Dott.ssa Adriana Furci Psicologa Pedagogista

Dott.ssa Adriana Furci Psicologa Pedagogista Il meglio che possiamo fare per gli Altri è diventare Creatori di Possibilità CHI SONO?

Psicologa e Pedagogista; Esperto in Percorsi di Mentoring e Orientamento rivolti all'età evolutiva: Educatore Esperto in Tecniche Ludico Terapeutiche (ciclo di vita); Coordinatore Pedagogisti ANPE Provincia di Messina; Master I°livello in Criminologia e Psicologia Giuridica. PREVENZIONE DEL DISAGIO E PROMOZIONE AL BENESSERE PSICOFISICO
- Interventi di prevenzione del disagio e promozione al benes

sere psicofisico, nell'intero ciclo di vita (percorsi di benessere indirizzati a bambini, adolescenti, adulti, anziani).
- Interventi psicoeducativi in ambito scolastico, socio-educativo e del disagio comportamentale ed emotivo (strategie psico-educative individualizzate e/o di gruppo rivolte a soggetti in età evolutiva).
- Laboratori Esperienziali a valenza formativa, didattico-educativa, espressiva e ricreativa.
1) Laboratori didattico-educativi si propongono di: sviluppare competenze e potenzialità dei soggetti presi in carico; migliorare le strategie di studio (ampliamento dell’autonomia e della motivazione allo studio); risvegliare l’interesse e la curiosità; prevenire le frustrazioni e le delusioni legate all’apprendimento; facilitare gli apprendimenti e potenziare le abilità cognitive.
2) Laboratori espressivi emozionali e ludico ricreativi, utilizzando linguaggi espressivi «altri», forniscono ai partecipanti stimoli e strumenti per favorire e rafforzare le capacità espressive e relazionali, imparare a «stare dentro il mondo assieme all’altro » in maniera creativa, attiva e costruttiva. Si propongono quindi di promuovere e favorire, attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, una sana educazione psico-affettiva e relazioni interpersonali costruttive, nonché l'autodeterminazione e l'autonomia dell'individuo. I percorsi laboratoriali hanno come obiettivo finale quello di permettere a ciascuno di potersi sentire «nella propria pelle nell’incontro con l’altro», di esprimersi liberamente, di rafforzare l’intelligenza emotiva e acquisire infine quelle competenze essenziali per la vita, come la resilienza e l’assertività, per affrontare gli ostacoli e le difficoltà naturali. Per le diagnosi e le valutazioni mi avvalgo della preziosa collaborazione di professionisti specializzati (psicologo, neuropsichiatra infantile, logopedista, etc.).

01/07/2025

𝐏𝐄𝐑𝐂𝐇𝐄́ 𝐬𝐩𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐏𝐑𝐄𝐅𝐄𝐑𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐆𝐋𝐈 𝐀𝐍𝐈𝐌𝐀𝐋𝐈?

Molte persone che hanno vissuto traumi nell’infanzia preferiscono la compagnia di un animale a quella di un essere umano perché il loro sistema nervoso, il loro campo energetico e la loro coscienza profonda si sono dovuti adattare a condizioni di relazioni umane vissute come pericolose, caotiche o incoerenti.

Questa preferenza non è una semplice scelta affettiva, ma il risultato di un processo complesso di sopravvivenza, autoregolazione e protezione, che non va giudicata.

Dal punto di vista del sistema nervoso centrale, un bambino che cresce in un ambiente in cui i caregiver sono imprevedibili, assenti, svalutanti o pericolosi sviluppa una costante attivazione dell’asse dello stress.

Il sistema nervoso simpatico può restare in iperattivazione cronica (allerta, vigilanza, fuga), oppure può prevalere una risposta dorsovagale di congelamento (apatia, ritiro, disconnessione).

In entrambi i casi, l’organismo associa la relazione con l’essere umano a uno stato di 𝐩𝐞𝐫𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨.

Il contatto con un altro umano, quindi, anche da adulto, può generare inconsciamente allerta, contrazione o un senso profondo di affaticamento.

L’animale, invece, non richiede performance sociali, non emette giudizi, non minaccia l’identità, e soprattutto comunica in modo non verbale, coerente e leggibile.

Questo regola il sistema nervoso traumatizzato: la coerenza ritmica della sua presenza favorisce il ritorno alla sicurezza, attiva il nervo vago ventrale e la produzione di ossitocina, facilitando il radicamento e l’autoconsolazione.

Chi ha vissuto traumi precoci ha spesso un 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐨 𝐚𝐮𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐚𝐥𝐭𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨: squilibrio nei chakra inferiori (senso di sicurezza, confini, corpo) e nei chakra superiori (fiducia, relazione, apertura).

La vicinanza con un essere umano può innescare dinamiche di difesa, fuga o iperadattamento.

L’animale, al contrario, ha un campo energetico stabile, privo di maschere, con una vibrazione 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞.
Non forza, non invade, non impone ruoli. L’umano traumatizzato può “sintonizzarsi” su questo campo come su una base neutra e armonica.

Il comportamento che ne deriva è una forma di evitamento sociale che però ha una funzione regolativa: evitare il dolore relazionale per non riattivare le ferite.

Molte persone che hanno vissuto ferite profonde nel legame umano primario (madre, padre, famiglia) sviluppano una forma di rifiuto dell’incarnazione relazionale.
C’è una ferita di fiducia nell’altro, e spesso anche una separazione interiore tra anima e corpo, tra cuore e radici.

Gli animali, con la loro purezza istintiva e la totale assenza di ego, diventano per loro un ponte verso l’amore incondizionato, ma in una forma non minacciosa.

Il loro sguardo non giudica, non chiede di essere “all’altezza”, non rievoca le aspettative mancate.

La connessione con l’animale diventa quindi un 𝐛𝐚𝐥𝐬𝐚𝐦𝐨 per l’anima ferita, un momento di quiete nel caos del mondo umano. È come se l’anima dicesse: “Da te, almeno, non devo difendermi.”

In questa scelta c’è una forma di guarigione silenziosa, ma anche una difesa.

Il rischio è che diventi una zona di comfort, ma nel tempo, se accolta e rispettata, può aprire la strada a una relazione nuova anche con l’umano, fondata non più sulla paura, ma sulla presenza.

Intanto, godiamoci i nostri piccoli amori pelosi.

𝒞𝓁𝒶𝓊𝒹𝒾𝒶 𝒞𝓇𝒾𝓈𝓅ℴ𝓁𝓉𝒾

13/06/2025

Ho una figlia selvaggia.
Ride più forte della vita, corre più veloce di quanto la mia pazienza riesca a seguire, e sente ogni cosa con un cuore troppo grande per il suo piccolo corpo.

Non entra in punta di piedi nelle stanze: irrompe, come fa la luce del sole.
Non trattiene il suo amore: lo dona tutto, senza esitazione.

E, sinceramente, certi giorni mi sembra di fare solo il possibile per starle dietro.
Cerco di incontrarla nella tempesta, senza spegnere la sua luce.
Cerco di farle spazio, di accogliere la sua ferocia, quella che la rende esattamente ciò che è.

Un giorno smuoverà le montagne.
Ma oggi io sono qui, per tenerle la mano, per immergermi nella sua selvatichezza, e ricordarmi che non è “troppo”.
Lei è quanto basta.

Anche nei giorni difficili.
Soprattutto nei giorni difficili.
E non la cambierei per nulla al mondo.

08/06/2025

Dire sempre di “sì” agli altri nasce spesso da un desiderio di essere gentili e disponibili, ma non dovrebbe mai trasformarsi in un sacrificio di sé. Ogni volta che si accetta un impegno o una richiesta, chiediti se stai onorando anche i tuoi bisogni e rispettando i tuoi limiti. Essere presenti per gli altri è un valore, ma non può avvenire a discapito del nostro equilibrio. Imparare a dire “no” quando è necessario non è egoismo, è un atto di cura e rispetto verso noi stessi.

[imag.guida psicologi]

18/05/2025
18/05/2025
18/05/2025

Quando il corpo parla ciò che la mente non riesce a dire.”

La somatizzazione è il modo in cui il nostro corpo dà voce a ciò che emotivamente non riusciamo ad esprimere. Non è fantasia, né debolezza: è un segnale reale di un disagio interiore che si manifesta attraverso sintomi fisici, spesso senza una causa medica evidente. Mal di testa, stanchezza cronica, tensioni muscolari o disturbi intestinali possono essere il modo in cui il nostro corpo ci segnala che qualcosa, dentro di noi, non va.
Non si tratta di “immaginare” il dolore, ma di viverlo davvero, solo che la causa non è un problema medico evidente, bensì un conflitto emotivo non elaborato. Ansia, stress, rabbia repressa o tristezza ignorata trovano così una via per emergere.
Riconoscere la somatizzazione significa imparare ad ascoltare il proprio corpo con uno sguardo più profondo. A volte, è proprio attraverso quei sintomi che possiamo iniziare un percorso di consapevolezza e guarigione.
Il corpo non mente e ascoltarlo è il primo passo per prendersi cura di sé.
[ imag. guida psicologi]

Contatti:
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🌎 Sito web: giuseppinaliberati.it

05/04/2025

🟢 I sintomi dell’ansia possono causare un aumento dello stress psicologico.
Imparare a gestire l’ansia è importante.

👉🏻Ci possono essere alcuni rimedi:

Gestire la respirazione, scacciare i pensieri negativi e spostare l’attenzione altrove possono può essere utile per calmare l’ansia.
La respirazione anche sè automatica,
può essere controllata proprio per gestire gli stati d’ansia. Per esempio, effettuare una respirazione profonda e allenarsi per eseguirla al meglio. L’aria verrà spinta nella parte bassa dei polmoni creando un effetto rilassante. Una corretta respirazione è infatti fondamentale per favorire il rilassamento.
L’attività fisica in generale viene considerata fondamentale per scaricare lo stress.
Fa bene all’umore e aiuta ad alleviare lo stress. Anche alcune discipline dedicate alla meditazione, possono aiutare molto.
Tensione, ansia e stress possono causare anche disturbi del sonno. Difficoltà ad addormentarsi, sonno irrequieto e risveglio precoce al mattino sono alcuni dei sintomi. In questi casi l’organismo avverte la necessità di dormire, ma la troppa agitazione gli impedisce di farlo. La privazione del sonno si manifesta poi durante le ore diurne con stanchezza e poca concentrazione. Per gestire la tensione notturna si possono così seguire dei piccoli accorgimenti per esempio limitare l’uso di bevande stimolanti che contengono caffeina.

05/02/2025

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Indirizzo

Messina

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Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00
Sabato 09:00 - 12:30

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