25/03/2025
[...] Il titolo beckettiano Fallire meglio è più attinente alle ambizioni della psicoanalisi. Perché in realtà c’è anche la possibilità di fallire male: succede quando s’incontra l’impotenza, il senso di frustrazione del risultato non colto, l’inseguimento affannoso di una riuscita che sfugge. Si tratta di falsi obiettivi, come quegli oggetti-paccottiglia di cui ci sazia la società fondata su un controllo esercitato attraverso la circolazione, la consumazione e la distruzione dei beni materiali. Fallire meglio significa incontrare l’impossibile come limite, tracciare il contorno del buco che sta al cuore dell’esistenza di ciascuno, toccare quel vuoto in cui, anziché annullarsi, il desiderio entra in risonanza, gioca la sua partita con un Altro che a sua volta è mancante o inconsistente.
E allora manca sempre una cosa, come suggeriscono i bei versi di Pessoa, che fondono il godimento della vita con il dolore, perché nulla è semplice, univoco, lineare [...]”.
“La vita duole quanto più la si gode e quanto più la si inventa” (Pessoa)
Tratto da Da “Manca sempre una cosa”, di Marco Focchi, Ed. ETS, 2021