09/10/2025
🧘🏼♀️Spesso le persone cercano la pratica yoga perché hanno bisogno di "rilassarsi". "Vorrei fare Yoga perché ho bisogno di rilassarmi", è tipico...
Sia chiaro, nulla di male in questo bisogno, ci mancherebbe, sicuramente se siete in un buon momento della vostra vita, lo yoga non ci metterà molto a farvi sentire meglio, a farvi sentire "rilassati", anche se forse "rilassamento" non è il termine più corretto, o meglio, è l'aspetto che cogliamo più facilmente, il più superficiale, che esprime quello che in effetti la pratica fa, cioè renderci presenti a noi stessi in un mondo nel quale gli stimoli che ci portano fuori da noi e ci impediscono di ascoltarci davvero sono potenziati allo sfinimento.
🏃🏼♀️La vita social, la carriera, la famiglia...viviamo in un mondo in cui genitori in burnout dimenticano i figli in macchina con 40 gradi... con esiti terribili.
E ci siamo tutti dentro fino al collo, questo è solo uno dei tanti tragici segnali di una società che non ci da nemmeno il tempo di respirare.
E allora basta anche solo prendersi un'ora alla settimana per ricordare a se stessi che, in tutto ciò che stiamo sempre continuamente e ininterrottamente "facendo" e rincorrendo, siamo anche vivi e sì, respiriamo, abbiamo un corpo, di cui ci occupiamo solo quando arriva "il problema", e forse abbiamo anche qualcos'altro di cui prenderci cura...
Ma è facile praticare quando tutto va più o meno bene, quando siamo bene o male sereni, la nostra vita scorre tranquilla senza grossi inciampi.
😮💨Il problema, e al tempo stesso la grande occasione che ci offre la pratica, è quando le cose non vanno affatto bene e siamo faccia a faccia con la nostra impotenza, sofferenza, fatica mentale, depressione, ansia, paura, incertezza, quando la nostra vita non scorre liscia, non va come vorremmo, ci passiamo tutti.
E in un modo o nell'altro ciò che accade, di qualsiasi cosa si tratti, è che ci sentiamo messi a n**o, tocchiamo il nostro limite di esseri umani e allora, perché mai dovremo cercare la pratica, se la pratica ci fa più presenti e la nostra presenza e il nostro ascolto ci parla solo delle nostre sofferenze, dei nostri drammi, dei nostri problemi. Meglio cercare delle "distrazioni", via dal dolore, fagocitiamo quel che ci stuzzica meglio, non abbiamo che l'imbarazzo della scelta.
🌱Beh è qui allora che scopriamo che la pratica non ci serve affatto a "rilassarci"....casca un po' l'asino, per così dire, dello Yoga come "pratica di benessere", bene inteso che come già detto in parte lo è, ma solo in parte, la parte appunto più superficiale.
E proprio qui si rivela una grande verità, appurato che la pratica non è una panacea alle sofferenze della vita, non è una bacchetta magica che ci rende immuni al dolore, non è un "trattamento benessere" e non ci "salverà" da nulla, certamente ci fortifica e ci rende più presenti ma.....non è solo questo.
Srotolare ogni giorno il tappetino e non abdicare all'appuntamento con se stessi ci chiede come uno svuotamento. Uno svuotamento della dimensione egoica, del nostro continuo bisogno di "raccontarci" a noi stessi, di auto-narrarci i nostri drammi, rimuginare sullo stato delle cose, sul "però io", sul passato, sulle relazioni, sui progetti futuri, sui piccoli narcisismi che soddisfano il nostro bisogno continuo di definirci, sentirci meglio di ieri, meglio degli altri, "più evoluti," "più spirituali"...
Srotolare ogni giorno il tappetino e abdicare alla pretesa di qualcosa in più, qualcosa in meno, qualcosa di diverso da ciò che è, è Yoga.
La questione non è essere di più o diversi, quanto al contrario accorgersi di essere già troppe cose.
"Atha yoganusasanam", l'inizio degli Yoga Sutra, il primo trattato della storia dedicato allo Yoga, di solito viene tradotto "Ora l'insegnamento dello yoga", cui segue appunto il trattato.
Ma in queste due parole, ancora prima di tutto il trattato che ne segue, forse intravediamo già l'insegnamento: Atha, cioè "ora", Yoganusasanam, "l'insegnamento".
L'insegnamento è ora.
Ora, adesso, in questo momento se sono nella mia pratica per come è, per come sono io adesso, non per come vorrei essere o come vorrei che fosse la mia pratica, da copertina di Yoga Journal, non per come me la immagino...se so restare, ascoltare ciò che davvero emerge nel momento e mi libero dalla ricerca di qualcosa d'altro, dalla distrazione permanente, allora pure nella precarietà e nell'impermanenza, intuisco e attingo ad una vastità che è quiete assoluta, quiete che non ha bisogno di nulla per essere, pura esistenza, puro essere, Atman.
Buona pratica🕉