28/09/2024
RUOLI DI GENERE
Chi li conosce, li evita.
Centro Commerciale Campania
Famiglia tipica: mamma, papà, due figlie.
La maggiore di 7-8 anni, la più piccola circa 3 anni.
La più grande deve andare in bagno.
La mamma l’accompagna, lascia la piccola col papà e si allontana.
Il papà si china verso la figlioletta, va per prenderla in braccio ma.. La bimba è spaventate e strilla: «voglio mamma!!!».
Poi, piangendo, scappa per raggiungerla. Il papà la segue con lo sguardo e sbraita ad alta voce:
«ma ti pareva che questa riusciva a stare 5 minuti con me?»
La mamma, orgogliosa, abbraccia la piccola: «vieni qui a mamma» e si allontana guardando con disprezzo il marito; e come se l’occhiataccia non bastasse aggiunge: «non sei capace neanche di tenerti tua figlia per farmi pi****re in pace?».
Il marito non risponde.
Si siede al tavolino e tranquillo beve un caffè, evidentemente per lui è uno scambio ordinario.
Riflessione #1
Se tua figlia non riesce a stare 5 minuti sola con il papà, non c’è da essere orgogliosi. C’è solo da rattristarsi. Vuol dire che è stata strumentalizzata fino a canalizzare il suo infinito bisogno di sicurezza verso un’unica figura genitoriale, ignorando l’altra. E ciò non è MAI un bene per un bambino.
Prima di lamentarci delle nuove generazioni, vediamo come sono nate le coppie che dovrebbero rassicurare loro una sana educazione emotiva. Perché quando nella coppia c’è stima e fiducia, questa viene “assorbita” (proprio come per osmosi!) dai figli che si ritrovano a fidarsi parimenti di entrambi i genitori.
Prima di parlare di “padri assenti”, proviamo a chiederci: in che modo stiamo coinvolgendo l’altro nella vita affettiva di nostro figlio? Ci stiamo provando?
Accusare, condannare, rivolgersi al partner (che, tra l’altro, hai scelto tu) in modo sprezzante, non migliora certo le cose. Con ciò non sto dicendo che “tutti i padri del mondo vorrebbero essere coinvolti nell’accudimento della prole”, sto solo dicendo che se qualche papà vuole uscire dal ruolo di figura marginale nelle cure parentali, potrebbe avere difficoltà. E, ancora prima, sto affermando che alcune coppie -quelle che vertono su basi disfunzionali- non sono molto capaci nel provvedere all’accudimento dei figli.
Ieri, come oggi, cresciamo bambini sfiduciati, insicuri e che entrano nell’ottica di disprezzo e diffidenza che i genitori nutrono l’uno per l’altra.
Riflessione #2
In un mondo parallelo in cui i genitori si preoccupano davvero del benessere delle creature che hanno DELIBERATAMENTE deciso di mettere al mondo, ecco cosa doveva succedere:
Mamma si reca in bagno con figlia grande.
Figlia piccola corre verso la mamma perché non vuole stare sola con il papà (ipotizziamo che lo vede pochissimo perché il babbo lavora fuori ed è anche spaventata dall’ambiente caotico del centro commerciale, può starci). Allora la bambina scappa piangendo.
Il papà, non si disinteressa frustrandosi ma si attiva. La segue!
La mamma prende in braccio la bimba, la tranquillizza.
Le spiega che con il papà sarà al sicuro e la figlia ci crede perché vede la fiducia e la stima che la mamma nutre per il suo papà nel quotidiano e… Boom, il gioco è fatto. Mamma e papà si stimano e si fidano l’uno dell’altro. I figli possono nutrire in entrambi i genitori la medesima fiducia.
Possono crescere sicuri e con la certezza che amore significhi anzitutto sostenersi, stare al sicuro, fidarsi, rispettarsi e… E vissero felici e contenti.
Il problema dei figli non è solo nell’educazione emotiva che non viene impartita.
Sono i modelli d’amore che hanno.
- Psicoadvisor