Dott.ssa Cristiana Bucci - Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Cristiana Bucci - Psicologa Psicoterapeuta "Per non abbandonarsi alla sofferenza e al disagio, l'importante è PARLARNE." Psicologa e Psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico lacaniano.

Mi occupo di:
- ansia, attacchi di panico, fobie
- depressione, elaborazione del lutto
- disturbi alimentari
- dipendenza da sostanze, internet, gioco d'azzardo
- problemi in coppia, tra genitori e figli. Ricevo a Milano in:
via della Sila, 15 (M2 Piola) zona Città Studi

Mettere in parola le emozioni e ascoltarle anche quando sono disturbanti perché indicano una fragilità che nella società...
02/09/2024

Mettere in parola le emozioni e ascoltarle anche quando sono disturbanti perché indicano una fragilità che nella società di oggi trova poco spazio e accoglienza.

Come è possibile che un ragazzo apparentemente felice, proveniente da una famiglia

“Verrano a cercarci a disturbarci il sonnoAd oscurare il nostro giornoCome una f***a improvvisa sotto il costatoLe cose ...
30/07/2024

“Verrano a cercarci a disturbarci il sonno
Ad oscurare il nostro giorno
Come una f***a improvvisa sotto il costato
Le cose che abbiamo ignorato
Che non abbiamo detto che abbiamo ignorato...”

A tutti i silenzi che poi chiedono il conto.
Alla forza che si ha quando si sceglie di saldarlo.

Il Video di "Le cose che non abbiamo detto" e' tratto dalla registrazione live del nuovo disco di Niccolò Fabi, eseguita all'Angelo Mai Altrove di Roma il 10...

Giovedì 30 alle ore 21:00 a Lesmo (MB)
28/05/2024

Giovedì 30 alle ore 21:00 a Lesmo (MB)

"Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, e avrai anche là le stesse limitazioni che hai qu...
26/04/2024

"Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, e avrai anche là le stesse limitazioni che hai qui, gli stessi handicap."

- Il gabbiano Jonathan Livingston -

31/10/2023
Testimonianze.
30/09/2023

Testimonianze.

Il mio primo contatto diretto con la malattia mentale l'ho avuto a due anni e mezzo, quando mio padre mi ha accompagnato all'asilo e non è più tornato. Ci ho messo 20 anni per capire il perché e altri venti per sapere cosa lo avesse spinto, un pomeriggio di aprile del 1986, a salire su un ponte e a lanciarsi nel vuoto.

Sindrome maniaco-depressiva, così l'avevano definita i medici. Per anni ho vissuto con l'ansia costante che quella malattia invisibile mi venisse a cercare in virtù di una presunta predisposizione genetica al seme della follia. Avevo anche una data precisa - o, meglio, una scadenza - segnata sul calendario: 33 anni, l'età cristologica in cui mio padre aveva incominciato a ripiegarsi su sé stesso fino a rompersi.

A lungo ho aspettato quel momento. A 16 anni sono stato colpito da quella che qualcuno cominciò a chiamare depressione: avevo chiuso i libri, smesso di uscire, mangiavo troppo o nulla. Mia madre era così terrorizzata da chiedere un parere alla zia genetista, a caccia di possibili tracce di ereditarietà, sempre escluse. Poi la crisi è passata, sono arrivati i fatidici 33 e non è successo niente. Nessuna psicosi, nessuna forma depressiva apparente, nessuno stato d'ansia o disturbo mentale.

Ero - e sono tutt'ora, credo - quello che le statistiche definirebbero un maschio sano, in salute, privo di patologie rilevanti e portatore nella media di traumi e ferite dell'io che solo alle soglie dei quaranta mi sono deciso sul serio ad affrontare. Ma sono anche la vittima secondaria di uno degli stigmi più solidi e resistenti della società contemporanea e, in particolare, cattolica: il tabù della malattia mentale e di ogni sua fatale conseguenza e implicazione.

È quello stesso stigma che oggi impedisce a centinaia di migliaia di ragazzi di riconoscere il problema e accettare il supporto psicologico di un esperto. Un giovane su cinque in Italia soffre di disturbi d'ansia, addirittura uno su quattro di depressione, di cui circa un terzo prima dei 14 anni. Eppure sono molti meno quelli che hanno avviato un percorso di psicoterapia, per rifiuto, per vergogna, ma anche per carenza di risorse destinate ai servizi di salute mentale.

«Il primo passo per affrontare il disturbo mentale è riconoscerlo» mi ha detto un amico psichiatra. Ma ciò significa, soprattutto, accettarlo, normalizzarlo, e vale anche per chi vive o ha vissuto accanto alla malattia psichica. Eppure, ancora fino a qualche anno fa, mi si abbassava la voce quando raccontavo com'è morto mio padre.

Ora non più. A 40 anni ho fatto pace con lui e coi miei sensi di colpa. Ho smesso di sentirmi sbagliato.

(La mia “Ultima parola” su Style Magazine Italia di ottobre, in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale)

30/07/2023

Ogni volta che la nostra vita procede in avanti e si separa dai vecchi legami non li cancella mai del tutto poiché, nel bene e nel male, quei legami hanno costituito la nostra stessa esistenza. Camminiamo in avanti portandoci dietro quello che abbiamo vissuto. Per questa ragione Henri Bergson paragona il tempo a una valanga che, mentre scende rapidamente verso valle, accumula tutta la neve che ha potuto raccogliere nella sua corsa. I legami che hanno nutrito la nostra vita proseguono incorporati nella nostra vita. Non solo quei legami rispetto ai quali la nostra gratitudine dovrebbe essere grande, ma anche quei legami che ci hanno ferito, fatto cadere, pugnalato. Tutto ciò che è stato fondamentale nella mia vita (nel bene e nel male) e da cui mi sono separato fa parte della mia esistenza per quello che essa è diventata

Massimo Recalcati, "La luce delle stelle morte. Saggio su lutto e nostalgia", Feltrinelli, 2022

SC

Stamane ho visitato la mostra "Non chiamatemi morbo" allestita nel mio paese.Si scarica una app gratuita e inquadrando i...
06/05/2023

Stamane ho visitato la mostra "Non chiamatemi morbo" allestita nel mio paese.
Si scarica una app gratuita e inquadrando il QR code di ciascuna foto è possibile ascoltare le brevi storie dei vari protagonisti ritratti.
Si tratta di donne e uomini affetti da parkinsonismi, ma anche dei loro caregivers.
Qualcuno ha ricevuto la diagnosi in età molto precoce, altri un po' più avanti nel proprio percorso di vita.
Ciò che li accomuna, però, è sicuramente l'amore per la vita, quella vita che con coraggio e tenacia portano avanti giorno dopo giorno, imparando nuovi modi per adattarsi alle difficoltà che incontrano lungo la strada.

Le voci narranti, che interpretano Mr Parkinson e Mrs Parkinson, sono quelle di Claudio Bisio e Lella Costa.

Colgo nuovamente l'occasione per ringraziare il sig. Enzo, concittadino che ha desiderato portare qui la mostra, che da un paio di anni è itinerante sul territorio nazionale.

Se avete voglia di saperne di più, visitate il sito.
Se avete voglia di emozionarvi, guardate i video pubblicati e, ancor meglio, tenetevi informati sulla mostra e quando sarà più vicina a voi!



Campagna educativa sulla malattia di Parkinson

Indirizzo

Via Della Sila, 15
Milan
20131

Orario di apertura

Lunedì 15:00 - 20:00
Martedì 14:00 - 20:00
Mercoledì 08:00 - 20:00
Venerdì 08:00 - 11:00
15:00 - 20:00

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