
21/12/2023
E' la settimana del solstizio d'inverno, che quest'anno avviene venerdì 22.
Tutta la Natura ci invita a rallentare, a riposare e ad entrare dentro di noi in questo tempo magico e sospeso.
Le lunghe notti ci invitano a ritrovare la Luce in noi, proprio nel momento più buio di tutto l'anno.
E' infatti proprio ora che il seme della Luce si accende in noi, proprio come il Sole inizia la sua risalita suggerendo una vera e propria rinascita nel freddo dell'inverno, e la promessa di una nuova primavera.
Yule - Il magico solstizio d'inverno celtico
Secondo la tradizione celtica, proprio in questo periodo si celebrava Yule, la festa pagana della luce e della rinascita.
Yule faceva parte delle celebrazioni principali dei celti legate al ciclo naturale e alla vita rurale.
I festeggiamenti di Yule, detto anche Farlas, avvenivano intorno al 21 o 22 dicembre e si prolungavano per i successivi 12 giorni, terminando tra il 1° e il 2 gennaio.
Al contrario di quanto possiamo pensare, nonostante la notte del Solstizio d'Inverno sia la più lunga dell'anno, non è l'oscurità la protagonista di questa celebrazione, bensì la luce. Una luminosità che soffriva per l'incombenza delle tenebre.
Al tramonto del Solstizio d'Inverno, il Vecchio Sole moriva, per questa ragione la notte si prolungava così a lungo. La Grande Madre Terra, sposa del Sole, in quell'oscurità partoriva un nuovo Sole Bambino, che avrebbe illuminato e portato la prossima e feconda primavera.
I riti di Yule erano tutti atti, dunque, a stimolare questo processo di rinascita della luce. Ad esempio, durante questa notte era tradizione per le donne attendere nell'oscurità con una candela illuminata, consegnata dagli uomini, con cui veniva acceso poi il focolare. Così avevano inizio i festeggiamenti!
Oltre a Yule, in realtà, in questo periodo sono state svariate le civiltà che festeggiavano la morte, la vita e la rinascita della Natura.
Proprio per questa ragione, nonostante Cristo sia nato tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate, nel IV secolo a.C. Papa Giulio I decise di collocare la nascita di Cristo il 25 dicembre. La stessa parola "Natale" vuol dire infatti "nascita".