21/08/2025
La forza di chiedere aiuto: abbracciare il benessere psicologico
di Dorotea Piombo
18 Agosto 2025 - Fonte: Città Nuova
Superare il timore del giudizio altrui o l’idea errata che “se chiedi aiuto sei debole”, rappresenta il primo passo decisivo verso una vita più autentica e serena. Il coraggio di chiedere e accogliere sostegno è uno degli atti più potenti di autodeterminazione che si possano compiere
Nel corso della nostra esistenza, ciascuno di noi si trova ad affrontare sfide di natura emotiva che, se non adeguatamente riconosciute e gestite, possono compromettere il benessere generale e la qualità della vita. Sebbene la consapevolezza sull’importanza della salute mentale sia cresciuta negli ultimi anni, persistono ancora molte barriere culturali e personali che ostacolano l’accesso al supporto psicologico. Tra queste, lo stigma rappresenta uno degli ostacoli più significativi e insidiosi, perché induce le persone a nascondere i propri vissuti, a evitare il confronto e a rimanere in una condizione di isolamento psicologico.
Il supporto psicologico racchiude un insieme di interventi, approcci e strumenti come colloqui di consulenza, ascolto empatico, sostegno di gruppo, interventi nelle scuole o nei luoghi di lavoro, percorsi di riflessione guidati e molto altro. L’obiettivo principale è creare uno spazio sicuro e rispettoso dove le persone possano esprimere le proprie emozioni e difficoltà, acquisire consapevolezza, sviluppare strategie di coping e rafforzare le proprie risorse personali. All’interno di questa dimensione, la richiesta di supporto non è un segno di patologia o debolezza, piuttosto è un atto di responsabilità verso sé stessi, un investimento sul proprio equilibrio emotivo e sulla capacità di affrontare efficacemente la complessità della vita.
Prendiamo, ad esempio, la storia di Francesca, che per anni ha vissuto un periodo di grande tensione dovuto a problemi personali e professionali, ma fin da subito ha scelto di non parlarne apertamente, spinta dalla paura di essere giudicata o vista come fragile. Questa reticenza ha alimentato un senso crescente di solitudine e malessere. Quando ha finalmente deciso di affidarsi a un percorso di supporto psicologico, ha trovato un luogo dove poter essere ascoltata senza pregiudizi e con attenzione. I colloqui le hanno permesso di riconnettersi con le proprie emozioni e di metterle in relazione con le situazioni della sua quotidianità. Si è trattato di un processo di auto-esplorazione favorevole alla gestione dello stress e delle tensioni accumulatesi.
Un altro esempio è Luca, un manager di giovane età, che fino a poco tempo prima considerava lo stress come un segno di forza e una prova da superare. Per molto tempo ha cercato di non mostrare le proprie difficoltà, convinto che chiedere aiuto avrebbe significato indebolire la sua immagine. Soltanto quando la pressione emotiva era diventata insostenibile, ha deciso di partecipare ad un ciclo di incontri di supporto psicologico focalizzati su tecniche di counseling e gruppi di ascolto. Questa esperienza ha trasformato il suo modo di rapportarsi agli eventi stressanti, migliorando non solo il suo benessere personale, ma anche le capacità comunicative e relazionali all’interno dell’azienda e della sua rete familiare.
Questi casi sottolineano come il supporto psicologico non abbia l’unico scopo di intervenire su disturbi clinici gravi, ma possa rappresentare un aiuto concreto per chiunque desideri sviluppare maggiore consapevolezza di sé, prevenire il disagio o trovare modalità più efficaci per gestire le proprie emozioni. La sua natura e la sua funzione sono multidimensionali, evitando così la restrizione della psicologia a una disciplina esclusivamente legata alla patologia.
Superare lo stigma è quindi un requisito imprescindibile per garantire che sempre più persone riconoscano nel supporto psicologico una risorsa fondamentale. Lo stigma, infatti, nasce principalmente da false credenze e pregiudizi che dipingono la debolezza emotiva come una colpa o un difetto. Le conseguenze di questa visione sono deleterie: chi teme di essere giudicato sconterà la difficoltà con il silenzio e la rimozione, aggravando la sofferenza e impedendo un intervento precoce o efficace. Educare alla normalizzazione delle esperienze psicologiche, riconoscendo che tutti, in diversi momenti della vita, possano beneficiare di un confronto professionale o di un sostegno emotivo, è la premessa per ricostruire un dialogo autentico e inclusivo.
Un impegno rilevante deve essere assunto non solo a livello individuale, ma anche da parte delle istituzioni, delle realtà educative, dei luoghi di lavoro e della società nel suo complesso. Promuovere una cultura che valorizzi la salute mentale come parte integrante del benessere globale, che favorisca gli ambienti di ascolto e che riconosca l’importanza della prevenzione e dell’intervento precoce significa rendere la comunità più solidale, competente e resiliente.
Infine, è utile ricordare che prendersi cura di sé sul piano psicologico non è mai un percorso lineare o semplice, ma è un viaggio in cui si intrecciano momenti di debolezza e di rinnovata energia, fragilità e resilienza. Il supporto psicologico è un compagno di viaggio che aiuta a rendere questo cammino più consapevole, puntellato di strumenti e risorse che permettono di affrontare le sfide con maggiore equilibrio. Aprire la porta al supporto psicologico significa dunque scegliere di prendersi cura di sé con rispetto e dignità.
Non permettere allo stigma di limitarti o di impedire al benessere di manifestarsi. Inizia oggi a considerare il supporto psicologico come una risorsa preziosa e accessibile, un investimento sul futuro della tua salute e qualità della vita.