Dott.ssa Eleonora Palandri Psicologa e Coach

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"Oggi parliamo di Candy Candy, cioè di come un’orfana bionda con le lentiggini ha formato l’educazione sentimentale dell...
27/10/2025

"Oggi parliamo di Candy Candy, cioè di come un’orfana bionda con le lentiggini ha formato l’educazione sentimentale delle donne nate negli anni ’70 senza che nessuno facesse nulla per impedirlo.

Perché Candy Candy ci ha rovinate tutte.
E non solo: ci ha insegnato a ringraziare chi ci rovina, a sorridergli, magari anche a innamorarci di lui.

Altro che educazione sentimentale: era un addestramento militare alla sofferenza emotiva. Altro che Walt Disney.
Noi ci siamo svezzate a colpi di orfanotrofi, zie malvagie, cameriere sadiche, collegi gotici e uomini con più problemi di un modem 56k.

Candy è l’antesignana di tutte le relazioni tossiche, di tutte le code fuori dallo studio dell’analista, di tutte le volte che hai detto “però in fondo è buono”, mentre lui si faceva una canna sulla tua autostima.
E l’abbiamo pure amata. Perché eravamo piccole. E stupide. E non avevamo ancora capito che quella roba lì non era romanticismo. Era una spirale depressiva col cerotto.

Cominciamo da Anthony, il primo amore.
Buono, gentile, bellissimo, ricco, ti regala rose bianche e non chiede nulla in cambio: muore dopo tre puntate.
Come? Cade da cavallo.
Fine. Addio. Sipario.
Una roba così assurda che pure a Liala sarebbe sembrata eccessiva.
E tu lì, a sette anni, che impari la lezione: “Se uno è troppo carino, sicuramente è spacciato.”

Poi arriva Terence, il contrario perfetto: str0nzo, lunatico, misterioso, bello come il peccato originale e instabile come un barile di nitroglicerina.
Ti ama, ti salva, ti bacia e poi ti lascia. Poi torna. Poi sparisce.
Poi ti guarda con quegli occhi da cane bastonato e ti fa credere che è colpa tua se non funziona.

È lui che ha messo la prima pietra di tutto il tuo curriculum sentimentale fallimentare.
Il tuo Terence personale: quello che ti manda i messaggi solo dopo mezzanotte e solo se ha finito la birra.
Candy lo ama. Quindi anche tu lo ami.
Perché Candy ha sempre ragione.
E invece, spoiler degli spoiler: no. Non ce l’ha.

E poi c’è Albert.
Che all’inizio è tipo il tuo padre putativo. Poi il fratello. Poi il coinquilino. Poi lo psicologo.
E poi, sorpresa delle sorprese, si rasa la barba e si rivela essere il tuo primo amore travestito.
Il Principe della Collina.
Uno che ti ha cresciuta e poi decide che, toh, ti sposa.
Un incubo edipico con i fiocchetti.
Neanche Dostoevskij avrebbe osato tanto.
Freud sta ancora piangendo in un angolo.

Ma Candy cosa fa? Ringrazia. Sorride. Ama tutti. Non si arrabbia mai.
Nemmeno quando la prendono a male parole, la umiliano, la lasciano, le bruciano le lettere, le rubano il fidanzato o le rovinano la vita.
Candy non dice parolacce. Candy non spacca piatti.Candy perdona.

Candy è la causa principale del nostro livello di sopportazione fuori scala.

Perché ci ha insegnato che se soffri, vali.
Che se lui se ne va, devi capirlo.
Che se ti tratta male, ha i suoi motivi.
Che se resti sola, non importa: l’amore è dare, non ricevere.
Tradotto: prenditi le briciole e sorridi pure.
(Brava id**ta.)

Candy Candy ci ha insegnato a innamorarci dell’amore, anche quando fa schifo.
A scegliere sempre il percorso più doloroso, purché abbia un po’ di vento tra i capelli.
A piangere da sole in collina, con la faccia da str0nze innamorate, mentre gli altri si sposano, scop@no e vivono.

E poi, con perfida dolcezza, ci ha anche fregate con la sigla.
Perché diciamolo: quella musichetta allegra era terrorismo psicologico.
Tu cantavi “Candy, oh Candy”, felice, ignara del fatto che dopo cinque minuti ti sarebbe morta metà della cerchia affettiva.

E ora eccoci qui.
Con l’espressione smarrita davanti a relazioni che fanno acqua da tutte le parti.
Con il trauma di Anthony ancora vivo.
Con il Terence di turno che ti visualizza e non risponde.
Con l’Albert di riserva che ti tratta come una sorella fino a quando non lo guardi male.

Ma se oggi parte quella sigla, se la vedi correre sul prato, se qualcuno le dice “signorina tutta lentiggini”, il tuo cuore fa comunque crack.

Perché Candy ci ha rovinate.
Ma con stile.
Beati quelli di Houston, che hanno solo un problema.
Filomena Avagliano"

07/08/2025

C’è una verità scomoda, sottile e spesso invisibile, che attraversa molte relazioni:
noi blocchiamo gli altri proprio nel punto in cui siamo bloccati noi.
Li limitiamo dove noi non abbiamo ancora osato andare.
Li giudichiamo dove in noi abita ancora un senso di colpa.
Li tratteniamo dove noi stessi non ci siamo ancora liberati.

Questa dinamica avviene soprattutto nelle relazioni più intime e significative:
tra genitori e figli, tra partner, tra fratelli, tra amici, tra educatori e allievi.
Senza volerlo, a volte anche senza saperlo, proiettiamo le nostre paure,
i nostri limiti non affrontati, le nostre rinunce non elaborate,
su chi ci è vicino… impedendogli di crescere in quella direzione.
La paura di ciò che non abbiamo vissuto. Chi ha soffocato la propria libertà, teme quella degli altri.
Chi non ha conosciuto l’amore, si irrigidisce quando l’altro lo chiede.
Chi ha represso il proprio desiderio, giudica come “troppo” il desiderio altrui.
Chi non si è mai perdonato, si scandalizza davanti all’autocompassione dell’altro.

Per questo motivo, chi non si conosce diventa un sorvegliante invisibile nella vita degli altri.
Blocca. Rimprovera. Trattiene. Giudica.
Ma non per cattiveria…
Perché non può tollerare di vedere nell’altro quello che ha bandito da sé.

Il dolore di chi ama viene limitato

Ci sono figli che non possono fiorire perché i genitori li hanno bloccati nel loro stesso punto cieco.
Ci sono partner che non possono evolvere perché l’altro resta fermo nella sua prigione.
Ci sono vite che si spengono per non disturbare chi non si è mai permesso di accendersi.

E allora, invece di sostenere l’altro nel suo cammino,
inconsapevolmente lo invitiamo a rinunciare.
A non spiccare il volo.
A non scegliere, per non farci sentire rifiutati.
A non cambiare, per non farci sentire sorpassati.
A non amare in modo nuovo, per non mostrarci quanto poco abbiamo amato.

Non ci può essere cura se non c’è consapevolezza

Questa dinamica – proiettiva, inconscia, ma reale – non si supera con buone intenzioni.
Si supera solo con un lavoro di auto-conoscenza,
un percorso profondo di autocoscienza,
una disponibilità sincera a vedere dove siamo fermi
e a non fare dell’altro un ostaggio della nostra immobilità.

La libertà dell’altro non è un affronto.
Il cambiamento dell’altro non è un tradimento.
Il coraggio dell’altro non è una colpa verso di noi.

Guarire il nostro blocco per lasciare liberi

Ogni volta che ci troviamo a dire:

“Non capisco perché vuole questo…”
“Esagera…”
“Non serve cambiare…”
“Era meglio prima…”
“Non si può avere tutto…”

…proviamo a chiederci:
“Questa cosa che mi irrita… è qualcosa che io stesso non mi sono mai concesso?”
“Sto giudicando o sto proteggendo una mia ferita ancora aperta?”

Amare davvero è lasciare che l’altro cresca anche dove noi siamo ancora piccoli.
È non usare la nostra stasi come misura della sua direzione.
È non ostacolare con la nostra paura quello che per lui o lei è libertà.
È, infine, riconoscere onestamente dove siamo fermi… e non trasformarlo in gabbia per chi amiamo.

🍎
(C. D'Angelo)

“Quando siamo stati poco amati, noi cerchiamo una persona che ci faccia andare bene questa cosa. Spiego meglio: noi cerc...
27/07/2025

“Quando siamo stati poco amati, noi cerchiamo una persona che ci faccia andare bene questa cosa. Spiego meglio: noi cerchiamo una persona che somigli un pochino al nostro genitore, e quindi che sia una persona poco affettiva in fondo, una persona un po’ fredda, una persona che si manifesti poco, che abbia magari pure lui paura di amare, oppure una persona un po’ dura. E quello va bene perché è come se rivivessimo la storia col genitore, ma questa volta deve andare a lieto fine. Per cui se lui o lei ci amano apertamente non rappresentano il genitore, contano meno, sono persone che appaiono addirittura deboli a volte. Se l’altro un po’ si nega, ci emoziona parecchio perché somiglia al genitore che si nega e riconquistare quel genitore che si nega è salvare il nostro passato.
Passato che non ricordiamo, eh, attenzione. Passato che non ricordiamo ma di cui abbiamo conservato le emozioni.

Quando siamo così protesi a conquistare l’amore dell’altro, l’altro non lo vediamo e quindi non lo amiamo, e quindi non sappiamo amare. [...] Quando siamo così preoccupati da come ci tratta l’altro, cioè se ci ha dato segni di amarci, se ci preferisce, se ci ha detto che siamo belli o belle, se ci ripete continuamente che ci ama, noi dell’altro poco ce ne curiamo.

Per noi lui è interessante per questo riconoscimento che ci può dare: un riconoscimento che è mancato da bambini. L’altro è quello che ci può dare l’estasi o la depressione profonda: diventa tutto per noi, ma l’altro sente che c'è una fregatura. Ci preoccupiamo di essere amati, ma non amiamo.”

Gabriella Tupini, Realtà dell'amore (23)

Non posso che condividere
08/07/2025

Non posso che condividere

Quando perdiamo una relazione, a volte perdiamo anche una parte di noi. Ma forse è proprio lì che inizia la nostra vera ...
06/04/2025

Quando perdiamo una relazione, a volte perdiamo anche una parte di noi. Ma forse è proprio lì che inizia la nostra vera riscoperta.

Quando l’altro se ne va, ciò che ci lascia davvero vuoti è quella parte di noi che avevamo affidato al suo sguardo.

L’amore, spesso, diventa specchio della nostra identità. E quando finisce, ci troviamo a ricostruire non solo il cuore, ma anche il senso di chi siamo.

Se ti riconosci in questo vissuto, sappi che non sei sola/o. Parlane. Con qualcuno che sappia accogliere, ascoltare, accompagnare.

Chiedere aiuto non è debolezza, ma un atto profondo di cura verso sé stessi.
Se senti che è il momento di ritrovarti, io ci sono.
Contattami per un primo appuntamento via Whatsapp al n.3519121819 o via mail a epaland@libero.it

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22/02/2025
“Prima di chiedere aiuto al 2025...Lascia andare ciò che pesa, il mondo è già poco facile da portare.Cammina con lentezz...
02/01/2025

“Prima di chiedere aiuto al 2025...

Lascia andare ciò che pesa, il mondo è già poco facile da portare.

Cammina con lentezza, non per paura del tempo, ma per assaporarlo.

Custodisci il silenzio, perché lì abitano le risposte che contano.

Proteggi i tuoi sogni come fari nella nebbia; non lasciarli spegnere.

Abbraccia senza riserve, l’amore non va mai dosato.

Fai spazio al dolore, ma non costruirci una casa.

Non inseguire il consenso, cerca invece la autenticità.

Osserva la vita come se fosse la prima volta, ogni volta.

Quando cadi, cadi bene, il terreno sa accogliere chi si rialza.

Ama la tua fragilità, è lì che si nascondono opportunità.

Non vivere di domande, ma di meraviglia.

Sii un ponte per chi ha paura di attraversare.

Abbi il coraggio di fermarti, anche quando il mondo ti spinge a correre.

Non temere la solitudine, spesso è la stanza in cui ti ritroverai.

Parla solo se ciò che dici è più bello del silenzio.

Raccogli le tue cicatrici, sono mappe che ti hanno portato fin qui.

Perdona, ma non dimenticare di proteggerti.

Offri gentilezza senza aspettarti nulla in cambio, è il dono più puro.

Non cercare di aggiustare tutto, alcune cose vanno lasciate libere di rompersi.

Non temere di perdere; spesso, è così che si vince.

Cerca la bellezza nei dettagli, è lì che la vita si nasconde.

Non aspettare il momento perfetto, la perfezione è un’illusione.

Impara a chiedere aiuto senza vergogna.

Tieni vivi i tuoi stupori, perché la meraviglia non ha età.

Non lasciare che la paura decida per te, perché è una pessima consigliera.

Fai della gratitudine un’abitudine, non un evento straordinario.

Sii il custode del tuo tempo, è l’unica ricchezza che nessuno può restituirti.

E alla fine, ricorda: la vita non è un elenco di cose da fare, ma un’arte da vivere.

- Andrew Faber"

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16/12/2024

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In questi giorni si sprecano i consigli degli esperti: leggiamo ovunque indicazioni e vademecum di come sopravvivere alle abbuffate delle cene aziendali che precedono LA grande abbuffata del periodo natalizio. Ma io andrò controcorrente e vi spiegherò come sopravvivere all'immenso stress che queste Feste tanto agognate ed amate comporta. Eh sì, perché il Natale è, per qualcuno, una "catastrofe emotiva legalizzata"!⬇️⬇️⬇️

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28/11/2024

Vi siete mai chieste perché alcune donne fanno impazzire gli uomini, mentre altre si accontentano delle briciole? 💎💔 Nel mio nuovo articolo esploro il mito delle 'donne ad alto e basso mantenimento' e di come il proprio valore non debba mai essere misurato da quanto un uomo si prodiga per noi. Scopri perché non serve un mazzo di rose o un weekend a Parigi per sentirti unica… ma forse una buona dose di autostima sì. 🌹🚗 Leggi ora!⬇️⬇️
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✨ Il Potere del Perdono: Atto di Guarigione o Peso Inutile? ✨Hai mai sentito dire che "perdonare fa bene a te, non a chi...
31/10/2024

✨ Il Potere del Perdono: Atto di Guarigione o Peso Inutile? ✨

Hai mai sentito dire che "perdonare fa bene a te, non a chi ti ha ferito"? 🤔 Eppure, non tutti concordano sul valore del perdono: c’è chi lo considera fondamentale per liberarsi dal rancore, mentre altri credono sia sopravvalutato o persino dannoso.

In questo nuovo articolo esploro le diverse prospettive sul perdono: dalla cultura cattolica che lo vede come un atto di ca**tà, alle filosofie orientali come il buddhismo, dove perdonare è un cammino di pace interiore e liberazione dal dolore. E se il perdono non fosse un obbligo, ma una scelta consapevole? Che rapporto hai con il "perdono"?

👉 Clicca qui per leggere e scoprire quale visione sul perdono risuona di più con te!

Il concetto di perdono ha da sempre generato dibattiti profondi e sfaccettati, attraversando varie correnti di pensiero psicologiche e sociali. La complessità di questo tema risiede […]

01/10/2024

"Ringraziamo tutta la strada percorsa. Ogni sasso su cui siamo inciampati, le volte che siamo tornati indietro, e il buio dove molte volte ci siamo persi. Ogni versione di noi era quella che riuscivamo in quel momento.
Con gratitudine e umiltà, onoriamo tutto.
Ci ha portato qui"
Ameya Canovi

Le emozioni e i traumi influenzano il nostro corpo più di quanto immaginiamo. In che modo eventi traumatici ed emozioni ...
24/09/2024

Le emozioni e i traumi influenzano il nostro corpo più di quanto immaginiamo. In che modo eventi traumatici ed emozioni intense possono lasciare un'impronta sulla nostra memoria muscolare? 🤔 Scopri come Psicologia e Osteopatia lavorano insieme per affrontare i disturbi psico-somatici, in un viaggio che unisce mente e corpo verso la guarigione. 🌱

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