
19/08/2025
I nostri neuroni, deputati a vari compiti per garantire funzioni e sopravvivenza, hanno anche la funzione di ricordo. Questo vale sia per i movimenti, ma anche per i comportamenti. La nostra storia, oltre che tracciare e disegnare la nostra postura, ha in se ogni esperienza accumulata nel DNA. Tali memorie, sono li, accatastate in un continuum, senza tempo. Siamo noi a dare una valenza al ricordo, ma di fatto, il ricordo si comporta alla stessa maniera..., sia che sia registrato da ieri o da anni. Non si perde la memoria, ma spesso si offusca, si oscura. I "blocchi vibrazionali" dei neuroni (e dunque l'appannamento della memoria, il dimenticare), avvengono quando l'impatto emotivo o doloroso è stato occultato per garantire la sopravvivenza; si perde il ricordo per evitare la perenne minaccia..., giacché se il ricordo fosse sempre attivo, rappresenterebbe una costante minaccia....anche se è solo un ricordo. Dopo tutto, cosa cambia fra una cicatrice reattiva che è tale anche dopo 50 anni? È come un ricordo doloroso. Viene solo dimenticato, come la cicatrice....ma, rimane reattivo fino a che non viene "trattato".
Per garantire la nostra sopravvivenza, la nostra mente preferisce offuscare e dimenticare..., avendo così l'illusione di aver risolto il problema. Perché stupirci di questo, quando la stessa cosa la fa il corpo intero? Ogni volta che si avverte un dolore, le catene muscolari, sotto il dettame del STP, compensano... Attuano vizi posturali. È una illusione pensare che il dolore passi da solo. Questo tipo di dolore, non passa, ma viene nascosto con i compensi. Così anche la mente compensa rimuovendo.
Ma, ogni ricordo rimosso, occultato, non solo rappresenta una "menomazione neuronale" (blocco delle sue funzioni), ma il ricordo ed il dolore viene registrato anche nell'area dell'impatto sul corpo. Un trauma ad una gamba, colpisce la gamba e li si incista la memoria.
Semplicemente hanno la stessa risonanza e come tali risuonano insieme e si danneggiano insieme. Questo per dire che un dato memorizzato, non è nel passato, ma è sempre presente anche se dimenticato; agisce come una "spina irritativa silente", nel presente, sottraendo energia vitale alla persona..., oggi.
La terapia posturale, che tratta l'intero soma (inevitabilmente,dato che la postura è l'insieme del contenitore e del contenuto), non può non tenere in considerazione anche questi aspetti. Quando il corpo del paziente in terapia posturale del nostro metodo, viene posizionato in posture decompensate (in cui si riducono i compensi antalgici), è inevitabile che piano piano il paziente inizi a ricordare e sperimentare i vecchi dolori ed i vecchi traumi del passato.
Insieme a questi, deve emergere anche l'emozione contenuta ed incistata nel muscolo, nella fascia, nella catena. Allora potremo dire di aver fatto veramente riequilibrio della postura ad approccio globale. Quando il ricordo emerge..., apparentemente si ricollega al passato, ma di fatto, il ricordo, è qui, sepolto nel presente: QUI, ORA!!!Quando l'emozione emerge e "sfuma via", il paziente avverte una leggerezza sostanziale, gradevole..., che lo ripaga del sacrificio dell'essersi messo in discussione. Senza crisi, non si cambia lo status quo (D. Raggi). Prof. Daniele Raggi