Dott.ssa Fiora Russano Psicologa - Psicoterapeuta

Dott.ssa Fiora Russano Psicologa - Psicoterapeuta Laureata presso l'università di Padova in Psicologia Clinica e di Comunità. Psicoterapeuta EMDR. Esperta EMDR 1’ e 2’ Livello.

Psicologa, Psicoterapeuta EMDR, Laureata presso l''Universita di Padova nel 2003 in Psicologia Clinica e di Comunità. Specializzata presso la Scuola di Specializzazione in Psicologia del Ciclo di Vita nel 2008 a Padova. Esperta in Psicologia Giuridica come Consulente Tecnico di Ufficio (CTU) e Consulente Tecnico di Parte (CTP). Esperta in Psiconcologia e Mindfullness. Iscritta all'Ordine degli Psicologi della regione Puglia n.3327

18/06/2025

Buona maturità a tutti 🤞🏻💪🏻🍀

03/06/2025

La scuola è finita.
Questa è solo una pagina dei tanti quaderni che ho sfogliato questo anno scolastico nel mio studio pedagogico, pagine piene di segni rossi e giudizi taglienti. E non riesco più a trovare motivazioni valide per una certa scuola, che mina l’autostima dei bambini etichettando gli alunni, compromettendo gli apprendimenti.

Davvero pensiamo che così quel bambino possa migliorare?

Quando un bambino è disattento, disordinato o sembra ‘non collaborare’, dietro non c’è solo disinteresse. C’è spesso un’emozione non accolta, un bisogno celato, una difficoltà non compresa.

⛱️Cara maestra per le prossime vacanze sotto l’ombrellone ti invito a leggere e rileggere La scuola che vorrei dove l’«I care» e il «Tu mi stai a cuore» si trasformano in pratiche educative quotidiane, vive, possibili.

La scuola che vorrei è una scuola che non riempie ma nutre, che non misura ma accompagna, che non pretende ma ascolta. Una scuola che riconosce il valore dell’errore, coltiva la fiducia e fonda l’apprendimento sulla connessione tra mente ed emozione.

Allora magari dal prossimo anno scolastico, su quel quaderno cara maestra, potresti provare a scrivere “Oggi non è stato facile, ma domani riproviamo insieme.”
”Hai iniziato bene! Con un po’ di aiuto possiamo fare ancora meglio.”
”Ho visto che ti sei distratto : cosa ti aiuterebbe a concentrarti di più?”

Perché si impara solo su un fondo di piacere condiviso.
Perché educare significa anche scegliere con cura le parole.
Perché i bambini che sentono il nostro interesse per loro imparano meglio. Sempre.

«Se un bambino impara con gioia, la lezione si inciderà nella mente insieme alla gioia. Nella sua memoria resterà traccia dell’emozione positiva che gli dirà: “Ti fa bene, continua a cercare!”» D.Lucangeli
Scuola
apprendimenti
autostima
emozioni

19/03/2025

Andrea Prospero aveva 20 anni. Un ragazzo come tanti, schiacciato dal peso delle aspettative, dalla paura di non essere abbastanza, dalla solitudine di un mondo che lo guardava ma non lo vedeva. Non voleva morire. Voleva solo che qualcuno gli dicesse che valeva la pena restare.

E invece ha trovato un boia travestito da amico. Un diciottenne che non solo non ha provato a salvarlo, ma lo ha spinto nel buio con la leggerezza con cui si spegne una sigaretta. “Prendi tutta la busta e bevi.” Un ordine, non un consiglio. Un’esecuzione a distanza, senza spargimento di sangue. E quando Andrea non ha più risposto, l’unica preoccupazione del suo carnefice è stata di cancellare le tracce. “Vuoi vedere che è morto? Ora mi fottono.” Non un briciolo di rimorso. Solo paura di essere scoperto.

E allora la domanda è questa: chi ha ucciso Andrea? La mano che ha scritto quelle parole? Il silenzio che lo ha lasciato solo? La cultura dell’indifferenza che normalizza la crudeltà e riduce il dolore altrui a un gioco da tastiera?

Questa non è solo una tragedia individuale. È lo specchio di un fallimento collettivo. Un fallimento che non si cancella con un colpo di spugna, come una chat su Telegram. Un fallimento che ci costringe a guardarci dentro e chiederci: quanti Andrea conosciamo? E quanti di loro stiamo già perdendo?

06/12/2024

C’è un momento in cui il cuore si siede
e tutto pesa, anche l’aria.
Un momento in cui il silenzio non consola
e senti che le parole non bastano più.

Urlalo
quel “non ce la faccio più!”
fallo uscire come una freccia
come un vento che rompe il silenzio.
Non tenerlo dentro
ché il dolore chiuso diventa buio
diventa muro.

Gridalo al mondo:
“sono stanco, mi rompo, mi perdo”.
E non aver paura delle tue cicatrici
che sono mappe
sono vie per far passare il sole.

Lasciale andare
quelle lacrime che fanno mare
lasciale scavare i solchi
che a volte il cuore ha bisogno
di una nuova geografia.

Accetta di essere rotto
Di essere guasto
di avere l’anima graffiata
e sulla pelle lividi che raccontano
una storia.
Lasciale brillare le tue ferite
che sono loro a ricordarti
tutta la strada che hai percorso.

C’è grazia nelle cose rotte
bellezza nei bordi irregolari.
Non temere il dolore
ché è un maestro silenzioso
che ti insegna a vedere meglio
a sentire più forte.

E capirai, alla fine
che ogni lacrima è un dono
che il tuo dolore è un ponte
per arrivare agli altri.
Che essere spezzati
ci rende interi
ci insegna a guardare negli occhi di chi cade
e a dirgli, senza tante parole:
“Io lo so, lo conosco
ti tengo la mano
su questo rumore
si può lavorare”

Grazie Matteo Sinatti, per l’ultimo verso - immenso - di questa poesia.

06/10/2024

🔵 𝐎𝐠𝐧𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐨, 𝐢𝐥 𝐦𝐞𝐬𝐞 𝐝𝐢 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝐞̀ 𝐝𝐞𝐝𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 #𝐬𝐞𝐧𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐮𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐥 𝐬𝐞𝐧𝐨.

𝐋𝐚 #𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 – 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐮𝐧𝐝𝐢𝐜𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐭𝐚. Promuovere la cultura della prevenzione e della diagnosi precoce è infatti fondamentale . La cultura della prevenzione riduce la necessità di interventi invasivi e aumenta le prospettive di vita .

Mentre si combatte la battaglia più avanzata per prevenire e sconfiggere la neoplasia, è anche necessario combattere quella per rendere più dignitosa la vita di chi deve convivere con la malattia. E', questa, una straordinaria frontiera di umanità e di solidarietà, che esprime, anch'essa, un contenuto medico di assoluto rilievo, come dimostrano le tante esperienze . 𝐈𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐡𝐨 𝐚𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐞 𝐦𝐨𝐥𝐭𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐞 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐚𝐧𝐳𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐜𝐢 𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐜𝐚𝐧𝐜𝐫𝐨. Tutte, mi spiegarono come uscire e affrontare questo male sia non solo legato ad una terapia farmacologia ma che importante fosse anche la terapia psicologica. Perché per sconfiggere un male che colpisce così forte c’è bisogno di testa, cuore ed equilibrio. 𝐏𝐞𝐫 𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐕𝐢𝐜𝐞𝐩𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐨𝐦𝐦𝐢𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐒𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐧𝐞𝐥 𝐧𝐨𝐯𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟐 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 𝐫𝐢𝐠𝐮𝐚𝐫𝐝𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐥’𝐢𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢𝐨 𝐩𝐬𝐢𝐜𝐨-𝐨𝐧𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐨𝐧𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐚 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 . Purtroppo - questa malattia quando arriva non è facile da accettare fisicamente e mentalmente. 𝐏𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐪𝐮𝐢𝐩𝐞 𝐨𝐧𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐨𝐬𝐩𝐞𝐝𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐢 𝐬𝐢𝐚 𝐮𝐧 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐩𝐬𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐜𝐨 𝐫𝐢𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐚𝐢 𝐩𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐯𝐞𝐧𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐭𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚, 𝐦𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐢, 𝐩𝐞𝐫 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐨𝐭𝐢𝐝𝐢𝐚𝐧𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐜𝐜𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐢 𝐩𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢. Inoltre nel Bilancio di previsione 2024 - lo scorso dicembre - ho presentato emendamenti al fine di finanziare e potenziare la prevenzione nella lotta contro le neoplasie .

La neoplasia al seno va fronteggiata con costanza e forza, senza mai abbassare la guardia .

Renato Perrini

10/08/2024

È il 1990 a Baltimora, Maryland. Un giorno, la maestra dell’asilo convoca d’urgenza Debbie Phelps, madre di Michael. “Michael non riesce a stare seduto, non sta mai tranquillo, non riesce a focalizzarsi” dice la maestra con tono critico. “Forse è solo annoiato” risponde Debbie, speranzosa. “Impossibile. Si rassegni, suo figlio non è dotato, non sarà mai in grado di focalizzarsi su nulla” conclude la donna senza appello.

Michael Phelps ha solo cinque anni, cresciuto senza padre, circondato dall’amore della madre e delle due sorelle. Fino a quel momento, non ha quasi mai messo piede in una piscina. Quando lo fa, è così terrorizzato all’idea di ba****si la faccia che l’istruttore è costretto a insegnargli il dorso. Michael ha un talento innato per il nuoto, ma la sua attenzione è incostante. A scuola, le cose non vanno meglio. Tutte le sue insegnanti ripetono a Debbie le stesse frasi: “Non riesce a concentrarsi su nulla”, “non è portato per questa materia”, “disturba i compagni”.

Determinata a comprendere le difficoltà del figlio, Debbie lo porta da uno specialista. La diagnosi è chiara: ADHD, Disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Ma Debbie, oltre ad essere una madre, è anche insegnante e preside. Decide di dimostrare a tutti che si sbagliano. “Sapevo che, se avessi lavorato duro con Michael, lui avrebbe potuto raggiungere tutti gli obiettivi che si fosse prefissato.” Lavora a stretto contatto con gli insegnanti di Michael, trovando modi creativi per aiutarlo a superare le sue difficoltà. Ad esempio, quando Michael fatica con la matematica, gli trova un tutor e lo coinvolge con problemi legati al nuoto, come: “Quanto tempo impieghi a nuotare per 500 metri se nuoti a una velocità di 3 metri al secondo?”

Ogni volta che Michael ha uno scatto di rabbia o frustrazione in piscina, Debbie dagli spalti gli fa un segnale convenzionale a forma di “C” che, nel loro linguaggio privato, significa “Ricomponiti”. Michael migliora a scuola, mentre in vasca è già un piccolo squalo: a 11 anni, è più forte e veloce di qualsiasi altro suo coetaneo negli Stati Uniti.

Nel maggio del 1996, Debbie è convocata per un altro importante colloquio. Questa volta è il suo allenatore, Bob Bowman. “Signora Phelps, nel 2000 Michael parteciperà ai Trials olimpici. Non so se conquisterà la convocazione, ma sicuramente farà parlare di sé. E nel 2004 sarà senza dubbio un atleta che vincerà delle medaglie olimpiche. E saremo solo all’inizio”.

Bob aveva ragione e torto allo stesso tempo. Nel 2000, a Sydney, Michael non solo si qualifica nei 200 metri farfalla, ma raggiunge la finale, classificandosi al quinto posto. Ha appena compiuto 15 anni. Da quel giorno, per i successivi 16 anni, Phelps conquisterà 83 medaglie, di cui 66 d’oro, 28 olimpiche e 33 iridate, diventando nel 2008 a Pechino l’atleta con più ori (otto) in una sola edizione della storia dei Giochi.

Michael Phelps, che ha appena compiuto 39 anni, è diventato un’icona planetaria, il nuotatore più vincente di ogni tempo e uno degli sportivi più forti di ogni epoca. Ma questo campione straordinario è stato anche un bambino con ADHD, come tanti altri nel mondo. La sua fortuna più grande? Una madre, Debbie Phelps, che non ha mai smesso di credere in lui, trasformando i suoi limiti in opportunità.

Forse nessuno dei milioni di bambini con ADHD diventerà Michael Phelps – ma che importa? Dietro una diagnosi e un giudizio senza appello, ci sono talenti e capacità fuori dal comune. A volte, tutto ciò che serve è qualcuno disposto a vederli e a riconoscerli. Qualcuno come Debbie Phelps.

08/07/2024

Artonauti è il primo album di figurine per collezionare i grandi capolavori della storia dell'arte

07/05/2024

Save the date 📅
Arriva il primo seminario gratuito organizzato dall'Associazione EMDR Italia per tutti i soci. L'appuntamento è per sabato 18 maggio, in compagnia della dottoressa Martina Cussino, con un seminario dal tema "La terapia EMDR come risorsa terapeutica durante la gravidanza e la perinatalità".

✉️ Iscrizioni al link qui sotto!
https://emdr.it/formazione/altri-corsi/

16/01/2024
07/01/2024

Indirizzo

Martina Franca

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott.ssa Fiora Russano Psicologa - Psicoterapeuta pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Dott.ssa Fiora Russano Psicologa - Psicoterapeuta:

Condividi

Digitare