03/08/2025
In questi giorni ho visto tre documentari su tre cantanti.
Tutti diversi, tutti capaci di sorprendermi.
Non so se mi hanno insegnato qualcosa – forse più che altro mi hanno trasmesso, toccato.
Mi hanno emozionata, e sì, ho pianto. Tanto. In più punti.
Il primo è quello su Céline Dion.
La vita è strana: ti dà, e poi all’improvviso ti toglie tutto.
Ma sta a te scegliere come reagire, se e come rialzarti, anche quando fa male. Anche quando hai paura.
Poi quello su Laura Pausini. Che tipa spontanea.
Sembra ancora la ragazza di 18 anni che vince Sanremo.
Mi hanno colpita molto i suoi pensieri sulla maternità. Il timore di essere troppo ingombrante per sua figlia, la paura di non essere abbastanza brava, abbastanza presente.
Il solito dualismo che viviamo come madri, quando cerchiamo di barcamenarci tra lavoro e casa, tra i mille ruoli. E spesso ci dimentichiamo di noi.
Il suo compagno è sempre accanto a lei. Non credo che si ponga le stesse domande.
Forse sì, forse no. Ma ho come l’impressione che no.
E poi Ultimo.
Quasi non lo conoscevo, ora vorrei far ascoltare le sue canzoni a Fede.
Non ha mai smesso di crederci.
Una madre che lo appoggia da sempre. Un padre che, nel tentativo di proteggerlo, gli ha tarpato le ali. Non lo guardava davvero. Non lo ascoltava davvero.
E allora mi dico: la strada ce la scriviamo da soli.
I percorsi che “sulla carta” funzionano, non è detto che funzionino davvero.
I lavori oggi si inventano, si cuciono su misura.
Non esiste un’unica via. E questo me lo ricorderò sempre, per rispetto verso Fede e la strada che sceglierà.
Anche se sarà diversa dalla mia.
Anche se sarà lontana.
Anche se, secondo me, non lo sarà poi così tanto. Perché certe cose le ho vissute anch’io.
Io, il mio lavoro, me lo sto cucendo addosso.
Non è una strada classica.
Funziona con più fatica, ma funziona.
E ci sto bene, nel mondo.
Perché sì, oggi porto avanti due anime:
quella che affianca i genitori nei primi mille giorni e quella che affianca le professioniste a trovare la loro voce nel mondo.
Non è canonico, ma è mio.
Ci ho fatto pace.
Il mondo capirà, se vorrà.
[continua nel primo commento]