10/05/2023
Se l'individuo fosse un guidatore, lo Psichiatra sarebbe il meccanico, lo Psicologo l'istruttore di scuola guida e lo Psicoterapeuta l'elettrauto.
Tutti e tre aiutano l'individuo nella guida.
lo Psichiatra è un medico laureato in medicina e specializzato in psichiatria e come tutti i medici può prescrivere farmaci, nel particolare psico farmaci; se inoltre è spacializzato in psicoterapia, può fare sessioni di terapia psicoterapeutica.
Le competenze dello Psicologo sono le seguenti:
-Diagnosi e cura di disturbi psicologici.
-Prevenzione del disagio e promozione della salute psicologica.
-Supporto psicologico.
-Consulenza psicologica.
-Attività di riabilitazione.
-Programmazione e verifica di interventi psicologici, psico-sociali e psico-educativi.
Lo Psicoanalista è uno psicoterapeuta laureato in medicina o in psicologia con una specializzazione specifica, necessaria secondo l'ordinamento, per fare terapia psicoanalitica; tale specializzazione si definisce 'analisi didattica'.
L’analisi didattica è l’analisi personale, cioè la psicoterapia che deve affrontare come paziente lo psicoanalista per poter diventare lui stesso un terapeuta. Tale analisi è praticata da psicoanalisti anziani, accreditati.
Per gli psicoterapeuti a indirizzo psicoanalitico, l’analisi personale è un passaggio obbligatorio e fondamentale nella formazione; l’analisi personale consente al terapeuta di affrontare i conflitti interni e le ombre che potrebbero limitare la sua capacità di essere un efficace aiuto per i pazienti.
In realtà, l’analisi personale non è obbligatoria per tutti gli psicologi che stanno studiando per diventare psicoterapeuti. Le diverse scuole di psicoterapia fanno infatti riferimento a differenti indirizzi teorici: -psicoanalitico -cognitivista-comportamentale -sistemico-relazionale -bioenergetica
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Le differenze tra i vari indirizzi sono teoriche, ma per quel che riguarda l’analisi personale, solo per l'indirizzo psicoanalitico è necessario sottoporsi all'analisi didattica.
Per gli psicoterapeuti a indirizzo psicoanalitico, dunque, l’analisi personale è un passaggio obbligatorio e fondamentale nella formazione.
Il lavoro di psicoterapeuta è difficile, e lo è in particolar modo perché non si tratta soltanto, come per altre professioni, di apprendere e saper utilizzare delle tecniche specifiche, ma di farsi strumento della terapia, affinando la capacità di ascolto.
Come diceva Freud, l’analista “deve rivolgere il proprio inconscio come un organo ricevente verso l’inconscio del malato che trasmette: deve disporsi verso l’analizzato come il ricevitore del telefono rispetto al microfono trasmettente”.
Oggi l’idea dell’analista-schermo opaco si è ridimensionata e si tende piuttosto a pensare a una reciproca interazione tra l’inconscio del paziente e quello dell’analista, ma è indubbio che, per poter ascoltare anche il non detto in maniera ricettiva e non giudicante, il terapeuta deve aver lavorato su di sé per individuare, riconoscere e minimizzare, se non eliminare, quelle interferenze interne che potrebbero rendere complicata o impossibile la sintonizzazione sul paziente.
Non si tratta soltanto di situazioni estreme come quella di un terapeuta con ansie irrisolte verso l’omosessualità che si trovi davanti un paziente omosessuale, ma anche di situazioni molto più sfumate, che possono attivare nel terapeuta non analizzato dei conflitti irrisolti, che limiterebbero la sua capacità di aiuto nei confronti del paziente.
Il terapeuta ha la possibilità di rifiutare i pazienti dei quali sente di non potersi prendere cura, ma anche in questo caso è indispensabile che il dottore conosca se stesso e i propri limiti per potersi muovere con consapevolezza.
“Se un chirurgo prima di iniziare un intervento deve sterilizzarsi le mani per evitare di trasmettere i propri batteri al paziente, nuocendogli invece di aiutarlo, così lo psicoterapeuta dovrebbe liberarsi dei suoi problemi personali per non “infettare” con essi il suo paziente”
Jung