26/08/2025
Il Tfr dei lavoratori per garantire la flessibilità in uscita verso la pensione: è l’ultima proposta del governo, lanciata il 25 agosto dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon sul Corriere della Sera. Ma la Cgil la boccia subito: per la segretaria confederale Lara Ghiglione significherebbe “far pagare direttamente a lavoratrici e lavoratori il costo della pensione anticipata”.
Il Tfr, ricorda la sindacalista, è salario differito e parte integrante della retribuzione: toccarlo vuol dire colpire diritti certi. La proposta prevede di usarlo per raggiungere la soglia minima contributiva, ma dal 2022 questa è salita da 1.300 a oltre 1.600 euro al mese e arriverà a più di 1.700 nel 2030. Un “muro invalicabile” che cancella ogni possibilità di pensionamento a 64 anni per chi ha carriere povere e discontinue.
Per la Cgil, il governo tradisce le promesse di superamento della legge Fornero: la flessibilità in uscita è stata azzerata, i salari non crescono e i contratti pubblici hanno recuperato solo un terzo dell’inflazione.
Durigon ha annunciato novità anche su Opzione donna, ma Ghiglione parla di “ridicolo”: la misura è stata di fatto azzerata e ora si rilancia come fosse una conquista. “Promesse tradite, tutele cancellate, nessuna vera attenzione al lavoro femminile”, accusa.
La Cgil conclude: “Questo governo colpisce chi lavora due volte: prima con salari fermi, poi cancellando la possibilità di una pensione dignitosa. Continueremo a batterci per una vera riforma previdenziale, basata su equità e flessibilità”
Il Tfr dei lavoratori per garantire la flessibilità in uscita verso la pensione: è l’ultima proposta del governo, lanciata il 25 agosto dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon sul Corriere della Sera. Ma la Cgil la boccia subito: per la segretaria confederale Lara Ghiglione significherebbe “far pagare direttamente a lavoratrici e lavoratori il costo della pensione anticipata”.
Il Tfr, ricorda la sindacalista, è salario differito e parte integrante della retribuzione: toccarlo vuol dire colpire diritti certi. La proposta prevede di usarlo per raggiungere la soglia minima contributiva, ma dal 2022 questa è salita da 1.300 a oltre 1.600 euro al mese e arriverà a più di 1.700 nel 2030. Un “muro invalicabile” che cancella ogni possibilità di pensionamento a 64 anni per chi ha carriere povere e discontinue.
Per la Cgil, il governo tradisce le promesse di superamento della legge Fornero: la flessibilità in uscita è stata azzerata, i salari non crescono e i contratti pubblici hanno recuperato solo un terzo dell’inflazione.
Durigon ha annunciato novità anche su Opzione donna, ma Ghiglione parla di “ridicolo”: la misura è stata di fatto azzerata e ora si rilancia come fosse una conquista. “Promesse tradite, tutele cancellate, nessuna vera attenzione al lavoro femminile”, accusa.
La Cgil conclude: “Questo governo colpisce chi lavora due volte: prima con salari fermi, poi cancellando la possibilità di una pensione dignitosa. Continueremo a batterci per una vera riforma previdenziale, basata su equità e flessibilità”