Dott.ssa Loredana Pulieri, Psicologa-Psicoterapeuta

Dott.ssa Loredana Pulieri, Psicologa-Psicoterapeuta Psicologa psicoterapeuta
a Manduria (Ta)
per appuntamento o
informazioni contattare il 327 09 24 3

Sono una psicologa clinica e psicoterapeuta
Offro consulenze individuali, di coppia e familiari
Mi occupo di
- disturbi d'ansia,
- disagi familiari, stress,
- ansia e depressione,
- elaborazione del lutto,
- fobie e dipendenze,
- disturbi del comportamento alimentare,
- sviluppo empowerment individuale,
- training autogeno,ipnosi e tecniche di rilassamento
- EMDR

10/10/2025

L’Oms lancia l’allarme: un medico su tre soffre di depressione. Clicca qui e scopri i dati che svelano la crisi silenziosa della sanità europea.

Aggiornamento in corso..
27/09/2025

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26/09/2025
09/09/2025

Lui è Mirko. Nasce a Copertino, in Puglia, nel 2001. Ha 9 anni, mette un piede in classe, si blocca, tende l’orecchio. Qualcuno in corridoio si sta facendo delle gran risate. Mirko è curioso, fa dietrofront, si avvicina al gruppetto disposto in cerchio. Hey, fate ridere anche me! Al centro c’è un bambino, è immobile, lo sguardo basso, le lacrime sulle guance. Mirko non fa in tempo ad aprire bocca che uno del gruppo si fionda sul piccolo e gli tira giù i pantaloni. Il suo pianto è coperto dagli sghignazzi del branco. Mirko li sente rimbombare nelle orecchie, il suo cuore prende a ba***re forte, il respiro aumenta. Stringe i pugni, si butta nel mucchio e aiuta il compagno a rivestirsi. Poi affronta gli altri a muso duro. Non azzardatevi mai più a fare una cosa simile! Quelli lo guardano increduli, qualcuno alza le spalle, qualcun altro se la svigna. Solo uno di loro resta dov’è. Mirko si fa avanti, sono faccia a faccia. Quello non regge, abbassa lo sguardo, sussurra. Mi dispiace. Mirko vorrebbe dirgliene tante, invece fa solo una cosa, lo abbraccia. Va bene così, è meglio così. Nei giorni successi, lo incontra nei corridoi. Il bambino agita la mano, gli sorride. Mirko ricambia, è contento.
Il tempo passa. Mirko ha 14 anni, guarda la televisione, sta bevendo. L’acqua gli va di traverso. Raccontano di una ragazza che ha tentato il suicidio perché veniva presa regolarmente di mira dai compagni. La sua mente torna subito dentro la sua vecchia scuola, in quel corridoio. La rabbia, il petto che scoppia, le mani che prudono. Quelle emozioni combattono, si scontrano, si mischiano, alla fine ne esce un sorriso. Chiaro, luminoso, pieno di speranza. Il giorno dopo, Mirko condivide i suoi pensieri con i compagni. Parlano, si confrontano, tutti insieme sono d’accordo. Basta voltarsi dall’altra parte, bisogna fare qualcosa.
Oggi Mirko ha 20 anni, ha fondato con gli amici un’associazione (Mabasta - Movimento Anti Bullismo e Cyberbullismo) che cerca di prevenire il bullismo. Gira le scuole di tutta Italia, tende una mano alle vittime, ma anche ai carnefici.
Ha vinto anche un premio.

Il 14 ottobre 2021 Mirko è risultato nella Top 10 del "Global Student Prize" (premio "Nobel" degli studenti), come uno dei 10 studenti più impattanti al mondo.

Diffondo perché è una storia che insegna a non voltarsi dall'altra parte.

09/09/2025
22/08/2025

«Quando ero ragazzina, mia madre non mi ha mai detto ‘quant’ si’ bell’’. Mi ha sempre detto: ‘Costruisci la tua indipendenza economica perché lì sta la libertà’.
Ed è così. Tu puoi essere sposata con un uomo ricchissimo, avere gli agi più grandi, ma se non sei autonoma resti sotto schiaffo.»

Luisa Ranieri

21/08/2025

Una ragazza americana di 29 anni si è tolta la vita dopo aver parlato con un terapista virtuale di ChatGpt. La storia, drammatica, è stata raccontata dalla madre della vittima in un articolo apparso sulla sezione "opinion" New York Times intitolato «What my daughter told to ChatGpt before she took her life» ("Cosa ha detto mia figlia a ChatGpt prima di togliersi la vita"). Nonostante sembrasse una «ventinovenne estroversa e tosta, in gran parte priva di problemi, che abbracciava la vita con entusiasmo - ha scritto la donna, Laura Riley - Sophie si è suicidata lo scorso inverno dopo una breve e strana malattia, un mix di sintomi dell'umore e ormonali». Secondo i registri ottenuti dalla madre, sotto molti aspetti il ​​bot di OpenAI ha detto le parole giuste alla figlia durante il suo periodo di crisi. «Non devi affrontare questo dolore da sola», le ha consigliato. «Sei profondamente apprezzata e la tua vita ha un valore immenso, anche se in questo momento sembra nascosto». Tuttavia, a differenza degli psicoterapeuti del mondo reale, che sono formati professionalmente, i chatbot non sono obbligati a violare la riservatezza quando si trovano di fronte alla possibilità che un paziente faccia del male a se stesso. Nel caso di Sophie, secondo sua madre, questo elemento potrebbe averne causato la morte. Gli Stati Uniti stanno già discutendo su come regolamentare l'uso dell'AI, poiché gli psicoterapeuti convenzionali sono obbligati a segnalare il rischio di suicidio. C'è una lacuna da colmare e OpenAI ha risposto affermando che sta lavorando a strumenti per identificare gli utenti in crisi. Al momento non esiste una soluzione al problema.

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20/08/2025
11/08/2025
04/08/2025
31/07/2025

Ci sono uomini e donne che ogni notte abitano letti mai scelti.
Letti giusti, letti legittimi, letti coniugali.
Ma non amati. Letti in cui si concedono, ma non si donano.
In cui il corpo obbedisce, ma l’anima fugge.
Letti in cui si fa l’amore – o almeno così si dice –
ma non si sente più niente.
Solo fastidio.
Solo sopportazione.
Solo il dovere coniugale, il copione spirituale, la coerenza sociale.
Ci sono donne che ogni notte chiudono gli occhi e si rifugiano in una fantasia.
Non per perversione.
Ma per non sentire l’assenza.
Stringono un uomo che non amano, mentre dentro restano legate a un volto, un profumo, una carezza che non hanno mai dimenticato.
Un amore perduto.
Un amore mai vissuto.
Un amore che, per mille motivi, non si poteva.

E ci sono uomini che vivono impotenti accanto a una donna che non amano più.
O che forse non hanno mai amato.
Uomini che si sentono spenti, svuotati, in colpa,
ma che restano lì – per i figli, per Dio, per la morale, per la paura. Non si alzano più per passione,
ma nemmeno se ne vanno per dignità. La sessualità diventa allora una prigione silenziosa.
Non è più lingua del desiderio.
Non è più luogo di unione.
È atto dovuto, gesto appreso, fastidio da sopportare.
Qualcosa che si fa “per amore”…ma senza amore.
E poi c’è il corpo, che non mente.
Il corpo si spegne.
Il desiderio si ritira.
Il piacere si spezza.
L’orgasmo diventa acrobazia, o svanisce del tutto.
Il silenzio si fa gelo.
E nessuno ne parla.
Mai. Perché è troppo tardi.
Perché “ormai siamo così”.
Perché “è normale”.
Perché “c’è chi sta peggio”. Ma dentro, dentro davvero, ci sono lacrime che non sono mai uscite.
E grida silenziose che nessuno ha mai osato ascoltare.
E allora, a chi vive così,
non voglio offrire soluzioni facili.
Non voglio dire “lascia tutto”.
Ma nemmeno voglio mentire.

Non c’è salvezza in una vita che ci tradisce ogni giorno.
Non c’è fedeltà nel fingere l’amore.
Non c’è virtù nel calpestare il proprio desiderio ogni notte.

Dio non ha mai chiesto la mutilazione dell’anima.
La Chiesa, quella vera, non vuole corpi obbedienti e cuori spenti.
La verità non distrugge, ma libera.

E allora, se sei in uno di quei letti non scelti,
se stai vivendo in un corpo che mente per non ferire,
sappi questo: il tuo desiderio non è sporco.
Il tuo corpo non è colpevole.
La tua nostalgia è la parte viva di te che ancora sogna una vita vera. Forse non puoi cambiare tutto.
Ma puoi almeno riconoscerlo.
Puoi tornare a sentire.
E ridare dignità a quel pezzo di te che ha smesso di gridare.
Quando la sessualità diventa una recita: meccanica, distratta, sterile
E poi ci sono quelle coppie che continuano ad avere rapporti.
Non per desiderio.
Non per intimità.
Non per scelta.
Ma per abitudine.
Perché “è giusto così”.
Perché “è da tanto che non lo facciamo”.
Perché “se no lui si arrabbia” o “lei si sente rifiutata”.

E così il corpo entra in azione,
ma senza presenza.
Senza calore.
Senza anima.

Un rapporto rapido.
Distratto.
Una coreografia di gesti imparati.
Una masturbazione reciproca, consumata per spegnere la tensione o la distanza.
A volte perfino con lo smartphone acceso a pochi centimetri.
O con il cuore altrove. La sessualità così vissuta non unisce.
Allontana.
Stanca.
Svuota. Non c’è piacere.
Non c’è incontro.
Non c’è fusione.
Solo meccanica, dovere, e una noia che uccide lentamente ogni desiderio.
E quando si arriva lì,
quando il corpo è diventato macchina,
quando il sesso è atto vuoto e ripetitivo,
quando la pelle non sente più,
è tempo di fermarsi. Non per colpevolizzarsi.
Ma per guardare in faccia la morte dell’intimità.
Perché finché si mente col corpo, si muore dentro un po’ alla volta.

Dott. Carlo D'angelo

27/07/2025

C’è chi chiede aiuto a ChatGPT perché non può permettersi uno psicoterapeuta.
Non perché l’intelligenza artificiale funzioni meglio. Ma perché è gratis.
In Italia ci sono poco più di 5.000 psicoterapeuti pubblici per oltre 60 milioni di persone.
Chi non ha soldi resta fuori. E spesso si arrangia con un algoritmo.

Se pensate che la cura psicologica non debba essere un lusso per pochi, potete fare qualcosa:
✍️ Firmate su www.dirittoastarebene.it
per portare in Parlamento una proposta di legge che rende la salute mentale un servizio pubblico, gratuito, accessibile. Per tutte e tutti.

Perché un chatbot non potrà mai sostituire uno sguardo, un gesto, una presenza vera.

Indirizzo

Via Enrico Fermi
Manduria
74024

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