Barbara Gubinelli - Massofisioterapista

Barbara Gubinelli - Massofisioterapista Massaggi, Massoterapia cervicale, massoterapia
lombare, drenaggio linfatico manuale(linfodrenaggio) massaggi collo, cervicale, schiena, gambe, piedi.

Trazioni verterbrali o pompage, fisiochinesiterapia, lombosciatalgie, terapie dolori cervicali e di schiena. Ginnastica posturale. Linfodrenaggio. Massaggi anticellulite. massaggi gambe gonfie e dolenti. Il massaggio in gravidanza.

06/08/2025

🔴Burnout Emotivo

Stanchi… ma non solo per il lavoro
Negli ultimi anni si è parlato molto di burnout legato all’ambiente lavorativo ma c’è un fenomeno che sta crescendo: il burnout emotivo.
Succede quando ci si sente esausti, svuotati e sopraffatti anche nei rapporti familiari, sentimentali o di amicizia.

🔺Cos'è il burnout emotivo?

Il burnout emotivo è una forma di esaurimento mentale e psicologico causato da un eccesso di investimento emotivo in relazioni che richiedono continuamente sostegno, comprensione o attenzione spesso senza un ritorno equilibrato.

Può manifestarsi attraverso:
* Sensazione di colpa costante per non riuscire a essere “presenti” abbastanza.
* Ansia sociale crescente, anche con persone vicine.
* Tendenza al ritiro: evitare messaggi, chiamate, incontri.
* Crisi di pianto o apatia dopo interazioni stressanti.

🔺Perché oggi è così diffuso?

Viviamo in un'epoca di iperconnessione, dove ci si aspetta di essere emotivamente disponibili 24/24.
Le chat, i social, le chiamate e persino i messaggi vocali sono diventati spazi in cui le persone riversano le proprie ansie e aspettative. Chi è empatico, sensibile o con un forte senso di responsabilità relazionale è particolarmente esposto.
Inoltre, molte relazioni sono segnate da dinamiche tossiche o sbilanciate ovvero persone che chiedono molto ma offrono poco in termini di ascolto o supporto.

🔺Come proteggersi?

1. Impara a mettere confini: dire “non posso parlare adesso” non è egoismo, è cura di sé.
2. Riconosci i segnali di esaurimento prima che diventino cronici.
3. Coltiva relazioni nutrienti, dove lo scambio è reciproco e sano.
4. Dedica tempo al silenzio: non rispondere sempre subito ai messaggi è un atto di autonomia psicologica.
5. Chiedi supporto professionale: un professionista può aiutare a identificare i pattern relazionali nocivi.

— Dott.ssa Liberati Giuseppina

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04/08/2025

🔵Valore psicologico dell’amicizia: un legame che cambia con i tempi

Ci sono legami che la vita ci impone e altri che scegliamo. L’amicizia appartiene a questa seconda categoria e nasce da una sintonia istintiva, da quel sentirsi compresi senza bisogno di troppe parole.
Un vero amico non è solo compagnia ma presenza.
È quella persona che sa leggerti negli occhi, anche quando tu non riesci a capire come ti senti. Ti consola senza frasi fatte, ti fa ridere quando niente sembra farlo più.
Ma anche l’amicizia cambia. Crescendo, si trasformano i ritmi, le priorità, i ruoli che ognuno ricopre. Alcuni legami si affievoliscono, altri resistono. E se restano, è perché sanno adattarsi, proprio come facciamo noi.

🔺Il valore psicologico dell’amicizia: oltre la compagnia

Ci sono legami come l’amicizia che vanno ben oltre la semplice presenza e hanno un impatto diretto sul nostro equilibrio interiore, sulla serenità quotidiana, persino sulla salute fisica.
L’amicizia, quando è vera, ha il potere di smorzare la pressione mentale che spesso ci portiamo addosso. Le relazioni autentiche, infatti, aiutano a mettere ordine nel caos emotivo e riducono i picchi di ansia, smussano la percezione della solitudine, offrono uno spazio sicuro in cui esprimere fragilità. Non è un caso se, nei momenti difficili, il primo impulso è cercare “quella persona”. Quella che non sempre risolve, ma capisce.
Anche a livello fisiologico, l’amicizia incide. Interazioni sociali positive stimolano la produzione di ossitocina, un ormone che riduce il cortisolo, cioè lo stress.

🔺Benefici per la salute mentale

Chi coltiva relazioni sane tende ad affrontare la vita con più equilibrio. L’amicizia non è solo una cosa che fa piacere avere attorno. È spesso una delle forze più solide che ci tengono in piedi quando tutto il resto vacilla.
Quando sappiamo di poter contare su qualcuno che ci conosce davvero cambia tutto. Ci sentiamo più sicuri, meno soli. E se inciampiamo, avere accanto chi ci vede per quello che siamo può essere la spinta che ci rimette in piedi.
Ma non finisce qui. Diversi studi hanno collegato relazioni amicali stabili a una maggiore protezione da patologie cardiovascolari, cali cognitivi e disturbi dell’umore.
L’effetto “vaccino sociale”: legami che proteggono
Il termine può suonare insolito, ma è quello che alcuni psicologi hanno scelto per descrivere l’effetto dell’amicizia sulla salute globale: un vaccino sociale.
Non previene malattie nel senso clinico del termine, ma protegge dalla vulnerabilità psicologica che si genera nell’isolamento.
Le persone circondate da una rete amicale significativa hanno meno probabilità di sviluppare depressione cronica, tendono a dormire meglio, e mostrano una maggiore longevità.

🔺Amicizie che cambiano: ogni età ha le sue

L’amicizia non è un’esperienza statica ma cambia forma, intensità e significato nel tempo. Quello che cerchiamo in un amico a otto anni non è lo stesso che ci conforta a trenta, o che ci accompagna a settanta.
Infanzia e adolescenza: gioco, scoperta e identità
Nei primi anni, l’amicizia nasce da qualcosa di istintivo ovvero il gioco. I bambini si avvicinano a chi condivide gusti, tempo e fantasia. È una fase in cui il legame è più comportamentale che profondo, ma già qui si piantano i semi di qualcosa di più grande: la fiducia.
Durante l’adolescenza, tutto si complica. Le amicizie diventano più intime, più intense e spesso totalizzanti. Si cercano complici con cui sentirsi capiti, liberi, autentici. È il periodo in cui il gruppo dei pari diventa quasi più importante della famiglia. Gli amici aiutano a esplorare chi si è, a sperimentare limiti, a costruire l’identità. Non è raro che proprio in questa fase nascano amicizie che dureranno una vita, o che lasceranno ferite profonde.
Psicologicamente, l’amicizia nell’adolescenza è fondamentale e modella l’empatia, sostiene l’autostima e contribuisce a regolare emozioni forti.

🔺Le nuove sfide dell’amicizia nei tempi moderni

Oggi l’amicizia si misura con sfide nuove, che generazioni fa nemmeno esistevano. La tecnologia, i ritmi di vita, le trasformazioni sociali ridefiniscono ogni giorno cosa significa “essere vicini”.
Paradossale, ma reale siamo iperconnessi eppure più soli. I social ci danno l’illusione di essere sempre “in contatto”, ma quanti di quei like o commenti corrispondono a una vera vicinanza emotiva?
Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di “crisi dell’amicizia”. Non perché le persone non vogliano legami, ma perché il modo in cui li coltiviamo è cambiato radicalmente. Le piattaforme digitali facilitano il contatto rapido, ma spesso scoraggiano l’approfondimento. Lì tutto è veloce, esposto, in parte anche filtrato.
E così ci si ritrova con centinaia di nomi nella rubrica, ma pochissimi con cui parlare davvero quando succede qualcosa di importante.
Poi c’è la vita vera. Quella che cambia i ritmi, le priorità, la geografia. Un trasferimento in un’altra città, la nascita di un figlio, un lavoro che assorbe anche i fine settimana e ogni nuovo capitolo può mettere in crisi i legami esistenti.
Non è questione di voler bene o no. A volte è solo il tempo che manca. O la stanchezza. O quel pensiero ricorrente (“Lo sentirò domani”) che si trascina per mesi.
Eppure, quando le amicizie resistono a questi scossoni, diventano ancora più preziose. Perché c’è fiducia, elasticità, comprensione. Non servono messaggi ogni giorno: basta sapere che l’altro c’è, che non serve spiegare tutto da capo.

🔺I numeri della felicità: quanti amici servono davvero?

C’è un’idea diffusa e sbagliata secondo cui la felicità dipenderebbe dalla quantità di relazioni. Ma la ricerca dice altro. Non serve un esercito di amici: bastano quattro o cinque persone con cui si possa essere autentici.
Studi recenti hanno dimostrato che le persone con questo tipo di rete sociale mostrano maggiore benessere psicologico, resistenza allo stress e persino un sistema immunitario più reattivo.
Non contano i numeri, ma la qualità. Quelle relazioni dove puoi lasciarti andare, sbagliare, ridere senza filtro. Quelle che, anche se rare, ti fanno sentire a casa. Forse la sfida più grande, oggi, è proprio questa, ovvero scegliere meno, ma scegliere bene.

🔺Come far durare un’amicizia: strategie per affrontare il cambiamento

Le amicizie che resistono al tempo e alle trasformazioni hanno qualcosa in comune: non si sono mantenute da sole. C’è stato impegno, ascolto, voglia di restare anche quando era più facile allontanarsi.
Coltivare un legame nel tempo richiede attenzione e coraggio, ma anche la consapevolezza che ogni amicizia viva davvero solo se è disposta a evolversi insieme a noi.
Una vera amicizia non nasce “già fatta”. Si costruisce, si lima, a volte si mette alla prova. E quello che la tiene in piedi nel tempo non è la quantità di ricordi condivisi, ma la qualità della comunicazione. Parlare apertamente, anche dei momenti scomodi, è una forma di cura.
L’amicizia non sopravvive solo di risate. Ha bisogno di empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni dell’altro senza giudicare. E ha bisogno di flessibilità, perché nessuno resta sempre lo stesso. Le persone cambiano, e se il legame non si adatta, rischia di spezzarsi.
Spesso pensiamo che un’amicizia forte debba “resistere a tutto”. Ma non è così. Deve sapersi trasformare, ricomporsi, persino fare un passo indietro per respirare.
Riconoscere e accettare i cambiamenti
Ci sono momenti in cui un’amicizia rallenta. La distanza aumenta, le vite prendono strade diverse, e il silenzio si allunga. In queste situazioni, è facile pensare che “sia finita” quando non è così.
Capire quando ha senso insistere e quando, invece, lasciare andare è un atto di consapevolezza. Non tutte le amicizie sono destinate a durare per sempre e non c’è niente di sbagliato in questo. Alcune entrano nella nostra vita per un tempo limitato, ma lasciano segni profondi.
Altre, invece, meritano una seconda possibilità. A volte basta un messaggio, un caffè, una chiacchierata per riscoprirsi.

🔺Coltivare relazioni autentiche nell’età adulta

Da adulti, il tempo libero è un bene raro. Eppure, se lo si investe nelle relazioni giuste, può diventare uno dei migliori strumenti di benessere.
Coltivare un’amicizia non significa vedersi ogni giorno. Significa esserci quando conta. Ricordarsi di un compleanno, mandare un vocale invece di un messaggio frettoloso, proporre una passeggiata invece della solita chat.
Anche piccoli gesti mantengono viva la connessione come una cena improvvisata, un messaggio senza motivo, un “come stai davvero?”. Sono queste attenzioni che fanno sentire l’altro visto, considerato, importante.
In fondo, mantenere un’amicizia è un esercizio di presenza. E la presenza, oggi più che mai, è un dono raro.

L’amicizia resta, anche se cambia.
Cambia il tempo che possiamo dedicarle, cambiano i modi in cui la viviamo, a volte anche le persone con cui la condividiamo. Eppure, l’amicizia, quella con la A maiuscola, continua a esserci. Si adatta, si stringe, si allarga. Ma non perde mai il suo valore.
Dal punto di vista psicologico, è una risorsa potente. Ci aiuta a regolare le emozioni, a sentirci meno soli, a fronteggiare le sfide con più forza. Favorisce il benessere mentale, protegge la salute fisica e ci ricorda, ogni tanto, che non dobbiamo affrontare tutto da soli.
In un mondo che corre, che premia l’efficienza, che spesso confonde connessione con presenza, l’amicizia è un atto di resistenza dolce. Un modo per dire: “Io ci sono, e tu?”.
Forse la vera sfida non è avere molti amici, ma riconoscere quelli che contano davvero e dare loro lo spazio che meritano. Perché un legame sincero non si costruisce in automatico ma si coltiva.
Un po’ alla volta, con attenzione e cura.

— Dott.ssa Liberati Giuseppina

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02/08/2025

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

01/08/2025

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

31/07/2025

😴 Il Sonno è la Tua Prima Medicina 🌙💤

Dormire bene non è un lusso… è una necessità per il corpo e la mente!

Durante il sonno:

🧠 Il cervello si rigenera e consolida la memoria
💪 Il corpo si ripara e rafforza le difese immunitarie
🩺 Si regola la pressione, lo zucchero nel sangue e l’equilibrio ormonale
😌 Si riduce lo stress e migliora l’umore

Ecco 5 buone abitudini per dormire meglio:

🕗 Vai a letto sempre alla stessa ora
📵 Evita schermi luminosi almeno 30 min prima di dormire
☕ Niente caffè o pasti pesanti la sera
🌿 Crea un ambiente tranquillo, buio e silenzioso
📖 Rilassati con una tisana o un buon libro

Non sottovalutare il potere di una notte di vero riposo.
Il tuo benessere inizia… dal cuscino! 🛏️💫

28/07/2025
La contrattura muscolare...
26/07/2025

La contrattura muscolare...

Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di "Patologie Spiritose, dove affrontiamo i malanni.. tra curiosità e leggerezza!"

Oggi parliamo di un disturbo che arriva senza invito e si piazza lì a farti compagnia: la contrattura muscolare. Se dopo uno sforzo senti un dolore fisso e duro come un sasso.. beh, il tuo muscolo ha deciso di fermare i giochi!

Cos’è e dov’è?

La contrattura muscolare è una contrazione involontaria, persistente e dolorosa di un muscolo o di una parte di esso. Diversamente da uno strappo, non c’è una lesione delle fibre, ma solo un irrigidimento e un accumulo di metaboliti che bloccano il rilassamento.

È il modo che il muscolo ha per dirti: “Ehi, rallenta un attimo!”

Curiosità divertente

In molti la confondono con il crampo o lo stiramento, ma la contrattura è più paziente: non ti prende di sorpresa come un crampo, né si lacera come uno stiramento. Si limita a rimanere lì, rigida e dolente, finché non decidi di prendertene cura. Un po’ come un ospite invadente! 🫠

Come si sviluppa?

Può comparire per uno sforzo eccessivo o prolungato (ad esempio un allenamento intenso), movimenti ripetitivi senza pause, postura scorretta mantenuta a lungo, freddo muscolare (esercizio senza riscaldamento).

Il muscolo si irrigidisce per autoproteggersi e ridurre il rischio di danni. Ma nel frattempo.. fa male!

Nella vita quotidiana

La contrattura si manifesta con dolore localizzato e costante, rigidità evidente alla palpazione (il famoso “cordone duro” del "nervo accavallato" 😝) e difficoltà nei movimenti.

I punti più colpiti? Schiena, collo, polpacci e cosce.

Parole complicate, spiegate semplici

Contrattura: una contrazione involontaria e persistente di un muscolo.

Metaboliti: sostanze di scarto che si accumulano nel muscolo quando lavora troppo.

Accenni di fisioterapia

La fisioterapia aiuta a rilassare il muscolo con tecniche manuali, massaggio decontratturante e stretching dolce, favorisce il riassorbimento dei metaboliti, migliora la circolazione locale (anche con terapie fisiche strumentali) e ripristina la mobilità, prevenendo recidive con esercizi mirati.

Un consiglio: mai forzare l’allungamento quando il dolore è intenso!

Curiosità scientifica

Sapevi che le contratture possono anche comparire dopo uno stress emotivo intenso? Le tensioni psicologiche si riflettono sui muscoli, soprattutto cervicali e lombari. Ecco perché un periodo di ansia può trasformarsi in mal di schiena cronico.

Conclusione

La contrattura muscolare è un messaggio chiaro: il tuo corpo ti chiede un po’ di tregua e attenzione. Con un trattamento mirato, un po’ di riposo attivo e tanta pazienza, tornerai a muoverti senza dolori.

A sabato prossimo per il prossimo episodio! 🌟

Il Respiro.....
25/07/2025

Il Respiro.....

IL RESPIRO: IL FILO INVISIBILE TRA CERVELLO E CORPO

Immagina di essere seduto in poltrona. Non ci fai caso, ma stai respirando. Eppure, in ogni istante, un’orchestra neurologica lavora dietro le quinte per dirigere l’aria dentro e fuori di te. Questa immagine è la mappa del direttore d’orchestra: il centro respiratorio bulbo-pontino.

Oggi scopriremo insieme come funziona e proveremo anche un piccolo test di consapevolezza per percepire i dettagli del tuo respiro.

Dove nasce il respiro?

Il respiro parte dal tronco encefalico, che possiamo dividere in due regioni principali.

PONTE: è il livello superiore, che regola il ritmo e la transizione tra inspirazione ed espirazione. Qui si trovano due centri: il centro pneumotassico (che “frena” l’inspirazione, come un metronomo che dice quando smettere di inalare) e il centro apneustico (che stimola a mantenere l’inspirazione).

BULBO: è la parte più antica e fondamentale. Qui si trovano due gruppi: il gruppo respiratorio dorsale (DRG, che attiva i muscoli inspiratori, come il diaframma e gli intercostali esterni) e il gruppo respiratorio ventrale (VRG, che si accende durante la respirazione forzata come esercizio intenso, colpo di tosse).

Il DRG e il VRG ricevono input chimici (CO₂, O₂, pH) e meccanici dai polmoni, modificando la frequenza e l’ampiezza del respiro. Una vera centralina di controllo che regola la vita momento per momento.

Chi sono gli esecutori?

I comandi nervosi viaggiano lungo i nervi spinali e raggiungono il diaframma (il grande pistone che spinge i visceri in basso per fare entrare l’aria), i muscoli intercostali esterni (allargano il torace durante l’inspirazione), i muscoli intercostali interni (espirano attivamente, contraendo la gabbia toracica) e i muscoli accessori (SCM, scaleni, pettorali, che si attivano quando respiriamo affannosamente).

Ecco come il cervello comanda un esercito di muscoli per garantire ossigeno e rimuovere anidride carbonica.

Curiosità clinica

Un danno alla regione bulbopontina può provocare respirazione irregolare (es. apnea, gasping), incapacità di coordinare inspirazione ed espirazione e problemi nella regolazione dei gas ematici.

Nelle lesioni alte del midollo, può servire la ventilazione meccanica perché il diaframma perde innervazione dal nervo frenico (C3-C5).

TEST DI CONSAPEVOLEZZA RESPIRATORIA

Chiudi gli occhi un attimo.

Inspira profondamente e nota quale parte del tuo corpo si muove di più.
Espira lentamente. Senti quali muscoli si rilassano.
Ora inspira in modo forzato, come se dovessi gonfiare un palloncino. Prova a percepire il lavoro dei muscoli accessori: senti un tensione al collo o alle spalle?
Infine, espira con forza. Puoi percepire l’attivazione dei muscoli intercostali interni?

Se riesci a distinguere queste fasi e i muscoli coinvolti, stai sperimentando la meraviglia della connessione mente-corpo.

Domanda finale per te

Sai che puoi allenare la tua capacità respiratoria con esercizi di controllo diaframmatico e rilassamento? Prova per un minuto a inspirare contando fino a 4, espirare contando fino a 6, e osserva come il tuo sistema nervoso risponde: calma, lucidità, energia.

Tutto questo per dire che dietro ogni respiro si cela un balletto neurologico antico quanto la vita stessa. Il centro respiratorio bulbo-pontino non dorme mai: orchestra l’aria, il ritmo e il benessere.

La prossima volta che inspiri, fermati un istante a ringraziarlo. Senza di lui, non saremmo qui a raccontare questa storia.

22/07/2025

FREDDO, COLESTEROLO, E MITOCRONDI: ALLEATI PER LA VITAMINA D E GLI ORMONI

Sapevi che i – i “motori” delle nostre cellule – non servono solo a darci energia?

Oggi si scopre che hanno un ruolo anche nella produzione di ormoni e perfino della vitamina D, anche quando il sole scarseggia.

Come? Grazie a un alleato insolito: il freddo.

Quando ci esponiamo al freddo in modo intelligente (es. docce fredde, camminate all’aperto), il nostro tessuto adiposo bruno si attiva.

Questo tipo di grasso, diverso da quello che immaginiamo di solito, è ricco di mitocondri e si accende per produrre calore e stimolare il metabolismo.

In questo processo, i mitocondri generano anche biofotoni, piccoli segnali luminosi che potrebbero avere un ruolo nell’attivazione di meccanismi interni simili a quelli della vitamina D prodotta dal sole.

È come se il corpo riuscisse a creare una micro-luce interna, utile a stimolare reazioni biochimiche vitali.

E indovina chi entra in scena a quel punto? Il colesterolo.

Non quello “cattivo”, ma quello che serve davvero: è lui il precursore della vitamina D e degli ormoni sessuali.

Quando i mitocondri funzionano bene, riescono ad attivarlo e trasformarlo in molecole chiave per la salute.

In più, l’attivazione mitocondriale tramite freddo stimola geni come UCP1, che aiutano a bruciare energia in modo efficiente, migliorano la sensibilità insulinica e favoriscono un buon equilibrio ormonale.

Insomma, il freddo, se usato bene, può diventare un potente stimolo naturale per supportare energia, metabolismo e produzione endogena di vitamina D — anche quando fuori è grigio.

Dal nutrizionista di paese è tutto e i Tacchini Ignoranti MUTI.

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Holick, M. F. (2007). Vitamin D deficiency. New England Journal of Medicine, 357(3), 266-281.
Popp, F. A., et al. (2002). Biophoton emission: Evidence for a coherent quantum field in living systems. Cell Biochemistry and Biophysics, 36(3), 219-240.
Nedergaard, J., & Cannon, B. (2010). The changed metabolic world with human brown adipose tissue: therapeutic visions. Cell Metabolism, 11(4), 268-272.
Wallace, D. C. (2005). A mitochondrial paradigm of metabolic and degenerative diseases, aging, and cancer: a dawn for evolutionary medicine. Annual Review of Genetics, 39, 359-407.
Wacker, M., & Holick, M. F. (2013). Sunlight and Vitamin D: A global perspective for health. Dermato-Endocrinology, 5(1), 51–108.

16/07/2025

ARTRITE E ALIMENTAZIONE: QUELLO CHE FORSE (NON) TI DICONO

Sapevi che ciò che mangi può influenzare direttamente il dolore articolare, l’infiammazione e persino la progressione dell’artrite?

Negli ultimi anni, la ricerca ha confermato che una dieta mirata può fare davvero la differenza nella gestione dell’artrite reumatoide, dell’artrosi e di molte forme infiammatorie.
Cosa favorisce il benessere articolare?

Verdure a foglia verde, frutti di bosco, spezie antinfiammatorie (curcuma, zenzero)

Olio extravergine d'oliva, omega-3 da pesce azzurro

Cereali integrali, legumi, frutta secca e semi

Cosa peggiora l'infiammazione? (Oltre i vecchi Tacchini Ignoranti)

Zuccheri raffinati, alimenti ultra-processati

Eccesso di sale, carni rosse lavorate

Alcol e, in soggetti sensibili, latticini o glutine

Sempre più studi collegano il microbiota intestinale alla risposta immunitaria articolare.
Prendersene cura attraverso una dieta ricca di fibre vegetali è un’arma potente per ridurre l’infiammazione sistemica.

Studi di riferimento, per chi si è dimenticato le basi e per chi vuole tutelarsi dall'ignoranza.

BMJ Nutrition, Prevention & Health (2024)
The Lancet Rheumatology (2024)
Frontiers in Immunology (2023) – Gut-joint axis
Nature Reviews Rheumatology (2023) – Functional foods and autoimmunity

L'informazione è la prima forma di cura.

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16/07/2025

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