Georgios Bakaloudis - Chirurgo della Colonna

Georgios Bakaloudis - Chirurgo della Colonna Responsabile di Humanitas di Ortopedia e Chirurgia della Colonna 1 dell’ospedale San Pio X a Milano e di Chirurgia Vertebrale della Clinica Guarnieri di Roma.

Sono faculty del master di II° livello in Chirurgia Vertebrale Spinale di Humanitas University.

La sindrome della cauda equina è una grave complicazione di un'ernia del disco che interessa le vertebre lombari da L1 a...
18/12/2025

La sindrome della cauda equina è una grave complicazione di un'ernia del disco che interessa le vertebre lombari da L1 a L5.

Condizione molto rara, ma estremamente invalidante, è considerata un'emergenza chirurgica e va trattata nel minor tempo possibile [entro le 48 ore dall’insorgenza dei sintomi] poiché può portare a incontinenza e paralisi permanente degli arti inferiori.

In base alla zona in cui si presenta, è possibile distinguerla in:
⟶ cauda alta [o cono-cauda];
⟶ cauda bassa.

I sintomi iniziali della sindrome della cauda equina sono:
⟶ ritenzione urinaria [questo viene considerato il primo campanello d’allarme, riscontrato nel 70% dei casi];
⟶ anestesia a sella [perdita della sensibilità della zona tra l’ano e i genitali, come se ci si sedesse su una sella];
⟶ lombalgia severa [dolore nella parte bassa del rachide];
⟶ debolezza degli arti inferiori;
⟶ assenza bilaterale del riflesso patellare [verificato con il test del martelletto neurologico sul ginocchio].

Nelle fasi più avanzate o trattate troppo tardi, la sintomatologia è decisamente più severa, comprendente:
⟶ incontinenza urinaria e fecale;
⟶ paraplegia.

L’intervento chirurgico è l’unica soluzione per la sindrome della cauda equina: il recupero delle funzioni vescicarie e intestinali è correlato alla tempestività nel trattamento della condizione.

Il trattamento che avviene entro 48 ore permette, inoltre, il recupero della funzionalità motoria: i pazienti trattati oltre le 48 ore, possono necessitare di tempi di recupero della funzione vescicale più lungo, che può però ripristinarsi completamente.

Gli interventi chirurgici possono essere diversi, effettuati in regime d’urgenza, tutti con l’obiettivo ultimo di ottenere la regressione della sintomatologia neurologica.

Il gesto chirurgico consiste nel liberare/decomprimere le strutture nervose coinvolte [laminectomia decompressiva posteriore], con o senza l’ausilio di una artrodesi vertebrale per via posteriore.

[per approfondire: ⟶ https://georgiosbakaloudis.it/sindrome-della-cauda-equina/]

La sindrome della   è in genere una grave complicazione di un’  che interessa le vertebre lombari, da L1 a L5 [potete ap...
16/12/2025

La sindrome della è in genere una grave complicazione di un’ che interessa le vertebre lombari, da L1 a L5 [potete approfondire le "zone" della colonna vertebrale in questa infografica dedicata: ⟶https://bit.ly/anatomia_schiena].

Condizione molto rara, ma estremamente invalidante, va trattata chirurgicamente nel minor tempo possibile [entro le 48 ore dall’insorgenza dei sintomi], per non aggravare ulteriormente le condizioni generali del paziente.

Vediamo in cosa consiste, i sintomi, la diagnosi e la cura proprio per questo tipo di patologia.

Cosa fare entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi.

La stenosi spinale è un restringimento del canale vertebrale, generalmente conseguenza dell’invecchiamento, che può veri...
11/12/2025

La stenosi spinale è un restringimento del canale vertebrale, generalmente conseguenza dell’invecchiamento, che può verificarsi in ogni zona del rachide, interessando principalmente il tratto:
⟶ cervicale;
⟶ lombare.

Il sintomo più comunemente riscontrato è il dolore; può comunque:
⟶ essere asintomatica;
⟶ mostrare frequenti remissive e recidive;
⟶ essere persistente e tendere al peggioramento.

In base al tratto interessato, tuttavia, i sintomi possono essere differenti.

I sintomi riscontrati in caso di stenosi cervicale sono:
⟶ dolore all’altezza del collo [cervicalgia], che si irradia anche alle braccia [cervicobrachialgia];
⟶ sensazione di calore alle spalle;
⟶ scosse improvvise al collo [segno di Lhermitte];
⟶ problemi relativi all’equilibrio;
⟶ difficoltà nella manualità fine;
⟶ debolezza agli arti superiori.

Interessando principalmente la parte inferiore del corpo, i sintomi della stenosi lombare risultano differenti, per cui si può avvertire:
⟶ ipostenia, ovvero la riduzione della forza muscolare;
⟶ intorpidimento e/o formicolio agli arti inferiori;
⟶ lombalgia e/o sciatalgia, il dolore dal gluteo fino al polpaccio;
⟶ rigidità del rachide;
⟶ perdita dell’equilibrio;
⟶ "claudicatio intermittens", la zoppia che si risolve a riposo.

Le condizioni che possono causare una stenosi del canale spinale sono diverse:
⟶ bulging discale, il preludio dell’ernia del disco;
⟶ l’ernia del disco;
⟶ l’osteoartrosi;
⟶ la spondilolistesi, un lento e progressivo spostamento di una vertebra rispetto alla sua posizione naturale;
⟶ il morbo di Paget, malattia cronica delle ossa;
⟶ l’artrite reumatoide.

Le forme lievi di stenosi spinale vengono trattate con terapie conservative, che riescono generalmente a portare ad un miglioramento notevole della sintomatologia avvertita.

I casi più complessi e non responsivi alle terapie conservative richiedono in genere il trattamento chirurgico, che varia in base alla causa della stenosi.

Gli interventi sono:
⟶ la laminectomia decompressiva;
⟶ la microdiscectomia;
⟶ la fusione spinale.

[per approfondire: ⟶ http://bit.ly/stenosi-spinale]

L’ernia del disco è una patologia in cui si verifica la rottura del disco intervertebrale e, ne casi più gravi, la fuori...
09/12/2025

L’ernia del disco è una patologia in cui si verifica la rottura del disco intervertebrale e, ne casi più gravi, la fuoriuscita del suo contenuto, il nucleo polposo, verso l’esterno.

Il dolore avvertito è particolarmente forte e frequentemente localizzato nella zona lombare, in misura minore nel tratto cervicale e molto raramente nelle vertebre dorsali.

Nelle fasi iniziali un’adeguata fisioterapia associata a un trattamento farmacologico, nella maggior parte dei casi, migliora la sintomatologia in maniera significativa, per cui l’intervento chirurgico è preso in considerazione solo in rari casi.

Iniziamo il nostro approfondimento settimanale spiegando brevemente cos’è l’ernia del disco, proseguendo con l’analisi dei sintomi, delle cause, della prevenzione e delle soluzioni terapeutiche.

Come riconoscerla, curarla e quando, invece, è necessario operare.

«Il percorso di cure per la scoliosi idiopatica deve tenere conto non solo della correzione della curva, in base alla gr...
04/12/2025

«Il percorso di cure per la scoliosi idiopatica deve tenere conto non solo della correzione della curva, in base alla gravità e all'età di insorgenza, ma anche degli aspetti psicologici dei nostri adolescenti e delle loro famiglie.»

La scoliosi idiopatica è la forma più comune di curvatura laterale del rachide: si presenta principalmente nell’età dell’adolescenza, colpisce in misura maggiore le donne rispetto agli uomini e non riconosce una causa specifica nella sua insorgenza.

L’80% dei casi di scoliosi sono idiopatiche, ovvero senza una causa scatenante specifica, anche se si ipotizza una componente ereditaria.

A differenza dell’atteggiamento scoliotico, paramorfismo dal carattere reversibile e facilmente correggibile, la scoliosi idiopatica mostra:
⟶ una curvatura del rachide;
⟶ una rotazione sull’asse delle vertebre.

Si individuano 3 tipologie di scoliosi idiopatica, in base all’età di insorgenza, ovvero:
⟶ infantile progressiva;
⟶ dell’adolescenza;
⟶ dell’adulto.

La scoliosi idiopatica dell’adolescenza, o giovanile, insorge intorno ai 10 anni e vede una progressione fino al completamento della fase di accrescimento [16/17 anni].

È la forma più comune e, considerando la deformità che ne può derivare, può arrecare danni principalmente a livello estetico, in quanto spesso non si riscontrano dolore, problematiche respiratorie e deficit neurologici, ma un forte disagio nel rapportarsi con gli altri e con sé stessi.

La zona maggiormente interessata è quella toracica, con il tipico gibbo costale, ma frequente anche quella del tratto lombare.

Come già accennato, i trattamenti per la scoliosi idiopatica sono in primo luogo di tipo conservativo, ma nelle curvature importanti che superano i 40° di Cobb si rende necessario l’intervento chirurgico.

In base al grado di deformità, dunque, si procede con:
⟶ la sola osservazione clinica nei casi lievi, con visite periodiche ogni 6 mesi, associata a esercizi di ginnastica posturale;
⟶ il trattamento [di “controllo/procrastinazione”] con busti ortopedici nei casi di media entità;
⟶ l’intervento chirurgico nelle deformità gravi.

Le curvature scoliotiche importanti, che superano i 40° di Cobb e tendono alla progressione, vengono trattate mediante l’intervento chirurgico di correzione e fusione spinale.

Questo prevede l’applicazione di barre e viti peduncolari tra le vertebre coinvolte nella curvatura, a seguito di una manipolazione diretta del rachide, nei limiti della sua flessibilità.

Tra i mezzi di osteosintesi si posizionano dei frammenti di osso, di sintesi o dallo stesso paziente, onde incentivare la fusione delle vertebre, che in questo modo non subiranno una ulteriore rotazione sul loro asse, una volta corrette durante l’intervento.

Negli ultimi anni, in centri specializzati, può essere eseguita anche con tecnica mini-invasiva e robotica, per cui l’aggressività nei confronti delle strutture paraspinali è sensibilmente ridotta, con un recupero post-operatorio più rapido ed un “esperienza intorno all’intervento di scoliosi” decisamente migliore, per i nostri giovani e le loro famiglie.

Il dolore lombare è la forma di mal di schiena più comune nella popolazione, mostrandosi in maniere differenti e con int...
01/12/2025

Il dolore lombare è la forma di mal di schiena più comune nella popolazione, mostrandosi in maniere differenti e con intensità variabile, fino a rendere, in alcuni casi, complesso lo svolgimento delle attività quotidiane.

È un dolore "complesso" perché sono numerose le cause e i sintomi associati: facciamo chiarezza - grazie al nostro approfondimento dedicato - e analizziamo il percorso di cure.

L'iter terapeutico del dolore lombare.

«L’ernia del disco può guarire con uno stile di vita sano.»Per individuare e procedere con una buona cura per l’ernia de...
27/11/2025

«L’ernia del disco può guarire con uno stile di vita sano.»

Per individuare e procedere con una buona cura per l’ernia del disco è necessario innanzitutto superare la fase acuta del dolore, con:
⟶ farmaci antinfiammatori non steroidei [FANS];
⟶ antidolorifici;
⟶ impacchi di ghiaccio sulla zona interessata.

Una volta superata la fase acuta, si procede con dei trattamenti di fisioterapia che abitueranno il paziente allo svolgimento degli esercizi in autonomia, con l’obiettivo di rafforzare la muscolatura, distendere la schiena e controllare in maniera ottimale il dolore.

La fisioterapia è molto utile soprattutto per le ernie contenute e protruse, che sì sono dolorose, ma possono essere risolte senza problemi con costanza negli esercizi e nell’attuazione delle “best practice”, ovvero:
⟶ riposo adeguato;
⟶ controllo del peso;
⟶ evitare sforzi eccessivi ai danni della colonna.

Il trattamento chirurgico, dunque, dovrebbe essere riservato a un numero ristretto di casi: considerando che l’ernia del disco può guarire con uno stile di vita sano, ma ha carattere recidivo, insegnare al paziente cosa fare per migliorare la propria condizione è sicuramente un vantaggio maggiore rispetto ad un’operazione, che si tende ad evitare in ogni caso.

Si procede con l’intervento chirurgico quando sussistono delle condizioni, come:
⟶ deficit motori ingravescenti;
⟶ sintomi acuti persistenti per più di 6 settimane;
⟶ sindrome della cauda equina.

[per approfondire: http://bit.ly/quando-operare-ernia-del-disco]

⟶ L’ernia del disco lombare⟶ I sintomi ⟶ Le cause ⟶ Come guarire?・⟶ Come dormire con l’ernia del disco?⟶ Le cure miglior...
24/11/2025

⟶ L’ernia del disco lombare
⟶ I sintomi
⟶ Le cause
⟶ Come guarire?
・⟶ Come dormire con l’ernia del disco?
⟶ Le cure migliori
・⟶ Terapia conservativa
・⟶ Intervento chirurgico

L4-L5 o L5-S1: le cure più efficaci.

«Questa tecnologia diventerà - senza dubbio - lo standard nella chirurgia vertebrale nel prossimo futuro.»La chirurgia v...
20/11/2025

«Questa tecnologia diventerà - senza dubbio - lo standard nella chirurgia vertebrale nel prossimo futuro.»

La chirurgia vertebrale robotica, effettuata con l’ausilio del robot spinale, sta diventando sempre più popolare tra i chirurghi e i pazienti che riconoscono come tale evoluzione tecnologica rappresenti un fondamentale progresso nel trattamento delle patologie della colonna vertebrale.

È necessaria una premessa: il robot spinale non trasforma un chirurgo inesperto in un bravo chirurgo spinale, ma aiuta un esperto in chirurgia vertebrale a migliorare in maniera significativa la qualità e i risultati della sua attività.

Senza dubbio l’utilizzo del robot spinale potenzia i risultati della chirurgia vertebrale mini-invasiva [https://bit.ly/3a35HLD] in termini di:
⟶ incrementata accuratezza e sicurezza nell’impianto dei moderni mezzi di sintesi;
⟶ diminuzione dei tempi chirurgici e di ricovero;
⟶ riduzione significativa della esposizione alle radiazioni intraoperarorie sia per il personale sanitario sia per il/la paziente.

Esattamente come un pilota organizza un piano di volo basandosi sulle condizioni meteo, la rotta specifica, il carico di carburante e di peso, il chirurgo vertebrale pianifica il suo intervento in un ambiente virtuale basandosi su:
⟶ anatomia;
⟶ qualità dell’osso;
⟶ correzione della deformità.

Durante l’intervento di chirurgia vertebrale robotica, il robot spinale facilità l’esecuzione del programma chirurgico identificando, come un vero navigatore virtuale, il punto preciso sulle vertebre dove inserire i mezzi di sintesi [viti e gabbie] e calcola la quantità e precisa localizzazione dell’osso da rimuovere.

Il robot è “passivo”, nel senso che non esegue lui stesso l’intervento, ma è il chirurgo che compie la procedura come il pilota fa volare un aereo.

Il ruolo del robot è quindi quello di aiutare il chirurgo ad essere più preciso, più sicuro ed efficiente.

Il candidato ideale per la chirurgia vertebrale robotica è il paziente affetto da deformità vertebrali complesse, che prevedono una pianificazione precisa e l’inserimento dei mezzi di sintesi eseguito con la massima sicurezza ed efficacia, o pazienti per i quali è indicata una revisione di impianto.

La chirurgia vertebrale robotica riduce in maniera significativa anche i tempi chirurgici.

Questo comporta un incremento all’efficacia ed accuratezza dell’intero processo, con diminuzione dei tempi:
⟶ chirurgici;
⟶ di anestesia;
⟶ di ricovero.

[per approfondire: ⟶ https://georgiosbakaloudis.it/chirurgia-vertebrale-robotica/]

L’ernia cervicale è la conseguenza di uno schiacciamento dei dischi intervertebrali, in cui il nucleo polposo viene comp...
17/11/2025

L’ernia cervicale è la conseguenza di uno schiacciamento dei dischi intervertebrali, in cui il nucleo polposo viene compresso, tra 2 delle 7 vertebre della parte alta del rachide.

Nell’80% dei casi, i segmenti interessati sono quelli compresi tra le vertebre C6-C7 e C5-C6.

In base al tipo della compromissione discale, possiamo distinguere diversi tipi di ernia:
⟶ contenuta, in cui non si verifica la deformazione dell’anulus fibroso, senza fuoriuscita;
⟶ protrusa, con una protuberanza che invade il canale vertebrale;
⟶ espulsa o migrata, in cui il nucleo polposo fuoriesce dall’anulus, invadendo la zona circostante.

Possiamo fare, infine, un’ulteriore distinzione tra ernia cervicale:
⟶ dura, in cui viene a crearsi un’escrescenza ossea chiamata osteofita;
⟶ molle, forma tipica dei traumi violenti, come il colpo di frusta, in cui il materiale del nucleo polposo impegna il canale vertebrale.

Il sintomo maggiormente avvertito in caso di ernia cervicale è il dolore estremamente forte che, passando per la spalla, viene avvertito anche lungo tutto il braccio.

A questo si aggiunge:
⟶ formicolio e intorpidimento del arto, fino alle dita;
⟶ perdita di forza dell’arto superiore interessato;
⟶ rigidità del collo;
⟶ mal di testa frequenti;
⟶ torcicollo.

Queste caratteristiche permettono già durante la visita specialistica di distinguere tra un semplice mal di collo e una discopatia cervicale.

In base ai risultati diagnostici e alla gravità della sintomatologia, il trattamento dell’ernia cervicale è variabile.

Le forme lievi vengono generalmente trattate con fisioterapia e farmaci, in modo da limitare la compressione del canale spinale, causa della sintomatologia.

Nei casi in cui non dovessero essere risolutivi, si fa ricorso al trattamento chirurgico.

È dovuta all'invecchiamento o al cosiddetto "colpo di frusta".

La mielopatia cervicale è una condizione clinica caratterizzata dalla compressione del midollo spinale cervicale.La cara...
13/11/2025

La mielopatia cervicale è una condizione clinica caratterizzata dalla compressione del midollo spinale cervicale.

La caratteristica principale delle mielopatia cervicale è l’apparizione lenta e subdola della sintomatologia.

Spesso si verifica un peggioramento rapido della condizione, seguito da un periodo di remissione in cui non è presente dolore, ma si manifestano diversi sintomi neurologici, come:
⟶ ipoestesia [sensibilità ridotta] a braccia, mani e dita;
⟶ crampi;
⟶ astenia, ovvero debolezza dei muscoli delle braccia, delle spalle e delle mani;
⟶ disequilibrio generalizzato con difficoltà alla coordinazione e deambulazione autonoma;
⟶ perdita progressiva della manualità e delle capacità motorie con ipotrofia muscolare.

Nella mielopatia non si avvertono, dunque, vertigini o capogiri, ma piuttosto il corpo viene recepito come un peso, che non segue più quello che la persona ha intenzione di fare.

La camminata diventa sgraziata, con un andamento tipo “robottino” con piccoli scatti degli arti inferiori.

La perdita delle manualità inizialmente può coinvolgere solo le funzioni di “fino”, come avvitare o cucire: in alcuni casi può addirittura non presentarsi e mostrare un peggioramento grave in poco tempo.

Progressivamente, però, si possono perdere molte funzioni elementari come:
⟶ scrivere;
⟶ abbottonarsi la camicia;
⟶ sollevare oggetti;
⟶ mangiare autonomamente.
Nei casi gravi la mielopatia cervicale può provocare la perdita della mobilità di braccia e gambe, con una severa invalidità della persona coinvolta.

La difficoltà nel riconoscere prontamente i sintomi - e nel riferirli al chirurgo - rende la diagnosi difficile: il punto di partenza per riconoscere la patologia è lo stesso che permette - a medico e paziente - di costruire un solido rapporto di fiducia, fondamentale per iniziare il percorso di guarigione: l'ascolto.

Ed è proprio dall'ascolto della storia clinica del paziente, associato ad un attento esame obiettivo e successivamente confermato attraverso test di imaging che sarà possibile arrivare ad una diagnosi certa.

L’esperienza del chirurgico - in caso di mielopatia cervicale - si vede proprio nella fase di diagnosi e nella scelta delle terapie, che possono alcune volte rimandare nel tempo l’intervento chirurgico e rendere migliore la vita del paziente.

Nei casi meno severi in cui si osserva una stabilità del quadro clinico, il trattamento iniziale della mielopatia cervicale può essere quello non chirurgico.

Lo scopo principale è la diminuzione del dolore e la ripresa di una certa autonomia delle funzioni quotidiane.

Il trattamento conservativo per la mielopatia cervicale include:
⟶ l’uso di un collare morbido;
⟶ l’assunzione di farmaci;
⟶ la fisioterapia.

Il trattamento chirurgico è invece l’unica soluzione nei casi più gravi, permettendo di salvaguardare le funzioni neurologiche e l’autonomia del paziente affetto da mielopatia cervicale.

L’obiettivo è quello di liberare o decomprimere le strutture nervose; può essere eseguito per via anteriore e/o posteriore, con ausilio di mezzi di osteosintesi [gabbie, viti, barre] che permettono di ottenere la stabilità della colonna cervicale.

[⟶ per approfondire: http://bit.ly/la-mielopatia-cervicale]

L’angolo di Cobb è un importante metodo di misurazione delle curvature anomale della schiena, utilizzato per comprendere...
10/11/2025

L’angolo di Cobb è un importante metodo di misurazione delle curvature anomale della schiena, utilizzato per comprendere la gravità dell’anomalia, nonché la velocità di progressione di patologie come:
⟶ ipercifosi;
⟶ scoliosi.

La misurazione precisa dell’angolo di Cobb è, dunque, fondamentale per poter individuare il piano terapeutico più adeguato per la scoliosi, distinguendo tra:
⟶ scoliosi lieve [10-20° Cobb];
⟶ scoliosi moderata [20-40° Cobb];
⟶ scoliosi grave [oltre i 40° Cobb].

Analizziamo insieme, grazie a questo utile approfondimento, come si calcola e la sua importanza nel pianificare l'algoritmo terapeutico più corretto per ogni paziente.

Consente di misurare una deviazione anomala della colonna.

Indirizzo

Via Francesco Nava, 31
Milan
20159

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dr. Georgios Bakaloudis

Il nostro “perché” dipende ed è strutturato dal nostro passato; è unico.

Caratterizza chi siamo, da dove veniamo, in cosa crediamo.

Mi chiamo Georgios Bakaloudis e sono un chirurgo vertebrale.

Sono nato ad Atene, a 19 anni mi sono trasferito a Roma per studiare ciò che ho sempre voluto diventare: un medico.