
26/07/2025
Il mio corpo oggi non è in forma.
Ma io sì.
Mi piace questa foto.
Mi vedo bella. E non perché sono perfetta, ma perché ci sono.
Sono presente, sono intera, sono viva.
All’inizio di quest’anno ero tornata a un corpo che riconoscevo,
quello che per tanto tempo, dopo la gravidanza, avevo inseguito.
Mi sentivo forte, luminosa, fiera.
Eppure, dietro quella conquista, c’era una fatica silenziosa.
Non capivo perché quei 5 kg della gravidanza non se ne andassero.
Ma ora so che non erano solo chili.
Erano memoria.
Erano peso emotivo.
Erano gli anni che avevo attraversato,
le notti insonni, le preoccupazioni mute,
i dolori che avevo stretto tra i denti per troppo tempo.
E poi, un giorno, tutto quel carico si è sciolto.
Il corpo non era più qualcosa da correggere,
ma qualcosa da accogliere.
Non carne penzolante, ma vissuto assorbito.
Un racconto tatuato sulla pelle.
Ero come desideravo essere.
Poi è successo di nuovo.
I chili sono tornati.
Con loro la frustrazione,
il fastidio, il giudizio sottile.
Ma questa volta ho scelto diversamente.
Questa volta non mi nascondo.
Perché Azzurra può essere selvatica anche con un chilo in più.
Perché il mio corpo non è una punizione,
non è un dovere,
non è un fallimento.
È la mia casa.
Una casa viva, mutevole, imperfetta, sacra.
Che cammina, respira, sente.
Che ogni giorno si piega e si rialza.
Che ha contenuto gioie, dolori, un figlio.
Che ha resistito.
Che ha amato.
Corpi che si scoprono.
Corpi che si guardano.
Corpi che si giudicano, si paragonano, si nascondono.
E poi, a volte, corpi che si scelgono.
Io scelgo il mio.
Oggi. Così com’è.
E anche domani, se cambierà.