Dott.ssa Michela Iacoponi

Dott.ssa Michela Iacoponi Psicologa e Psicoterapeuta ad Ascoli Piceno.

14/04/2025

Molti rapporti iniziano come incontri e finiscono come strategie di sopravvivenza.
Non ce ne accorgiamo, ma spesso non amiamo l’altro per ciò che è.
Lo amiamo per ciò che rappresenta:
una conferma, una protezione, una risposta alle nostre paure.
Lo mettiamo al servizio delle nostre insicurezze,
gli assegniamo ruoli, aspettative, missioni impossibili:
"guariscimi", "rendimi importante", "dammi ciò che non ho mai avuto", "dammi un significato", "rendi la mia vita significativa perché senza di te io non ho abbastanza valore"...
E quando inevitabilmente smette di funzionare, quando l’altro "non ci sistema", non ci riempie come avevamo immaginato... non diciamo: “non ci siamo mai incontrati per davvero” oppure "non ci siamo mai guardati per ciò che eravamo"... piuttosto diciamo: “mi hai deluso”. A volte è vero, diamo MILLE e riceviamo poco in cambio. Ma l'amore non è un baratto. È donare se stessi, e ciò che riceviamo in cambio è ciò che l'altro è... solo che noi non lo abbiamo mai guardato davvero. A volte, infatti, dalla prospettiva dell’altro, non stai ricevendo poco: stai ricevendo esattamente quanto l’altro può donarti. E se non è abbastanza per te... va bene anche così, perché puoi lasciarlo andare! Ma questo solo se vedi l'altro per ciò che realmente è, e non per le costruzioni che hai nella tua mente.

L’amore diventa vero solo quando smettiamo di usarci a vicenda come cerotti emotivi e cominciamo a guardarci davvero. Liberi, imperfetti, interi.

14/03/2025

“I disagi emotivi, i sintomi psicologici, le relazioni disfunzionali, sono segnali del cuore che dice: “Ehi, fermati, as...
16/01/2025

“I disagi emotivi, i sintomi psicologici, le relazioni disfunzionali, sono segnali del cuore che dice: “Ehi, fermati, ascoltami! Prenditi finalmente cura di me”.

Vi sembrerà strano ma la sofferenza non é qualcosa da cui scappare, é l’occasione di conoscerci veramente ed é l’opportunità di cambiare le cose.
Sì, perché se anche non abbiamo ricevuto cibo affettivo nell’infanzia e nell’adolescenza, noi non siamo condannati a ripetere gli stessi errori, o ad attendere che arrivi qualcuno di magico che finalmente ci darà il nutrimento mancato: non arriverà nessuno.

Quando eravamo piccoli abbiamo dovuto prendere quello che c’è stato dato, ma nell’età adulta possiamo scegliere, scegliere di interrompere i cibi tossici e ricercare sostane emotive che fanno bene al cuore.
Non dobbiamo dimenticarci che la vita adulta, con tutti i suoi casini e le sue complessità, é la chance che la vita ci sta offrendo per cambiare le cose.”

Dott.ssa Maria Chiara Gritti.

Attraverso la metafora del filo che ci lega sin dai primi istanti di vita, Maria Chiara Gritti ci porta a riflettere su come i nostri legami affettivi influe...

Come si manifesta la dipendenza affettiva nelle persone che ne soffrono? Queste sono alcune forme che caratterizzano chi...
09/01/2025

Come si manifesta la dipendenza affettiva nelle persone che ne soffrono? Queste sono alcune forme che caratterizzano chi soffre di questa problematica, chiamata "dipendenza" non a caso.

31/12/2024

Se non vivessimo in un universo sostanzialmente vuoto, questa notte non festeggeremmo. Gli attriti impedirebbero ai corpi celesti di muoversi con regolarità, e senza regolarità non avremmo inventato l’anno.

L’essere umano è famoso per inventare cose del tutto arbitrarie e poi comportarsi come se esistessero davvero. L’anno è una di queste cose. Ma l’anno non esiste, o meglio esistono tanti anni a seconda di cosa decidiamo che sia esattamente una rivoluzione terrestre. C’è l’anno siderale, l’anno solare, l’anno tropico e chi più ne ha più ne metta. Tanto poi arrotondiamo tutto a 365 giorni e buonanotte al secchio, ogni tanto aggiungiamo il 29 febbraio per far tornare i conti e bella lì.

Nemmeno 365 giorni è un numero scritto nella pietra. Quando la Terra è nata, il “giorno” durava tre ore e mezza. Mentre i dinosauri facevano le loro cose da dinosauri il Sole tornava sui suoi passi ogni 23 ore e mezza. Rallentiamo di 2 millisecondi ogni secolo, per via delle maree.

Come ogni anno, nel 2024 abbiamo percorso 10,3 milioni di km ruotando attorno all’asse terrestre, 940 milioni di km attorno alla nostra stella e siamo sfrecciati per ben 7,2 miliardi di km nella Via Lattea. Sì, perché come la Terra gira intorno al Sole, anche il Sole orbita attorno al centro della nostra galassia. Ci mette circa 230 milioni di anni: si chiama “anno galattico”.

Se misurassimo il tempo in anni galattici, l’Universo sarebbe un signore di 60 anni, il Sole un bellimbusto ventiduenne e la Terra una ragazza di vent’anni. La vita sulla Terra è comparsa 15 anni fa, i primi animali un anno e mezzo fa. I dinosauri si sono estinti poco più di tre mesi fa e noi Homo sapiens siamo in giro da appena sette ore e mezza. La vita di ciascuno di noi dura non più di una dozzina di secondi galattici. Per quel signore di 60 anni dureremmo quanto la sigla di un telegiornale e 7 volte al secondo festeggiamo l’ennesima rivoluzione del nostro pianeta.

Se ci pensate, è strano festeggiare il fatto che la Terra abbia compiuto un altro giro attorno al Sole. Ma lo faremo anche stanotte. La mezzanotte del 31 dicembre è un momento del tutto arbitrario, ma siamo esseri umani e ci comportiamo come se in quell’istante qualcosa effettivamente finisse e qualcos’altro cominciasse. In fondo abbiamo bisogno di un momento per fare bilanci, buoni propositi, archiviare qualcosa e sperare collettivamente che tutto ciò a cui teniamo vada bene.

Vi auguriamo cieli sereni, la voglia di guardare sempre in alto e, soprattutto, di continuare a non avere paura del buio.

-Filippo [dall'archivio]

Credits: Nicholas Roemmelt

La cosa più importante e difficile da imparare nel rapporto con gli altri  - amici, lavoro, partner, famiglia -, è accet...
22/12/2024

La cosa più importante e difficile da imparare nel rapporto con gli altri - amici, lavoro, partner, famiglia -, è accettare le persone per come sono e dove sono.

Spesso, quando le cose non vanno, ci si ostina a dare la colpa all’altro, alle sue mancanze e i suoi limiti, vedendoci come vittime impotenti degli eventi. Gli/le chiediamo di essere diverso, aspettiamo che lui/lei cambi.

Se proviamo a spostare lo sguardo su di noi, invece, vediamo quanto di quella dinamica ci appartiene, è nelle nostre mani: siamo noi a scegliere in quali relazioni stare e cosa coltivare in queste.

Se c’è qualcosa che non puoi accettare in una relazione, puoi decidere di investire su altro presente nel rapporto, oppure puoi scegliere di creare altre relazioni, su altri aspetti per te più adeguati.

“Non puoi trasformare le persone in qualcosa che non sono”.
Puoi peró trasformare te stesso e se ne capisci il potenziale, hai nelle tue mani ció che serve per stare bene nella vita.

“Soffermiamoci su almeno due grandi nuove angosce dei genitori oggi. La prima è relativa all’esigenza di sentirsi amati ...
15/12/2024

“Soffermiamoci su almeno due grandi nuove angosce dei genitori oggi.

La prima è relativa all’esigenza di sentirsi amati dai loro figli. [...] Per risultare amabili è necessario dire sempre “Sì”, eliminare il disagio del conflitto, delegare le proprie responsabilità educative, avallare il carattere pseudodemocratico del dialogo.[...]
La seconda grande angoscia dei genitori di oggi è quella legata al principio di prestazione. Lo scacco, l’insuccesso, il fallimento dei propri figli sono sempre meno tollerati. [...]

Le attese narcisistiche dei genitori rifiutano di misurarsi con questo limite attribuendo ai figli progetti di realizzazione obbligatoria.
Ma, come ha scritto Sartre, se i genitori hanno dei progetti per i loro figli, i figli avranno immancabilmente dei destini e quasi mai felici.”

Massimo Recalcati

«Quando finisce un amore, non soffriamo tanto del congedo dell'altro, quanto del fatto che, congedandosi da noi, l'altro...
23/11/2024

«Quando finisce un amore, non soffriamo tanto del congedo dell'altro, quanto del fatto che, congedandosi da noi, l'altro ci comunica che non siamo un granché. In gioco non è tanto la relazione, quanto la nostra identità; l'amore è uno stato ove non affermiamo la nostra identità, ma la riceviamo dal riconoscimento dell'altro; e quando l'altro se ne va, restiamo senza identità.
Ma è nostra la colpa di esserci disimpegnati da noi stessi, di aver fatto dipendere la nostra identità dall'amore dell'altro.
Per tutta la vita cerchiamo morbosamente dei punti fissi a cui aggrapparci. E sono tutti rigorosamente esterni: gli oggetti, le persone, i luoghi, i risultati, le apparenze, il lavoro, i soldi. Lasciamo che siano gli altri a dirci chi siamo.
Ma devi sapere tu chi sei. Ciò che gli altri dicono è irrilevante.
E allora, quando finisce un amore, il lavoro non è di cercare di recuperare la relazione, ma di recuperare quel noi stessi che avevamo affidato all'altro, al suo amore, al suo apprezzamento.
Mi chiedi qual è stato il mio più grande progresso, diceva Seneca. «Ho cominciato a essere amico di me stesso.»

Umberto Galimberti

11/11/2024
Gli altri non si possono cambiare, fanno semplicemente ció che sono. Possiamo peró lavorare su noi stessi, facendoci le ...
23/10/2024

Gli altri non si possono cambiare, fanno semplicemente ció che sono. Possiamo peró lavorare su noi stessi, facendoci le domande giuste.

19/10/2024
Dal libro “Sempre mezzo pieno” del dott. Massimo Giusti.
09/10/2024

Dal libro “Sempre mezzo pieno” del dott. Massimo Giusti.

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