01/08/2025
Questa settimana ho salutato i ragazzi e i colleghi della comunità e centro diurno di Melegnano, un luogo che per 7 anni è stato parte della mia quotidianità, della mia crescita, e della mia storia professionale.
Ho salutato persone con cui ho condiviso percorsi intensi, profondi, veri.
Ragazzi che ho visto cambiare, aprirsi, trovare il proprio modo di funzionare.
Colleghi che sono stati sostegno, confronto, squadra.
E ho salutato il gruppo di teatro.
Un gruppo nato tra tante difficoltà e diventato, anno dopo anno, un posto speciale.
Un laboratorio in cui l’espressione corporea ed emotiva è diventata uno strumento per imparare a gestire le proprie emozioni, allenare le abilità sociali, costruire relazioni.
Un luogo in cui la creatività ha aiutato a sentirsi visti, a sperimentarsi oltre la paura, a raccontarsi senza giudizio.
Abbiamo attraversato tantissimo insieme.
C’è chi ha trovato la voglia e il coraggio di aprirsi all’altro.
Chi ha imparato a riconoscere le proprie emozioni.
Chi ha scoperto risorse che non credeva di avere.
Tutto questo in maniera creativa, nuova, non pre-definita.
Questa esperienza ha rafforzato in me la certezza che il lavoro sulla qualità della vita passa dalla possibilità di funzionare nel proprio modo.
Non nel modo “giusto”, ma nel modo giusto per sé.
E proprio per questo oggi, insieme al privilegio di aver potuto in questi anni conoscere e seguire persone meravigliose, celebro anche la mia scelta di proseguire il mio cammino in libera professione, accompagnando persone neurodivergenti a conoscersi meglio, a costruire le proprie strategie personalizzate, a sentirsi finalmente abbastanza e anche di più. Facendolo a modo mio e della persona che ho di fronte.
Se ti trovi nel mezzo di una diagnosi, o in generale in un momento in cui il tuo modo di essere ti sembra “troppo” o
“sbagliato”...sappi che c’è un molto di più che può ve**re alla luce.
E che ci si può lavorare insieme, con delicatezza, curiosità, attenzione, cura, creatività.