13/07/2023
Lettera aperta di Zadig DDD a Zadig España
Una testimonianza dall’Italia
Il 22 ottobre 2022 Giorgia Meloni, tutt’ora in carica in qualità di Presidente di Fratelli d’Italia, e del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei, ha pronunciato il suo discorso di insediamento come Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.
Siamo dunque oramai da tempo immersi nell’aura dell’ideologia di estrema destra: alcuni impauriti, altri affascinati assistiamo alla strategia di dissimulazione, minimizzazione e revisionismo che riflette e si riflette in quanto è avvenuto e avviene in Polonia e in Israele.
Le recenti dichiarazioni e azioni del governo indicano chiaramente l’intenzione di riscrivere la storia e la memoria collettiva dell’Italia, indebolendo le radici storiche della democrazia.
Il fascismo è entrato a gamba tesa nella scena politica istituzionale creando scompiglio e confusione nella cosiddetta sinistra.
Per la prima volta nella storia del neofascismo i gruppi di destra hanno deciso di superare le divisioni e di dar vita a una sorta di cartello, di un “noi”, secondo la logica del comunitarismo, di non farsi più una guerra interna, ma di portarla fuori come testimoniano l’aggressione da parte di Azione studentesca agli studenti di un liceo di Firenze, le minacce di Valditara contro la preside antifascista, i raduni a Milano di neofascisti.
Occorre confrontarsi con una nuova forma di razzismo, che Lacan anticipa nel Seminario XIX, il razzismo dei fratelli, in atto in Italia nel partito “Fratelli d’Italia”, di cui possiamo dare testimonianza.
Per questo Meloni e gli esponenti di governo tacciono o se prendono posizione accusano gli antifascisti.
La strategia è di annacquare le differenze fra fascisti e antifascisti, dire che l’antifascismo è superato perché il fascismo non solo non c’è più ma non è poi stato tutto questo dramma che gli antifascisti vogliono rappresentare e la democrazia sta pericolosamente scivolando verso una “democratura” stile Orban.
La pratica psicoanalitica non può esistere in una società che non sia democratica in quanto si fonda sulla libertà di espressione e sul diritto di ciascun essere umano di scegliere il proprio percorso di vita, non imposto da una norma sociale.
La corrosione dei principi della democrazia, a cui stiamo assistendo non solo in Italia, mette in discussione i fondamenti della nostra pratica, e minaccia l’esistenza stessa della psicoanalisi.
E’ nostro compito dunque, nel rispetto dell’etica psicoanalitica - che non riguarda tanto le intenzioni quanto le conseguenze di cui ci facciamo carico, condannare e opporci a ogni forma di discriminazione che riguardi l’orientamento sessuale o le opinioni politiche, di esclusione e di razzismo.
Siamo con voi nel cercare di costruire un muro contro l’avanzata dell’estrema destra e confidiamo nella vostra decisa volontà di democrazia.