23/07/2025
Qualcosa di me.
Sono psicologa e psicoterapeuta. Lavoro ogni giorno per aiutare le persone a conoscersi, a stare meglio e a dare un senso a quello che vivono.
E mentre mi prendo cura degli altri, provo (come tutti) a prendermi cura anche di me, della mia vita e del mio equilibrio😅.
Con professionalità, certo, ma anche con molta umanità. E un po’ di ironia, che non guasta mai.
Giocoliera del tempo, funambola tra un’emergenza e un imprevisto, traduttrice simultanea di emozioni altrui, centometrista dei promemoria, spacciatrice (consapevole) di domande scomode, allenatrice di empatia, addestratrice di pazienza, custode di silenzi pesanti, smistatrice di mail infinite, navigatrice tra scartoffie e linee guida, curatrice di ferite invisibili…
E, quando avanza tempo, anche essere umano con una vita da tenere in piedi.
Perché sì, anche io spero (e cerco) ogni giorno di cavarmela. Nel lavoro, nella vita… e sì, pure qui su Facebook.
Perché diciamolo, fare questo mestiere non significa vivere in uno stato di consapevolezza zen permanente (magari!). È cercare di restare centrata tra un colloquio che ti lascia il cuore pieno e uno che ti sbatte addosso il limite. Tra un paziente che ti commuove e uno che ti sfida (e meno male, la terapia è un incontro vero, non un monologo guidato). Poi ci sono i giorni in cui bisogna essere i campioni di tetris dell’agenda, domatrici di burocrazia, ed equilibristi emotivi.
E intanto vivere, la famiglia, gli amici, gli imprevisti, le lavatrici da stendere, i pensieri notturni e se capita, anche qualche minuto per respirare. Col diaframma, certo. Ma pure con un po’ di ironia.
E poi ci sono i social. Dove ogni post ha il potere magico di essere troppo: troppo empatico, troppo distaccato, troppo tecnico, troppo personale, troppo leggero o troppo pesante.
Fa parte del gioco, lo so. E io provo a starci con sincerità, rispetto per chi mi segue e un pizzico di autoironia. Perché parlare di salute mentale richiede rigore scientifico, ma anche leggerezza.
Non superficialità, leggerezza, quella che aiuta le parole ad arrivare dove serve. E a restarci.
Alla fine, sono solo una psicologa che ogni giorno cerca di fare bene il proprio lavoro. Tenendo insieme tecnica e umanità. Con le mie fragilità, le giornate sì e quelle no, e la voglia, sempre, di crescere, imparare e portare nel mio studio (e in queste righe) un po’ di autenticità. E magari, ogni tanto, anche un sorriso. Perché sì, anche quello può essere terapeutico.