Dott.ssa Elide Del Piano - Psicologa clinica - Psicoterapeuta

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Dott.ssa Elide Del Piano - Psicologa clinica - Psicoterapeuta Servizi mirati alla prevenzione del disagio psichico e alla promozione della salute.

Il senso profondo della psicoterapia,il senso profondo di ogni relazione autentica. Verità, accettazione e presenza.
13/05/2025

Il senso profondo della psicoterapia,
il senso profondo di ogni relazione autentica. Verità, accettazione e presenza.

Cosa significa sentirsi visti?

È quando ti senti luce
anche se sei spettinato dentro

È trovare un cuore
che non ti corregge,
ti celebra

È quando qualcuno si accorge
del nodo che hai in gola
prima che diventi silenzio

È quel momento minuscolo
in cui smetti di spiegarti

È quando ti dicono “ci sono”
ma lo dicono con la presenza, non con la voce

È quando il tuo caos
non fa scappare nessuno

È quando qualcuno
si accorge della tua stanchezza
senza che tu dica una parola

È essere presi sul serio
anche quando si ha la voce piccola

È non dover alzare il volume
per esistere

È un abbraccio che arriva
senza averlo chiesto
ma proprio quando serviva

È quando ti chiamano per nome
come se fosse una poesia

È che c’è chi resta
quando non sei brillante
né utile
né divertente

È qualcuno che ascolta
come se le tue parole
fossero sacre

È trovare occhi
che non hanno paura della tua ombra

È sentire che non devi meritare
il bene che ricevi

È quando ti guardano
e vedono anche quello
che non sai dire

È non sentirsi mai di troppo
nemmeno nel proprio silenzio

È quando non sei un ruolo
ma una storia

È qualcuno che ti tiene il dolore
per un minuto
mentre tu riposi

21/03/2025

Il potere salvifico dell’amore

Nell’immaginario collettivo l’amore assume la funzione di antidoto alla depressione. Questa assunzione popolare, come tutte del resto, rivela un aspetto di verità ed uno di menzogna. L’illusione risiede nell’idea che l’incontro d’amore sia causa del ristabilimento di un equilibrio andato perso piuttosto che un suo effetto. Una verità che insegna la pratica clinica è che nessun amore è in grado di curare la tristezza vitale: piuttosto è la rinnovata fiducia nella vita a agevolare l’incontro, a creare cioè le condizioni perché si possa valorizzare chi magari abbiamo sempre avuto sotto gli occhi senza la capacità di vederlo davvero. Quindi è vero che esiste una certa correlazione tra guarigione dall’affetto depressivo e amore, ma non perché sia l’amore a esercitare direttamente un effetto terapeutico.

Un’altra idea molto diffusa in proposito è che l’essere amati sia la vera fonte di benessere. Anche qui si impone una rettifica: vediamo spessissimo crogiolarsi nella depressione e nell’insoddisfazione persone amatissime, adorate dai loro partner, messe al centro in tutto e per tutto. Eppure le ascoltiamo lamentarsi dell’insufficienza del partner, di quanto lui sia sensibile e premuroso ma inadeguato a far stare davvero bene. Dietro a questo fenomeno si cela l’incapacità di amare tipica di chi vive uno stato depressivo. Per non fare i conti con ciò è più facile attribuire la causa del proprio congelamento affettivo ad una presunta inadeguatezza del compagno. Se l’altro fosse in questo o in quell’altro modo allora sì che sarebbe possibile amare, vivere si dice il depresso. Non vedendo che in gioco c’è la sua aridità interiore, il suo blocco vitale. Che generalmente affonda le radici nel romanzo familiare e nelle perdite che hanno costellato la prima parte della vita.

Se dunque l’amore non cura il disagio soggettivo, se non è essere amati il riparo dalla tristezza qual è allora il legame tra amore e benessere di cui tanto si parla? Anche a questo proposito è di aiuto l’insegnamento dello psicoanalista Jacques Lacan. Il miracolo dell’amore avviene quando l’oggetto del nostro desiderio, da oggetto amato si trasforma in amante. Amore non è essere amati da qualcuno, ma essere amati da chi è stato per noi oggetto del nostro amore.

Dunque amare appare il primo gradino imprescindibile e fondamentale per qualsiasi esperienza di autentico amore. Non è detto che l’oggetto amato si trasformi in amante, in colui che a sua volta ricambia e risponde all’amore. Ma senza questo passaggio, senza un nostro movimento desiderante verso l’altro nessuna trasformazione autentica diventa possibile. Lacan usa questa bella immagine: una mano che si protende per raccogliere il frutto quando è maturo, per attirare la rosa che si è aperta, per attizzare il ceppo che all’improvviso si accende.

“Se dal frutto, dal fiore o dal ceppo esce una mano che si tende incontro alla vostra, e se in quel momento la vostra mano si fissa nella pienezza chiusa del frutto o in quella aperta del fiore o nell’esplosione di una mano che brucia, ecco allora che si produce l’amore”. (dal web)

20/02/2025

“Adulto è colui che ha preso in carico il bambino che è stato, ne è diventato il padre e la madre.
Adulto è colui che ha curato le ferite della propria infanzia, riaprendole per vedere se ci sono cancrene in atto, guardandole in faccia, non nascondendo il bambino ferito che è stato, ma rispettandolo profondamente riconoscendone la verità dei sentimenti passati, che se non ascoltati diventano, presenti, futuri, eterni.
Adulto è colui che smette di cercare i propri genitori ovunque, e ciò che loro non hanno saputo o potuto dare.
E’ qualcuno che non cerca compiacimento, rapporti privilegiati, amore incondizionato, senso per la propria esistenze nel partner, nei figli, nei colleghi, negli amici.
Adulto è colui che non crea transfert costanti, vivendo in un perpetuo e doloroso gioco di ruolo in cui cerca di portare dentro gli altri, a volte trascinandoli per i capelli.
Adulto è chi si assume le proprie responsabilità, ma non quelle come timbrare il cartellino, pagare le bollette o rifare i letti e le lavatrici.
Ma le responsabilità delle proprie scelte, delle proprie azioni, delle proprie paure e delle proprie fragilità.
Responsabile è chi prende la propria vita in carico, senza più attribuire colpe alla crisi, al governo ladro, al sindaco che scalda la poltrona, alla società malata, ai piccioni che portano le malattie e all’insegnante delle elementari che era frustrata e le puzzava il fiato.
Sembrano adulti ma non lo sono affatto.
Chi da bambino è stato umiliato, chi ha pensato di non esser stato amato abbastanza, chi ha vissuto l’abbandono e ne rivive costantemente la paura, chi ha incontrato la rabbia e la violenza, chi si è sentito eccessivamente responsabilizzato, chi ha urlato senza voce, chi la voce ce l’aveva ma non c’era nessuno con orecchie per sentire, chi ha atteso invano mani, chi le mani le ha temute.
Per tutti questi “chi”, se non c’è stato un momento di profonda rielaborazione, se non si è avuto ancora il coraggio di accettare il dolore vissuto, se non si è pronti per dire addio a quel bambino, allora “l’adultità” è un’illusione.
Io ho paura di questi bambini feriti travestiti da adulti, perché se un bambino ferito urla e scalcia, un adulto che nega le proprie emozioni è pronto a fare qualsiasi cosa.
Un bambino ferito travestito da adulto è una bomba ad orologeria.
L’odio potrebbe scoppiare ciclicamente o attendere a lungo per una sola e violenta detonazione, altri preferiscono implodere, mutilando anima e corpo, pur di non vedere.
Ciò che separa il bambino dall’adulto, è la consapevolezza.
Ciò che separa l’illusione dalla consapevolezza è la capacità di sostenere l’onda d’urto della deflagrazione del dolore accumulato.
Ciò che rimane dopo che il dolore è uscito è amore, empatia, accettazione e leggerezza.”

Emily Mignanelli

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Maglie
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