03/10/2025
VALORI "OTTIMALI" DEI MARCATORI lNFlAMMATORl
Se hai stanchezza che non molla, dolori sparsi, pelle reattiva, mal di testa intermittenti, pancia in subbuglio, sonno ballerino o cervello in “modalità nebbia”… c’è un indiziato che ricompare spesso sulla scena del crimine... l’infiammazione cronica a bassa intensità. Non è “la cattiva” in sé (l’infiammazione acuta è vita, ripara, difende, cicatrizza), ma quando resta accesa a volume basso, giorno dopo giorno, inizia a sabotare sistemi, ormoni, umore, metabolismo, energie.
La buona notizia? Si misura. Non a sensazione, non “a occhio”, ma con esami del sangue precisi. E una volta che hai una mappa affidabile, puoi intervenire in modo intelligente. In questo post ti spiego, con linguaggio umano e zero giri di parole, i marker di infiammazione che "dovrebbero" essere usati come bussola clinica, i range ottimali (non solo “nella norma”) e come prepararti perché i risultati non siano falsati dal giorno sbagliato o da una corsetta di troppo la sera prima. Ti dico anche come collegare i puntini... cosa suggerisce un profilo “tipo” e quali scelte pratiche puoi avviare.
Nota importante: quello che segue è materiale educativo. Non sostituisce la valutazione del tuo medico né equivale a diagnosi o terapia. Usalo per capire meglio il tuo corpo e per parlare in modo più consapevole con i professionisti che ti seguono.
Perché misurare l’infiammazione (e non inseguire a caso i sintomi)? L’infiammazione cronica non nasce da un solo fattore. È spesso la somma, dieta sbilanciata, picchi glicemici, stress nervoso prolungato, sonno corto, infezioni latenti, tossine ambientali, disbiosi, carenze nutrizionali, sedentarietà o, al contrario, sport intenso mal recuperato. Quando il “carico totale” supera la tua capacità di compenso, il sistema immunitario produce mediatori infiammatori in modo persistente. E tu lo senti: dolori, ritenzione, gonfiore, pelle che urla, mente spenta, ormoni disallineati, chili in più (o in meno), infezioni ricorrenti, umore fragile.
Gli esami che stai per leggere non servono a spaventare. Servono a mettere i numeri dove spesso ci sono solo sensazioni. E a misurare i progressi, se cambi alimentazione, stile di vita, ritmo sonno-veglia, integrazione, gestione dello stress… i marker devono muoversi. È il cruscotto che ti dice se stai andando nella direzione giusta.
Ecco come prepararti agli esami (piccoli accorgimenti, grandi differenze):
- Digiuno: per la maggior parte dei test metabolici-infiammatori, 12–14 ore sono ideali. Se ceni alle 19:30, prelievo tra le 7:30 e le 9:30.
- Esercizio: evita sessioni intense nelle 24–48 ore precedenti. I DOMS (dolori post-allenamento) alzano la PCR e sballano letture.
- Idratazione: bevi acqua normalmente; arriva al prelievo né disidratata né “allagata”.
- Ciclo/Acuto: se hai un’infezione acuta, una febbrata o sei nel giorno di flusso molto intenso, rimanda, gli indici si alterano.
E ora i marker chiave (con range ottimali). Qui sotto trovi cosa misurano, come andrebberi letti e quali sono i range ottimali (diversi dai range “clinici” usati per pescare la patologia conclamata). Spesso “nella norma” non basta... vogliamo funzionare al meglio, non essere semplicemente “non malati”:
1) PRC -hs: Proteina C-Reattiva ad alta sensibilità
È il radar più semplice per l’infiammazione sistemica.
- Ottimale: 0–1 mg/L (io sorrido quando vedo ≤0,5 nei referti quando vado a fare il prelievo).
- Clinico: 0–3 mg/L.
Se supera 1 mg/L in modo stabile, c’è un fuocherello acceso (traumi, infezioni subcliniche, disbiosi, dieta pro-infiammatoria, scarso recupero). Attenzione all’allenamento il giorno prima...lo fa salire.
2) HbA1c — Emoglobina glicata
È la media dei tuoi zuccheri negli ultimi 3 mesi. Glicemia ballerina = infiammazione alta.
- Ottimale: 4,5–5,2 %
- Prediabete: ≥5,7 %
- Diabete: ≥6,5 %
Anche se la glicemia a digiuno pare “ok”, una HbA1c verso 5,4–5,6 indica già un terreno infiammatorio-glicotossico da sistemare.
3) Insulina a digiuno
Spesso è normale in laboratorio… quando in realtà è troppo per il benessere.
- Ottimale: 2,0–5,0 μIU/mL
- Clinico: 2,6–24,9 μIU/mL (range enorme).
Valori “ufficialmente normali” tipo 12–15 sono già un segnale di iperinsulinemia e infiammazione silente. Qui il digiuno prima degli esami di 12–14 ore è fondamentale.
4) Ferritina sierica
È la “cassaforte” del ferro. Sale con l’infiammazione (reattante di fase acuta) e scende nelle carenze.
- Ottimale: 50–150 ng/mL nelle donne; 75–150 ng/mL negli uomini.
Attenta, ferritina alta può voler dire infiammazione, fegato in sofferenza, infezioni o eccesso di ferro libero (ossidante). Ferritina troppo bassa = probabile carenza di ferro (verifica anche emocromo, transferrina, saturazione).
5) RDW: Ampiezza di distribuzione dei globuli rossi
Misura quanto sono uniformi le dimensioni degli eritrociti; risente di B12/folati, metilazione e stato infiammatorio.
- Ottimale: 11,5–13 %
- Clinico: 12,3–15,4 %
Sopra 13% in un contesto infiammatorio suggerisce maturazione eritrocitaria disturbata (controlla B12, folato, ferro, omocisteina).
6) Omocisteina
Aminoacido infiammatorio, ponte tra metilazione, sistema nervoso e vascolarità.
Ottimale: 7–9 μmol/L.
Clinico: 10–15 μmol/L.
Alta omocisteina = maggior rischio vascolare, pressorio, coagulativo, neurocognitivo. Spesso è carenza funzionale di B2, B6, B12, folati, zinco, colina (e/o polimorfismi MTHFR da considerare, senza farne un totem).
7) VES (velocità di eritrosedimentazione)
Marker “antico” ma utile, sale con proteine infiammatorie circolanti.
Ottimale: 20 mm/ora
In parallelo guarda le piastrine: lo “sweet spot” è 175–250 x10⁹/L. Sopra 250 il sangue tende a “incollarsi” (stato pro-infiammatorio/pro-trombotico); sotto 175 coagulazione e immunità possono risentirne.
8) LDH: Lattato deidrogenasi
Enzima “sentinella” del danno cellulare e della flessibilità metabolica.
Ottimale: 140–180 U/L
Clinico: 140–280 U/L
Alto = cellule inchiodate sul glicolitico (il famoso “effetto Warburg” non è solo canc*o... è anche mitocondrio pigro e infiammazione). Troppo basso (2 + piastrine >250 + ESR >20
Quadro infiammatorio sistemico attivo. Indaga bocca/seni paranasali, urgenze ortopediche, infezioni latenti, permeabilità intestinale. Rivedi subito alimentazione (zuccheri, farine, oli ossidati) e recupero.
- Insulina 10–15 μIU/mL + HbA1c 5,5–5,8 + trigliceridi/HDL >2
Insulino-resistenza in corso. Serve igiene glicemica: timing dei pasti, carico glicemico, movimento quotidiano, sonno, gestione stress.
- Ferritina 200–300 con PCR alta
Attenzione... non regalare ferro a un’infiammazione attiva. Capire perché è alta (fegato? infezione? sovraccarico reale di ferro?). Valuta transferrina, saturazione, epcidina se disponibili, enzimi epatici.
- Omocisteina 10–15 con RDW >13. Metilazione che zoppica. Controlla B2, B6, B12, folati, zinco, colina; lavora su proteine di qualità, fegato, verdure a foglia, riduci alcool; valuta stress ossidativo.
- LDH 220–260, stanchezza + “fiato corto metabolico”
Mitocondri in “modalità zucchero”. Ottimizza sonno, respiro, luce (mattina!), proteine e grassi buoni, passeggiate post-pasto, micro-allenamenti lenti ma costanti. Attento agli stimolanti: illusione di energia, poi crollo.
Senza infiocchettare... non esiste un integratore magico che “spegne” tutto. Esiste una strategia che ricrea sicurezza fisiologica. I pilastri:
1. Glicemia stabile:
Colazione proteica-grassa, carbo “intelligenti” (verdure, poca frutta intera), fibre tollerate, niente spuntini compulsivi; cena leggera e presto. Il corpo ama i ritmi.
2. Proteine buone:
Ogni pasto: quota proteica adeguata al tuo peso/metabolismo; ti tiene sazia, nutre fegato e muscoli, aiuta omocisteina e mitocondri.
3. Grassi antinfiammatori:
Olio extravergine vero, pesce azzurro piccolo, olive, avocado, tuorli (se tollerati), frutta a guscio solo se lo stomaco la gradisce. Limita oli di semi industriali.
4. Movimento quotidiano:
Non serve ammazzarsi, camminate post-pasto, mobilità, resistenza dolce, forza progressiva. Il sangue si “sgruma”, l’insulina si abbassa, l’umore risale.
5. Sonno protetto:
Schermi giù la sera, stanza buia e fresca, routine. La notte è antinfiammatoria per definizione.
6. Stress? Rinegoziamo:
Nervo vago, respiro, coerenza cuore-cervello, EFT, preghiera/meditazione: chiamala come vuoi, ma fallo. Il sistema limbico è il termostato dell’infiammazione.
7. Detox dolce, ma vera:
Fegato e bile vogliono amari, fibre tollerate, idratazione, magnesio adeguato, sudorazione moderata. Niente “bombe detox” su un intestino in fiamme.
8. Microbiota rispettato:
Fermentati solo se li tolleri, brodi, polifenoli, erbe aromatiche; attenzione a lieviti/muffe se sospetti sensibilità; lavora su permeabilità prima di “seminare”.
9. Sole, luce, natura:
Vitamina D endogena, cortisolo che si riallinea, sistema nervoso che scende di giri. Non è poesia... è biologia.
Se vuoi fare le cose per bene (e monitorare i progressi ogni 3–6 mesi), chiedi:
- PCR -hs, ESR (VES), emocromo con piastrine e calcolo NLR (neutrofili/linfociti in valori assoluti)
- HbA1c, glicemia e insulina a digiuno
- Lipid panel completo (HDL, LDL, trigliceridi, VLDL) con rapporti
- Ferritina, transferrina, saturazione (per leggere bene il ferro)
- Omocisteina, B12, folati, (eventualmente B2, B6, zinco)
- LDH
- AST, ALT, ALP, GGT
- Vitamina D (25-OH)
Se c’è storia clinica complessa, si ragiona su test infettivi, autoimmunità, tiroide (TSH, FT4, FT3, AbTPO/AbTG), marker di permeabilità e feci (zonulina, calprotectina, elastasi, microbiota), ma non partiamo dalla Luna...prima la base
E ora le domande che ricevo spesso:
- “Sono nella norma, ma non sto bene: ha senso?” Sì. “Nella norma” è la media statistica che esclude le patologie gravi, non il tuo stato di performance e benessere. Lavoriamo per portare i marker negli intervalli ottimali.
- “Quanto ci mette a scendere la PCR?” Dipende dal carico infiammatorio e da quanto coerentemente agisci su dieta/sonno/stress/movimento. Spesso in 4–8 settimane vediamo movimenti misurabili, in 3–6 mesi cambi di profilo.
- “Posso fare sport il giorno prima?” Allenamento leggero sì. HIIT, pesi pesanti, lunghe corse NO: falsano PCR, CK, a volte LDH e perfino emocromo.
- “Integro direttamente per abbassare un numero?” Prima si capisce il perché, poi si integra con criterio. Esempi... omocisteina alta? Ok B-complex attivo, ma anche proteine adeguate, zinco, colina (se non hai disbiosi oppure fosfatidilcolina, ne abbiano parlato ieri), fegato che dreni, stress che cali. Insulina alta? Non esiste capsula che batta ritmo dei pasti, camminate post-pranzo, sonno.
Un percorso pratico:
1. Fai il pannello. Preparati bene, evita sport intenso 24–48h.
2. Metti i numeri in tabella. Evidenzia quelli fuori dall’ottimale.
3. Scegli 2–3 leve prioritarie (glicemia, sonno, intestino, bile/fegato).
4. Agisci 6–8 settimane, non 6–8 giorni. Misura come ti senti e cosa dicono i marker.
5. Rivaluta. Se qualcosa non scende, chiediamoci perché... c’è un’infezione dentale? muffe? farmaco che irrita? allergeni non visti? allenamenti in eccesso?
6. Itera con gentilezza e tenacia. Il corpo risponde alla coerenza, non agli sprint.
L’infiammazione cronica è la lingua con cui il corpo ti avvisa che serve un cambio di rotta. Questi esami sono il tuo alfabeto, semplici, accessibili, potentissimi per orientarti. Non c’è bisogno di fare la guerra al corpo... c’è bisogno di ascoltarlo, misurare, intervenire con intelligenza e amore. Quando lo fai, i numeri scendono, l’energia sale, la mente si rischiara. E no, non è magia... è fisiologia che torna a casa.
XO - Patrizia Coffaro