30/07/2020
Il è un fenomeno sottovalutato, di cui si parla troppo poco.
Quante volte è capitato di sentirsi urlare da un finestrino "Ciao bella!", "come sei carina!" o sentirsi fischiare mentre si passa?
No, questi non sono complimenti.
No, gli sconosciuti non possono sentirsi in diritto di fare apprezzamenti non richiesti.
Le conseguenze che queste dinamiche possono avere sulle donne non sono però da sottostimare.
Ognuno è diverso, ma solitamente le sensazioni sono riconducibili ad emozioni di rabbia, inutilità, senso di colpa.
Parlarne è il primo passo per iniziare a prendere provvedimenti seri verso questo fenomeno.
Grazie a Will media per aver approfondito l'argomento.
Per “catcalling” si intende l’insieme di tutte quelle molestie verbali che le donne subiscono per strada e nei luoghi pubblici. A volte finiscono al “ciao bella”, altre arrivano al seguire la vittima, palparla, esporsi.
Secondo una ricerca che il gruppo “Hollaback!” ha condotto insieme alla Cornell University, i numeri di incidenti di catcalling sono altissimi. A livello globale, la maggior parte delle donne ha fatto esperienza di questo tipo di molestie per la prima volta durante la pubertà, la metà delle donne è stata palpata contro la propria volontà e il 71% delle intervistate è stato seguito da un uomo o da un gruppo. Uno degli ostacoli più grandi alla risoluzione di questo problema è che le conseguenze di questo tipo di molestie vengono spesso sottovalutate, perché sminuite a semplici complimenti un po’ “volgari” o a eventi che lasciano il tempo che trovano.
I numeri la raccontano diversamente: tra le conseguenze del catcalling, in Italia, quasi una donna su dieci riporta di aver saltato un giorno di lavoro, una su quattro di essere arrivata in ritardo in ufficio o a scuola e il 16% di aver rifiutato un’offerta di lavoro. Ancora, per evitare il catcalling, più di metà delle donne intervistate dice di non essere uscita la sera e di aver cambiato il proprio modo di vestirsi, l’88% di aver dovuto cambiare itinerario e il 19% di aver voluto o dovuto cambiare casa o città.
Queste statistiche ci dimostrano che anche le discriminazioni a cui tendiamo a non dare peso hanno conseguenze molto tangibili e, oltre ad avere un forte impatto sull’autostima e sulla percezione di sé, possono limitare fortemente la libertà delle donne di esprimersi, muoversi e realizzarsi professionalmente.