
27/05/2025
C’è ancora tanta ignoranza rispetto alle neurodivergenze.
Alcuni colleghi, purtroppo, credono ancora che le persone autistiche non siano capaci di provare empatia o di esprimere emozioni in modo autentico.
Ma la realtà è ben diversa.
Nel mio lavoro, attraverso i gruppi teatro ma anche negli incontri individuali, ogni giorno ho la fortuna di assistere a un’intensità emotiva genuina, a una profondità relazionale che spesso sfugge agli occhi di chi guarda solo attraverso categorie rigide.
Questo weekend abbiamo portato in scena uno spettacolo di improvvisazione teatrale che ha lasciato il pubblico senza parole.
Non solo per la qualità della performance, ma per l’energia, la spontaneità e la potenza comunicativa che ogni partecipante ha saputo esprimere.
Ridere insieme, creare storie sul momento, accogliere gli imprevisti con creatività: tutto questo è stato possibile proprio grazie alle loro unicità.
Perché neurodiversità significa anche creatività, prospettive inedite, modi non standard di percepire e vivere il mondo. Significa sensibilità, presenza, intuizione.
Il teatro, soprattutto quello d’improvvisazione, è uno spazio in cui queste qualità non solo emergono, ma diventano forza, bellezza e connessione autentica.
Ed è ora che anche il nostro sguardo professionale si evolva: non per “normalizzare” le persone neurodivergenti, ma per riconoscere e valorizzare le loro risorse.