NarciStop

NarciStop Psicologa e criminologa, specializzata in trauma da abuso narcisistico. Ci sono passata, sono sopravvissuta e adesso posso aiutare te a uscirne.

Scrivimi a carolinabertolasopsicologa@gmail.com per un colloquio online!

Cos’ha quella persona che io non ho? Questa è una delle domande più laceranti che sento in studio.Dopo una relazione pat...
09/09/2025

Cos’ha quella persona che io non ho?

Questa è una delle domande più laceranti che sento in studio.

Dopo una relazione patologica, il dolore purtroppo non finisce con lo scarto, ma si protrae attraverso la mortificazione che si subisce nel constatare che chi ti ha trattato ed abbandonato con disprezzo, improvvisamente, si mostra perfetta con chi è arrivato dopo.
E tu resti a chiederti: perché con me no?

Chi funziona in modo disturbato ha bisogno di mostrarsi “ideale” con qualcun altro per continuare a colpirti.
Ti sostituisceÈ una delle domande più laceranti che sento in studio.
Dopo una relazione patologica, il dolore non finisce con lo scarto. Inizia dopo.
Quando l’altra persona, improvvisamente, si mostra perfetta con chi è arrivato dopo.
E tu resti a chiederti: perché con me no?

Non è amore. È strategia.

Chi funziona in modo disturbato ha bisogno di mostrarsi “ideale” con qualcun altro per continuare a colpirti ed esercitare controllo su di te, pur nella distanza.

La relazione formale si è conclusa, ma quella patologica continua ad esistere e continua ad arrecarti dolore.

Questo fenomeno è uno fra i principali fattori che alimentano la dissonanza cognitiva.

E finché non si lavora su quella, resti in trappola in un dolore che non si spiega.

Il mio lavoro consiste nell’aiutare chi, come te, non riesce a smettere di chiedersi cosa abbia fatto di sbagliato.

Ti identifichi in quello che scrivo? Se è qualcosa che stai vivendo, posso aiutarti.

Scrivimi in direct se vuoi lavorarci insieme ❤️

〰️ Carolina

Nella mia esperienza clinica incontro spesso genitori che vivono questa realtà. Arrivano stanchi, con la sensazione di n...
02/09/2025

Nella mia esperienza clinica incontro spesso genitori che vivono questa realtà. Arrivano stanchi, con la sensazione di non avere più margini, e raccontano di notti in cui non riescono a dormire perché aspettano il prossimo messaggio dell’altro genitore, convinti che porterà con sé una nuova tensione.

Quello che osservo è quasi sempre lo stesso: il corpo parla prima ancora della mente. Mal di stomaco, tachicardia, insonnia, un senso costante di allerta. È il prezzo invisibile di un logoramento quotidiano che non lascia tregua.

Allo stesso tempo vedo il dolore sottile legato al figlio: la paura che venga manipolato, il senso di colpa per non riuscire a proteggerlo da tutto, la rabbia nel vederlo coinvolto in ruoli che non dovrebbe mai sostenere. È una sofferenza che ha un volto molto concreto, e che spesso non viene capita da chi sta intorno.

Quello che fa la differenza, in terapia, è iniziare a dare un nome a queste dinamiche, comprenderne i meccanismi, costruire insieme strategie per proteggere se stessi e i figli senza farsi trascinare dentro al gioco distruttivo.

È lì che lentamente rivedo tornare lucidità, respiro e la capacità di stare in piedi anche dentro a un contesto che non si può cambiare dall’esterno.

Se ti riconosci in queste parole e desideri ricevere aiuto, scrivimi in direct per fissare un colloquio: possiamo lavorare insieme per costruire strumenti e prospettive nuove ❤️

〰️ Carolina

Mi sono inventata questo concetto di sana pianta.Non esiste in nessun manuale. Ma se lavori ogni giorno con persone dent...
17/05/2025

Mi sono inventata questo concetto di sana pianta.
Non esiste in nessun manuale. Ma se lavori ogni giorno con persone dentro a relazioni patologiche - come faccio io - o se le hai vissute sulla pelle, - come è il mio caso -

allora lo vedi.

L’ho chiamato induced caregiving:

È un meccanismo manipolativo sottile, spesso sottovalutato, attraverso cui una persona non ti chiede aiuto apertamente, ma attiva dentro di te un senso di responsabilità talmente profondo
da portarti a occuparti di lei come se non avesse alcuna autonomia psichica o affettiva.

Chi funziona in questo modo non agisce in modo caotico, ma secondo copioni precisi, che prevedono regressione, passività, vittimismo o ritiro emotivo
per indurre l’altro ad attivarsi nel ruolo di caregiver.

È un’inversione di ruoli che agisce sul piano emotivo, ma anche neurobiologico.

Il tuo sistema nervoso risponde a quel bisogno come se fosse reale, attivando schemi primari di accudimento, gli stessi che entrerebbero in gioco davanti a un neonato o a un essere vulnerabile.

E così, senza che venga detto, né chiesto, né negoziato, ti ritrovi a fare da madre.

Finché accudire non è più una scelta, ma una condizione per non sentirti in colpa.

Aiuto ogni giorno i miei pazienti a sciogliere questo incantesimo, e voglio dirti che uscirne è possibile. Se ti riconosci, puoi scrivermi in direct 🤗❤️

〰️ Carolina

Ci sono madri che non nutrono, ma svuotano. Che non crescono, ma trattengono. Che non donano amore, ma lo usano come str...
11/05/2025

Ci sono madri che non nutrono, ma svuotano. Che non crescono, ma trattengono. Che non donano amore, ma lo usano come strumento di controllo

Nel mio lavoro clinico, accompagno tante persone che sono cresciute con madri profondamente disturbate, spesso nell’indifferenza di tutti. Persone intelligenti, sensibili, forti — eppure schiacciate da una vergogna silenziosa, perché quella sofferenza non si vede. Non si può dire. Non viene creduta.

Chi ha avuto una madre narcisista porta dentro una ferita antica, difficile da nominare.

Spesso mi raccontano di una vita vissuta con l’impressione di non essere mai abbastanza. Di aver dovuto controllare ogni parola, ogni emozione, ogni respiro, per evitare la critica, la colpa, l’umiliazione.

Una infanzia dove la spontaneità veniva punita, la vulnerabilità ridicolizzata, l’autonomia vissuta come un tradimento.

Queste portano con sintomi come ansia cronica, disturbi psicosomatici, relazioni patologiche ripetute, confini personali fragilissimi, autostima inesistente e bisogno disperato di approvazione.

Ma più di ogni altra cosa, ciò che queste persone raccontano è un senso costante di solitudine. Non solo per quello che hanno vissuto — ma per come è stato accolto.

Perché dire “mia madre non mi ama, e mi ha fatto del male” è ancora un tabù. La società tende a negarlo, a minimizzarlo, a trasformarlo in un’accusa immorale.

E così, chi trova il coraggio di allontanarsi da un legame distruttivo, viene spesso visto come ingrato, freddo, esagerato.

Questo genera una seconda ferita: quella di non essere creduti. E una terza: quella di sentirsi profondamente soli.

Se ti riconosci in queste parole, voglio dirti una cosa semplice, ma vera: non sei tu il problema. E hai il diritto di non curarti di una madre che non si è mai curata di te.

Poi voglio anche dirti che questo dolore può trasformarsi. E se senti che è il momento di iniziare a farlo, puoi scrivermi 🤗❤️

Ci sono ferite che non si vedono e che proprio per questo fanno ancora più male.Ferite che confondono, isolano, mettono ...
28/04/2025

Ci sono ferite che non si vedono e che proprio per questo fanno ancora più male.

Ferite che confondono, isolano, mettono in discussione anche ciò che fino a ieri sembrava certo.
Il trauma da tradimento, o betrayal trauma, è una di queste.

Non si supera semplicemente “voltando pagina”. Non basta il tempo, né bastano i buoni consigli.

Quando chi avrebbe dovuto proteggerti diventa la fonte della ferita, qualcosa dentro si spezza.

Il tuo senso di sicurezza, la fiducia, l’integrità del tuo sentire: tutto può svanire.

Se ti riconosci in queste parole, sappi che non è “tutto nella tua testa”.

La tua sofferenza è reale, concreta, e merita uno spazio di ascolto profondo.

In questo carosello ti accompagnerò a esplorare che cosa succede davvero nella mente e nel corpo quando si vive un trauma da tradimento. Perché comprenderlo è il primo passo per iniziare a guarire.

Ho passato tutto questo sulla mia pelle e posso aiutarti a superarlo, quindi se leggendo queste parole senti che è arrivato il momento di prenderti cura di te, scrivimi in direct per prenotare un colloquio ❤️

Ti aiuterò a ritrovare chiarezza, radicamento e fiducia, partendo proprio da dove sei ora 🤗

Scrivimi in direct oppure a carolinabertolasopsicologa@gmail.com

Un concetto che tutti i miei pazienti faticano a comprendere è che le dinamiche manipolative più efficaci spesso non si ...
14/04/2025

Un concetto che tutti i miei pazienti faticano a comprendere è che le dinamiche manipolative più efficaci spesso non si fondano sulla pressione o sul controllo esplicito, ma sulla capacità di intercettare bisogni emotivi profondi e rispondere ad essi adeguatamente.

Chi agisce in modo manipolativo spesso non si impone, ma si sintonizza. Non invade, ma si insinua. Legge le tue fragilità affettive te le restituisce sotto forma di riconoscimento. Un riconoscimento che però non è spontaneo, ma strategico.

Non esiste persona al mondo capace di farti più sentire visto, capita, ascoltato e accolto che una persona narcisista o psicopatica che ha deciso di conquistare la tua fiducia.

La validazione diventa il suo strumento di aggancio relazionale. È dosata con precisione, somministrata nei momenti giusti, offerta come dono prezioso. E proprio per questo genera in te attaccamento, idealizzazione, dipendenza.

Di solito questa validazione avviene all’inizio di una relazione patologica, quando quella persona sembra magicamente riuscire a lenire tutte le tue ferite ed amarti come nessuno aveva mai fatto prima; oppure nel momento in cui tu stai per sganciarti, e per la prima volta ti senti dire tutte le cose che avevi sempre sognato di ascoltare, come ad esempio “scusa” o “ho capito di averti fatto del male”

Fai attenzione: le persone disturbate usano la validazione continuamente perché sanno bene che è tutto quello che ogni persone desidera: essere vista senza giudizio, accettata in ogni sua parte e amata per quello che è.

Se hai bisogno di parlare di quello che succede nella tua relazione, crivimi in direct per fissare un colloquio 🤗

〰️ Carolina

In alcune relazioni, soprattutto quelle caratterizzate da dinamiche patologiche, la mente può attivare un meccanismo di ...
16/03/2025

In alcune relazioni, soprattutto quelle caratterizzate da dinamiche patologiche, la mente può attivare un meccanismo di difesa potentissimo: la fantasia.

Si tratta di una costruzione mentale che ci aiuta a rendere tollerabile una realtà dolorosa, spingendoci a interpretare segnali negativi in modo distorto o a proiettare un futuro ideale che, nei fatti, non si realizza mai.

🔎 Ti è mai capitato di aspettare che il tuo partner cambi, nonostante i segnali dicano il contrario? Di giustificare comportamenti svalutanti o manipolativi con la speranza che “prima o poi” tutto migliori?

Questo processo psicologico è subdolo: più ci convinciamo della nostra narrazione, più restiamo intrappolati, ignorando il malessere profondo che proviamo. La paura di affrontare la realtà e il timore dell’incertezza possono essere così forti da farci restare in una relazione che, in realtà, ci sta logorando.

Capire se stai vivendo una fantasia è il primo passo per riappropriarti della tua lucidità e del tuo benessere. Non si tratta di “arrenderti” o “sbagliare”, ma di riconoscere con onestà ciò che provi e ciò che realmente accade nella relazione.

Se senti che qualcosa dentro di te sta cercando risposte, non ignorarlo. Scrivimi in DM: possiamo parlarne insieme ❤️

Ti è mai capitato di sentire frasi come: “provo gelosia perché ti amo troppo” o “Se faccio così, è solo perché non vogli...
24/01/2025

Ti è mai capitato di sentire frasi come: “provo gelosia perché ti amo troppo” o “Se faccio così, è solo perché non voglio perderti”? A prima vista, possono sembrare espressioni di affetto, ma spesso nascondono dinamiche manipolatorie e patologiche.

Chi mette in atto comportamenti violenti tende a giustificarli attraverso l’amore, mascherandoli come gesti di protezione o attenzione. Il controllo ti viene presentato come preoccupazione, la gelosia come una dimostrazione di sentimento, e le critiche come un modo per aiutarti a migliorare.

Questo processo ti confonde, ti genera senso di colpa e mina la tua autostima, spingendoti a dubitare delle tue percezioni e sensazioni.

Dietro queste giustificazioni si nascondono spesso il desiderio di controllo e la necessità di esercitare potere. La relazione può seguire un ciclo in cui a momenti di tensione seguono scuse, promesse di cambiamento e gesti affettuosi, che però non interrompono le dinamiche patologiche.

Riconoscere queste situazioni non è facile, soprattutto perché spesso si tende a minimizzare o a trovare giustificazioni per quello che si vive. Ma il rispetto reciproco non genera dolore, non annulla e non crea paura.

Se queste parole ti fanno riflettere su ciò che stai attraversando, non ignorare i segnali. Parlane con me: possiamo esplorare insieme ciò che provi e individuare un percorso per ritrovare la tua lucidità.

Scrivimi in direct o a carolinabertolasopsicologa@gmail.com ❤️🤗

NarciStopper,Tocca a te!Til i invito a raccontare la tua esperienza qui su  per incoraggiare una discussione sul tema ❤️...
18/01/2025

NarciStopper,

Tocca a te!

Til i invito a raccontare la tua esperienza qui su per incoraggiare una discussione sul tema ❤️

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Narcistopper✨Qui, nella nostra community, mi impegno ogni giorno a divulgare contenuti per aiutarti a comprendere, rifle...
17/01/2025

Narcistopper✨

Qui, nella nostra community, mi impegno ogni giorno a divulgare contenuti per aiutarti a comprendere, riflettere e sentire che tante persone vivono quello che vivi tu.
Ma voglio che tu sappia che posso fare molto di più per te!
Ho passato anni della mia vita a diventare la psicologa di cui avrei avuto bisogno quando mi trovavo nella tua situazione, e oggi posso aiutarti a stare meglio. Qualsiasi sia la tua situazione, che tu stia cercando chiarezza, sollievo o un vero e proprio cambiamento, possiamo lavorare insieme per creare lo spazio di cui hai bisogno: un luogo sicuro dove sentirti ascoltato/a, accolto/a e sostenuto/a.

🌱 Hai dubbi da sciogliere?
🌿 Stai cercando di mettere ordine nel caos?
🌟 Vuoi costruire una nuova versione di te, più forte e consapevole?

Ci sono tante cose belle che possiamo fare insieme, passo dopo passo, con calma e nel rispetto dei tuoi tempi.

Qui ti spiego i miei principali servizi, ti invito a leggere fino alla fine! Se senti che è arrivato il momento di fare qualcosa di concreto per te scrivimi. Puoi contattarmi via email o in direct per un confronto iniziale: sono qui per te, pronta ad ascoltarti.

💌 Non aspettare, il tuo benessere è troppo importante ❤️

〰️ Carolina ❤️

Queste sono solo alcune delle frasi che i miei pazienti condividono con me durante le prime sedute, raccontando una lott...
12/01/2025

Queste sono solo alcune delle frasi che i miei pazienti condividono con me durante le prime sedute, raccontando una lotta interiore che li tiene intrappolati in una realtà in cui si sentono a disagio, ma da cui non vogliono uscire.

Questi pensieri sono il segnale di un sintomo molto specifico, la dissonanza cognitiva: quello stato di tensione psicologica che nasce quando ciò che viviamo non è allineato con ciò che sentiamo o crediamo. Uno dei sintomi principali del trauma da abuso narcisistico.

Riconoscere questa condizione è il primo passo per cambiare, ma farlo da soli può essere travolgente. Per questo ho deciso di creare un percorso terapeutico di gruppo altamente specialistico, dedicato a chi si sente bloccato, confuso, o in difficoltà nel riconoscere i propri bisogni e nel rivendicarli. Si chiama SLEGAMI.

🔑 Nel mio percorso terapeutico di gruppo lavoreremo insieme per:

Creare una rete di supporto e confronto con altre persone che stanno affrontando sfide simili alle tue
Capire e risolvere la dissonanza cognitiva
Riconoscere i segnali di una relazione patologica
Coltivare consapevolezza e strumenti per prendere decisioni che rispettino chi sei davvero
📌 A chi è rivolto?
A chi si sente intrappolato in relazioni o situazioni in cui la confusione e il senso di colpa sono protagonisti. Non importa quanto sia recente o radicato il tuo vissuto: l’importante è la volontà di capire e agire.

💡 Se vuoi candidarti per il percorso, scrivimi un Direct o mandami un’email a:
carolinabertolasopsicologa@gmail.com

Ti aspetto! 🤗❤️

〰️ Carolina

Essere coinvolti in una relazione patologica significa vivere un’esperienza che va oltre i comportamenti visibili di man...
11/01/2025

Essere coinvolti in una relazione patologica significa vivere un’esperienza che va oltre i comportamenti visibili di manipolazione o controllo. Il dolore si infiltra in profondità, modificando il modo in cui percepisci te, gli altri e il mondo. Ti ritrovi in un vortice di confusione, in cui realtà e manipolazione si mescolano fino a farti dubitare delle tue stesse emozioni.

Il tuo corpo risponde come se fosse sempre in pericolo: l’ansia, la stanchezza cronica e l’insonnia diventano compagne quotidiane. Allo stesso tempo, la tua autostima subisce un lento processo di erosione, al punto da farti mettere da parte i tuoi bisogni, come se non avessero più importanza. È un ciclo che si ripete, alimentato da un’alternanza di tensione e momenti di apparente calma, difficile da riconoscere e ancora più difficile da spezzare.

Non è una colpa trovarsi in questa situazione. Le dinamiche patologiche fanno leva su meccanismi psicologici profondi, creando una sorta di dipendenza emotiva che ti intrappola.

Ma liberarsi è possibile. Prendere consapevolezza di ciò che stai vivendo è il primo passo verso il recupero del tuo benessere e della tua autenticità.

Esiste un cammino di guarigione e puoi percorrerlo ❤️

Carolina

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