
12/10/2025
Progetto “RSA, dove le generazioni si incontrano”
Intervista raccolta da Emma Ripamonti
ALESSANDRO CONSONNI
LA MEMORIA STORICA E I VIAGGI DI FEDE
Alessandro Consonni è nato il 20 agosto 1935 a Robbiate, penultimo di 11 fratelli, ha vissuto la guerra e quando è finito ha cominciato a lavorare. Una delle sue passioni sono stati i viaggi: Fatima, Banneux, Lourdes, la Terra Santa…
Sono nato il 20 agosto 1935, allora c’era l’era fascista, tredicesimo anno, dal 28 ottobre con la marcia su Roma del 1922 contavano gli anni.
Finita la guerra sono stato contadino, a lavorare la terra. Poi sono andato a lavorare fuori: quando avevo 14 anni sono andato a lucidare i mobili a Lissone, dal ‘52 al ‘56. Nel ‘58 stavano costruendo il grattacielo Pirelli, io avevo un fratello che lavorava già lì nell’impresa e allora mi ha tirato giù all’impresa Guido Cocchi, che lavorava per la Edison volt. Poi mi hanno detto se volevo passare direttamente alla Edison volt, bisognava portare la residenza e abitare a Milano perché loro avevano bisogno per i guasti. Ho accettato. Sono andato in pensione nell’89.
Alessandro conserva nella sua memoria un vastissimo patrimonio storico, a partire dalla guerra, terminata quando aveva solo 10 anni ma che ricorda nei dettagli, con date, nomi e eventi precisi. Dopo l’armistizio del 1945 ha cominciato a lavorare, dandosi da fare con molti lavori fino alla pensione, e ha viaggiato nei più importanti luoghi religiosi. Anche di questi viaggi conserva ricordi felici e molto dettagliati.
Sono diventato barelliere e andavo a Lourdes dagli ammalati, tutti gli anni con l’UNITALSI. Poi a Fatima sono andato 3 volte solo. Poi c’era il giro dei santuari d’Italia.
Ero appassionato. Con i Viaggi paolini sono andato a settembre del ‘64 in Terra santa. Partiti da Milano ci siamo fermati a Atene, abbiamo fatto lo scalo, siamo stati un giorno e una notte a vedere l’acropoli. Il giorno dopo si partiva per Tel Aviv: allora Gerusalemme era divisa, c’erano ancora le porte, che c’erano i musulmani. C’era la moschea di Omar che era una cupola, illuminata di notte, poi la moschea di Alaska: mi ricordo che quando siamo andati bisognava entrare a piedi nudi e la guida diceva: “questo è il marmo di massa Carrara, donato da Benito Mussolini nel 1938, per guadagnare la simpatia degli arabi”.
Siamo passati dalla porta di Mandelbaum, siamo passati in zona araba. Allora c’era un aeroporto, nel ’64, che non si poteva andare a Roma, allora siamo andati a Beirut, capitale del Libano, lì c’era l’aeroporto grande e allora si passava. Abbiamo mangiato lì, all'aeroporto, e siamo partiti che era notte fonda. Siamo arrivati alle tre.
Poi ho fatto viaggi per andare a Lourdes, 30-32 volte, organizzava per gli ammalati che li portava lì al santuario di Lourdes. Poi siamo stati 11 volte a Banneux, la Madonna dei poveri, poco nominata oggi, è in Belgio. Siamo andati anche lì, abbiamo portato i malati. Lì tutti gli anni organizzavano gite di un pomeriggio, si andava in Germania, poi siamo andati in Olanda.
Alessandro ha trascorso la sua vita viaggiando e scoprendo molti posti, con curiosità e altruismo. Nel corso della sua vita ha subito un incidente che l’ha reso cieco da un occhio ma non ha mai perso il suo ottimismo. Anche a Villa dei Cedri cerca di mantenersi lucido e attivo con passeggiate nel parco, palestra e ricordando gli eventi passati.