13/06/2024
COME UN ALBERO, MAGARI… DI NATALE
In ogni casa è presente in questo periodo l’albero di Natale.
Ben dritto, col puntale indirizzato perfettamente verso l’alto e tutti gli addobbi che pendono e cedono alla forza di gravità.
Un perfetto esempio che potremmo imitare…
Sì, perché, come recita un vecchio adagio cinese “Cento esercizi non valgono quanto il “Palo eretto”. Questo esercizio, chiamato anche «dell'albero» o «abbracciare l’albero» è il più noto e diffuso esercizio di Qi Gong. In Cina viene chiamato Zhan Zhuang e trova impiego ovunque: dalle scuole agli ospedali, dalle caserme alle palestre, fino ai templi. Funziona sia come esercizio meditativo, di prevenzione e persino marziale.È infatti insostituibile per sviluppare il radicamento, il "Song" (rilasciamento profondo) e la forza interna.
In ossequio all’amatissimo e onnipresente “albero di Natale, che può farci da "modello", vediamo cosa occorre per eseguire correttamente questo esercizio.
Tre cose sono però fondamentali:
- il giusto grado di attenzione (che deve controllare, di volta in volta, ogni parte del corpo: spalle, colonna, bacino, gambe, ecc.)
- un attento controllo del tono muscolare (che va ridotto il più possibile, senza modificare però la giusta struttura).
- la consapevolezza della respirazione (lenta e profonda)
- una quieta ma ferma predisposizione al rilassamento (mentale ancor prima che fisico).
Prima di iniziare occorre quindi liberare la mente da ogni pensiero, nella mente ci deve essere spazio solo per la nostra “presenza fisica”.
Grazie a una respirazione profonda, sottile e diaframmatica riusciremo quindi a irradiare l'ondulazione ritmica che il respiro trasmette per massaggiare dall’interno i nostri organi
Ricordiamo sempre che la pratica dell’abbracciare l’albero è innanzi tutto un esercizio meditativo, che richiede pazienza per raggiungere lo stato di “quiete”, occorre quindi restare calmi e perseverare nella pratica.
- controlliamo il nostro corpo, sezione per sezione, partendo dalla testa, oppure dai piedi. Questi vanno tenuti paralleli, alla stessa larghezza delle anche (è comunque possibile esercitarsi in posizioni più ampie e più basse).
Le caviglie sono rilassate e flesse quanto basta per permettere al peso del corpo di distribuirsi su tutta la superficie plantare.
Il peso del corpo nel suo insieme è bilanciato sui due piedi e le dita dei piedi “afferrano” delicatamente il terreno.
Risalendo verso l’alto, le ginocchia vanno tenute “morbide”, leggermente flesse. Tra le ginocchia occorre tenere "mentalmente" un immaginario pallone, che va trattenuto senza sforzo; le ginocchia devono essere allineate perpendicolarmente agli alluci.
Le anche sono rilassate e leggermente “affondate” mentre l’estremità del coccige è rivolta in basso e leggermente in avanti (come se volessimo sederci su un alto sgabello); è infatti fondamentale imparare a rilassare l’area inguinale, l’articolazione coxo-femorale e la zona lombo-sacrale.
Il tronco va tenuto eretto con le vertebre perfettamente allineate una sull’altra, lungo un asse ideale che unisce il sincipite (la sommità del capo) con il centro del perineo (pavimento pelvico), passando per il centro di gravità del corpo (situato sotto l’ombelico e davanti alla terza vertebra sacrale).
Il petto va rilassato e rientrato leggermente a livello dello sterno, in modo da consentire alle spalle di arrotondarsi e alle scapole di abbassarsi.
La testa punta verso l’alto (proprio come il puntale dell’albero di Natale), possiamo anche immaginare che viene tirata da un filo invisibile che collega idealmente il vertice del capo con il cielo, il mento è pertanto leggermente rientrato, piegato verso il basso.
Le braccia formano un cerchio davanti al petto, come se abbracciassero un albero o sorreggessero una grossa palla, le dita delle due mani si fronteggiano, senza toccarsi.
La punta della lingua tocca il palato, sopra gli incisivi; i denti sono accostati; gli occhi sono aperti ma, ogni tanto, è possibile chiuderli per "scrutarsi" più profondamente... dall'interno.
Se all’inizio la pratica può risultare dura e impegnativa, esercitandovi ogni giorno, all'inizio per 5 minuti, quindi aumentando un minuto ogni giorno o due (fino ad arrivare a 15/20), nell'arco di poche settimane vedrete sparire gran parte dei fastidi.
Dopo alcuni mesi, inizierete a sentire particolari formicolii oppure una sensazione di pienezza nelle braccia e nelle gambe. Nel tempo, il desiderio di praticare questo esercizio aumenterà, perché l’intero vostro organismo avvertirà il beneficio e il vigore che ne trae, e difficilmente lo abbandonerete.
Praticandolo con costanza ne guadagnerete in salute, in forza, quiete mentale ed energia nervosa.