
07/06/2025
'Ci sono genitori che giustificano tutto.
“È stanco.” “È ancora piccolo.” “Glielo faccio io, ci mette troppo.”
E così passano gli anni… e quello che doveva essere un aiuto temporaneo diventa una dipendenza silenziosa.
Un figlio che non rifà il letto, non mette via i piatti, non si prende cura delle sue cose…
non è solo distratto o pigro.
È un figlio che ha imparato che qualcun altro lo farà al posto suo.
E quel “qualcun altro” sei sempre tu.
Ma non lo stai aiutando.
Lo stai disarmando.
Perché non lo stai preparando a vivere in una stanza ordinata,
lo stai preparando — o meglio, non lo stai preparando — a una vita che richiede autonomia, responsabilità, equilibrio.
I ragazzi non diventano “inutili” da un giorno all’altro.
Lo diventano quando nessuno chiede loro di fare la propria parte.
Quando ogni “non riesco” viene accolto con “ci penso io”.
Quando si cresce in una casa dove tutto è pronto, ma niente è imparato.
Il risultato?
Un giorno si troveranno soli.
Non sapranno da dove cominciare.
E non perché siano incapaci… ma perché nessuno ha mai chiesto loro di provarci.
Rifare un letto non è solo mettere a posto le lenzuola.
È iniziare la giornata con un atto di ordine mentale.
È capire che ogni spazio curato, ogni piccolo gesto fatto da sé,
contribuisce a creare indipendenza.
Non aspettare che sia la vita a insegnargli ciò che tu stai evitando di correggere.
Non è cattiveria.
È amore vero: quello che cresce, forma, responsabilizza.
Un figlio che non sa occuparsi del proprio spazio,
domani faticherà a occuparsi di sé stesso.
E non sarà colpa sua.
Sarà colpa di chi ha creduto che l’amore fosse fare tutto al posto suo.
L’amore, quello sano, è insegnare a farlo da soli'