Dott. Giovanni Bonfiglio - Psicoterapeuta

Dott. Giovanni Bonfiglio - Psicoterapeuta Ansia e stress sono ingredienti tipici della vita moderna e spesso condizionano le relazioni affettive, sociali e lavorative.

Questa pagina nasce dal desiderio di divulgare informazioni e strumenti utili per riconoscere e affrontare queste difficoltà.

19/06/2025

Fallimento
Il fallimento non è cadere,
Il fallimento vero è smettere di crederci.
Anche inciampando,
se scegli di rialzarti,
stai andando avanti.

CoerenzaLa coerenza non è rigidità.È la capacità di trasformarsi,restando in contatto con il nucleo autentico del Sé.Pos...
18/06/2025

Coerenza
La coerenza non è rigidità.
È la capacità di trasformarsi,
restando in contatto con il nucleo autentico del Sé.
Posso cambiare idea…
senza perdere me stesso.

30/05/2025

La guarigione non è trovare la chiave, ma forgiare la serratura che apre nuove possibilità

23/05/2025

Spesso capita che l’unico modo che abbiamo appreso per sopravvivere è tenerci tutto dentro.
C'è chi, fin da piccolo, impara a non dare fastidio, a non chiedere, a "non avere bisogno".

Succede che il corpo diventa la voce silenziosa di ciò che non si può esprimere a parole, accumula le tensioni provando a riempiere un vuoto che non si riesce mai a colmare.
La psicologa Gerda Boyesen afferma che anche il nostro sistema nervoso ha bisogno di "digerire" le emozioni.

Ritrovare il contatto con noi stessi, che permetta di percepire quel bisogno o quella richiesta senza giudizio, è fondamentale per iniziare davvero a colmare quel vuoto che ci portiamo nel nostro presente.

22/05/2025

"La difesa antica guida la risposta di oggi"

Di fronte ad esperienze ambientali difficili o traumatica, generalmente il bambino attiva risposte difensive automatiche per adattarsi e proteggersi. Quella strategia, utile per adattarsi in quel momento, tende a diventare il primo modello di risposta ogni volta che si ripresenta una situazione simile.

In pratica, il modo in cui affrontiamo un problema la prima volta tende a diventare un modello che ripetiamo in futuro. Se poi l’ambiente continua a essere frustrante e non offre possibilità di esperienze correttive, quel vecchio schema diventa ancora più difficile da cambiare.

Così, anche se la persona matura in molti aspetti della vita, quando si ripresenta una situazione simile a quella originaria, la risposta sarà ancora quella del bambino: rigida, emotiva, sproporzionata o auto-protettiva.

È come se, davanti a determinati stimoli, una parte di noi restasse ferma nel tempo, continua ad agire secondo schemi antichi, spesso inconsapevoli, nati da ferite precoci.
Un frammento del passato che non ha ancora trovato pace.
Un comportamento infantile, rimasto incastrato in una risposta antica, in un mondo che ormai non esiste più.

Il percorso terapeutico permette di portare consapevolezza, distinguere il passato dal presente e, finalmente, scegliere risposte nuove, più libere e coerenti con chi siamo oggi.

21/05/2025

"La radice dell'insicurezza non è solo legata alla paura di fallire, ma anche al bisogno di sentirsi degni di amore."
Molto spesso, dietro le nostre esitazioni, il perfezionismo o la tendenza a compiacere gli altri, si nasconde una ferita profonda: la paura che quel fallimento confermi una vecchia credenza: “non valgo abbastanza”.

In questi casi, il lavoro sull'autostima deve partire dal riconoscimento delle convinzioni interne che ci legano a un'immagine svalutata di noi stessi, e dallo sviluppare il senso del valore personale autonomo slegandolo dal giudizio altrui.

20/05/2025

"La depressione non è solo tristezza!"
Quante volte chi ne soffre si sente dire:
“Reagisci.”
“Hai bisogno di distrarti.”
“Ci vuole forza di volontà.”
“Hai tutto, non ti manca niente.”
“È solo un periodo, passerà.”
“C’è chi sta peggio di te.”
"Non sono questi i problemi della vita"

Ma la depressione non si supera con una scrollata di spalle, non si risolve con un consiglio, né si supera semplicemente decidendo di stare meglio.
È una condizione che coinvolge il corpo, la mente, il senso del tempo e del valore personale. È una condizione profonda che toglie energia, senso, desiderio.

Dare voce al proprio vuoto, in un luogo in cui non ci si sente giudicati, è già di per sé un potente atto terapeutico. Apre alla possibilità di dare un significato, un senso a quel vuoto con presenza e umanità.

19/05/2025

Ansia: quando il corpo anticipa il pericolo, anche se non c’è

Sudore freddo, nodo alla gola, battito accelerato, pensieri che corrono. L’ansia generalizzata non è solo “essere preoccupati”: è vivere in una situazione di allerta costante, anche senza una minaccia reale.

In terapia impariamo a distinguere ciò che temiamo da ciò che sta realmente accadendo. E soprattutto a restituire al corpo la possibilità di rilassarsi, lasciare andare e allentare il controllo.

18/05/2025

La morte come trasformazione
La morte fa parte della vita. Senza di essa, la vita non esisterebbe così come la conosciamo.
Siamo esseri umani, e in quanto tali siamo immersi in un ciclo continuo di trasformazione.
Nulla scompare davvero, tutto si trasforma, tutto cambia forma, tutto è in continuo movimento.
Anche ciò che ci sembra finire, in realtà evolve. Il corpo si dissolve, ma la materia di cui è composto, non scompare, si riconnette alla terra, diventa nutrimento per il mondo, energia, nuova possibilità.
La morte non è l’opposto della vita, ma una sua parte. Permette la chiusura di un ciclo e, al contempo, l'inizio di un altro.
Accoglierla significa riconoscere che siamo parte di un fluire più grande, che non tutto è sotto il nostro controllo, e che ogni fine porta in sé l’inizio di qualcos’altro.

Quando perdiamo qualcuno, accanto al dolore può emergere un seme di consapevolezza.
La morte ci mette di fronte alla verità più semplice e al tempo stesso più difficile da accettare: "siamo qui per un tempo limitato".
E proprio questo limite dà senso, intensità e valore all’esistenza.
Accettare che tutto può finire aumenta, la coscienza nel vivere, ad apprezzare ciò che conta davvero, a riconoscere la bellezza nei legami, nei momenti, nella fragilità stessa della vita.

16/05/2025

"Se non è perfetto, non valgo."
Capita spesso di sentire queste parole nella stanza di terapia, anche se dette in tanti modi diversi.

Come ad esempio:
"Non riesco a fare le cose se non in modo perfetto. Non posso permettermi di tralasciare nulla."
oppure
"Con prestazioni così scarse e imperfette, non mi sento nemmeno di meritare di godermi le cose."

Una paziente una volta mi disse:
"Avevo interiorizzato l’idea di dover essere assolutamente la migliore nel mio settore: tutto il resto, ai miei occhi, equivaleva a essere inutile, un fallimento. Non mi concedevo alcuna tregua."

In questi casi, la perfezione non è solo un obiettivo: diventa una condizione per sentirsi degni e amabili agli occhi di se stessi e degli altri.
In altre parole, raggiungere la perfezione diventa un modo per riscattarsi da una bassa autostima.
Ma il paradosso è che quell’ideale di perfezione è sempre un passo più in là. Umanamente impossibile da raggiungere con la conseguenza che la persona non si sentirà mai abbastanza.

Il lavoro terapeutico aiuta proprio a sciogliere questo nodo: a distinguere il proprio valore da ciò che si ottiene, a coltivare una voce interna più gentile, a riconoscere che si può valere anche senza essere perfetti.

Non serve essere straordinari per essere degni di amore. Serve sentirsi abbastanza, anche nell’umana imperfezione.

15/05/2025

Oggi ci ritroviamo sempre più spesso a correre per stare dietro a questa vita frenetica, piena di stimoli continui, impegni da incastrare e notifiche che suonano senza sosta… ormai ci siamo abituati a tutto questo. Il nostro ritmo è molto alto.

Corriamo per non perdere tempo, per tenere tutto sotto controllo e, di conseguenza, per non "sentire" troppo.
Ma, a lungo andare, questo ritmo incessante presenta il conto.

Ansia, insonnia, irritabilità, senso di fatica cronica, disconnessione da sé e dagli altri.
Difficoltà di concentrazione, emozioni che esplodono in comportamenti di rabbia o aggressività, o al contrario emozioni che si congelano, generando somatizzazioni fisiche.
Come se, nella corsa, ci dimenticassimo di respirare, di rallentare.

Oggi, più che mai, la psicoterapia diventa uno spazio prezioso, perché offre un tempo diverso.
Uno spazio in cui ci si può fermare.
Rallentare il passo.
Riascoltarsi.
Riconnettersi con sé stessi.
Fare il punto della situazione.
Esplorare ciò che accade dentro, con uno sguardo più gentile, profondo e non giudicante. Uno spazio in cui non c’è da “fare”, ma da ESSERE.
In un mondo che ci spinge a essere sempre produttivi, regalarsi un tempo per sé è già un atto di cura.
Di amore per sé stessi.

14/05/2025

Mi capita spesso di sentire, nel mio studio, lamentele riguardo a una "stanchezza cronica".
Io la associo spesso a un esaurimento delle risorse emotive.
Ci si sente sempre stanchi, anche dopo una notte intera di sonno.
Forse, pur dormendo, la mente e il corpo non stanno davvero riposando né ricaricando le energie, perché trattenuti da blocchi emozionali profondi che continuano ad agire anche durante il sonno.
Come scrive lo psicoterapeuta Alexander Lowen: Il corpo non mente. Se è cronicamente teso, allora è cronicamente in allerta, anche se la mente non ne è consapevole.
Il lavoro in terapia sui blocchi psicocorporei è fondamentale per restituire fluidità al sistema mente-corpo, liberare energia trattenuta e recuperare uno stato di presenza e piena consapevolezza del proprio stato psicofisico.

Indirizzo

Dopo Palazzo Della Cultura, Direzione Mare, Viale Boccetta
Messina
98122

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 21:00
Martedì 09:00 - 21:00
Mercoledì 09:00 - 21:00
Giovedì 09:00 - 21:00
Venerdì 09:00 - 21:00

Telefono

+393470083060

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