo ricevuto dal concepimento ad oggi..., è stato registrato, e come tale è entrato a far parte del nostro bagaglio; da quel momento, ogni outflow, ovvero ogni informazione, comportamento o conflitto in uscita, non potrà che essere sulla base di ciò che abbiamo ricevuto (inflow). Non si può emettere ciò che non si ha o che non si possiede. Sappiamo ben replicare ciò che abbiamo vissuto, subito, sperimentato, anche se una parte avviene in modo incosciente.
Su un piano fisico, questa cosa avviene anche per una persona nata sordomuta. Nonostante le sue corde vocali siano perfettamente sane e funzionanti, non potrà emettere suoni o suoni coordinati perché non ha mai ricevuto una informazione a riguardo dei suoni dalle sue orecchie perché sordo. Ovvero se non ci sono file in ingresso, esempi di suoni, non ci potranno essere file in uscita che abbiano alcun riferimento.
Ed ecco che quando si è subita una educazione poco raccomandabile, violenze, prevaricazioni, etc, la tendenza sarà quella di replicare ciò che si ha nel database mentale. È un fenomeno indipendente dalla volontà a meno che non si intervenga in modo mirato. Infatti, al fine di uscire da questo dannato circuito prevaricatore, si deve per forza fare appello alla coscienza. Se questa è veramente forte, allora attraverso tecniche del "qui ed ora", meditazioni, etc, la persona riesce a sfuggire a molti dettami dei suoi conflitti..., quanto meno azioni nefaste verso le altre persone.
Oppure deve elaborare quei conflitti (ferite emozionali-metamedicina) che gli fanno avere comportamenti aberrati al fine di interrompere il meccanismo di replica verso se stessa in primis e poi verso gli altri.
Prendiamo per esempio quelle maestre scoperte a picchiare i bambini indifesi, le badanti a picchiare o seviziare gli anziani, le molestie sessuali o cose simili. In tutti questi casi state certi che vi era all'interno del proprio "database mentale" una serie di conflitti con gli stessi contenuti o aberrazioni molto, molto simili. Anche se la persona si ripromette di non fare mai più lo stesso errore, ci saranno occasioni in cui il fenomeno tende a prendere il sopravvento in modo identico o con forme maniacalmente deformate ma con contenuti simili.
Acquisire consapevolezza di come funzionano questi meccanismi è il primo passo per iniziare una nuova strada, una nuova vita. L'uomo è fatto principalmente di pensiero, di dati, di concetti, di engrammi, di conflitti ancor prima che di carne ed ossa. Prima di dedicarsi al corpo, quale essere spirituale e mentale, dovrebbe dedicarsi alla formazione interiore. Poi al seguito, anche attraverso le esperienze corporee, forgiare il proprio carattere verso i principi ed i valori.
(D. Raggi) Prof. Daniele Raggi

18/08/2025

MALATTIE
E STATI D’ANIMO
Generalmente le malattie,
sono il prodotto finale di conflitti,
di stati d’animo negativi,
di ferite emozionali croniche
tendenti a sopprimere gioia,
voglia di fare, entusiasmo,
voglia di vivere, etc.;
oppure attivano paure, ansie, incertezze.
"Dentro di noi esistono già
tutti i tipi di memorie di malattie,
passate, presenti, future".
L’ambiente, le circostanze, hanno
il potere di mandare in risonanza
tutto ciò che già è dentro di noi.
La malattia, una volta insediatasi,
tenderà a sua volta a ridurre
ulteriormente il potenziale di vita,
abbasserà la voglia di fare,
di lottare o di vivere.
Ecco come si crea una spirale
discendente, peggiorativa,
che tende a trascinare la vita
ed i valori sempre più in basso.
Per uscirne serve forza interiore,
serve fare appello alla consapevolezza
più profonda che spesso dimentichiamo
avere dentro di noi, sepolta, dormiente.
Bisogna decidere:
vivere consapevolmente...
o soccombere inconsapevolmente.
(D. Raggi)

18/08/2025

LE PAURE ED I CONFLITTI
Se hai paura dei giudizi altrui...,
allora sei uno che giudica spesso gli altri!!!
Sei hai la necessità di giudicare gli altri...,
allora sei uno che non accetta di essere
ciò che è!!!
Se non accetti ciò che sei...,
allora tu stesso hai subito un conflitto di non accettazione!!!
È andando alle origini... che si cancellano
le paure...
e non certo vivendo e sperimentando
le stesse paure per tutta la vita.
Lotta per la libertà..., è un diritto innato...
migliorerà anche la postura.
(D. Raggi)

18/08/2025
18/08/2025

[ QUALE CONFLITTO EMOZIONALE
PENSI SIA IL PIÙ SEVERO O IMPORTANTE? ]
Di tutti i conflitti che esistono, solo alcuni vengono normalmente menzionati...; nella mia pratica quotidiana, ne rilevo molti di più che il paziente fa affiorare in modo spontaneo. Ogni tipologia di conflitto ha il potere di "formare e deformare" la postura in modo sostanziale e peculiare.
In terapia quando utilizzo le "posture decompensate" e vi abbino la "respirazione lasciata", succedono cose molto interessanti. Il diaframma, che è il grande regista delle catene, è anche un evocatore di numerosi conflitti emozionali (engrammi legati ai vecchi traumi fisici e conflitti emozionali rimasti incistati nei meandri dei tessuti).
Sul piano posturale utilizzo un tipo di gestione meccanica, mentre sul piano emozionale, mi spetta il compito di ascoltare il paziente senza valutare o dirgli cosa fare o cosa pensare di se stesso. La cosa interessante è che permettendogli di esprimersi sia attraverso il piano fisico che attraverso il piano verbale/emotivo, il suo stato di malessere si trasforma in miglioramento e benessere, a volte in modo rapido e sorprendente.
Qui di seguito ho elencato una serie di conflitti che prevalentemente emergono. Questi stessi conflitti di fatto possono contenere altri conflitti al loro interno con sfaccettature simili e che per questo non li ho elencati.
Della lista qui sotto, se dovessi dare un ordine di importanza, come stileresti la lista?
A quale daresti priorità? (D. Raggi) Prof. Daniele Raggi

1. Non desiderato
2. Non accettato
3. Non riconosciuto
4. Non voluto
5. Respinto
6. Rifiutato
7. Non considerato
8. Abbandonato
9. Tradito
10. Separazione
11. Ingiustizia
12. Prevaricazione
13. Non all'altezza
14. Svalutato
15. Non compreso
16. Inadeguato
17. Umiliazione
18. Non potercela fare
19. Senza via di fuga

16/08/2025

Fenicotteri Rosa 🏖️

12/02/2025
04/02/2025

[ CATENE "NEURO-MUSCOLARI" ]
Il nostro corpo, sotto il profilo della biomeccanica, può essere paragonato al classico "burattino": ossa, tenute unite da legamenti, guidate da fili (i muscoli), gestite dal burattinaio (sistema nervoso).
Nella vita, affinché si possa avere un efficace "movimento coordinato e finalizzato", il Sistema Tonico Posturale deve saper "creare" ed utilizzare le "catene muscolari".
Vari autori ne descrivono percorsi, mappe, azioni..., ma la realtà si palesa un pò diversa; il vissuto personale stravolge tutte le logiche. I traumi, i dolori, i vizi posturali, le cicatrici, le malocclusioni, i problemi visivi, le disbiosi, i rancori, le cisti emotive, etc, fanno si che il STP, debba sottostare alle leggi fondamentali della Postura: "NON dolore", "economia", "bisogni primari".
Per fare ciò, ogni disagio, dolore, fastidio che possa perturbare anche il più semplice "pulsare della vita", deve essere limitato, evitato o "sostituito"; tale sostituzione, se valida (deve rispettare le 3 leggi fondamentali), viene memorizzata nello "schema centrale" e poi "riproposta", da lì in poi, in modo automatico.
Ecco che, le "catene muscolari" di fatto, divengono "catene neuro-muscolari"; ovvero "pacchetti di movimenti" già strutturati, già preordinati a livello dello "schema centrale". Da ciò ne deriva grande vantaggio per la sopravvivenza del momento, ma non nell'ergonomia e nella massima espressione delle funzioni per il futuro; ma si sopravvive!
Ecco come si creano catene con "percorsi funzionali individuali", ma che condurranno, nel tempo, alla patologia; ognuno ha "personalizzato se stesso" in base al proprio vissuto, ma non all'ideale.
Come pensare di poter trattare tutti i pazienti allo stesso modo e con gli stessi protocolli? Tutt'al più, si possono utilizzare gli stessi principi ma, la strategia ed il percorso, devono essere personalizzati. Questo giustifica la tecnica delle "posture decompensate" del nostro Metodo, il cui scopo è quello di far emergere i "ricordi personali" (memorie di vecchi traumi, cisti emotive, etc.). Non si possono lasciare le "radici del problema" nel proprio terreno, quando si vuole estirpare definitivamente il problema.
Eliminata la causa "alla radice", eliminato il problema..., per sempre. (D.Raggi) Prof. Daniele Raggi

04/02/2025

IL FENOMENO... "GOBBA DEL BISONTE"
Non piace a nessuno questo inestetismo...,
tantomeno il nome che vi è stato affibbiato.
Perché si verifica così di frequente?
Perché colpisce soprattutto il sesso femminile?
La sua formazione è lenta e complessa;
Oggi abbiamo scoperto la dinamica e la causa
principale che determina questo fenomeno.
Per questa ragione siamo in grado di trattare
e sconfiggere tale "gobba del bisonte".
Il diaframma, è uno dei principali indiretti
responsabili per molteplici ragioni.
Una dinamica della respirazione perturbata (soprattutto
di un corpo femminile predisposto alla maternità e/o
per ragioni viscerali, emotive, posturali, etc.), coinvolgerà
i muscoli accessori del collo in modo non dovuto.
Se ciò avviene per un periodo sufficientemente lungo,
i muscoli accessori, "aggrediranno e paralizzeranno"
le ultime vertebre cervicali C7 e le prime dorsali D1, D2, D3;
è proprio in questo tratto che si instaurerà la "gobba del bisonte".
A seguito di tale "blocco meccanico", seguirà
un blocco circolatorio e poi un blocco energetico;
seguiranno poi la fibrosità e l'adiposità dei tessuti di questo tratto.
Associato a questo fenomeno, troveremo altre alterazioni
posturali: testa anteposta, con uno scalino fra le vertebre
cervicali ancora libere e quella bloccata.
Avremo anche il tratto dorsale rettificato
ed in seguito la zona lombare rigida.
È un processo che avanza in modo inevitabile.
Questo fenomeno può essere completamente trattato
e risolto attraverso l'analisi del come e del perché si è creato
e attraverso una serie di trattamenti posturali ben coordinati.
(D. Raggi)

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