25/06/2024
Se dovessi spiegare chi è Ansia?
Ansia appare una signorina un po’ stramba nel
suo aspetto, disposta a far di tutto per assicurarsi visibilità e non essere emarginata. Porta sempre con sé una lista di piani e cose da fare scrupolosamente, non ammette margine di errore, soffoca e rischia di essere soffocata…
Ansia vive oltre il limite, ed è proprio l’assenza di percezione del limite che genera il vissuto soggettivo di inadeguatezza e impotenza del proprio stare al mondo. Tutto improvvisamente viene filtrato da un’ottica di perfezionismo, prevenzione, allarme che re-spingono la consapevolezza, la possibilità di connettersi autenticamente a ciò che si sta vivendo. Ansia, è un ospite indesiderato e come tale non può essere accolto. Si prova a respingerlo, farlo stare sulla soglia, non si dà adesso un nome. Si sa le cose conosciute fanno meno paura, una volta nominate, assumono un significato differente, dentro di noi. Ansia chiede solo di essere accolta, un po’ come tutte le altre emozioni, ha solo bisogno di imparare di poter stare in situazioni di disagio e sofferenza. Ansia non è cattiva di per sè, arriva sempre per dirci qualcosa, e sta a noi assumere il coraggio di avere occhi per vederla, orecchie per ascoltarla.
Inizialmente la pretesa di Ansia è
mantenere alta l’aspettativa di se stessa, essere un passo avanti alle altre emozioni, si fa guidare dalla “mania” del controllo, gioca con una consolle in mano per evitare il pericolo, dimenticando il vero senso del suo giocare, il mettersi in gioco, il giocare per divertirsi e non per evitare di sbagliare. Così rischia solo di gestire la vita dei suoi interlocutori e non conoscere cosa accade intorno a se. Questo genera un’ impossibilità a vivere serenamente. Salvarsi non è una strategia efficace, ma richiede un valoroso atto di coraggio nel pro-gettarsi in una situazione ignota. Lasciar andare, non aver pretese di controllo, accettare di farsi attraversare da essa, permetterle di fluire dentro di noi, solo così si rinuncia a quell’idea che lei sia cattiva, e lei sarà più morbida, sentirà meno la necessità di aggrapparsi all’idea di una impossibile perfezione.
Nel nostro incontro con Ansia impareremo, lei ci potrà far vedere delle cose dalla sua prospettiva e noi possiamo insegnarle a fluire, a tollerare l’errore errante, a rivolgere ad esso uno sguardo fatto di tenerezza, un senso di riconoscimento. Ricordando che dietro uno sbaglio, c’è sempre un’altra faccia a nascondersi, l’opportunità. È solo quando la si ac-coglie che si può mollare la presa, così quel vissuto fatto di inadeguatezza e solitudine trova spazio per poter essere visto, tollerato, incontrato. Sarà allora che ci sarà la pienezza del vivere, come un lasciarsi fluire e far esperienza del proprio essere mancante e non perfetto ai propri occhi e a quelli altrui, non cercando di riempire i vuoti ma fare di loro occasione di pieno di noi stessi.