Paolo Praticò

Paolo Praticò Psicologo, autore e ricercatore interiore. Aiuto le persone a ritrovare chiarezza, equilibrio e libertà dai condizionamenti mentali. Online e dal vivo.

25/11/2025

Apprendo con un certo "entusiasmo" – che non richiede commenti, solo un lungo sguardo nel vuoto – che il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha approvato il Regolamento per l’attivazione dell’identità alias per gli psicologi iscritti all’albo.

Tradotto in linguaggio umano:
se uno psicologo non si riconosce nella propria identità anagrafica, può adottarne un’altra all’interno dell’Ordine e usarla nella vita professionale.

Il paradosso è immediato:
colui che dovrebbe aiutare i pazienti a integrare il Sé, a unificare parti disconnesse, a ricucire l’identità… può ora esercitare con due identità parallele.
Una per lo Stato, una per l’albo.
Una ufficiale, una “alias”.
Una anagrafica, una psicologica.

È un curioso rovesciamento: non più la psicologia che cura la dissociazione, ma la burocrazia che la autorizza.
La figura dello psicologo come unità clinica multipla riconosciuta e protocollata.
Sembra la bozza di un romanzo distopico: “L’integrazione del Sé spiegata dal sistema informativo dell’Ordine”.

La dissociazione l’abbiamo sempre studiata. Ora la firmiamo?

Passiamo anni a spiegare che la mente, quando non ce la fa, si difende separando: frammenta, divide, stacca.
La chiamiamo dissociazione.
È un fenomeno serio, complesso, spesso doloroso. Non si sceglie, accade.

E ora?
Ora apprendiamo che un nostro collega potrà, legittimamente e formalmente, scegliere una identità alternativa operativa.
Sarà sempre la stessa persona, certo, ma con un nome diverso nella cornice istituzionale che dovrebbe rappresentarne la solidità.

Che impressione dà?
Semplice:
che stiamo cercando di trattare una questione identitaria profonda con un espediente amministrativo.
Una dissociazione non patologica, dicono.
Ma sempre dissociazione è — almeno sul piano simbolico.

La fuga dissociativa accade. L’identità alias… si attiva.

La fuga dissociativa è un evento clinico drammatico:
la persona abbandona un’identità diventata insostenibile e, senza volerlo, ne assume un’altra altrove.
Un reset forzato del Sé.

Qui, invece, abbiamo l’upgrade:
la fuga dissociativa 2.0, versione professionale.

Niente viaggio improvviso.
Nessuna amnesia.
Solo un PDF da firmare.

Nella fuga dissociativa ti ritrovi in un’altra città senza sapere chi sei.
Con l’identità alias ti ritrovi nello stesso studio, con CRP e parcella, semplicemente… con un altro nome.

Uno psichiatra direbbe: “interessante meccanismo di evitamento”.
Un burocrate direbbe: “nuova funzionalità del sistema”.
Uno psicologo, forse, si chiede:
posso davvero aiutare gli altri a integrare il loro Sé mentre il mio Ordine legittima la frammentazione del mio?

Il problema non è il tema. È la superficialità dello strumento.

L’esperienza delle persone che non si riconoscono nel proprio genere anagrafico è reale, seria, complessa.
Merita presidi autentici, supporti psicologici competenti, risorse mature.
Non un maquillage burocratico.

L’identità alias, così com’è presentata, assomiglia più a un esercizio di immagine istituzionale che a una soluzione significativa.
È l’illusione di aver fatto qualcosa solo perché si è creato un regolamento.

Un modo per dire:
“Abbiamo affrontato la complessità dell’identità umana”.
Sì, certo.
È come affrontare un terremoto psicologico mettendo un centrino nuovo sul tavolo: un gesto decorativo, rassicurante in superficie, ma totalmente irrilevante rispetto alla profondità del problema.

Il sorriso finale, amaro quanto basta

C’è qualcosa di irresistibilmente comico nel vedere la psicologia – la disciplina che da un secolo cerca di capire come si costruisce l’identità – ridotta a una spunta in un modulo.

La dissociazione la studiamo.
La fuga dissociativa la trattiamo.
L’identità alias… la protocolliamo.

E forse la vera dissociazione, oggi, non è quella delle identità individuali, ma quella di un Ordine che dice una cosa e ne fa un’altra:
proclama l’importanza della coerenza psicologica mentre istituisce la sua prima dissociazione amministrativa ufficiale.

E noi, nel mezzo, a guardarci e chiedere:
“Ditemi almeno… a chi sto fatturando? A me o al mio alias?”

07/11/2025

LA F***E VISIONE

Questo messaggio è per te, tu che senti esplodere l'esistenza dentro la pelle, dentro il tuo corpo.
Per te che ti senti incompreso da quando sei nato e hai provato a indossare una maschera troppo stretta per fingere di esserti integrato in questo mondo.
Per te che nel profondo dell'anima continui ad ardere e ardere, a costo di autodistruggerti, perché SAI che lì fuori, o lì dentro – non fa molta differenza –, c’è qualcosa di diverso, di più grande, di immenso, che è pronto a esplodere al tuo solo comando.
Per te che SAI di essere diverso, ma ovunque ti volti incontri qualcuno o qualcosa che vuole comprimerti dentro.
Che non vuole che la tua luce possa brillare, perché così accecheresti il mondo e non lasceresti tregua a chi vuole dalla tua vita solo tenebra e incertezza.
A te che ancora sogni, nonostante l’universo intero continui a cospirare un grande sonno, IL GRANDE SONNO, ma tu non puoi più dormire. Tu non riesci a dormire.
Anche se hai imparato tutte le tecniche di rilassamento contro ansia e stress, nonostante alcol, pastiglie e sostanze varie che ingerisci per cercare di placare quel fuoco che arde senza tempo.
A te che sei arrivato a rinnegare la tua natura per adeguarti all’angolo di mondo che alla fine sei arrivato a pensare che ti spetti.
Perché sognare in grande è un lusso per egoici bambini disadattati, perché bisogna pur crescere, devi avere un lavoro fisso, devi mantenere le distanze sociali, devi fare questo e devi fare quello.
Tic-toc, tic-toc... e il tempo continua a scorrere imperterrito.
Tic-toc, tic-toc... che domani è l’ennesimo ieri.
Tic-toc, tic-toc... che la vita è solo routine e sofferenza.
Tic-toc, tic-toc... forse è arrivato il momento di lasciar spazio alla Visione F***e che in realtà noi tutti ci portiamo dentro.
Perché se stai leggendo queste parole SAI che c’è qualcosa di grosso che non sta girando per il verso giusto.
O forse, se osservi meglio, sta girando ESATTAMENTE alla perfezione per portare le coscienze al limite.
Per capire chi veramente è un f***e di Dio e chi invece è destinato all’oblio eterno.
A quella cieca omologazione che ha bisogno di tanti piccoli automi.
Una miriade di meccanismi che si muovono senza sosta per continuare a far funzionare la macchina più spietata che possa essere concepita.
Ma tu sei diverso, lo SAI dal primo respiro con cui sei venuto al mondo, con quel primo grido che aveva il sapore dell’infinito appena strappato per farti provare una nuova esperienza.
Tu che hai deciso di metterti alla prova nel più complesso gioco che la vita possa concepire: il gioco della VITA stessa.
Ma non ti hanno dato un manuale di istruzioni né tanto meno un jolly da giocare quando le carte che hai in mano sembrano non portarti da nessuna parte.
Sono proprio questi i momenti di cui Il F***e necessita: i momenti più duri, di disperazione totale, di incapacità di scorgere un nuovo orizzonte all’interno del pollaio che ti hanno insegnato a vivere come il tuo mondo.
Sono questi i momenti in cui senti di essere arrivato a un bivio: continuare a giocare la tua mano da perdente o lanciare in aria tutto il mazzo, tavolo e sedie comprese.
Il momento in cui ci si alza in piedi, forti del proprio Spirito, e si esce da quella stanza.
Cosa c’è lì fuori?
Tic-toc, tic-toc... ormai la tua mente ha paura al solo pensiero.
Una vertigine ti assale e vorresti tornare seduto a quel tavolo, anche nella consapevolezza di continuare a perdere le tue fiches in un gioco senza senso.
Che però è diventato così familiare, quasi confortante... se non fosse per quel tarlo che continua a scavare nella tua testa.
Sono io il matto o lì fuori qualcuno la sa più lunga di quanto possa immaginare?
Allora, cosa c’è lì fuori?
Tic-toc, tic-toc... la tua testa ha paura ma il tuo cuore lo sa bene.
È per questo che non dormi, è per questo che hai cominciato a stare male, è per questo che la vita alza sempre più l’asticella della Vita.
Svegliati o sarai morto per sempre.
Svegliati, perché il momento è ORA.
Non ieri, non domani... tutto ciò non esiste.
Esiste solo un attimo di Consapevolezza profonda, totale, che al pari di una miccia finalmente accesa fa esplodere tutte le certezze, tutti i falsi IO che ci siamo costruiti per proteggerci e dare un senso alla pazzia che ci circonda.
Ma non siamo pazzi, SIAMO FOLLI, e c’è un abisso che ci separa.
Il pazzo è colui che è disposto a cedere la cosa più importante che ci sia, la propria vita, in cambio di mille promesse.
Una più piccola dell’altra, ma che a furia di essere ripetute appaiono davvero come l’unica soluzione.
Il F***E è colui che di tutte queste promesse non sa più che farsene, ed è disposto a giocare la sua vita per mantenere l’unica promessa che conta davvero: quella che abbiamo fatto con noi stessi prima di venirci a incarnare in questo corpo.
Solo questo è ciò che conta.
E la promessa che ci siamo fatti è quella di vivere una VITA all’altezza dello Spirito del Signore stesso, di quell’energia e intelligenza senza spazio né tempo che non può essere arginata, che non può essere comprata, che non può essere barattata.
Tic-toc, tic-toc... da che parte stai?
Tic-toc, tic-toc... in che squadra vuoi giocare?
Sai, è tarda notte. Tutti attendono il tanto atteso miracolo che finalmente DOMANI avrebbe cambiato la mia vita, la tua vita.
Ma dormire è impossibile, LA F***E VISIONE ha bisogno di essere urlata, perché lì fuori ci sono molte anime che stanno solo aspettando un messaggio... IL MESSAGGIO.
Per comprendere che non è più un gioco, o se lo vogliamo intendere come tale... questo è il gioco più importante a cui si possa immaginare di partecipare.
Il premio che si vince non è contemplato in nessun catalogo, in nessun conto in banca, in nessuno sguardo esterno che finalmente approvi la nostra natura.
Tic-toc, tic-toc... le ore si fanno sempre più piccole.
Tic-toc, tic-toc... siamo sicuri che ci sia ancora un domani?
Il tempo finora è stato generoso con noi, ma...
Tic-toc, tic-toc... i granelli nella clessidra stanno terminando e non ci sarà nessuna mano esterna a ribaltare lo scoccare della nostra esistenza.
Quanto siamo ancora disposti a subire, ad arrenderci, a chinare il capo cercando di salvaguardare le nostre piccole certezze?
Quanto ancora possiamo sopportare ogni sopruso, in primis perpetrato da noi stessi, prima di sollevare il capo e lottare con la furia cieca di chi sa di non aver più nulla da perdere?
Tic-toc, tic-toc... non vuol dire caricare a testa bassa alla cieca, come un ariete fuori controllo... no.
Viviamo effettivamente in un universo che si basa sull’amore, sulla condivisione, su tutte quelle cose belle e romantiche che ormai troviamo ovunque...
Ma abbiamo perso di vista il nostro vero nemico: tutte quelle limitazioni che esistono fuori e dentro la nostra testa.
È qui che non bisogna avere pietà, che non bisogna aver paura di sfoderare la spada e agire come un vero guerriero.
Talvolta sarà la tua parola che potrà servire come arma, ma se le circostanze lo richiedono... non esitare a usare il tuo braccio.
Bisogna giocare alla pari e, come avrai ormai capito, dato che siamo spiriti incarnati, talvolta si deve agire sulla carne stessa.
Sulla materia da cui in tanti rifuggono.
Meditare, pregare e sognare è fantastico, ma se stai girando su uno spiedo come un pollo a fuoco lento, ti consiglio prima di sistemare alcune faccende prima di tornare a trascendere.
Se sei in un corpo è perché devi fare determinate esperienze.
Se la vita fosse solo trascendenza, potevi stare tranquillamente in quel morbido etere che tutto contiene.
Qui si brama vita reale, VITA completa: CORPO, ANIMA e SPIRITO.
E l’unica legge è la legge della vita.
La F***E VISIONE deve essere perseguita, passo dopo passo, drago dopo drago.
Se pensavi di vivere un’esistenza tutta in discesa probabilmente hai sbagliato posto, probabilmente hai sbagliato vita.
È vero, talvolta un po’ di pace può aiutare, ma tranquillo, la pace prima o poi arriverà.
Sta solo a te decidere se quella eterna e piatta dei campi santi, o quella ardente e vibrante di chi si è ricongiunto a sé stesso e può quindi riflettersi nello specchio in un moto di riconoscenza:
mi riconosco in tutto e in tutti perché ho trasceso la mia forma, i miei limiti, ho attraversato la stretta porta che conduce alla stretta via.
Mille e ancora mille volte sarei potuto tornare indietro, avrei potuto arrendermi, mi sarei potuto abbandonare a ogni dubbio che l’umana mente tiene in serbo per noi.
Ma mi sono elevato dalla mente umana per entrare in quella nuova dimensione che finalmente fa ardere ogni mia singola cellula del sacro fuoco che tutto divora.
Perché l’amore totale divora, e solo i più coraggiosi possono anche solo pensare a qualcosa di così puro, di così totale, di così inumano.
Tic-toc, tic-toc... sei ancora sicuro di voler tornare a dormire?

Se dopo aver letto tutto questo senti ancora il bisogno di dormire, lascia perdere.
Se invece ti stai svegliando, La Prigione Invisibile è un buon punto da cui partire.

https://www.amazon.it/PRIGIONE-INVISIBILE-Luomo-mente-chiave/dp/B07DXRW8BT/ref=sr_1_1?crid=35K3HFXXK407Z&dib=eyJ2IjoiMSJ9.8YoBo-w7U0yvB9hP6DUqvA.v9LdJXUKYNcC2ZfyQe7c7fe6iiDASI6Ydc_wrvzm5EY&dib_tag=se&keywords=paolo+pratico+la+prigione+invisibile&qid=1762507389&sprefix=%2Caps%2C170&sr=8-1

LA PRIGIONE INVISIBILE – Terza edizioneLa cosa più pericolosa di una prigione invisibileè che puoi passarci dentro tutta...
07/11/2025

LA PRIGIONE INVISIBILE – Terza edizione

La cosa più pericolosa di una prigione invisibile
è che puoi passarci dentro tutta la vita
convinto di essere libero.

Questo libro parla di te, anche se credi di no.
Di quando reagisci invece di scegliere.
Di quando cerchi approvazione e la chiami amore.
Di quando soffri, ma pensi che sia “normale”.

Questa terza edizione è frutto di un lavoro profondo: tre capitoli nuovi, molte revisioni, e una sola intenzione — arrivare ancora più dritto al punto.

Non è un libro che ti dice cosa pensare.
Ti invita solo a guardare con occhi più lucidi le catene che ti porti dietro.

Perché finché non riconosci la gabbia,
la chiamerai ancora libertà.

👉 La Prigione Invisibile – Terza edizione

“Cosa accade quando ci fossilizziamo su un pensiero?”, “Perché attiviamo quel comportamento automatico?”, “Quali sono le origini del mio agire?”. Ma anche, “Cosa possiamo agire per modificare schemi mentali consolidati da tempo?”. Domande comuni, a cui il libro non consegna una solu...

02/11/2025

VITA, MORTE, REALTA'

In questo giorno di ricorrenza dei Morti, riprendiamo il discorso là dove era stato interrotto.

Sì, ancora con i morti.

Perché alla fine di questo viaggio dovremo passare tutti da quella porta. Perché tutti noi abbiamo perso qualcuno, chi più chi meno. Perché in fondo questo è un tema tabù: se ne parla poco, se ne sa poco.

Anzi in questo bisogno di essere eternamente giovani alcuni temi non devono nemmeno essere nominati, perché porta sfortuna, perché già ci pensa la vita ad essere pesante, concediamoci almeno un po' di leggerezza...

Altre persone invece, per un motivo o per un altro con questi temi ci convivono, magari da quando erano dei bambini, o perché nel corso dell'esistenza ha portato a rivedere le priorità della Vita, e quindi anche della morte. E magari hanno bisogno di parlarne, di confrontarsi.

Per questo motivo ho creato il gruppo Vita, Morte e Realtà: uno spazio di condivisione dove chiunque può portare i suoi dubbi, timori, ma anche domande ed esperienze vissute.

Sì perché non si può comprendere cosa sia la morte se non si comprende cosa sia la vita. Ma senza un'idea di realtà e delle possibilità dell'essere diventa difficile anche inquadrare il fenomeno della vita stessa cercando anche di rispondere alla domanda delle domande: con la morte del corpo finisce tutto o c'è dell'altro oltre la fatidica soglia?

Quindi ci vediamo... di là, oltre la soglia di questa pagina (che continuerà a trattare altri argomenti con “leggerezza”)!

Ognuno porta seco una schiera di demoni. Alcuni ci accompagnano da molto tempo, altri li raccogliamo lungo il percorso d...
20/06/2024

Ognuno porta seco una schiera di demoni.

Alcuni ci accompagnano da molto tempo, altri li raccogliamo lungo il percorso delle nostre esistenze. Ogni ferita, trauma, delusione è una fermata per far salire un nuovo compagno di viaggio.

Queste forze si infiltrano nelle crepe della nostra integrità e si manifestano con rabbia, vendetta, frustrazione, orgoglio, vanità... ed allora agiscono attraverso il nostro essere.

Perdiamo il controllo, ci lasciamo sopraffare dall'emozione ed agiamo in direzione contraria al nostro Essere. Fino a quando poi sopraggiunge il senso di colpa o semplicemente la consapevolezza che avremmo potuto agire diversamente.

Questo è il motivo per cui questi demoni sono anche dei maestri. Ci insegnano a conoscere la natura umana, a vedere i limiti, a ricercare la forza interiore.

Attraverso la sofferenza l'uomo evolve. Non che sia l'unica strada, ma è quella più a buon mercato, che arriva per inerzia del vivere.

Poi vi sono altre strade, ma richiedono più Volontà,
questa però è un'altra storia.

Provided to YouTube by Believe SASVanità di vanità · Angelo BranduardiCamminando camminando℗ Lungomare S.r.l.Released on: 2010-04-27Music Publisher: D.RCompo...

Condivido la storia della nascita della canzone "L'arcobaleno", cantata da Celentano e scritta da Mogol con musiche di G...
03/02/2024

Condivido la storia della nascita della canzone "L'arcobaleno", cantata da Celentano e scritta da Mogol con musiche di Gianni Bella. Proprio Mogol racconta come gli sia stata suggerita "dall'alto".

LA LUCE OLTRE LA SOGLIA di Charles Rafael Payeur (Parte 6)"Fra un'incarnazione e l'altra le persone sono chiamate a sceg...
08/03/2023

LA LUCE OLTRE LA SOGLIA di Charles Rafael Payeur (Parte 6)

"Fra un'incarnazione e l'altra le persone sono chiamate a scegliere un piano di vita sulla Terra che permetterà loro di purificare certi debiti negativi che hanno contratto in passato, e soprattutto di avanzare di un passo su questo sentiero dell'evoluzione che ci porta alla divinizzazione".
Platone, La Repubblica

REINCARNAZIONE O RESSUREZIONE
La legge Celeste obbliga l'essere umano a reincarnarsi per aprire sempre di più la coscienza all'amore. Infatti, soltanto l'Amore vissuto intensamente su questa Terra permetterà all'essere umano di resuscitare, cioè di liberarsi definitivamente dei legami con la materia per accedere direttamente alla dimensione dello Spirito. Ma se questo processo non è perfetto, l'uomo deve tornare a fare una nuova esperienza su un pianeta di questa densità.

La Reincarnazione

In questa grande saggezza divina dei cieli più alti ed in mancanza di una personalità individuale, l'essere umano realizza che deve reincarnarsi.
Deve ritornare su questo pianeta Terra per alchemizzare, trasformare sempre di più questa sua coscienza umana e far sì che diventi un puro canale per l'energia d'Amore.

Prima di intraprendere questa via, il defunto chiamato a rinascere riceve dagli angeli del destino un piano di vita. L'essere la cui coscienza è ancora pienamente sveglia vede allora sfilare i fatti principali che colorano la sua futura esistenza. Questo piano è tuttavia determinato da diversi fattori. Quello principale è quello di causa ed effetto, che lega l'essere umano alle conseguenze degli atti compiuti durante le sue precedenti incarnazioni.

Tenendo conto dei fattori che possono destare maggiormente l'interesse dell'essere umano riguardo le esigenze dell'Amore, gli Angeli del Destino determinano un piano di vita perfettamente adatto all'evoluzione di colui che lo riceve. Notiamo, tuttavia, che non si tratta di un destino nel senso forte del termine, una vita in cui tutto è determinato. Si tratta piuttosto di un insieme di condizioni nelle quali l'individuo dovrà evolversi. Colui il cui grado di coscienza è abbastanza elevato, avrà più piani tra cui scegliere. Più l'individuo è avanti sul sentiero che porta all'Amore, meno è condizionato dalla legge di causa ed effetto.

Così, distogliendo poco a poco la sua coscienza dai mondi spirituali, l'individuo intraprende di nuovo un lungo viaggio nella materia.
Procedendo a ritroso egli attraversa prima il piano mentale, poi quello astrale. Infine raggiunge i piani materiali dove le sue guide spirituali gli offrono assistenza per elaborare il suo corpo energetico ed il corpo fisico.
Colui che sta per morire ai mondi spirituali sceglie i suoi futuri genitori ed al quarto mese lo spirito si incarna completamente nel corpo del feto.

Con la nascita vera e propria l'individuo muore nei piani spirituali per vedere di nuovo la luce sul piano terreno, finchè si aprirà completamente all'amore.

La Resurrezione

Se l'essere umano ha saputo vivere pienamente nella sua incarnazione il messaggio d'Amore totale, accede allora direttamente al piano dello Spirito. Questa è la dimora di Dio con gli Uomini che hanno raggiunto quel piano di perfezione.
E' importante precisare che la resurrezione della carne non significa che l'uomo resuscitato reintegra il suo corpo fisico, ma che quest'ultimo subisce una profonda trasmutazione, diventando un'energia luminosa sotto la potente vibrazione dell'Amore.

Così l'essere umano si reincarna per aspirare, un giorno, alla resurrezione. Si unirà allora a Dio e, da essere umano che era, diventerà Divino.

LA LUCE OLTRE LA SOGLIA di Charles Rafael Payeur (Parte 5)"Ma lassù, tutta la terra è variegata di questi colori e di co...
07/03/2023

LA LUCE OLTRE LA SOGLIA di Charles Rafael Payeur (Parte 5)

"Ma lassù, tutta la terra è variegata di questi colori e di colori ancora più splendidi e più puri dei nostri: una parte di questa terra è purpurea e di meravigliosa bellezza, un'altra parte è dorata, un'altra ancora, che è bianca, è più brillante del gesso e della neve ed è lo stesso per tutti gli altri colori con i quali essa è addobbata".
Platone, Phedon

I CIELI

Il periodo detto di transizione durante il quale le anime errano, deve ancora essere compreso come un periodo di adattamento tra l'esistenza terrestre e la vita post-mortem. Esso permette già di purificare una parte degli elementi che legano l'essere umano a questo mondo e, prendendo sempre più coscienza dei mondi celesti, il defunto si decide a seguire la loro chiamata.

Il Purgatorio

Nella tradizione ermetica il purgatorio è la regione inferiore del piano astrale ed è il luogo da cui comincia la risalita verso i Cieli Superiori. E' uno spazio sovrapponibile a quello della Terra sul piano fisico, ma più sottile, dunque invisibile, che interpenetra il nostro mondo denso.

Qui il defunto, ricco delle esperienze di tutta un'incarnazione, vive una delle attività post-mortem più evocata da tutte le tradizioni religiose, quella del giudizio basato sugli atti commessi nel corso della sua vita fisica sulla Terra. La "pesa" delle anime o psicostasia è un tema rappresentato in molte tradizioni, tra cui quella egizia in cui è presente la famosa bilancia i cui piatti portano rispettivamente il cuore del defunto, simbolo della coscienza, ed una penna di struzzo, simbolo della giustizia.

Il processo del giudizio consiste nel visionare le esperienze della vita passata e nell'assimilare le lezioni tratte da queste esperienze. Su questo piano, il defunto rivedrà al contrario tutti gli avvenimenti della sua vita, ma soltanto i fatti negativi verranno messi in rilievo perchè trovandosi in una zona del piano astrale costituito da basse vibrazioni, l'individuo può rivedere solo situazioni che risuonano su quelle frequenze. In quanto spirito disincarnato sarà molto più sensibile alle realtà spirituali e questo può causare una sorte di sofferenza purgativa. Come un fuoco che si accende nel Sé, questa sofferenza insegna al defunto la lezione che non è stato in grado di comprendere sl piano materiale.

Il Primo Cielo

Dopo questa profonda purificazione, il defunto si innalza sul piano astrale superiore per vivere un'esperienza completamente nuova. Soltanto chi si è purificato completamente può accedervi o chi è morto in uno stato di completa purezza.
Questo luogo di beatitudine corrisponde alle regioni superiori del piano astrale.
Al contrario di ciò che è avvenuto nel purgatorio, qui vengono messe in rilievo tutte le buone azioni che vengono evocate dalla pura energia emozionale dei piani superiori. Così si risvegliano i più puri sentimenti e le più pure emozioni.
Notiamo però che il defunto è ancora nel mondo astrale, un mondo di desiderio così il defunto può crearsi tutte le condizioni che si era augurato quando era in vita grazie alla fluidità della materia astrale controllata a piacimento del defunto.
Questo mondo è un luogo di riposo, un soggiorno di felicità senza la minima traccia di amarezza. Il defunto si trova in compagnia di tutti gli esseri che ha amato sulla Terra.

Il Secondo Cielo

Dopo un soggiorno di vera felicità, la parte superiore del corpo astrale comincia a dissolversi sotto le potenti energie di questo piano e l'individuo intraprende un processo di separazione simile a quello che aveva vissuto prima, nel momento della sua morte fisica. E' allora che lascia il suo corpo emozionale per passare al piano mentale. È dunque il luogo in cui si creano anche gli archetipi, cioè le immagini creative che modellano e forgiano le forme del piano fisico e del piano emozionale. Sono loro, questi morti, tuttavia ben più vivi di chi è rimasto sul pianeta Terra, che contribuiscono, grazie a questi archetipi, a cambiare l'ambiente sociale, a preparare i grandi eventi ed i cambiamenti del domani per portare ogni essere umano alla propria realizzazione divina...

Il Terzo Cielo

Anelando ad innalzarsi sempre più verso i piani superiori, l'individuo muore nel piano mentale ed entra nel cosiddetto piano dell'emanazione. Dopo aver dissolto l'ultimo corpo che componeva la sua personalità, è ora adatto a sopportare le sublimi effusioni d'amore che scambierà con Dio. Egli infatti non è mai stato così vicino alla Luce e già dai primi momenti in questo nuovo mondo celeste, egli prova un silenzio assoluto e allo stesso tempo una pienezza totale.
Tuttavia se l'essere umano non ha saputo rispondere totalmente alla via dell'amore durante la sua precedente incarnazione terrestre, cade sotto il giogo della Legge. Deve quindi pensare a reincarnarsi: non ha infatti altro luogo che la Terra per imparare ad amare.

06/03/2023

LA LUCE OLTRE LA SOGLIA di Charles Rafael Payeur (Parte 4)

Il Periodo di Transizione

"L'invisibile è reale. Le anime hanno il loro mondo dove sono accumulati impalpabili tesori. Il Signore contiene tutto nelle sue due braccia immense, il Suo Verbo è il soggiorno delle nostre intelligenze, come quaggiù lo spazio è quello dei nostri corpi".

Alfred de Vigny

Al termine dei tre giorni, il defunto muore con il suo corpo eterico e si ritrova così su un nuovo piano, il piano astrale o emozionale.

Per lui inizia un nuovo periodo, un periodo di transizione durante il quale soggiorna in qualche modo tra due mondi, il mondo terrestre che ha appena lasciato ed il mondo celeste del quale ha ancora soltanto un'idea vaga basata sulla passata educazione spirituale.

Innanzitutto c'è da ricordare che al termine dei tre giorni che seguono la morte è d'uso far celebrare una Messa di esequie per il defunto. Questa facilita la rottura definitiva della corda d'argento che legava il corpo energetico a quello astrale del defunto. Quest'ultimo quindi lascia definitivamente il piano fisico per cominciare un lungo soggiorno nel piano immediatamente superiore, il mondo astrale o mondo dei morti e la Messa delle esequie aiuta il defunto a rispondere favorevolmente alla chiamata dei mondi divini.
Infine la salma, soprattutto nei paesi occidentali viene interrata in un campo santo, cioè un terreno consacrato allo scopo che funge anche da luogo di riarmonizzazione dei piani energetici.

IL PERIODO DI TRANSIZIONE

Spesso il defunto non risponde immediatamente alla chiamata dei piani superiori. Dopo esser deceduto sul piano fisico, l'essere umano rimane attaccato al mondo nel quale ha vissuto per tutta l'esistenza terrestre. Ritorna a casa sua presso le persone che ha amato e torna a fare attività "simili" a quelle intraprese quando era in vita. Naturalmente il tutto avviene con molti accomodamenti.

A questo punto è molto più presente tra i suoi cari rispetto a prima aprendosi a nuove dimensioni sentimentali. Ad esempio una persona che abbia avuto difficoltà ad esprimere il suo amore verso i cari, dopo la morte si libera dei suoi blocchi psicologici e si comporta in un modo completamente nuovo.

Questo periodo di transizione può essere breve o può durare anche decine di anni a seconda del livello spirituale del deceduto o degli obblighi che ha contratto durante la sua esistenza terrestre.

Così, ad esempio, se si tratta di un giovane morto a seguito di un incidente stradale, è possibile che non si stacchi facilmente dai molteplici progetti intrapresi. Anche una madre di famiglia rimarrà vicina ai suoi figli proteggendoli e guidandoli fino a che non abbiano raggiunto un'autonomia sufficiente a convincerla a lasciarli andare.

L'avaro rimarrà legato ai suoi beni e l'alcolizzato ai suoi vizi.

Viceversa una persona che muore in età avanzata in uno stato di pace e consapevolezza spirituale, non colpita da morte improvvisa, si troverà in una condizione in cui ha già elaborato i grandi temi della sua vita ed è quindi pronta a lasciare questa terra di mezzo con più naturalezza ed in tempi più brevi.

Ed è proprio durante questo soggiorno nella "terra di mezzo" che sarebbe possibile contattare i defunti attraverso i "medium". Sebbene diverse tradizioni ammettono la possibilità di contattare gli spiriti nelle zone di transizione, bisogna ricordare che il defunto è all'interno di un processo molto importante pertanto, a meno di avere delle ragioni estremamente valide, si sconsiglia di procedere alla pratica- anche perchè talvolta questo esercizio fa entrare nel proprio campo entità indesiderate.

(CONTINUA)

LA LUCE OLTRE LA SOGLIA di Charles Rafael Payeur (Parte 3)“Vedo senza paura la morte dalle ombre eterne, in quanto so ch...
03/03/2023

LA LUCE OLTRE LA SOGLIA di Charles Rafael Payeur (Parte 3)

“Vedo senza paura la morte dalle ombre eterne, in quanto so che il corpo vi trova una prigione, ma l'anima vi trova delle ali”
Victor Hugo

LA MORTE

Eccezion fatta per i casi di morte improvvisa, l'agonia si prolunga generalmente per un periodo relativamente lungo ed il processo naturale del distacco dal piano materiale si svolge a tappe. A supportare questa tesi abbiamo a disposizione molte testimonianze di esperienze di pre-morte (NDE: near death experience). Tutte le persone giunte sul ciglio dell'abisso sono infatti concordi nell'affermare il carattere positivo dei primi momenti che accompagnano la morte.
Kenneth Ring, studioso di questi fenomeni, dopo aver intervistato migliaia di persone che hanno vissuto un esperienza simile è arrivato a classificare la natura di queste esperienze, classificandole in cinque diverse categorie:
1° tappa, raggiunta da circa il 50% delle persone rianimate dopo una morte clinica, è costituita da un senso di galleggiamento accompagnato da una grande serenità interiore. L'individuo non prova alcuna sofferenza né fastidio, ma al contrario una gradevole sensazione di leggerezza e benessere.
2° tappa, superata dal 37% delle persone, consiste in un vero sdoppiamento in cui si ha la curiosa ma netta sensazione d'aver lasciato il proprio corpo e di galleggiare nella stanza, solitamente vicino al soffitto. In questi casi si può descrivere con precisione il lavoro dei medici e di tutto ciò che avviene nell'ambiente fisico.
3° tappa, vissuta dal 23% degli intervistati è associata alla traversata di un lungo tunnel nero, in genere effettuata ad una velocità molto elevata.
4° tappa, riportata dal 16% delle persone, consiste nel percepire al termine del tunnel una luce bianca e sublime dalla quale sembra sprigionarsi una potente energia d'Amore, amore fortemente sentito interiormente.
5° fase, testimoniata dal 10% delle persone, è l'ingresso in questa luce bianca. L'individuo in questi casi prova in tutto il suo essere un Amore indescrivibile, trascendentale, accedendo allo stesso tempo ad una conoscenza universale.

Gli scampati alla morte modificano sempre, in modo radicale, la loro visione del mondo. Realizzano inoltre che la morte non è un'esperienza così terribile, ma le tappe che si vivono in essa sono percepite come gradevoli e positive. Perdendo ogni timore riguardo alla morte prendono coscienza che questa in realtà costituisce un'apertura verso mondi più luminosi.

Secondo la tradizione ermetica la morte diventa effettiva quando si rompe “la corda d'argento”: in questo preciso momento la morte è definitiva ed irrimediabile. Ormai libero dal piano terrestre, lo spirito del defunto abbandona il corpo fisico in un movimento di ascensione a spirale.

Questa in realtà corrisponde alla morte del primo livello in quanto l'essere umano è composto da più corpi sottili ed incontrerà quindi altre “morti” su altri piani. Quindi il defunto, dopo aver lasciato il corpo fisico si appresta a lasciare anche il corpo energetico. In queste fasi chi è ancora in vita non percepisce il corpo del defunto ma tuttavia egli percepisce ancora ciò che succede attorno alla sua salma. Importante in questa fase è il recupero di tutti i ricordi accumulati nel corso dell'ultima esistenza al fine di elaborarli, integrarli e trascenderli prima di mettersi in cammino verso altri mondi.
Questa fase viene riassunta nella tipica frase del “ vedersi scorrere davanti agli occhi tutta la vita in un attimo”. Interessante il fatto che questa visione è molto rapida ma allo stesso tempo estremamente chiara e nitida e si svolge a ritroso nel tempo e senza la distorsione del sistema emotivo. Cioè si parte dagli ultimi istanti di vita del defunto per risalire fino al momento della nascita. Questa visione, che può prolungarsi nel tempo, riveste un'importanza capitale. Lo spirito infatti prende coscienza di ciò che è stato memorizzato nel corpo energetico e da questa presa di coscienza opera il trasporto della memoria sul corpo astrale, corpo di cui lo spirito si rivestirà per proseguire la sua ascesa nei mondi dell'invisibile.

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