Dott.ssa Libro Concetta- Psicologa

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23/04/2025
01/04/2025

Che ci sia qualcosa che non va nel mondo, nella nostra società è un dato di fatto. Come sono dati di fatto, statistici e oggettivi il numero delle vittime di femminicidi.
Mi chiedo l’utilità dei vari progetti sull’educazione affettiva promulgati a scuola, l’istituzione verso cui la maggior parte delle volte si punta il dito contro. Forse non è questa la strada percorribile se ad oggi i numeri continuano a salire. Forse non è nemmeno il momento di muovere accuse. Forse dietro quel ragazzo e il suo f***e e insensato gesto efferato, si nasconde quell’adulto che non lo ha ascoltato, quell’adulto troppo indulgente che quando occorreva non ha saputo dirgli di no. E non bastano parole, non basta nulla per spiegare razionalmente un fatto del genere. Ogni femminicidio, rappresenta l’ennesima ferita, di cui poi ci si dimentica. Restano l’impotenza e la rabbia, non solo verso chi ha agito l’orrido ma verso noi stessi. Ci si chiede cosa si sarebbe potuto fare per evitare tutto questo? Quando è sempre troppo tardi. Bisogna capire che il femminicido è solo la punta dell’iceberg, è il risultato di quelle singole azioni, a cui spesso non diamo peso. Se oggi esistono donne che hanno paura di uscire di casa, che temono di essere seguite, di essere preda altrui è perché nelle azioni quotidiane si dà tutto per scontato, non c’è rispetto per i confini tra sé e l’altro. La verità è che abbiamo smesso di interrogarci, abbiamo smesso di chiedere a chi ci circonda come sta. Con il progresso tecnologico abbiamo tutto a portata di mano, portandoci a pensare che tutto sia dovuto, non deve esistere il rifiuto, fallimento… perché questi ci mettono in contatto con l’abisso, il vuoto, che fa paura e così lo riempiamo, come riempiamo le nostre vite. Diventa tutto saturo, impensabile, e laddove cessa la possibilità di pensiero inizia l’azione. Abbiamo smesso di essere responsabili delle nostre parole, dei nostri gesti… viviamo in un mondo che abbiamo smesso di abitare. Fin quando non ci sarà recupero della capacità di chiedere, di esercitare i propri diritti ad essere, questi numeri si alzeranno e Sara, no, non sarà l’ultima.

Louise Hay disse una volta: "Non incolperei i nostri genitori. Siamo tutti vittime di vittime, e loro non potevano in al...
01/11/2024

Louise Hay disse una volta: "Non incolperei i nostri genitori. Siamo tutti vittime di vittime, e loro non potevano in alcun modo insegnarci qualcosa che non sapevano. Se tua madre non sapeva amare se stessa, e nemmeno tuo padre, era impossibile che ti insegnassero ad amarti; stavano facendo tutto il possibile con ciò che avevano imparato da bambini. Se vuoi capire meglio i tuoi genitori, chiedi loro di parlare della loro infanzia; e se li ascolti con compassione, scoprirai da dove provengono le loro paure e rigidità."

Louise Hay (1916-2017)

Quando non si hanno gli strumenti di “decodifica” di sé difficilmente è possibile leggere e accogliere l’Altro nella propria mente. Stare con l’Altro è prima di tutto uno Stare con se stessi. Diventa occasione di un continuo processo di ri-attraversamento delle proprie “falle” e mancanze esistenziali per recuperare la capacità di stare con… le proprie mancanze, accogliendole e non rifiutandole. Questo è il “gioco” dell’andare incontro a sé e l’Altro.

❣️
15/09/2024

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17/07/2024

Nella cura ci sono silenzi che vanno tradotti e silenzi che vanno custoditi

Se dovessi spiegare chi è Ansia?Ansia appare una signorina un po’ stramba nelsuo aspetto, disposta a far di tutto per as...
25/06/2024

Se dovessi spiegare chi è Ansia?
Ansia appare una signorina un po’ stramba nel
suo aspetto, disposta a far di tutto per assicurarsi visibilità e non essere emarginata. Porta sempre con sé una lista di piani e cose da fare scrupolosamente, non ammette margine di errore, soffoca e rischia di essere soffocata…
Ansia vive oltre il limite, ed è proprio l’assenza di percezione del limite che genera il vissuto soggettivo di inadeguatezza e impotenza del proprio stare al mondo. Tutto improvvisamente viene filtrato da un’ottica di perfezionismo, prevenzione, allarme che re-spingono la consapevolezza, la possibilità di connettersi autenticamente a ciò che si sta vivendo. Ansia, è un ospite indesiderato e come tale non può essere accolto. Si prova a respingerlo, farlo stare sulla soglia, non si dà adesso un nome. Si sa le cose conosciute fanno meno paura, una volta nominate, assumono un significato differente, dentro di noi. Ansia chiede solo di essere accolta, un po’ come tutte le altre emozioni, ha solo bisogno di imparare di poter stare in situazioni di disagio e sofferenza. Ansia non è cattiva di per sè, arriva sempre per dirci qualcosa, e sta a noi assumere il coraggio di avere occhi per vederla, orecchie per ascoltarla.
Inizialmente la pretesa di Ansia è
mantenere alta l’aspettativa di se stessa, essere un passo avanti alle altre emozioni, si fa guidare dalla “mania” del controllo, gioca con una consolle in mano per evitare il pericolo, dimenticando il vero senso del suo giocare, il mettersi in gioco, il giocare per divertirsi e non per evitare di sbagliare. Così rischia solo di gestire la vita dei suoi interlocutori e non conoscere cosa accade intorno a se. Questo genera un’ impossibilità a vivere serenamente. Salvarsi non è una strategia efficace, ma richiede un valoroso atto di coraggio nel pro-gettarsi in una situazione ignota. Lasciar andare, non aver pretese di controllo, accettare di farsi attraversare da essa, permetterle di fluire dentro di noi, solo così si rinuncia a quell’idea che lei sia cattiva, e lei sarà più morbida, sentirà meno la necessità di aggrapparsi all’idea di una impossibile perfezione.
Nel nostro incontro con Ansia impareremo, lei ci potrà far vedere delle cose dalla sua prospettiva e noi possiamo insegnarle a fluire, a tollerare l’errore errante, a rivolgere ad esso uno sguardo fatto di tenerezza, un senso di riconoscimento. Ricordando che dietro uno sbaglio, c’è sempre un’altra faccia a nascondersi, l’opportunità. È solo quando la si ac-coglie che si può mollare la presa, così quel vissuto fatto di inadeguatezza e solitudine trova spazio per poter essere visto, tollerato, incontrato. Sarà allora che ci sarà la pienezza del vivere, come un lasciarsi fluire e far esperienza del proprio essere mancante e non perfetto ai propri occhi e a quelli altrui, non cercando di riempire i vuoti ma fare di loro occasione di pieno di noi stessi.

Essere coraggiosi nella solitudine, senza testimoni, senza il premio di un consenso, soli davanti a sé stessi, richiede ...
12/06/2024

Essere coraggiosi nella solitudine, senza testimoni, senza il premio di un consenso, soli davanti a sé stessi, richiede un grande coraggio e una grande forza. (Milan Kundera)

Nascere per ri-nascere
10/06/2024

Nascere per ri-nascere

"Vorrei sapere come chiudere bene questo periodo durissimo, Lloyd""Il modo migliore per chiudere un periodo è lasciarlo ...
04/06/2024

"Vorrei sapere come chiudere bene questo periodo durissimo, Lloyd"
"Il modo migliore per chiudere un periodo è lasciarlo aperto, sir"
"E perché mai, Lloyd?"
"Così le cose buone potranno seguirci per ricordarci la nostra fortuna, sir"
"E quelle cattive?"
"Potremmo guardarle per ricordarci la nostra forza, sir”

Vita con Lloyd

22/05/2024

Altrove

Andiamo via, creatura mia,
via verso l’Altrove.
Lì ci sono giorni sempre miti
e campi sempre belli.

La luna che splende su chi
là vaga contento e libero
ha intessuto la sua luce con le tenebre
dell’immortalità.

Lì si incominciano a vedere le cose,
le favole narrate sono dolci come quelle non raccontate,
là le canzoni reali-sognate sono cantate
da labbra che si possono contemplare.

Andiamo via, creatura mia,
via verso l’Altrove.
Lì ci sono giorni sempre miti
e campi sempre belli.

Il tempo lì è un momento d’allegria,
la vita una sete soddisfatta,
l’amore come quello di un bacio
quando quel bacio è il primo.

Non abbiamo bisogno di una nave, creatura mia,
ma delle nostre speranze finché saranno ancora belle,
non di rematori, ma di sfrenate fantasie.

Oh, andiamo a cercare l’Altrove!

Ferdinando Pessoa

La conoscenza di noi stessi è attraverso l’Altro
21/05/2024

La conoscenza di noi stessi è attraverso l’Altro

Come il bravo surfista che accetta e prevede anche le cadute ma non si scoraggia: riemerge dall’acqua, si riprende, nuot...
17/04/2024

Come il bravo surfista che accetta e prevede anche le cadute ma non si scoraggia: riemerge dall’acqua, si riprende, nuota appoggiato alla tavola verso una Nuova “onda”.

Indirizzo

Messina
98125

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 17:00
18:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 21:00
Mercoledì 09:00 - 21:00
Giovedì 09:00 - 21:00
Venerdì 09:00 - 21:00
Sabato 09:00 - 21:00

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