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21/05/2025
🌻🌼🌼🌺🌸Gianluca con gli amici della Fenice e alcuni familiari in gita al Vivaio Girardi a Favaro per godere dei profumi e dei colori della primavera. 🌸🌺🌼🌼🌻
Domenica di Pasqua Super x Gianluca insieme con il papà dopo una bella passeggiata in giro x Favaro ...un pò di relax al sole aspettando la cena
🐣🐣🐣Tanti Auguri a tutti!!
Buona Pasqua🐣🐣🐣
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❤️ ❤️
14/02/2025
🥰😍❤️Questa mattina sorpresona agli Anni Azzurri per la ricorrenza di San Valentino, la mascotte "Valentino" è passato a salutare Gianluca e tutti gli amici della Fenice regalando sorrisi e momenti di allegria 🥰😍❤️
Domenica in una bella fresca giornata di sole e un pò di divertimento per festeggiare ancora il suo Compleanno con buon cibo in compagnia dei compagni di classe e del papà.
Gianluca super sorridente
una bella giornata di sole e divertimento per festeggiare San Martino con buon cibo in compagnia dei compagni di classe e del papà.
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Gianluca Ballarin ha 45 anni è nato a Olmo in provincia di Venezia e ha praticato fin da piccolo arti marziali. Dopo la laurea in lingue orientali è partito per la Cina dove ha vissuto per 11 anni approfondendo lo studio della cultura cinese e la pratica del Tai Chi, la sua grande passione. Gianluca è figlio unico e, dopo la morte della mamma, ha deciso di tornare a vivere in Italia per non lasciare il papà Paolo da solo. Inizia così ad insegnare Tai Chi e Hsing I Chuan trasmettendo con amore la sua profonda conoscenza.
Oggi, Gianluca ha un occhio spalancato e l’altro semichiuso. È in sedia a rotelle e non muove la parte sinistra del corpo. Parla malino ma quanto basta per capire che si sente imprigionato. E infatti lo è.
LA MALATTIA - L’ictus che lo ha colpito a novembre del 2017 è un ictus mortale nel 95% dei casi e chi ne viene colpito viene poi chiamato, se sopravvive, “locked in“ ovvero “chiuso dentro”. Significa che la consapevolezza di sé c’è, ma in genere la si può esprimere solo muovendo gli occhi. Nonostante fin dall’inizio i medici avessero dato bassissime speranze di sopravvivenza, Gianluca ha da subito stupito tutti, dimostrando, passo dopo passo, che per lui non era finita lì! Il 13 dicembre viene trasferito in un ospedale riabilitativo e qui, infatti, Gianluca comincia a respirare autonomamente, a mangiare, comincia a vedere qualcosa…. Il 27 gennaio pronuncia, dopo due mesi e mezzo di silenzio, le sue prime parole verso chi non ha mai smesso di sperare: “Ciao Papà”.
LA FORZA - Noi non sappiamo come Gianluca sia già riuscito a fare molto più di quello che i medici avevano pronosticato. Forse perché il suo essere Maestro di Tai Chi, la sua lunga esperienza nell’ ascoltare la Forza interiore e la sua scelta di totale dedizione verso tutte le persone che incontrava lo hanno reso un pò speciale. Forse perché anche noi non abbiamo voluto lasciarlo andare. Ci ha dato talmente tutto di sé che non siamo riusciti a lasciarlo nemmeno per un’ora. Nei lunghi mesi di completa immobilità eravamo con lui. Quando all’ improvviso, dopo tre mesi di buio, ha biascicato le prime parole eravamo con lui. Il 26 settembre Gianluca è stato accolto in una struttura per disabili a Mira, la RSD Suor Armanda. Il suo percorso riabilitativo, almeno in Italia si è concluso.
LA SPERANZA - In settembre una clinica specializzata in Austria ha esaminato con attenzione il suo caso e ha dichiarato che se lui collabora riuscirà a camminare con l’uso di un tripode o di un bastone. La terapia intensiva consiste in 4-5 ore ogni giorno con gli esoscheletri, quelle armature tecnologiche nate come allenamento potenziante per i soldati e che ora stanno cominciando ad essere impiegate proprio in casi come quello di Gianluca, casi in cui persone giovani e forti dimostrano di non volersi arrendere. Per poter ricominciare a camminare, Gianluca dovrà essere ricoverato in questa clinica con tecnologie all’avanguardia per almeno 3/4 mesi Il costo è molto alto, circa 100.000 euro per 3 mesi. Nell'attesa di poter raccogliere la somma necessaria per portare Gianluca a Innsbruck abbiamo fatto delle ricerche per trovare una struttura italiana dove potesse continuare il suo percorso riabilitativo. Il primario di un ospedale di Bergamo si è reso disponibile a ricoverare Gianluca per sottoporlo ad una riabilitazione intensiva adeguata alle sue problematiche. Il 29 ottobre siamo partiti per Bergamo. Gianluca è rimasto ricoverato nella struttura per quattro mesi e dopo più di un anno, il 26 febbraio 2019, è finalmente ritornato a casa.
CHI SONO LE PERSONE DI “JEDI TORNA IN PIEDI”
Gianluca è una persona meravigliosa, un amico sincero, generoso, coraggioso, tanto che lo abbiamo sempre chiamato Jedi, come i puri cavalieri della saga di Guerre Stellari che lui ama tanto. A sostenerlo durante questi mesi molti amici della più svariata provenienza: suoi allievi attuali e passati di Tai Chi, compagni di scuola e di viaggi in Oriente, amici d’infanzia….
Persone molto diverse tra loro ma tutte accomunate da un grande amore per Gianluca. Accadeva sempre che dopo un incontro o una serata trascorsa insieme, lui amava congedarsi con un abbraccio, rassicurandoci con un: “Se hai bisogno sono qua” e le sue non erano solo parole, se avevamo bisogno, lui c’era sempre. Per questo ora che lui ha bisogno di noi, desideriamo e vogliamo esserci, sostenendolo per restituirgli la forza di quell’abbraccio che immancabilmente arrivava nel momento del bisogno.
Desideriamo esserci per accompagnarlo fino al giorno in cui potrà nuovamente venirci incontro con le sue gambe e riabbracciarci con quella forza che lo contraddistingue. Non smetteremo mai di crederci, perché seppur nella nostra diversità, una cosa ci accomuna: la certezza che se fosse successo ad uno di noi, lui non avrebbe mai smesso di crederci e di fare il possibile e l’impossibile.
Questa non è solo la storia di Gianluca ma è anche la storia dell’Amicizia che lui ci ha insegnato e che insieme a lui vogliamo trasmettere a tutti coloro che vorranno sostenerci, per farci testimoni di un grande messaggio d’Amore:
Non smettiamo mai d’aver il coraggio di dire: “se hai bisogno sono qua”, perché l’Amicizia è come un abbraccio, uno scambio di Forza nel momento del bisogno.
Il nostro più grande desiderio è che il nostro Jedi possa nuovamente camminare, esprimere la sua vitalità attraverso il Tai Chi, avanzare verso una vita migliore. Ma da soli non ce la possiamo fare. Abbiamo bisogno del sostegno non solo morale ma anche economico di tutti per dirgli: JEDI TORNA IN PIEDI!