Dott.ssa Piera Mangano psicologo-psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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23/01/2025

La proposta di legge per lo psicologo di base, pensata per rendere il sostegno psicologico accessibile a tutti in modo analogo al medico di base, è pronta in Commissione Affari Sociali in attesa delle indicazioni del Ministero della Salute relative alle risorse finanziarie.

«Numerose indagini uscite in questi mesi segnalano che il disagio psicologico è aumentato. Ma è cresciuta anche la consapevolezza nei confronti di questi problemi, c’è meno vergogna», sottolinea David Lazzari, presidente dell’Ordine degli Psicologi. «Manca però una rete pubblica che sappia rispondere a tutte le persone che ne hanno bisogno. Di conseguenza, oggi chi intraprende una terapia psicologica lo fa privatamente, se se lo può permettere. In altre parole, va dallo psicologo solo chi può permetterselo».

A differenza del bonus psicologico, rivolto a chi già manifesta un disagio, lo psicologo di base opererebbe in un’ottica soprattutto preventiva, individuando i primi segnali di malessere e promuovendo strategie di sostegno. «il bonus e lo psicologo di base sono misure diverse ma complementari », sottolinea ancora Lazzari.

Sul piano nazionale, si parla di almeno 90 milioni di euro per iniziare, soprattutto nelle case di comunità previste dal PNRR. L’obiettivo sarebbe partire entro il 2026, quando le case di comunità saranno operative.

Per il relatore della legge Ciocchetti, comunque, lo psicologo di base diventerà presto realtà: «Stiamo lavorando per fare in modo che nel corso di quest’anno la legge venga approvata. L’intenzione poi è quella di partire quando le case di comunità saranno pronte, quindi dal 2026».

Per approfondire 👇🏻
https://pagellapolitica.it/articoli/proposta-legge-psicologo-di-base-bloccata

30/07/2024

Condividiamo con voi la riflessione della Dottoressa Laura Parolin sulle nuove frontiere della formazione degli psicologi e delle psicologhe.

Il panorama attuale della salute mentale in Italia è al centro di profonde riflessioni e confronti. Il quadro che emerge in maniera chiara mostra come il disagio psicologico, in particolare tra i più giovani, è in crescita esponenziale. La pandemia da Covid-19 è certamente una delle cause principali ma non può essere la sola spiegazione. Molti altri fattori esterni di carattere sociale, economico e culturale impattano costantemente sul benessere mentale.

“Da una parte abbiamo le difficoltà delle cittadine e dei cittadini a chiedere aiuto, per problemi legati al costo, allo stigma ancora forte legato alla cura della salute mentale. Dall’altra, ci troviamo di fronte ad un sistema che fatica grandemente a soddisfare le richieste che arrivano. Pensiamo ad esempio che, dati del Ministero, sette persone su dieci che chiedono aiuto per problemi di natura psicologica non sono abbastanza gravi da essere prese in carico dall’ospedale che, comprensibilmente, ha uno spazio limitato, riservato ai casi più gravi.”

In questo scenario, l’istituzione di figure come quelle dello psicologo delle cure primarie - o psicologo di base - e dello psicologo scolastico possono essere uno strumento per realizzare spazi fondamentali per la prevenzione e interventi più efficaci, oppure che per abbattere lo stigma nei confronti del diritto alla salute psicologica.

Cruciale è anche il tema della formazione degli psicologi e delle psicologhe, con particolare attenzione alla formazione post-universitaria e alla formazione specifica sui temi centrali legati alle forme del disagio contemporanee. Le competenze dei futuri professionisti della salute mentale devono essere necessariamente trasversali, includere la capacità di valutare le problematiche più frequenti nella popolazione di cui si occupano, devono saper integrare l’utilizzo delle nuove tecnologie, acquisire competenze interculturali e saper lavorare in contesti multidisciplinari.

Per leggere l’intera riflessione 👇🏻
https://panoramadellasanita.it/site/al-passo-coi-tempi/

30/07/2024

Secondo uno studio dell’Università di Aarhus, in Danimarca, dell’Università di Plymouth e dell’Università di Manchester, nel Regno Unito, i bambini che hanno traslocato molte volte prima dei 15 anni d’età sono più soggetti a soffrire di depressione da grandi.

Dalla ricerca è emerso che chi ha cambiato casa una volta tra i 10 e i 15 anni ha il 41% di probabilità in più di ricevere una diagnosi di depressione durante l’età adulta rispetto a chi non ha mai affrontato un trasloco. In caso di traslochi multipli, il rischio è salito addirittura al 61%.

Gli studiosi hanno quindi ipotizzato che un ambiente domestico stabile potrebbe ridurre significativamente il pericolo di determinati disturbi. Un ulteriore fattore che ha influenzato la ricerca e che non è stato possibile eliminare completamente dalle variabili da considerare, resta quello del vicinato, contesto che spesso risulta determinante nei primi anni di vita di un ragazzo.

Infatti, cambiare spesso la propria residenza o il trasferirsi in un nuovo quartiere durante l’infanzia causa un’interruzione, durante gli anni formativi, delle reti sociali scolastiche, sportive o di altre attività, e questo cambiamento costante può risultare dirompente nella fase di sviluppo dei ragazzi e portare a serie ripercussioni nell’età adulta.

Per approfondire 👇🏻
https://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/fullarticle/2821272

30/07/2024

Negli ultimi anni, è notevolmente cresciuta la sensibilità e l’attenzione nei confronti dei traumi e dei disagi psicologici. Questo fenomeno, se da un lato può favorire una maggiore consapevolezza e attenzione alla salute mentale, dall’altro può portare alla banalizzazione della sofferenza e delle patologie psicologiche.

Nella società contemporanea si assiste alla tendenza a vedere ogni esperienza spiacevole come una cicatrice indelebile o a banalizzare eccessivamente traumi gravi. Anche esperienze che un tempo erano considerate normali tappe del processo di crescita sono ora etichettate come veri e propri traumi.

Nell’articolo che vi proponiamo oggi si va ad approfondire il cambio di paradigma moderno nella concettualizzazione del trauma e nella drammatizzazione delle difficoltà quotidiane

Se tutto è trauma, allora nulla lo è veramente. Quando tutto diventa un trauma, si rischia di minimizzare l’impatto di eventi veramente traumatici. Il termine perde significato e, di conseguenza, le esperienze veramente devastanti vengono sminuite.
È un equilibrio delicato: da un lato, non si può etichettare ogni disagio come trauma e dall’altro non si deve ignorare il dolore reale che può scaturire da eventi particolarmente gravi.

La tendenza a banalizzare o a drammatizzare un trauma o una difficoltà che si deve affrontare è un’abitudine di questo tempo. Non tutti i dolori sono uguali però. Non sempre ciò che non abbatte fortifica, a volte causa rotture drammatiche e profonde. I traumi reali devono essere riconosciuti e trattati con la serietà che meritano.

Per approfondire 👇
https://www.stateofmind.it/2024/07/trauma-banalizzazione/

Per tutti coloro che hanno ricevuto il bonus psicologo per l'anno 2024 e volesse iniziare un percorso di psicoterapia, i...
13/07/2024

Per tutti coloro che hanno ricevuto il bonus psicologo per l'anno 2024 e volesse iniziare un percorso di psicoterapia, io sono inserita come psicoterapeuta per l'inps nelle liste di messina!

Sono state pubblicate le graduatorie del bonus psicologico: sul sito dell’INPS è ora possibile verificare, per chi ne ha fatto richiesta, se si è beneficiari o meno. Gli aventi diritto potranno usufruire del contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia.

Ricordiamo che le graduatorie sono state stilate tenendo in considerazione l’ISEE e, in caso di parità del valore, l’ordine cronologico di presentazione delle domande.

Ecco la procedura per verificare se si ha diritto al bonus:
•⁠ ⁠accedere al sito www.inps.it e nel campo di ricerca digitare “bonus psicologo”;
•⁠ ⁠selezionare il risultato “Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia – Bonus psicologo”;
•⁠ ⁠cliccando su “Utilizza il servizio” si accede alla propria area e, una volta autenticati, si può visionare l’esito della richiesta.

Chi ne ha diritto potrà visionare l’importo del contributo, che dovrà essere impiegato entro 270 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie.

Per verificare se si è beneficiari 👇🏻
https://www.inps.it/it/it/dettaglio-scheda.it.schede-servizio-strumento.schede-servizi.contributo-per-sostenere-le-spese-relative-a-sessioni-di-psicoterapia-bonus-psicologo.html

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