28/06/2024
- Ti è piaciuto?
- Sì.
- Pure a me. Forse più del primo.
(CINISMO – Diglielo.)
- Non sembra che ti sia piaciuto.
- Perché?
- Non so, sei serio.
(SOLITUDINE – Diglielo.)
- No, no, mi è piaciuto.
- A me è piaciuto soprattutto come hanno reso le emozioni che crescono, cambiano.
Perché se ci pensi è vero. Le emozioni cambiano.
(EGOISMO – Diglielo.)
- Diventano emozioni adulte.
(RIMPIANTO- E se non ci fosse un’altra occasione?)
(AUTOSTIMA – Guardatelo. Non ha le p***e per dirglielo.)
(CINISMO – Eddai, diglielo.)
(Non capirebbe.)
(EGOISMO – Lo dici tu.)
(SOLITUDINE – Certo che capirebbe. Ti vuole bene. Diglielo.)
(DISILLUSIONE – Tanto non cambia niente. Che glielo dica o non glielo dica.)
- Mi stai ascoltando?
- Sì, scusa.
- Dicevo che poi mi fanno morire i meme sul film.
(IPOCONDRIA – Se non glielo diciamo moriremo.)
- Hai presente?
(AUTOSTIMA – Diglielo.)
- No.
(PROCRASTINAZIONE – Va bene. Diglielo dopo.)
- Ma sì che hai presente, te li ho mostrati. Quelli che fanno i video i buffi con le emozioni adulte.
- Non mi ricordo.
(SOPRAFFAZIONE – Sì che ti ricordi, diglielo.)
- Be’, ci sono questi che hanno rifatto le emozioni del film con le emozioni adulte. Tipo l’egoismo.
(EGOISMO – Che matti.)
- L’apatia.
(APATIA – Uno spasso.)
- Il senso di colpa.
(SENSO DI COLPA – Ridi o si offende.)
- Poi qui ce uno che al posto di rabbia ha messo rancore. Chissà perché?
(RANCORE – Perché non hai più la forza di incazzarti per niente. Spiegaglielo.)
- Questo poi nel video fa tutte le voci. Tipo la solitudine ha una voce distante, distante.
(SOLITUDINE – Invece sono proprio qui. Sempre qui.)
- E l’insicurezza è piccola piccola.
(INSICUREZZA – Ti sembro piccola piccola?)
(No.)
- Come dici?
- No, dicevo che non li ho visti.
- Be’, fanno straridere. E sai qual è la più divertente di tutti?
(EGOISMO – Diglielo.)
(DISILLUSIONE – Diglielo.)
(RIMPIANTO – Diglielo.)
(Vi prego.)
(CINISMO – Vi prego? Daje con la giaculatoria.)
(AUTOSTIMA – Buuh huu.)
(IPOCONDRIA - Qualcuno qui ha finito le goccine, eh? Diglielo.)
- La depressione.
- Ah.
- Mi fa morire come la fanno.
(DEPRESSIONE – E come la fanno?)
- Guarda. Tutta emo, tutta triste. È buffo, no?
- Sì, è buffo.
(DEPRESSIONE – Basta con queste stronzate. Diglielo. Guardala negli occhi e dille la verità. Che è un po’ più complesso di così. Che dentro qualcuno non c’è una console con pupazzi colorati in CGI. Che alcuni di noi non sono amichevoli, o anche solo collaborativi.
Che alcuni di noi sono ombre che non se ne vogliono andare, guerre che non vogliono finire. Che qui dentro facciamo prigionieri, che prendiamo ostaggi.
Diglielo che per alcuni il mostro non è mai stato nell’armadio. E che un film così ti fa ve**re voglia di parlare, di spiegare, di confessare. Ma non ce la fai. Non ci riesci. Dille perché non ci riesci.)
(Meglio di no.)
(DEPRESSIONE – Dille che certi giorni…)
(No.)
(DEPRESSIONE – Che certi giorni non c’è console, non c’è emozione. Ci sono solo io.)
(Non voglio che si preoccupi.)
(DEPRESSIONE – Io che faccio tutte le vocine. Tutte quante.)
(…)
(DEPRESSIONE - Anche la tua.)
- Oh, tutto bene?
- Sì, scusa.
- Son contenta che siamo andati al cinema.
- Anche io.
- Ti sei divertito?
- Sì.
- Passato il momento brutto?
- Penso di sì.
- Lo vedi? Lo vedi che a volte basta uscire un po’, cambiare aria. Una scemenza per distrarsi e uno non ci pensa più. Adesso stai un po’ meglio?
(DEPRESSIONE – Sì, un po’ meglio.)
- Sì, un po’ meglio.
Il testo è di Nicolò Targhetta e la grafica di Amandine Delclos.
Non è successo niente